Trovo siginificativo questo articolo ke appare oggi sul sito dei Comunisti Italiani.
Viene scritto dai Compagni di Riondazione Comunista ke hanno appena aderito al PdCI.
Trovo ke l'articolo non debba dare uno spunto di divisione fra di noi, ma di ragionamento ke viene da lontano.
Leggo, vedo anke qui su Pol ke l'attuale dirigenza del partito nostro cugino va sempre meno giu' a molti dei suoi iscritti, le troppe correnti interne (5), per un partito di dimensioni medio-piccole siano davvero troppe e forse qualcosa è successo ke negli anni abbia lacerato l'Unità interna.Forse qualcuno ha tirato troppo la corda, ma quel di cui sono certo, e ke ripeto da mesi, basterà attendere qualke mese per riattivare quel PROCESSO DI UNIFICAZIONE ke è un qualcosa di naturale fra Compagni ke lavorano per le stesse cose, per gli stessi ideali, e ke SEMPRE vengono divisi da alcuni dirigenti anzike' dalle idee.
Devo poi aggiungere nell'esperienza ke sto vivendo, ke questi "trasferimenti" da partito a partito sono sempre piu' soventi, e sempre di piu' laddove i QUARTIERI, LE CITTA' siano dove il disagio sociale e' vivo, reale, prepotente.
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Da Quarto Oggiaro: ancora e sempre comunisti
23 marzo 2006
Nel 1991 avevamo iniziato insieme un sogno, la rifondazione di un partito comunista, autonomo politicamente ed organizzativamente, radicato nei territori e strutturato, un partito che si prefiggesse di portare avanti le questioni del lavoro e della rappresentatività politica delle grandi masse, e ci stiamo risvegliando, con la voglia di mutazione genetica portata avanti da Bertinotti, con l’incubo della decomunistizzazione e dello scioglimento del partito nel magma indistinto del sinistrismo. Purtroppo stiamo sostenendo la verità. Prova ne sia che persino Occhetto, il fautore della prima devastante svolta, plaude al Fausto Bertinotti della nuova Bolognina, insomma l’inizio e la fine di un percorso che vorrebbe chiudersi in un abbraccio mortale, vittima la rappresentanza dei ceti popolari e la loro idealità. E invece no. Noi , come tanti altri compagni, non ci vogliamo rassegnare. Noi vogliamo e dobbiamo restare comunisti. Non a caso abbiamo trovato nei Comunisti italiani la nostra casa naturale. Proprio per questo vogliamo ringraziare, davvero e non formalmente, Oliviero Diliberto e Marco Rizzo per avere saputo tenere alta la bandiera della falce e martello, a dispetto dei tanti corvi che bramavano solo di vedere finiti e cancellati i simboli della lotta e del lavoro. Per tutte queste ragioni aderiamo convintamene al Partito dei Comunisti italiani, sapendo che di strada in salita dobbiamo compierne ancora parecchia. Ma la passione, l’entusiasmo e la consapevolezza che mai come oggi questione di classe e questione comunista sono intrinsecamente collegate, sorreggeranno la nostra sfida per il futuro.
I compagni della nuova sezione del Partito dei Comunisti italiani di Quarto Oggiaro