User Tag List

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 13
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    24 Nov 2003
    Messaggi
    4,894
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito La Teoria del complotto

    Per Blondet i NeoNazi e il resto dei deficienti.
    Da un blog Nazionale


    Cos'è il cospirazionismo.
    Avvertenza: post lunghissimo (ma molto, molto interessante).

    "Un nuovo tipo di spiegazione degli eventi politici nacque quasi esattamente due secoli fa, quando alcuni avversari della Rivoluzione francese attribuirono ai propri nemici una capacità sovraumana di pianificazione e la maligna intenzione di dominare il mondo".

    Comincia così "Il Lato Oscuro della Storia" un fondamentale testo del 1997 di Daniel Pipes, finalmente tradotto in Italiano ed edito da Lindau, che si pone l'obbiettivo di esaminare le origini, la storia e la struttura del pensiero cospirazionista. In questo nostro piccolo saggio cerchiamo di offrirne un riassunto.

    Per cominciare occorre fare una distinzione tra complotti (reali) e teorie del complotto (immaginarie).

    Il complotto in termini giuridici (americani) è: "un'associazione tra due o più persone allo scopo di commettere con sforzo congiunto qualche atto illegale o criminale". I complotti, il tramare dietro le quinte di individui o gruppi di individui, di fatto esistono, e sono un fenomeno vecchio come la storia.

    La teoria del complotto invece è la paura di un complotto inesistente. Il complotto è un atto, la teoria del complotto una percezione.

    La paura dei complotti è eterna e risale all'alba dei tempi, mentre le teorie del complotto mondiale hanno una loro storia a parte.

    Le Origini del Cospirazionismo.

    La storia delle teorie della cospirazione prende il via nell'Europa medioevale, nella quale l'antipatia verso gli ebrei si trasformò, ai tempi tesi delle crociate, nell'idea degli ebrei come quinta colonna che tramava clandestinamente per distruggere la società esistente. Alla paura degli ebrei si andò ad affiancare la paura per le associazioni a carattere segreto o semi-segreto come i Cavalieri Templari. Quando Re Filippo il Bello di Francia iniziò le persecuzioni contro gli ebrei e i Templari stabilì un pattern che si sarebbe rivisto più e più volte.

    Le società segrete, e il timore verso di esse, ripresero vigore nell'Europa moderna come associazioni di progressisti. La clandestinità era necessaria data la mancanza di libertà d'espressione nell'Europa dell'epoca, ma era già del tutto scomparsa entro il 1848.

    La Massoneria era molto vaga, ai livelli della moderna spiritualità new age, gli Illuminati Bavaresi invece avevano la severità di un vero culto, essi pianificavano realmente il rovesciamento della società. Non ebbero successo e si estinsero molto presto, ma il loro mito sopravvisse, e perciò essi ebbero un forte impatto sul cospirazionismo, dando una certa sostanza ai peggiori timori dei teorici del complotto.

    Il mito delle società segrete generò un gran numero di società segrete autentiche, perlopiù innoque, ma che andarono ad incrementare la paranoia generale. Sul terreno seminato di paranoia dalle società segrete si va ad innestare la

    Rivoluzione francese il cui shock fu tale da essere vista dai suoi oppositori come un vero e proprio complotto, e data la sua importanza ed estensione come fenomeno politico, doveva trattarsi necessariamente di un complotto vastissimo ad opera di nemici abilissimi. Nasceva così la teoria del complotto mondiale.

    Inoltre nell'Europa ottocentesca mentre la destra accoglieva le teorie della cospirazione iniziando a vivere nel terrore degli Illuminati e dei Massoni, la sinistra accolse le teorie della cospirazione ma le capovolse iniziando a considerare il tramare nell'ombra un'attività eroica. Così la sinistra si predispose a emulare quelle società segrete che esistevano solo nella mente dei paranoidi destrorsi.

    In seguito su questa teoria del complotto rivoluzionario si andò ad innestare anche l'idea della cospirazione ebraica, dando origine ad un sodalizio che ancora dura. Gli ebrei nella società europea moderna incominciarono ad emanciparsi dalla loro condizione medioevale di povertà e riservatezza a causa dell'affermarsi dei diritti civili e, abili mercanti e uomini d'affari, incominciarono a rappresentare molto bene l'archetipo di quella modernità avanzante e spaventevole. Nello stesso clima di incerezza esistenziale nell'europa continentale il mito delle società segrete evolvette invece in una teoria della cospirazione sull'imperialismo anglosassone.

    Col tempo le due cose si fusero in una, complici il leninismo e la sfiducia storica europea continentale negli angloamericani, in una grande teoria sull'imperialismo liberal-capitalista ebraico che sopravvive a tutt'oggi.

    Questa linea di pensiero trasferisce allo stato le caratteristiche delle società segrete. Lo MI6 e la CIA diventano l'equivalente di Templari e Illuminati. La sfiducia storica negli angloamericani è legata al liberalismo politico ed economico di questi ultimi, da sempre visto come una sorta di complotto per conquistare il mondo e per umiliare le altre nazioni. E' stupefacente constatare come certi argomenti risalenti addirittura al '700, come l'accusa di scatenare guerre per profitto e il potere nascosto del capitale finanziario, siano identici perfino nei termini usati a quelli che si possono ascoltare in giro a tutt'oggi.

    In seguito il leninismo rincarò la dose costruendo l'immagine di un mondo già interamente dominato da finanzieri e industriali che decidono tutto e controllano tutto. In effetti la sinistra internazionale finì per reinterpretare alcune delle più antiche e sempiterne attività umane (dal commercio alla guerra) come complotti contro l'umanità. In questa maniera vennero abbandonati i confini della cospirazione intesa come opera di una minoranza che dalla clandestinità cerca di arrivare al potere e si spalancarono le porte del concetto di mondo moderno come un enorme complotto. In seguito quando i lavoratori iniziarono a prosperare all'interno delle democrazie industriali, il concetto di cospirazione di gruppi affaristici per lo sfruttamento delle masse si spostò verso l'estero facendo nascere il terzomondismo.

    "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion" fu il primo testo cospirazionista a diffondere il complottismo al di fuori dell'Europa. La sua particolarità era che accusando un oscuro complotto ebraico praticamente di tutto, compreso l'antisemitismo, influenzava le menti di gente di ogni fede, nazionalità e classe sociale. Aveva insomma, diremmo oggi, un carattere globalizzatore. Le sue teorie continuano a tutt'oggi a rimbalzare di qua e di là anche quando non vengono attribuite ai Protocolli.

    Il Cospirazionismo al Potere.

    Dopo la prima guerra mondiale il cospirazionismo fu il rifugio sicuro di un'Europa che non si spiegava perchè nazioni così civilizzate si fossero massacrate per tanti anni sui campi di battaglia. Perchè il buon senso non aveva prevalso? La conclusione generale fu che qualcosa di diabolico doveva aver tramato dietro le quinte per impedirlo. I primi iscritti ufficiali nella lista dei cospitratori furono, ca va san dir, gli ebrei.

    A partire dagli anni '20 lo stile paranoico si era diffuso, tra la popolazione come in politica, in tutto l'Occidente, nelle democrazie come negli stati autoritari. Frasi come "il pericolo ebraico", "la finanza ebraica", "la stampa ebraica" erano ormai luoghi comuni che non necessitavano di ulteriori spiegazioni, erano pronte ad essere utilizzate politicamente da chiunque.

    Gli ebrei diventarono un archetipo. Al supposto complotto ebraico mondiale fu attribuita la causa praticamente di tutto: i fascisti gli attribuivano il comunismo, i comunisti gli attribuivano il fascismo, tutti quanti gli attribuivano l'imperialismo economico e coloniale. Perfino in Giappone, dove non hanno mai vissuto ebrei, era diffusa l'idea che gli ebrei cospirassero (attraverso le potenze occidentali) per tenere il Giappone in uno stato di inferiorità. Ma fu in Germania e in URSS che il cospirazionismo raggiunse il suo apice.

    In Germania i nazisti sostituirono la storia ufficiale e tutte le altre dottrine con una propria versione fatta di oscuri complotti ebraici, instituzionalizzando lo stile paranoico antiebraico e antimperialista e instillandolo nelle menti dei Tedeschi fin da bambini. In particolare la connessione tra anglosassoni ed ebrei divenne il tema portante della propaganda nazista. Inoltre Hitler abbandonò ogni tono apologetico del precedente antisemitismo incoraggiando di fatto alla violenza aperta contro i supposti cospiratori. La "Soluzione Finale" fu il risultato inevitabile di questo mix di stile paranoico e stile iperaggressivo.

    In Unione Sovietica Stalin, a livello personale, era paranoico in maniera decisamente patologica. Viveva recluso cercando dim difendendersi dall'ennesimo complotto immaginario contro la sua persona e contro l'URSS. La paranoia di Stalin era principalmente indirizzata verso i supposti tentativi della finanza imperialista mondiale (naturalmente a guida ebraica), di distruggere il Socialismo. Si ritrova qui la connessione anglosassoni=ebrei già vista nel Nazismo. Anche Stalin, come Hitler, finì per giudicare l'omicidio di massa come la soluzione migliore per sbarazzarsi dei complotti immaginari che lo assediavano. Il totale di cittadini Sovietici fatti eliminare da "Uncle Joe" perchè sospettati di complottare dovrebbe essere compreso tra i 20 e i 22 milioni.

    La visione di Stalin secondo la quale le potenze imperialiste ebraiche erano il principale nemico dell'URSS influì molto sulla sua decisione di acconsentire a un'intesa con Hitler, ma soprattutto influì sulla sua incapacità di rendersi conto che Hitler stava per violarla. Anche quando le truppe tedesche si erano ammassate ai confini dell'Unione Sovietica e appariva chiaro a tutti che l'invasione era imminente, Stalin si rifiutava di crederlo. Anzi, fece perseguitare come traditori coloro che lo mettevano in guardia e fucilare come agenti provocatori i soldati tedeschi che disertavano oltre le linee avvertendo i Russi dell'imminente attacco.

    Si ritrova qui uno dei tratti tipici e persistenti della mentalità cospirazionista: l'incapacità di vedere i pericoli reali ed immediati perchè troppo impegnati a difendersi da cospirazioni immaginarie.

    Il Dopo Guerra.

    Dopo la morte di Stalin in Unione Sovietica lo stile paranoico negli affari interni si attenuò ma il pensiero cospirazionista sopravvisse e continuò ad essere utilizzato a fini politici.

    Per esempio la propaganda sovietica iniziò a dipingere lo stato di Israele come un agente dell'imperialismo occidentale e nel farlo resuscitò tutto l'antisemitismo tradizionale, ripubblicandone la letteratura classica pur provvedendo a sostituire il termine "ebrei" con "sionisti". Sotto Chruscev il dipingere il sionismo come un progetto imperiale delle potenze occidentali, a loro volta un progetto imperiale ebraico, diventò assolutamente comune.

    Più in generale nessun'altra nazione al mondo contribuì al diffondersi del cospirazionismo su scala mondiale più dell'Unione Sovietica. La premessa generale del cospirazionismo comunista è sempre stata che i capitalisti (in genere ebrei), attraverso il governo Britannico o USA, fossero la più grande minaccia per il bene dell'umanità. Con il declino della potenza britannica nel mondo, gli USA ne ereditarono tutti i sospetti dei cospirazionisti del mondo. Le numerose caratteristiche comuni dei due paesi, dalla lingua comune alla tendenza al liberalismo politico ed economico al loro status di potenza sopratutto commerciale, facilitarono questo slittamento.

    Negli Stati uniti il cospirazionismo diventò operativo soprattutto sul fronte anticomunista, generando il maccartismo, che però fortunatamente si estinse dopo soli tre anni e non generò i bagni di sangue sovietici.

    Cospirazionismo nel Mondo Post-moderno.

    Inizialmente negli USA il cospirazionismo fu importato dall'Europa, ma oggi sono proprio gli USA i maggiori esportatori di cospirazionismo. Grazie alla libertà di espressione garantita dalla Costituzione di cui beneficiano, i teorici del complotto americani esportano le proprie immaginarie cospirazioni anche in quei paesi del mondo dove l'informazione non è libera, oppure dove certe vecchie cospirazioni sono bandite per motivi storici. Molti dei testi antisemiti che circolano tra gli odierni neonazisti tedeschi e austriaci, la cui pubblicazione è considerata apologia di nazismo in quei paesi, vengono editi negli USA.

    In Nord America il timore paranoico di base è da sempre che una piccola elite possa prendere e gestire il potere di nascosto nullificando la democrazia. Questa inclinazione punta verso due qualità particolari del cospirazionismo americano: il populismo e il timore di un mondo unito. A destra i timori si rivolgono soprattutto verso complotti socialisti orditi da intelighenzie clandestine e verso le Nazioni Unite, considerate un governo mondiale segreto che cospira contro la libertà americana. A sinistra il bersaglio preferito delle fantasie paranoiche sono le multinazionali e i servizi segreti. Tuttavia c'è una certa libera sovrapposizione di teorie tra la destra e la sinistra americane ed entrambe sono in genere concordi nel considerare il governo federale come un fantoccio di potentati nascosti.

    La vera differenza tra le teorie della cospirazione in voga nella sinistra americana e quelle in voga nella destra americana è il loro livello qualitativo. Mentre le cospirazioni "di destra" sono rozze, spesso poco plausibili o sconclusionate e presentate in maniera estremamente aggressiva da personaggi marginali, le teorie della cospirazione "di sinistra" sono il più delle volte plausibili, sottili, presentate in maniera elegante e in nome delle più alte intenzioni, e spesso enunciate da intellettuali prestigiosi come Noam Chomsky e Gore Vidal. Oggi nelle università americane, roccaforti liberal, le teorie della cospirazione di destra vengono esaminate nei minimi dettagli e smontate, quelle di sinistra sostituiscono talvolta la storiografia ufficiale.

    Questo contribuisce a far si che, negli USA come nel resto del mondo, la maggior parte della gente tenda a considerare scredidate le teorie cospirazioniste della destra, ma credibili quelle della sinistra, anche quando di fatto esse sono identiche.

    Il libro dedica relativamente poco spazio al Medio Oriente, questo perchè Pipes aveva in precedenza dedicato un intero libro proprio al cospirazionismo nel mondo mussulmano. Sia sufficiente dire che, come il nazionalismo e il totalitarismo, nel dopoguerra il cospirazionismo migrò dall'Europa alle ex-colonie in tutto il mondo. In Medio Oriente esso assunse un carattere tipicamente antisemita ed è oggi diffuso a livello di massa anche più di quanto lo fosse nell'Europa post-Grande Guerra. Anche le più oscure, improbabili e meno diffuse leggende antisemite della vecchia Europa riappaiono oggi in Medio Oriente riprodotte fin nei più minuti dettagli.

    L'idea che Israele e gli USA siano in realtà un'unica entità governata in segreto da un qualche sinedrio è talmente presente nella mentalità mediorientale che spesso i governanti arabi, nel corso di trattative diplomatiche, si aspettano che il governo Israeliano ottenga dal governo USA ciò che non potrebbe mai ottenere e viceversa.

    In America Latina il cospirazionismo ha invece assunto un carattere più marcatamente antimperialista. L'idea di un complotto clandestino per sfruttare le risorse del sud del continente a beneficio del nord offre infatti una spiegazione ideale all'arretramento del primo e allo sviluppo del secondo.

    Tipologia delle Teorie della Cospirazione.

    Una teoria della cospirazione in genere contiene tre elementi base: 1) un gruppo strapotente malvagio e clandestino, 2) ingenui o ignari complici e 3) un eroico gruppo di resistenza che cerca di fermare il tutto.

    Le teorie del complotto storicamente si concentrano su quattro tipologie di individui: ebrei, massoni, Britannici e americani. Tutti insieme essi rappresentano circa il 6% dell'umanità, nondimeno vengono ritenuti responsabili dai cospirazionisti di ogni malessere del restante 94%.

    I due bersagli preferiti sono gli ebrei e le società segrete, in seguito fusesi insieme a partire dalla Prima Guerra mondiale.

    Gli obbiettivi del presunto complotto sono sempre il potere e il denaro, spesso accompagnati dalla volontà di impedire a qualcun'altro di conquistarli.

    Per il cospirazionismo chiunque trae maggiori benefici da un evento deve esserne necessariamente il perpetratore nascosto. Perciò sono gli ebrei ad aver inventato l'antisemitismo, sono gli USA ad aver organizzato gli attacchi terroristici del 2001 e così via.

    I complotti guidano la storia, la causa di ogni evento storico è qualche tipo di manovra nascosta. Nulla succede per caso o per un banale errore.

    Nelle teorie complottiste le apparanze ingannano: la migliore prova è la mancanza di prove, chi sembra il nemico è in realtà amico e viceversa, la mancanza evidente di una struttura di potere significa che ce ne sono di nascoste (come per gli ebrei) oppure l'inefficienza maschera una efficienza soprannaturale (come per le Nazioni Unite) e viceversa.

    Le teorie della cospirazione hanno un certo sottofondo apocalittico. L'idea di base sembra essere che il mondo sarebbe di regola un posto meraviglioso ma che le azioni nascoste di pochi trasformano questo giardino dell'Eden in un inferno. La lotta alla grande cospirazione assume pertanto il carattere di una lotta finale contro un mondo corrotto verso un mondo perfetto. Probabilmente è proprio per questo che tutte le ideologie utopiste radicali (leninismo, fascismo, fondamentalismo islamico) hanno sempre a che fare con un complotto su scala mondiale.

    Il cospirazionismo è tutt'altro che innocuo. Dovunque sia salito al potere ha usato l'eccidio di massa per sbarazzarsi di presunti cospiratori provocando delle vere e proprie stragi.

    Il cospirazionismo tende al fazionismo estremo. Ogni piccola minoranza complottista tende a vedere tutte le altre come completamente in errore, anche quando di fatto le teorie sono identiche. Per alcuni teorici antisemiti chiunque non condivida alla lettera le proprie specifiche teorie antisemite è ebreo, compresi gli altri antisemiti.

    Esiste un'altra spiacevole tendenza storica del cospirazionismo ed è quella per cui risulta molto difficile non mischiare le differenti tradizioni. Storicamente tutto tende sempre a ritornare al brodo primordiale della cospirazione mondiale di ebrei, società segrete e imperialisti occidentali. Gruppi cospirazionisti che all'inizio non erano antisemiti tendono a diventarlo, chi parte da una teoria di una cospirazione locale fatta da una società segreta di solito evolve verso una cospirazione a livello mondiale. Così i timori antiebraici iniziarono dalla religione, passarono alla razza e infine si concentrarono sullo stato ebraico. I timori antimperialisti nacquero con i Templari, passarono ai Massoni e infine si evolvettero nel timore della supremazia angloamericana.

    Per dirla con Daniel Pipes "il cospirazionismo tramuta alcune delle categorie più inermi e vessate della storia (gli ebrei, i massoni) in alcune delle più potenti; trasforma i governi più benigni che gli uomini abbiamo sperimentato (il britannico e l'americano) nei più terribili. Il timore di ciò che è innocuo e benigno rende i cospirazionisti ciechi di fronte al totalitarismo, sicchè essi vedono il dispotismo in un think tank newyorchese ma non nella Russia stalinista. In breve il cospirazionismo conduce ad una colossale mancanza di giudizio".

    E' Una Teoria del Complotto?

    Per smascherare una teoria del complotto la logica da sola non basta. Perchè semmai esse tendono ad essere anche più logiche e prive di buchi della verità storica. Le teorie del complotto in genere contengono abbastanza verità da renderle plausibili. Talvolta anche i ben informati e studiosi seri, per un motivo o per l'altro, hanno sposato teorie del complotto intorbidendo ulteriormente le acque. La differenza tra la storiografia e la letteratura complottista sta nel metodo: mentre la prima costruisce una versione attraverso la lenta accumulazione dei fatti, la seconda cerca fatti che si vadano ad incastrare nelle propria teoria, di solito partendo da elementi disparati e non collegati. Per rendere le cose ancora più complicate, ci sono stati critici delle teorie del complotto altrui trasformatisi a loro volta in complottisti quando gli conveniva.

    Inoltre data la cattiva fama del cospirazionismo, in genere i cospirazionisti negano apertamente di esserlo oppure cercano di essere discreti sulle proprie idee. Alcuni autori e politici prendono ufficialmente le distanze dal cospirazionismo salvo poi riprendere a snocciolare teorie della cospirazione.

    Per identificare una teoria del complotto occorrono buon senso, conoscenza della storia, e la capacità di identificare gli schemi propri del cospirazionismo.

    La conoscenza della storia mostra che in genere i complotti falliscono. Anzi quanto più sono elaborati, tanto più tendono a fallire.

    I caratteri tipici di una teoria del complotto sono i seguenti: 1) una passione per il misterioso e l'improbabile. 2) una riluttanza a divulgare informazioni (si sostiene di dover proteggere le fonti). 3) dipendenza dalle falsificazioni. 4) incoerenze. 5) sovrabbondanza di fatti allo scopo di creare confusione. 6) eventuali buchi nelle teorie del complotto spiegati con altre teorie del complotto così come pure le prove contrarie. 7) l'accettazione indiscriminata di qualunque argomento per quanto traballante che indichi un complotto. 8) l'ignorare il trascorre del tempo e le evoluzioni storiche. 9) vere e proprie invenzioni.

    Psicologia Complottista

    Le teorie della cospirazione sono molto diffuse tra i politicamente scontenti e i culturalmente sospettosi. Lo stile paranoico si rivela interclassista, interetnico, interreligioso e interideologico.

    Secondo gli psicologi il cospirazionismo genera una sorta di eccitazione ludica che si ripiega su se stessa fino a diventare nichilismo assoluto. Il famoso regista americano Oliver Stone, complottista dichiarato, una volta ha affermato: "non so (più) neppure se sono nato e chi fossero i miei genitori".

    Le teorie del complotto hanno un modo tutto loro di svilupparsi nella mente di una persona fino a diventare un modo di vedere il mondo. In questo senso "il cospirazionismo somiglia agli altri "ismi" in quanto definisce un punto di vista che può trasformarsi in una visione che abbraccia tutto". Così come il nazista interpreta tutto dalla prospettiva della razza ariana e il fondamentalista islamico interpreta tutto dalla prospettiva delle sue letture del Corano, il complottista interpreta tutto a partire dalla propria personale visione cospirazionista, o da un punto di vista cospirazionista generale. Pare che un grande statista Europeo del passato, il Principe Metternich, quando gli venne annunciata la morte improvvisa dell'Ambasciatore Russo con il quale stava conducendo delicate trattative abbia detto: "quali saranno state le sue motivazioni?".

    Appassionarsi a una teoria del complotto è facile e soprattutto fa sentire bene. E' come un'epifania, un processo mentale in cui si scopre un universo nuovo e affascinante. Al contrario la disillusione è estremamente dolorosa. Una volta imparato a ragionare da un punto di vista complottista si può tornare indietro solo attraverso un processo che crea estremo disagio psicologico, invogliando così a restare aggrappati all'universo complottista.

    Il cospirazionismo acceca: per buona parte del 20° Secolo ideologie come il fascismo, il comunismo e il fondamentalismo islamico che avevano l'obbiettivo dichiarato di estendere la propria influenza su tutto il pianeta vennero puntualmente ignorate mentre ci si preoccupava di immaginari complotti massonici e ebraici o di gruppi estintisi da secoli come i Templari. Al contrario il complottismo rappresentò sempre un trade d'union tra i vari totalitarismi permettendogli anche di superare, anche se magari solo temporaneamente, i propri reciproci sospetti.

    L'Oggi e il Domani

    Nel 1997 Pipes concludeva il suo libro in maniera ottimistica asserendo che lo stile di pensiero paranoico era in arretramento in tutto il mondo. Nella prefazione all'edizione Italiana del 2005 Pipes non può fare a meno di tornare sui suoi passi e ammettere che dopo l'11 Settembre 2001 le teorie della cospirazione sono tornate in tutta la loro gloria.

    Oltre alle balzane dietrologie sugli attentati (è stata la CIA, il Mossad ecc.) si notano un ritorno alla paranoia da imperialismo angloamericano, il ritorno delle teorie delle cabale segrete (i neocon) e dell'antisemitismo in chiave antisionista. L'antiamericanismo, ormai diffuso su scala mondiale, assume alcuni dei tratti tipici dell'antisemitismo, trasformandosi spesso in un vero e proprio malessere psicologico per chi vi indulge. Scendendo ai livelli più bassamente paranoici, non c'è ormai evento (dallo Tsunami alle violenze etniche in Francia e Australia) che non venga ricondotto a macchinazioni degli USA o di Israele.

    Inoltre molte delle teorie cospiratorie, soprattutto di tipo antisemita, esportate dall'Europa in Medio Oriente e in seguito dimenticate, stanno ritornando in Europa proprio dal Medio oriente! Mentre le cospirazioni a base di società segrete (specialmente i neocons) si spostano dall'Occidente nei paesi mussulmani dove si vanno ad affiancare a quelle antisemite.

    E come da copione il tutto ha portato tendenzialmente ad ignorare il pericolo, reale ed imminente, della Jihad islamica. Molti liberals americani per esempio magari temono che gli USA possano diventare una dittatura a causa delle misure antiterrorismo (un esempio per tutti Gore Vidal), ma non impiegano la stessa energia quando si tratta di combattere il totalitarismo già esistente in altri paesi del mondo. Il fronte antiguerra americano ha registrato una nuova connessione tra la sinistra e la destra su basi ancora una volta antimperialiste (es. le multinazionali del petrolio) e anti-società segrete (es. il PNAC).

    Anche tra i sostenitori dello "scontro di civiltà" con l'islam si nota alle volte un certo stile paranoico, ma finora sembra essere più limitato e più generico nella teorizzazione delle sue controparti antiguerra. Malgrado ciò il fronte antiguerra gli assegna la palma della vera paranoia, talvolta risconfinando in altre teorie della cospirazione nel sostenere che l'islamofobia viene fomentata in Occidente dagli USA allo scopo di condurre una guerra di conquista globale.

    Negli USA viene infine registrata una nuova e insolita fusione di teorie cospirazioniste e occultismo, specialmente a carattere ufologico, che sostituisce i Templari e gli Illuminati con esseri sovrannaturali o alieni.

    A mio avviso il vero problema non sono tanto le balzane teorie dietrologiche, bensì il dilagante pensiero cospirazionista tendente al nichilismo, al quale le piccole dietrologie a base di servizi segreti deviati e gruppi di potere nascosti sono accessorie e opportunisticamente usate. E' proprio l'idea, magari embrionale, che i complotti guidino la storia oppure che il mondo è brutto e cattivo a causa di un complotto di persone malvagie a costituire il rischio maggiore per la capacità di giudizio del cittadino globale.

    La storia dimostra che i veri problemi col cospirazionismo iniziano quando esso assume una dimensione scontata e conformista. Nell'Europa di inizio secolo quando espressioni come "la finanza ebraica" diventarono di uso comune fu l'inizio della scalata al potere dello stile paranoico, allo stesso modo quando oggi esprimere scetticismo sul fatto che i neocon abbiano in mano tutto il governo USA e che le multinazionali del petrolio non ordinino al Presidente di fare la guerra quà o là ti fa guadagnare una canzonatura unanime per manifesta ingenuità è il caso di iniziare a preoccuparsi

    Fonte anche
    Daniel Pipes Website

  2. #2
    bluedanube
    Ospite

    Predefinito



    The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy
    John Mearsheimer and Stephen Walt
    13/03/2006

    Link London Review Bookshop

    [inwin=400]www.lrb.co.uk/v28/n06/print/mear01_.html[/inwin]

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    24 Nov 2003
    Messaggi
    4,894
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Quello è quello per eccellenza, ma non è l'unico, leggeti l'articolo, viene definito, la paura di subire un danno da un entità o un disegno preciso alle spalle inesistente

  4. #4
    bluedanube
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da tigermen
    La vera differenza tra le teorie della cospirazione in voga nella sinistra americana e quelle in voga nella destra americana è il loro livello qualitativo. Mentre le cospirazioni "di destra" sono rozze, spesso poco plausibili o sconclusionate e presentate in maniera estremamente aggressiva da personaggi marginali, le teorie della cospirazione "di sinistra" sono il più delle volte plausibili, sottili, presentate in maniera elegante e in nome delle più alte intenzioni, e spesso enunciate da intellettuali prestigiosi come Noam Chomsky e Gore Vidal.
    [inwin=400]www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Marzo-2003/0303lm07.01.html[/inwin]


    Daniel Pipes, the expert of hate
    [inwin=400]www.voltairenet.org/article136260.html[/inwin]

    ADL Commends President Bush for Daniel Pipes Appointment to U.S. Institute of Peace
    [inwin=400]www.adl.org/PresRele/Mise_00/4342_00[/inwin]

  5. #5
    email non funzionante
    Data Registrazione
    24 Nov 2003
    Messaggi
    4,894
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    E dove sarebbe il complotto del Comunismo,m quello non era un comp'lottio era lampante a tutti il suo desiderio di dominio; il Manifesto si dimentica sempre metà della storia

  6. #6
    bluedanube
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da tigermen
    Quello è quello per eccellenza, ma non è l'unico, leggeti l'articolo, viene definito, la paura di subire un danno da un entità o un disegno preciso alle spalle inesistente ...
    l'inesistente è il tuo "eroe": Wellington [ - l'antieroe ]











  7. #7
    Ridendo castigo mores
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    9,515
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    caro tigerman
    in http://larouchein2004.net/pages/writ...20507games.htm
    lindon la rouche esordisce con questa sarcastica osservazione ...

    "The fool who said, “I don't believe in conspiracy theories,” was the Roman gladiator who died according to the rules of the game, later that same day"

    questo a conferma che non e' un caso che tu abbia il nick di un " gladiatore " da cartone animato ..
    "dammi i soldi, e al diavolo tutto il resto "
    Marx


    (graucho..:-))

  8. #8
    Ridendo castigo mores
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    9,515
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    "l' esistenza di un complotto" che determina da almeno un secolo la nostra storia e' stata dimostrata dal prof. quingley nel su monumentale libro " tragedy and hope" che dovrebbe essere la bibbia di tutti i complottisti visto che quingley era un intellettuale al servizio del complotto che per pieno narcisismo , ritenendo ormai la partita vinta, ne volle disvelare i meccanismi ... nel 1966 ! .. ma solo per i pochi che riuscirono a procurarsene una copia prima che fosse ritirato dal mercato.

    Sfortunatamente questo libro non e' mai stato tradotto in italiano . Nel 1978 fu tradotto invece il libro di un suo " esegeta" complottista dal titolo " il capitalista nudo"
    . Io ho avuto la fortuna di procurarmene una copia che conservo religiosamente " a futura memoria " .:

    in questo articolo ne vengono richiamate le conclusioni

    http://www.comedonchisciotte.org/sit...rder=0&thold=0



    DI HENRY MAKOW
    Una vignetta di “Far Side” descrive bene la nostra innocenza a proposito della democrazia. Uno schiavo ai remi di una nave vichinga alza le mani e chiama la guardia addetta alla frusta: “Yoo-hoo! Oh, yoo-hoo.. credo che mi stia venendo una vescica.”
    Come quest’uomo, la maggior parte delle persone crede che i nostri leader rappresentino i nostri interessi.
    “Yoo-hoo, Signor Bush, hai mentito sulla storia dell’Iraq in possesso di armi di distruzione di massa.”
    Ad una riunione dell’elite, Bush sarcasticamente guarda sotto il suo leggío e sbotta: “Ma dove sono queste armi di distruzione di massa?”



    Un gruppo ristretto di banchieri internazionali sceglie i nostri “leader”. Questa cricca, che subdolamente controlla ogni aspetto significativo della nostra realtà, sta instaurando gradualmente un Orwelliano stato di polizia globale. Gran parte della classe media ed alta è stata portata con l’inganno a pensare che stanno costruendo un mondo migliore.

    Provalo, dite?

    “The Naked Capitalist” (Il Capitalista Nudo), di W.C. Skousen (disponibile su www.abe.com e su www.bookfinder.com) è un’altra pistola fumante. E’ basato sulle rivelazioni contenute nel libro del Professor Carrol Quigley “Tragedy and Hope: A History Of The World in Our Time.” (Tragedia e Speranza: Storia del Mondo ai Giorni Nostri) (1966)



    Quigley, Professore di Storia alla Foreign Service School della Georgetown University, fu un’affidabile fonte interna con accesso ai loro archivi privati. Egli sentiva che il complotto, di cui faceva parte, fosse troppo importante per essere mantenuto segreto. Ad ogni modo, poco dopo la pubblicazione, il suo libro fu tolto dal mercato.

    Cleon Skoussen fu agente dell’FBI per 16 anni e fu il Capo della Polizia di Salt Lake City per 4 anni. Il suo libro “The Naked Capitalist” distilla le prove più scioccanti citate nelle 1300 pagine dell’intrepido libro di Quigley.



    In sole 122 pagine, il libro “The Naked Capitalist” (1970) offre una testimonianza concisa, lucida ed assolutamente convincente della cospirazione ad opera dei banchieri internazionali. Gli storici che hanno largamente ignorato questo materiale hanno tradito la fiducia pubblica.

    LA NOSTRA DIFFICILE CONDIZIONE

    Quigley conferma che una rete di dinastie di banchieri ha, citando le parole di Skousen, “acquisito un controllo asfissiante sugli affari di praticamente tutta la razza umana.” Secondo Quigley, questa rete comprende le dinastie “Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Selingman, gli Speyers, Mirabaud, Malet, e soprattutto Rothschild e Morgan.” (Citazioni tratte da “Tragedy and Hope”, 51-52)

    Quigley conferma che, cominciando con la Banca d’Inghilterra nel 1694, queste dinastie si sono organizzate in un sistema di banche centrali che addebitano alle loro rispettive nazioni miliardi di dollari sotto forma di interessi per il privilegio di utilizzare moneta sostenuta dal credito delle nazioni stesse. In altre parole, hanno messo in piedi un imbroglio di proporzioni mostruose.

    Quigley cita William Gladstone, che nel 1852 ricopriva la funzione di Chancellor of the Echequer: “Il Governo stesso non doveva avere potere sostanziale sulla Finanza, doveva invece mantenere il Potere Monetario supremo e incontestato.” (325)

    Detto in altro modo, un monopolio privato del credito controlla a suo piacimento i cordoni della borsa di tutti i Governi Mondiali.

    Con il potere di creare moneta dal nulla, essi hanno naturalmente messo le mani su tutta la ricchezza mondiale possibile. Quigley scrive a riguardo della formazione del loro gruppo di controllo o cartello Americano: “Il periodo compreso tra gli anni 1884 e 1933 fu il periodo del capitalismo finanziario, nel quale le banche d’investimento si mossero da una parte verso il credito commerciale e le assicurazioni, e dall’altra verso l’industria pesante e il trasporto ferroviario. Così facendo, esse furono in grado di mobilitare ingenti ricchezze e di maneggiare un enorme potere economico, politico e sociale.” (71)

    Da allora, e tuttora, sono proprio i loro rappresentanti, il cosiddetto “Eastern Establishment” e in particolar modo i Morgan ed i Rockefeller, a gestire il potere negli Stati Uniti d’America. Lo strumento principale è il Council on Foreign Relations (Consiglio per le relazioni Estere).

    Secondo Quigley, il fine ultimo è “niente meno che la creazione di un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private che sia capace di dominare il sistema politico di ogni nazione e l’economia mondiale allo stesso tempo. Questo sistema deve essere controllato… dalle banche centrali… in un’azione concertata.” (324)

    Quigley conferma che i banchieri hanno manipolato gli istinti collettivi dell’umanità finanziando i movimenti Socialisti e Comunisti. I banchieri amano i Governi di grandi dimensioni poichè il monopolio ultimo è lo Stato. Attraverso quest’ultimo, possono annientare la competizione e controllare debito, risorse, domanda di mercato e lavoro.

    A proposito della presa di potere Comunista nel governo statunitense negli anni ’30 e ’40, Quigley scrive: “si deve capire che il potere che questi uomini di sinistra esercitarono non è mai stato frutto del potere del Comunismo, ma fu l’espressione del potere della cricca finanziaria internazionale.” (954)

    In altre parole, milioni di idealisti impegnati nella causa della fratellanza e uguaglianza mondiale furono (e sono) ingannati e usati allo scopo di diffondere uno schema totalitario di concentrazione della ricchezza e del potere nelle mani dei super ricchi. Molti Progressisti, Comunisti, Femministe, e Globalisti più saggi continuano a prosperare mentre mellifluamente pretendono di servire l’umanità.

    Il Potere Monetario domina il dibattito e incoraggia l’impasse offrendo copertura alle ombre della politica ed emarginando chiunque metta loro sotto i riflettori. (Vi siete mai chiesti perchè Noam Chomsky non menziona mai i banchieri internazionali e il sistema del credito?) I media sono controllati attraverso la pubblicità e la proprietà diretta.

    Quigley scrive: “Per Morgan tutti i partiti politici erano semplicemente organizzazioni da sfruttare, e la cricca è sempre stata ben attenta a tenere un piede in ogni scarpa. Lo stesso Morgan, Dwight Morrow ed altri partner erano alleati dei Repubblicani; Russel C. Lewffingwell erano alleati dei Democratici; Grayson Murphy era alleato con l’estrema Destra, e Thomas W. Lamont era alleato della Sinistra. (945)

    CONCLUSIONE

    Una piccola cricca di persone che non sono nemmeno cittadini ha nelle sue mani i cordoni della borsa di ogni nazione.

    Ciò concorre ampiamente nello spiegare la “globalizzazione” e la spinta verso un unico Governo Mondiale. Spiega l’assalto alla razza, alla religione, alla nazione e alla famiglia. I banchieri vogliono un mondo omogeneo che non offra basi alla resistenza.

    Questo spiega perchè in un periodo di supposto pericolo per la nostra sicurezza, il confine meridionale degli Stati Uniti sia in concreto un colabrodo. I banchieri vogliono indebolire il carattere Europeo dell’America, che viene percepito come un pericolo.

    Questo spiega la guerra in Iraq, ed il fatto che non ci sia opposizione da parte dei partiti politici e dei mezzi d’informazione di massa. Questa guerra dissacra la culla della civilizzazione, ed è un assalto all’Islam. Ed è un’ottima opportunità di creare altro debito ed arricchire i banchieri e le multinazionali loro alleate.

    Tutto ciò spiega l’11 Settembre, il repressivo Patriot Act e la truffaldina “Guerra al terrore”.

    Spiega la depravazione dei mass media e lo stupefacente sistema educativo. Potrei andare avanti ma vi siete sicuramente già fatti un'idea. Siamo plancton alla mercè di una balena gigante. Come minimo, almeno sforziamoci di non sprecare energia a pensare che viviamo in una società libera e aperta.

    La nostra democrazia è un trucco. Teoricamente incarna le aspirazioni della nazione. In realtà, maschera la subdola agenda anti-umana dei banchieri centrali.

    Fonte:www.rense.com
    Link: http://www.rense.com/general67/democ...anillusion.htm
    21.08.05

    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di UNABONZER
    "dammi i soldi, e al diavolo tutto il resto "
    Marx


    (graucho..:-))

  9. #9
    Ridendo castigo mores
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    9,515
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito e per quelli che credono nell' ulivo " mondiale"...

    QUIGLEY MENTORE DI CLINTON ..

    da http://members.aol.com/davidpb4/quigley.html

    President Clinton's Mentor
    In its Fall 1994 issue, The American Oxonian, journal of the American graduates of Oxford University, published an article I wrote on Professor Carroll Quigley (1911-1977) of Georgetown University. The editor gave me permission to publish it below (slightly edited):
    --------------------------------------------------------------------------------

    The Tragedy and Hope of Carroll Quigley
    by David P. Billington, Jr.

    In his acceptance speech before the 1992 Democratic National Convention, Governor Bill Clinton paid tribute to the late Professor Carroll Quigley of Georgetown University:
    As a teenager I heard John Kennedy's summons to citizenship. And then, as a student at Georgetown, I heard that call clarified by a professor named Carroll Quigley, who said to us that America was the greatest nation in history because our people have always believed in two things: that tomorrow can be better than today, and that everyone of us has a personal, moral responsibility to make it so.[1]

    Carroll Quigley gave a lecture course, "The Development of Civilization," that Bill Clinton took in the 1960s. Although Quigley's surviving lecture notes are fragmentary, they reveal the sense of purpose that had impressed Clinton as a student. "The goal of life," Quigley taught, "is...to create a free, responsible, autonomous individual." The world approached this goal by resisting the tendency to see freedom and responsibility as opposing absolutes.

    As a scholar, though, Quigley saw recent history as a struggle between opposing forces. He believed that the late 19th century diamond magnate Cecil Rhodes had founded the "secret society" of his early wills and that institutional offshoots of the society had tried to unite the democracies in their twentieth century struggle against conspiratorial adversaries of the left and right. Quigley approved this unifying effort but wanted to expose what he thought was its own conspiratorial origin. Until Bill Clinton called attention to a different side of him, Quigley was known mostly for his Rhodes conspiracy theory.

    During the late nineteenth century, the persistence of an urban underclass at home challenged the conscience of industrializing North Atlantic democracies such as Britain and the United States. The rise of powerful authoritarian nation-states, such as imperial Germany, Russia, and Japan, challenged the security of these democracies as well. For Great Britain, these pressures were especially acute because Britain ruled a far-flung empire covering one-fifth of the world. Students on both sides of the English-speaking Atlantic began to work after 1880 for government action to relieve poverty at home. Many also began to call for constitutional reforms that would make democracy more effective in an age of big institutions. Some on the British side argued for the English-speaking countries to form a super-federation to defend their common democratic heritage and extend it.

    Cecil Rhodes (1853-1902) was a student in England during the 1870s as ideas of Anglo-Saxon unity were just beginning to be debated. In his rambling 1875 Confession of Faith, the twenty-two year old Rhodes conceived the idea of:
    ...a secret society with but one object the furtherance of the British Empire for the bringing of the whole uncivilised world under British rule, for the recovery of the United States, for the making of the Anglo-Saxon race but one Empire.[2]

    Two years later, the youthful Rhodes willed the diamond fortune he would make in the 1880s and 1890s to endow a secret society that would recruit young men of wealth and promise, unite the English-speaking world, and found "so great a power as to render wars impossible and promote the best interests of humanity."[3]

    Quigley sketched the story of the secret society in his history of the 20th century, Tragedy and Hope. Quigley gave no source references but his sources may be pieced together from unpublished articles that Quigley left in his personal papers.[4] According to Quigley, Rhodes provisionally organized the society with William Thomas Stead (1849-1912), who pioneered crusading journalism in England as editor from 1883-1890 of the Pall Mall Gazette. Rhodes confided his ambition to the editor on a visit to London in 1889, and in 1891 the two formed a secret "Junta" that would direct a larger "Association of Helpers." Alfred Milner (1854-1925), a rising civil servant who had been Stead's assistant in the 1880s, became one of the Junta, as did Reginald Brett (1852-1930), a confidential adviser to Queen Victoria and friend of Rhodes.[5]

    The last of the seven Rhodes wills dropped mention of the secret society, and later historians assumed that the society was a youthful vision that the mature Rhodes replaced with the Rhodes Scholarships. Quigley argued, however, that Rhodes never abandoned his vision of a secret political movement. As evidence, Quigley cited letters that Rhodes left with the Trustees of his estate in 1899 and 1901, directing them to bankroll the political careers of Rhodes Scholars willing to work for Anglo-Saxon federation.[6] Quigley believed that Milner, the presiding Rhodes Trustee from 1910 to 1925, carried on the secret society after the founder's death in 1902. But Milner did not use Rhodes Scholars for this purpose. Instead he helped a group of British Oxford graduates launch a political movement centered around a new journal.

    In his unpublished papers, Quigley documented how, at Milner's urging, the Rhodes Trustees provided funds in 1909 to launch The Round Table, a journal of imperial and international affairs in London. The new journal recruited correspondent groups in the British Dominions of Canada, Australia, New Zealand, and South Africa and had an initially hidden agenda of fostering sentiment for converting the British Empire into an American-style federal union. The Dominions were self-governing but could not elect anyone to the British Parliament in London, which controlled their defense. The Round Table idea was to give Canada and the others the same representation in London that California had in Washington DC. The Round Tablers also wanted to give some representation to India, which was not self-governing. The journal recruited some of the most influential younger men in the Dominions to its groups. The Round Table movement broke up during the First World War when its founders disclosed their political intentions. But Quigley believed that the secret society continued through new foreign policy institutions created by ex-Round Table leaders.

    Quigley argued that an American Round Table group had existed before the First World War around Columbia University historian George Louis Beer, who advocated a union of English-speaking peoples. Beer served from 1915-18 as American correspondent for The Round Table, and he went on to serve as an adviser to President Woodrow Wilson at the Paris Peace conference of 1919 that ended World War I. The British Round Table group served at the conference as advisers to Prime Minister David Lloyd George.

    After the Paris conference, members of the Anglo-American delegations founded institutes of international affairs back home to continue research on world problems and combat isolationism. The British Round Table group set up the Royal Institute of International Affairs, known as Chatham House, in London, while Beer and other Americans set up the Council on Foreign Relations in New York. British Round Table members played a leading role in Chatham House until World War II. An American Round Table group formed, according to Quigley, a secret nucleus within the Council on Foreign Relations. The American radical right of the 1950s and 1960s took the story from there, identifying the CFR as the headquarters of a "liberal-internationalist establishment" that wanted a one-world government under the control of elites like itself.

    Quigley made three assertions that need to be examined. The first was that Rhodes had formed a secret society. The second was that the Round Table movement was a continuation of this society. The third was that the Council on Foreign Relations was the project of a secret American Round Table group.

    The Rhodes secret society did organize in a provisional sense between 1889-91 as Quigley argued. Rhodes did not place money at the disposal of the Junta during his lifetime but the Association of Helpers appeared as a public offshoot of a new magazine, the Review of Reviews, founded by Stead when he left the Pall Mall Gazette in 1890. The new review made an appeal "To All English-Speaking Folk":
    There exists at this moment no institution which even aspires to be for the English-speaking world what the Catholic Church in its prime was to the intelligence of Christendom. To...enlist the cooperaton of all those who will work towards the creation of some such common centre...this Review has been established.[7]

    The review called for representation of the self-governing British colonies in Parliament, Anglo-American reunion, and votes for women. Stead called for an "Association of Helpers" to work for these aims and perform social service. His appeal elicited offers of support from all over the world and subsequent issues of the review carried news of its good works and lists of members.

    Quigley noted this activity but neglected to describe the political failure of the magazine and the movement. Under the chaotic helmsmanship of Rhodes and Stead, the project soon ran aground. The American journalist Albert Shaw agreed to edit an American edition but was not told of the secret society. The Review of Reviews lost money from the start, causing Stead to mortgage the paper in 1891. Shaw purchased a majority share in the American edition to secure his editorial independence. His relations with Stead worsened when the latter published If Christ Came to Chicago! in 1894. The book, exposing the city's sex trade, became a best-seller on account of its detailed map of Chicago's red-light district. Shaw and Stead took opposing sides in an Anglo-American dispute over the boundary between Venezuela and British Guiana in 1895 and afterwards the American review went its own way. News of the Association of Helpers ceased by the late 1890s.[8]

    In the meantime, Cecil Rhodes, who had become premier of the British Cape Colony in South Africa in 1890, fell from power when an illegal raid by his agents into the northern Boer republic of the Transvaal failed at the end of 1895. Rhodes and Stead soon drifted apart as Stead began to believe that he could communicate with a deceased American journalist, a Miss Julia Ames. The secret society finally collapsed during the Anglo-Boer War of 1899-1902, when Stead forcefully defended the Boers against Rhodes and Milner, the latter of whom was British Governor-General of South Africa during and after the war. Before he died, Rhodes removed Stead from the executors of his estate, and Stead went down with the Titanic in 1912.[9]

    Left in the backwash of the secret society were the Rhodes Trustees, a mix of British public figures and Rhodes associates including Milner. In 1904, Bourchier Hawksley, Rhodes' lawyer and a Trustee, reminded the other Trustees that Rhodes had intended the residue of the estate to underwrite the political careers of Rhodes Scholars.[10] In his last six wills, however, Rhodes had left the Trustees technically free to dispose of the residue as they saw fit. Quigley declared that Milner settled the matter by privately agreeing to comply with Rhodes' intentions, but Quigley gave no evidence in support of this claim. What prompted Hawksley's reminder, as Hawksley himself observed in his letter to the other Trustees, was the fact that the Trustees had decided to treat the estate as an educational endowment. The Trustees made public service itself, not allegiance to any one definition of the public interest, the ambition to be sought in prospective Rhodes Scholars.

    Although they removed the Scholarships from politics, the early Rhodes Trustees did make grants for political purposes from the residue of the Rhodes estate. Most were to wind down support for political parties and newspapers that Rhodes had funded in South Africa. But in 1909, at Milner's urging, the Trustees helped launch The Round Table and continued to support the project until 1920. Quigley was the first historian to study this movement, which anticipated politico-military ties between the English-speaking democracies even as it conceived them in the visionary terms of a worldwide state.[11]

    But the Round Table movement broke up and Quigley's American Round Table group never existed. In 1916, Lionel Curtis, a travelling delegate for The Round Table, met George Louis Beer in New York and proposed setting up an American group to participate in Round Table discussions. Despite his own hope of English-speaking union, Beer turned down the idea on the grounds that Americans had no business belonging to a movement to federate the British Empire.[12] The Round Table continued to publish after 1920 as a journal of international affairs, and Americans wrote for it on occasion. But an American Round Table group was a myth.[13]

    The Council on Foreign Relations itself was rather more important. It included many of the leading figures in American banking, business, law, and academic life, and it became in the 1950s and 1960s an unofficial clearinghouse for some of the personnel and ideas of U.S. foreign policy. But events in the late 1940s, not private groups like the Council on Foreign Relations, were the shaping factors in U.S. foreign relations of the 1950s and 1960s. The Council split like the rest of the country over the Vietnam War. The real story of the 1970s, 1980s, and 1990s has been the rise of conservative institutes and journals. It is arguable that these conservative institutions have succeeded more than liberal ones in determining the goalposts of political debate in recent years.[14]

    Quigley was alarmed when the American right and some of the left used his scholarship to promote their agendas.[15] Yet it is hard to believe that Carroll Quigley did not feel some resentment towards an American establishment that tended in his day to exclude men like himself. Born in 1910 to a working-class Irish Catholic family in Boston, he attended the rigorous Boston Latin School in the 1920s and took BA, MA, and PhD degrees from Harvard in the 1930s. Uncomfortable in the Ivy League, Quigley found a position in 1941 at Jesuit-run Georgetown University in Washington DC that he held until his retirement in 1976.[16]

    Despite his conspiracy theory, Quigley had notable strengths as a historian and as a teacher. Quigley challenged his students to question conventional wisdom. In his 1962 textbook, The Evolution of Civilizations, Quigley argued that civilizations rose and fell as new forms of social organization, which he called "instruments" of progress, became "institutions" preoccupied with their self-preservation. Western civilization had so far avoided this fate because its fundamental outlook, which Quigley called "inclusive diversity," gave it the flexibility to change and improve. In Tragedy and Hope, Quigley wrote:
    The outlook of the West is that broad middle way about which the fads and foibles of the West oscillate. It is what is implied by what the West says it believes, not at one moment but over the long succession of moments that form the history of the West. From that succession of moments it is clear that the West believes in diversity rather than in uniformity, in pluralism rather than in monism or dualism, in inclusion rather than in exclusion, in liberty rather than in authority...in approximations rather than in final answers.[17]

    Seeing through the passions and insecurities of the present, Quigley sensed an inner truth that needed defending in the modern world. The United States stood in his view for a deeper tradition that redeemed its inadequacies and gave hope for the future. His defense of that tradition redeemed Quigley himself.

    Carroll Quigley, who thought he had exposed a secret society inspired by Cecil Rhodes, could have hardly expected a Rhodes Scholar, the first to win the American Presidency, gratefully to acknowledge Quigley as a mentor. Yet in a deeper sense it was entirely fitting. For Bill Clinton perceived and paid tribute to what was good and true in Quigley's larger vision. Clinton applied "inclusive diversity" to Quigley himself and made a place for him in the paradoxical and sometimes ironic wisdom of our civilization.

    Go back to Main Page


    --------------------------------------------------------------------------------

    References
    1. The New York Times, 17 July 1992, p. A15.

    2. For a copy of the Rhodes "Confession of Faith," see folios 7-15, Box 468, Milner Papers (Mss. Milner dep. 468), Bodleian Library, Oxford University. I would like to thank the Warden and Fellows of New College, Oxford, and the Warden of Rhodes House, Oxford, for permission to consult and cite the papers of Lord Milner and Cecil Rhodes.

    3. Quoted from the entry for Cecil John Rhodes in the British Dictionary of National Biography, Supplement, 1901-1911.

    4. Carroll Quigley, Tragedy and Hope (New York, 1966), pp. 130-133, 950-956. See also Quigley's unpublished articles, "The Secret Society of Cecil Rhodes, 1875-1905," and "The Round Table Group, 1908-1923," which are in the Carroll Quigley Papers, Georgetown University Library. I would like to thank the late Professor Michael Foley and the Georgetown University Library for permission to consult and cite Professor Quigley's papers.

    5. On the founding of the secret society, Quigley cited Stead's memorandum to himself of 3 February 1891, printed in Frederic Whyte, Life of W.T. Stead, 2 vols. (Boston and London, 1925), Vol. 2, pp. 209-210.

    6. See the letters from Rhodes to his lawyer, Bourchier Hawksley, 19 July 1899, and from Rhodes to Lord Grey, 25 August 1901. Copies in folios 1-4, Box 468, Milner Papers.

    7. "To All English-Speaking Folk," The Review of Reviews, Vol. 1, No. 1 (January 1890), pp. 15-20. Quote is from page 15. The close resemblance between the new review and Stead's memorandum printed in Whyte, Life of W.T. Stead, Vol. 2, pp. 209-210, clearly contradict Whyte's own judgment that the secret society was "stillborn."

    8. On Stead and Shaw, see Lloyd J. Graybar, Albert Shaw and the Review of Reviews (Louisville KY, 1974), pp. 46-56.

    9. On the break between Rhodes and Stead, see Joseph O. Baylen, "W.T. Stead and the Boer War: The Irony of Idealism," Canadian Historical Review, Vol. 40, No. 4 (December 1959), pp. 304-314. For the details on Stead, see his entry in the British Dictionary of National Biography, 1912-1921.

    10. Letter from Bourchier Hawksley to Sir Lewis Michell, 9 January 1904, copy in folios 5-6, Box 468, Milner Papers.

    11. For scholarly studies of the Round Table movement, see Walter Nimocks, Milner's Young Men (Durham NC, 1968), and John Kendle, The Round Table Movement (Toronto, 1975). The British Round Table leaders made contact before 1914 with a group of young American progressives whose mentor was U.S. Supreme Court Justice Oliver Wendell Holmes. The American group included the journalist Walter Lippmann. See the memoir by Felix Frankfurter, Reminiscences (New York, 1960), pp. 105-112. On the Anglo-American delegations in 1919, see Seth P. Tillman, Anglo-American Relations at the Paris Peace Conference (Princeton NJ, 1961).

    12. See the letter from Lionel Curtis to Philip Kerr, 24 April 1916, folios 250-258, GD40/17/3, Lothian Papers, Scottish Record Office, Edinburgh. I would like to thank the The Most Hon. The Marquess of Lothian for permission to consult and cite the papers of Philip Kerr in the Lothian Papers.

    13. For the origins of the Royal Institute of International Affairs and the Council on Foreign Relations, see Stephen King-Hall, Chatham House: A Brief Account... (London, 1937), and Whitney H. Shepardson, Early History of the Council on Foreign Relations (Stamford CT, 1960).

    14. On the role of the Council, see Robert D. Schulzinger, The Wise Men of Foreign Affairs: The History of the Council on Foreign Relations (New York, 1984).

    15. For the use of Quigley by the radical right, see Gary North, None Dare Call It Conspiracy (Seal Beach, 1972), and Pat Robertson, The New World Order (Dallas, 1991). On the left, see Laurence Shoup and William Minter, Imperial Brain Trust (New York, 1977).

    16. For Quigley's life, see his entry in Who Was Who in America, Volume 7, and the introduction by Dr. Harry J. Hogan to Carroll Quigley, The Evolution of Civilizations (Indianapolis, 1961).

    17. Quigley, Tragedy and Hope, pp. 1227-1230. Quote is from p. 1227.

    "dammi i soldi, e al diavolo tutto il resto "
    Marx


    (graucho..:-))

  10. #10
    email non funzionante
    Data Registrazione
    24 Nov 2003
    Messaggi
    4,894
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Carabina Quigley ha scritto un mucchio di cose inutili, è proprio grazie a queste banche che l'occidente può produrre cio' che nel resto del mondo si usa o si mangia, anche se le ricchezze non sono equamente distribuite, ma questo è un altro discorso; quindi non c'è niente da demonizzare, senno' a quest'ora la gente non riuscirebbe a trovare lavoro nelle aziende che prendono prestiti da quete banche e riescono a sopravvivere; nel mio post leggilo si ritiene che la teoria del complotto sia anche un attività ludica con la quale la gente si sfoga, cosa che io ho sempre detto, è un divertimento accanirsi contro una qualche entità inesistente.
    saluti anticomunisti antinazi

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Regge la teoria del complotto?
    Di Catto nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 11-09-11, 10:52
  2. Prende piede la teoria del complotto tanto cara a Craxi (e a Berlusconi)...
    Di Bianca Zucchero nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 13-12-05, 21:54
  3. La Teoria del Complotto
    Di Banditore (POL) nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 05-09-04, 16:56
  4. Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 11-04-03, 04:07
  5. Il ghost writer della "teoria" del complotto
    Di MrBojangles nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 27-09-02, 18:35

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito