manifestazione a roma: un successo

[assata]

ovviamente è un mio personalissimo giudizio, ma credo che vista la difficoltà del momento difficilmente sarebbe potuta andare meglio. senza fare la conta degli assenti (che erano tanti ed ingiustificati), ho letto che i giornali parlano di 50,70,100 mila persone. io posso dire che eravamo una marea, allegra e colorata. anche davanti al presidio all'ambasciata francese per portare solidarietà agli studenti francesi hanno partecipato centinaia di persone.
certo è che chi ha preferito disertare dovrà fare i conti, un giorno, con un pacifismo che ha usato solo di facciata. ma questo è un altro discorso

[yurj]

ovviamente è un mio personalissimo giudizio, ma credo che vista la difficoltà del momento difficilmente sarebbe potuta andare meglio. senza fare la conta degli assenti (che erano tanti ed ingiustificati), ho letto che i giornali parlano di 50,70,100 mila persone. io posso dire che eravamo una marea, allegra e colorata. anche davanti al presidio all'ambasciata francese per portare solidarietà agli studenti francesi hanno partecipato centinaia di persone.
certo è che chi ha preferito disertare dovrà fare i conti, un giorno, con un pacifismo che ha usato solo di facciata. ma questo è un altro discorso

Sono contento, siete dei grandi.

Avete manifestato anche per me, che non potevo esserci

[LeleRm]

Sono contento, siete dei grandi.

Avete manifestato anche per me, che non potevo esserci

Anche io ero presente ed è stato un corteo stupendo e partecipato, oltre le + rosee aspettative. Il movimento c'è e il centrosinistra al governo dovrà anche fare i conti con noi.

[yurj]

Anche io ero presente ed è stato un corteo stupendo e partecipato, oltre le + rosee aspettative. Il movimento c'è e il centrosinistra al governo dovrà anche fare i conti con noi.

Ho visto una massiccia presenza di Rifondazione, complimenti

[assata]

Ancora una volta i gufi hanno perso.
di sinistra critica

Erano in tanti a cantare anzitempo la fine del movimento pacifista eppure ieri, per l´ennesima volta, le bandiere arcobaleno, quelle rosse, quelle che non hanno mai arretrato di fronte alla barbarie della guerra, hanno sventolato per le vie di Roma.
Centomila manifestanti hanno sfilato da piazza della Repubblica a piazza Navona in un corteo su cui volteggiavano uccellacci del malaugurio e canti di morte. Eppure i gufi non hanno vinto, non ce l´hanno fatta a far fallire una manifestazione che alla vigilia in molti, troppi, volevano avventata, inopportuna e poi ancora violenta e facinorosa. Avevano visto giusti quelli e quelle che ci avevano creduto: non solo Rifondazione - che pure all´inizio si era distinta per aver tirato il freno - e i partiti della sinistra alternativa, non solo i sindacati di base, non solo l´Arci e la Fiom ma la miriade di gruppuscoli e comitati vari che ormai sono un po´ ovunque e la cui presenza era stata rilevante all´assemblea di Firenze del febbraio scorso. Hanno perso, invece, proprio i gufi. Innanzitutto i giornali di vario genere che pronosticavano incidenti e scontri immaginari e che consigliavano alla gente "normale" di restarsene a casa. E poi il centrosinistra, dai Ds a Prodi, che ha fatto di tutto per smorzare la manifestazione e affogarla nel mare magnum dell´estremismo di sinistra fino a consigliare, come ha fatto Prodi un minuto prima che il corteo partisse: "Se non si è grado di far svolgere una manifestazione per la pace senza violenze allora è meglio non farla". Il corteo lo ha ben servito ma è difficile ora aspettarsi da lui e dagli altri dirigenti dell´Ulivo delle scuse. Così come le scuse non verranno dalla Cgil che si è defilata all´ultimo momento accrescendo una preoccupazione inesistente e dimostrando un allineamento alle ragioni della sinistra moderata francamente eccessivo.
Comunque, al di là dei gufi e della loro sconfitta, il dato saliente è che la manifestazione è andata bene e questo significa, almeno per quanto ci riguarda, una cosa ben precisa. Che la battaglia contro la guerra "senza se e senza ma" (che, vale la pena ricordarlo, significa con o senza l´Onu) continua anche dopo il 9 aprile e una probabile vittoria dell´Unione. Continua sulla base della piattaforma di questa manifestazione che quindi non sarà stata invano. Continua per il ritiro delle truppe dall´Iraq ma anche dall´Afghanistan e da tutti i territori di guerra in cui si trovano i soldati italiani. Continua per la riduzione delle spese militari, lo smantellamento delle basi, la riconversione dell´industria bellica, lo scioglimento della Na
to. E continua per il diritto del popolo palestinese ad avere uno stato. Dopo i fatti di Gerico questa rivendicazione è più che mai urgente e necessaria e non può finire sullo sfondo dell´emergenza politica o della campagna antiberlusconiana. Sono ragioni che da oggi acquistano più forza e che, nel nostro piccolo, cercheremo di far valere.

www.sinistracritica.org

[pietro]

IRAQ LIBERO – COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO







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LA RESISTENZA A PIAZZA NAVONA



Ieri a Roma, per la prima volta al termine di una grande manifestazione unitaria del movimento contro la guerra, si è potuta ascoltare la voce della Resistenza irachena.
Quando, alle 17,20 in piazza Navona, Jabbar al Kubaysi ha iniziato a parlare della situazione in Iraq, delle prospettive della lotta di liberazione in corso e della necessità di sconfiggere gli aggressori, grande è stata l’emozione di una piazza gremita che ha seguito il suo intervento con grande attenzione e partecipazione.

La Resistenza ha dunque parlato, per bocca di un suo autorevole esponente reduce da una lunga detenzione nel carcere americano di Bagdad, nonostante il reiterato rifiuto del comitato organizzatore di farlo intervenire dal palco.
Anche nella giornata di ieri numerosi esponenti delle delegazioni straniere presenti alla manifestazione hanno insistito sulla richiesta che al Kubaysi parlasse dal palco ufficiale. Ma gli organizzatori sono stati sordi; le loro orecchie sono state attente anche questa volta solo alle esigenze politiche ed elettorali del centrosinistra.
Sia ben chiaro: dare o non dare la parola alla Resistenza non era una questione che riguardava soltanto i Comitati Iraq Libero. Ormai la solidarietà con i combattenti iracheni è ben più vasta, anche grazie alle nostre battaglie ed al ruolo di apripista che, spesso da soli, abbiamo svolto in questi tre anni.

La manifestazione di ieri ha dimostrato quanto sia grande ormai l’area di sostegno alla Resistenza. Tanti striscioni, tanti cartelli, richiamavano durante il corteo non solo il diritto a resistere, ma il sostegno aperto a chi combatte armi in pugno gli aggressori, riconoscendone il ruolo di avanguardia della lotta antimperialista e della stessa lotta per la pace.
Ormai nessuno può seriamente negare che se non vi fosse stata la Resistenza armata in Iraq, il movimento contro la guerra in occidente sarebbe già andato a casa.
E’ una verità storica incontrovertibile: la stessa riuscita ed i contenuti espressi da buona parte del corteo di ieri stanno a dimostrarlo. Solo l’incredibile disonestà di un ceto politico di “movimento” che vive degli avanzi lasciati all’indotto del centrosinistra può continuare a negarlo.

La fine della credibilità di questo ceto politico è stata dimostrata proprio dalla riuscita della nostra iniziativa. Quando siamo entrati in piazza con lo slogan “Ma quale pacifismo, ma quale non violenza, ore e sempre resistenza!” molti si sono raccolti attorno a questa parola d’ordine. E quando, insieme ad altre realtà antimperialiste, abbiamo dato inizio all’intervento di al Kubaysi grande è stata l’attenzione e la condivisone delle analisi e degli obiettivi della Resistenza.

Dopo l’intervento di al Kubaysi sono stati ricordati gli altri fronti di lotta. Il palestinese Shukri Ibrahim ha parlato della criminale operazione israeliana a Gerico, mentre Mimmo Mignano dello Slai Cobas di Pomigliano, licenziato dalla Fiat, ha chiamato alla mobilitazione di massa contro la repressione padronale in fabbrica, collegando questa lotta a quella condotta dai partigiani iracheni.

I Comitati Iraq Libero avevano posto da tempo l’esigenza, per questo terzo anniversario dell’inizio dell’aggressione all’Iraq, di unire idealmente e politicamente la voce del movimento con quella della Resistenza. Il risultato è stato ottimo, nonostante le provocazioni e le isterie della parte maggioritaria del comitato organizzatore.
Provocatoria è stata la modifica del testo di convocazione della manifestazione, provocatoria la scelta di costringerci a sfilare insieme ai compagni iracheni (era presente anche Amhed Karim) in fondo al corteo. Non ce ne stupiamo, ma non possiamo passare sotto silenzio la gravità di questa porcheria, incredibilmente offensiva nei confronti degli esponenti iracheni proprio nel giorno dedicato a quel popolo che da tre anni sta subendo l’occupazione del proprio paese.

Ai responsabili di queste scelte diciamo chiaramente di non illudersi. Il movimento contro la guerra non è di loro proprietà. La manifestazione di ieri lo ha affermato con chiarezza. Così come non deve illudersi Bertinotti il quale (dichiarazioni di ieri sera) vorrebbe un movimento al servizio della “sinistra” di governo. Se lo scordi: non sarà così.

Comitati IRAQ LIBERO – 19 marzo 2006

[SubZero]

c'hai le idee un pò confuse caro ragazzo

non è un camerata, l'ha detto più volte, è un ANale ed è filo-americano...!

solo che non capisco il nick e l'avatar...su quello ti do ragione...è MOLTO confuso...!

[Egol]

Bene sono contento che la manifestazione sia riuscita così bene! Spero bene che il resto del centro-sinistra (compresi gli elettori) abbia capito che queste scelte prettamente elettorali si addicono molto di più alla destra, piuttosto che a chi si dichiara "di sinistra".