La Comunità Antagonista Padana dell'Università Cattolica di Milano

[Luca]

La Comunità Antagonista Padana dell'Università Cattolica
invita a disertare le cialtronesche manifestazioni itagliane
del 25 novembre 2006 e del 2 dicembre 2006.
Nè Prodi, nè Berlusconi-Bossi.

Luca
Comunità Antagonista Padana-Studenti Indipendentisti

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Per il venticinque non serve più.

Tutti a Roma dallo zio Silvio.

[Luca]

Indice del numero 16, novembre-dicembre 2006

Deserti e gocce d'acqua di Luca Fumagalli (editoriale)
'L setmin (canzone in piemontese a cura di Federica Grosso)
Un giorno diverso di Sara Casarico
Il Santo del giorno, il giorno dei Santi di Giovanni Gallazzi
Una vacanza fuori dal normale (sull'Oktoberfest) di Michela Conta
Tv di Rienzi
Giulio II: Papa e soldato di Piergiorgio Seveso
Wilhelm Emil Eber: popolo e arte di Harm Wulf
Il Cinghiale musicale: Rammstein (a cura di Vittorio Ambrosetti)
Cap: qualche avvertenza per matricole (e non solo) di Piergiorgio Seveso
Carrette del mare, battelli pnuematici and Co di Pietro Cecchi
Scenari possibili e sogni mancati di Erich Honecker (sul fallimento politico della Lega Nord)
Una città, due identità, una lotta (Celtics e Rangers) di Gabriele Maria Cifoletti
Cristeros: i vandeani del nuovo mondo di Roberto Marcante
Opinioni di Guglielmo Toffoletto
la comunità che non torna di Luca Valli
Autodeterminazione dei mostri (sul Kosovo) di Gabriele Maria Cifoletti
Gaddus (ing C.E.) e lo scimpanze Ugo nel salotto di Donna Clorinda: il tonfo foscoliano sulla scala di Odessa di Rustico Perocchi (pezzo antifoscoliano)
L'importanza del Locale di Simona Trovati
La grande truffa "e si svolse tutto con universali manifestazioni di gioia" di Riccardo Boschetto (sul "plebiscito veneto" del 1866)
Parlato semplice: Modello Imperfetto di The Butcher

Il "Cinghiale Corazzato" è disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00 presso l'aula "Alberto da Giussano" interrato scala E

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Quattro sventurati ragazzini, capitanati dall'ineffabile personaggio che risponde al nome di Fabrizio Cecchetti (pare consigliere regionale), volantinavano APPAIATI a quelli di Forza Itaglia contro la Finanziaria, a nome di un fantomatico Mup Cattolica. Sul loro volantino composto di circa quindici parole, un battuta di questo tenore: "Il Cap per noi è solo il Codice Avviamento Postale"...
Come potete notare, il livello è alto e l'indipendenza è vicina..

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Stasera posteremo l'interessante volantino, frutto dell'officina intellettuale MGP.

Luca
Comunità Antagonista Padana

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Gigantografia affissa oggi 23 novembre 2006

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Cartellone affisso oggi 23 novembre 2006 in seguito alle provocazioni leghiste: rimarrà affisso fino a Natale

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Da "Il Cinghiale Corazzato", numero 16, novembre-dicembre 2006: aldilà di qualche riferimento interno alla vita dell'Università, non vi sfuggiranno i contenuti politici generali dell'articolo

Cap: qualche avvertenza per matricole (e non solo).


“E poi ci sono i pazzi del Cap”. Magari, cara matricola, l’hai sentita anche tu questa frase. Che l’abbia pronunciata qualcuno con un fazzoletto verde (stinto) nel taschino oppure con un (curioso) libro blu sotto braccio, fa poca differenza. Innanzitutto una precisazione: non siamo IL Codice Avviamento Postale ma LA Comunità Antagonista Padana-Studenti Indipendentisti. Ciò premesso, possiamo dire che non ci difetta una certa (motivata) follia. Essere indipendentisti oggi, dopo tutte le capriole e le giravolte del leghismo, richiede infatti una buona dose di coraggio e molto pelo sullo stomaco, aldilà delle oggettive difficoltà di questa posizione. Può infatti sopravvivere l’indipendentismo padano ai cascami carnascialeschi delle magliette calderoliane, alle furbizie maroniane e dei molti Richelieu di piccolo cabotaggio del Varesotto, alle vecchiette sbavanti odio purissimo pronte a colpire il genere umano ad ombrellate, ai giovinastri sboccati, alla ricerca di una posizione o di una professione, o ai manager d’assalto alla disperata ricerca di prebende e poltrone? Soprattutto può sopravvivere l’indipendentismo a Gianluigi Paragone, il giornalista moretto, appollaiato nei talk-show, che ripete, come l’attore brillante in una compagnia di giro, il nuovo copione forza-leghista?. E infine può sopravvivere l’indipendentismo a Bossi, il Montezuma di Gemonio, il Masaniello intronizzato monarca (con permesso del Re Sole di Arcore), il Dio Saturno di tutti gli indipendentismi, l’uomo dai mille volti e dalle mille contraddizioni? Se dovessimo dare una valutazione meramente oggettiva, la risposta sarebbe No: abbiamo vissuto soltanto in una brutta commedia e nulla più. Ma già sentiamo le mezze tacche dello stagno digrignare le bocche un po’ sdentate per dirci, aggiungendo il grottesco al tragico:“Traditoriii, cosa volete fare senza Bossi? Egli conosce i misteri del cielo e della terra, ha scrutato cose che voi umani non potete neanche sognare”. Siamo convinti che fortunatamente non siete in questa sventurata categoria, perché di fronte ad una religione tutta umana come questa, qualunque potere di convincimento risulterebbe vano. In effetti, per noi sarebbe molto più comodo aggregarci al nascente “partito del Nord”, un bell’impasto Forza Itaglia-Cielle-Lega, destinato sicuramente (giudici permettendo) ad un solido controllo delle regioni del Nord-Italia. Ma che ci volete fare? Come suggeriva un nostro lettore nel numero ultimo scorso, siamo inguaribili romantici e abbiamo la persuasione che la dichiarazione di Indipendenza del 1996 sul Po non sia stata solo (come è stata nella volontà del suo ideatore) un riuscito azzardo di marketing e una trovata (un po’ sguaiata) per garantirsi un trimestre di prime pagine ma qualcosa di più. Un evento spezza-storia, una porta spalancata su possibili scenari di libertà e indipendenza per le nostre terre e per il nostro popolo, sempre che ancora esista e abbia voglia di vivere, beninteso. Magari ci sbagliamo ma cerchiamo di intonare il nostro comportamento di gruppo studentesco a questo spirito di Libertà. E in Università Cattolica una vera politica di Libertà non può che essere completamente ESTRANEA rispetto al mondo di Comunione e Liberazione. Un’estraneità e un’antitesi, testimoniata da anni di nostra produzione culturale e politica, che si sviluppa e si alterna su più piani, dal teologico al comportamentale, dall’antropologico al politico. Tra l’altro, il presente articolo valga anche da pubblica messa in guardia nei confronti di Ateneo Studenti, il loro “braccino secolare”, per le future elezioni accademiche interne della Primavera 2007. Chiunque, con comportamenti scorretti o illegali, tentasse di falsare l’esito elettorale, rovesciando sulle urne un consenso degli studenti, disinformato o carpito con l’inganno o fuori tempo massimo, troverebbe la ferma e DETERMINATA opposizione, non solo della CAP ma anche della maggioranza dei gruppi studenteschi di quest’Università. Non illudetevi, Massagli and Co, la Cattolica è cresciuta in questi anni, uscendo dal torpore al cloroformio, tipico degli anni del trionfo berlusconian-formigoniano e non può essere più definita un’università ciellina, come qualche anno fa. I bollettini trionfalistici dei consiglieri di facoltà ciellini degli anni precedenti sono drasticamente diminuiti, segno di un progressivo indebolimento e disimpegno, di un deterioramento palpabile della qualità della loro rappresentanza. I muri, più loquaci di qualsiasi discorso, parlano ormai chiaro. Da destra e da sinistra, da sopra e da sotto, una ricca offerta di saperi politici e di modelli sociali alternativi si offre agli studenti dell’UC, un’offerta destinata (pare) anche ad arricchirsi di nuovi contributi. Non solo ma il tentativo di trasformare quest’Ateneo in un avamposto di conformismo neo-cons e teo-cons può dirsi (per ora) sostanzialmente fallito. Le accartocciate articolesse de “Il Foglio”, le mortifere verbosità carroniane, le “ratisbonate” d’occasione e i fendenti spuntati de “ Il Fatto” ci mostrano anche visivamente che l’opzione totalitaria ciellina sulla “lettura della realtà” in Università non ha più la forza per concretizzarsi. E basterebbe solo la nostra lettera al coraggioso presidente dell’Iran a testimoniare quanto sia possibile rompere (da identitari quali siamo) la spirale del (loro) conflitto di civiltà.
In questo possiamo dire di avere avuto una parte di merito non indifferente: avremmo potuto essere un pugno di leghisti beoti, pronti a prostituire il nostro indipendentismo ad un conservatorismo benpensante (sostanzialmente ipocrita) o ad un berlusconismo di ritorno, felici ed inconsapevoli scendiletto per il Lollo di turno, oppure essere un manipolo di avvinazzati politici senza prospettive, disposti ad berciare in pubblico ciò che la cattiva coscienza di un elettore medio di centro-destra ha il coraggio di bisbigliare solo in privato. Ci siamo sforzati, non senza qualche fatica, di non essere né l’una, né l’altra cosa, di essere una realtà realmente “terza” e libera rispetto a destra e a sinistra e rispetto ai poteri forti (siano quelli del lobbysmo paracattolico o quelli classici economico-finanziari “laici”). Senza le contraddizioni e i dogmatismi affaticati della sinistra, senza il tedioso e a volte ripugnante estremismo verbale della destra berlusconiana e occidentalista-filoamericana, senza il conformismo tricoloruto e unitario che da Bertinotti a Fiore, passando per Ciampi (e Napolitano), caratterizza l’intero arco politico “nazionale”.
Anche questa è l’Università che ti viene offerta, cara matricola, accanto a quella delle lezioni e degli esami: è un po’ anche la nostra Università.

Piergiorgio Seveso

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Quattro sventurati ragazzini, capitanati dall'ineffabile personaggio che risponde al nome di Fabrizio Cecchetti (pare consigliere regionale), volantinavano APPAIATI a quelli di Forza Itaglia contro la Finanziaria, a nome di un fantomatico Mup Cattolica. Sul loro volantino composto di circa quindici parole, un battuta di questo tenore: "Il Cap per noi è solo il Codice Avviamento Postale"...
Come potete notare, il livello è alto e l'indipendenza è vicina..

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