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  1. #1
    liber
    Ospite

    Predefinito Fuga di capitali: VIAGGIO TRA I PARADISI FISCALI. I PARADISI IN CIFRE

    Come confermato da "Il Sole 24 Ore" la fuga di capitali verso i cosidetti "Paradisi Fiscali" è tornata in auge (e nei fatti...) a seguito dell'incombente minaccia derivante dalla tassazione delle rendite finanziarie in programma da parte di un im-possibile governo di centro-sinistra.

    Ma vediamo nel seguente articolo la situazione relativa a questi paradisi fiscali, tenendo presente che, da un rilevamento della sezione antiriciclaggio dell'Ufficio Italiano Cambi, quando la sinistra era la potere per il periodo 1997-1999 risulta che ogni mese circa 10.000 miliardi lasciavano l'Italia per riparare nei forzieri delle banche offshore, e ciò senza che incombesse la minaccia di tassazione delle rendite finanziarie...

    VIAGGIO TRA I PARADISI FISCALI
    tratto da ares2000.net

    I PARADISI IN CIFRE
    Con il libro-dossier intitolato "Paradisi fiscali:uno scippo planetario" in via di pubblicazione per le ed. Malatempora, l'Ares 2000 Onlus ha affrontato il problema di questi centri finanziari offshore, che sottraggono risorse ai paesi in via di sviluppo, sono causa di emarginazione e impoverimento per molti Stati spossessati dei mezzi economici per progredire, e rappresentano un retaggio coloniale ove si intrecciano gli interessi della criminalità organizzata e dell'economia globale.
    Il libro analizza in particolare gli aspetti politici ed economici dopo la distruzione delle Twin Towers, e le possibili ripercussioni sulla stessa sopravvivenza dei paradisi fiscali, scavando sui collegamenti dei centri offshore con il terrorismo, la corruzione e la gestione finanziaria globalizzata.
    Dopo l'11 settembre l'Ocse ha accentuato gli sforzi per indurre i "paradisi" ad adeguare la propria legislazione fiscale alle regole internazionali che mirano ad una maggiore trasparenza e a scoraggiare l'evasione. C'è chi resiste e chi dichiara di volersi adeguare. Ma il tutto rischia di risolversi in una mera operazione di maquillage.
    Dal dossier abbiamo tratto ,in estrema sintesi, le cifre più significative

    Quanti sono?

    Il numero dei paradisi fiscali catalogati dagli Stati e dagli Organismi finanziari internazionali può variare da 40 a 80, a seconda dei criteri di valutazione seguiti nella classificazione. Il fenomeno offshore infatti si può presentare in varie forme, può essere più o meno esteso, e può riguardare anche Paesi membri dell'UE o dell'ONU.
    Una recente ricerca a livello europeo(Euroshore) coordinata dal prof. V. Uckmar ha diviso i 48 paesi analizzati in tre gruppi di "centri finanziari" in base al loro livello di prossimità agli Stati membri dell'Unione Europea :
    1)paesi che hanno particolari contatti di ordine geografico, politico ed economico con l'Unione Europea (Andorra, Monaco, Bermuda, Malta San Marino ecc.)
    2)Economie in transizione, cioè giurisdizioni appartenenti all'ex blocco sovietico (Romania, Moldavia, Albania ecc.)
    3)Giurisdizioni offshore esterne all'Unione Europea (Bahamas, Barbados, Macao, Malesia ecc.):

    Sette paradisi, tra i quali il Principato di Monaco, Andorra e Liechtenstein hanno apertamente dichiarato di non volersi adeguare alle disposizioni internazionali in materia di trasparenza


    Il giro d'affari

    Giro d'affari dei paradisi : circa 1.800 miliardi di dollari annui
    di cui il 40% riguarda capitali provenienti da traffici di criminalità organizzata , da traffico d'armi e da attività terroristiche in senso lato,
    il 45% capitali di "pianificazione fiscale" provenienti per la maggior parte da società. multinazionali, ma anche da persone fisiche, uomini d'affari, dello spettacolo ecc.,
    il 15% capitali provenienti da corruzione o saccheggi politici)

    Società offshore : 680.000

    Trust : 1.200.0000

    Banche con agenzie nei paradisi : circa 10.000


    Sistemi bancari paralleli
    Le banche clandestine prosperano in tutto il mondo. Nella generale categoria degli intermediari inquinati confluiscono due tipologie di operatori: quelli ufficiali e legali i quali adottano linee comportamentali fortemente devianti, e quelli abusivi, che operano cioè completamente al di fuori del sistema ufficiale e che sfuggono completamente agli obblighi imposti dall'Ordinamento e, quindi, agli ordinari strumenti di vigilanza e controllo da parte delle competenti autorità.
    I sistemi bancari "paralleli" assumono denominazioni diverse ed a volte assai folcloristiche, nelle differenti aree geografiche di riferimento. Si parla così in Cina di sistema Chop Shop, nel sub continente indiano di sistema Chiti o Hundi, in ambito latino-americano di Stash House, quest'ultimo diffuso anche nel Nord America come conseguenza dei flussi migratori che interessano tale area..

    Evasione fiscale nel mondo: 292 milioni di dollari Usa all'anno

    Riciclaggio di denaro sporco: fatturato di circa 600 miliardi di dollari annui

    La madre di tutti i paradisi

    Come emerge dalla ricerca "Euroshore" anche il sistema finanziario di paesi membri dell'Unione Europea devia dagli standard di integrità e di trasparenza adottati dalla Comunità Internazionale specialmente in tema di diritto societario.
    Merita una considerazione tutta particolare il caso del Regno Unito. L'Inghilterra e sopratutto la City di Londra potrebbe infatti essere tranquillamente considerata come "la madre di tutti i paradisi."
    Alcuni mesi fa, Arnaud Montebourg, parlamentare francese a capo di una commissione sul riciclaggio, ha reso pubblico un dossier in cui si attaccava apertamente Tony Blair per aver "predicato" al mondo la lotta - anche finanziaria- al terrorismo, salvo aver razzolato male per non aver finora ripulito uno dei principali centri del riciclaggio internazionale: la City di Londra.
    Da Downing Street è uscita una dura e secca smentita. Ma resta il fatto che l'Inghilterra, grande alleata degli Stati Uniti nella "prima guerra del nuovo secolo", regna incontrastata su più di venti paradisi dell'arcipelago offshore, dalle remote isole Cayman alla più vicina Man o sulle isole del Canale, dove tra l'altro sono stati appena pubblicati i bandi miliardari per "ospitare" una ventina di nuovi casinò virtuali ,che operano su Internet in completa esenzione fiscale e sotto controlli irrilevanti.
    Ma una dichiarazione del prof. Barry Rider, noto criminologo e direttore dell'Institute for Advanced Legal Studies dell'Università di Londra, riportata da Il Sole 24 Ore, si spinge molto oltre. " A mio avviso- dice il professore- quello dei Paesi offsore è un falso problema, perché ormai l'Intelligence riesce a penetrare abbastanza facilmente gran parte delle loro barriere segrete.
    Il vero nodo della questione è semmai l'Inghilterra stessa, dove con 100 sterline si può fondare una società per telefono e metterla al riparo da occhi indiscreti con il meccanismo dei "nominee", società fiduciarie che operano per conto di un cliente anonimo . Una formula questa che è un invito per chi ha qualcosa da nascondere e che è comune a quasi tutte le legislazioni di cultura anglosassone."
    Non si è comunque lontani dalla verità se si afferma che la City di Londra, grazie ai rapporti privilegiati con i paradisi da lei figliati, grazie anche alla sua posizione gelosamente "autonoma" rispetto agli altri stati membri ed alla conservazione della propria moneta, funge da "portale" di lusso nell'introitare capitali di transito in cerca di "protezione" provenienti da imprese e da persone fisiche che si sentono molto più garantite da così autorevole mediazione.



    Il caso Italia

    Banche italiane con sedi nei Paradisi: 320 (sparse in 30 paesi)
    Banche italiane con sede in Lussemburgo: 30
    Gruppi controllati da banche italiane: 117

    50% (112 su 250) delle società italiane quotate in borsa
    e 22% (22 su 88) dei gruppi bancari italiani hanno partecipazioni-
    di controllo su società residenti in paradisi fiscali.

    Da un rilevamento della sezione antiriciclaggio dell'Ufficio Italiano Cambi per il periodo 1997-1999 risulta che ogni mese circa 10.000 miliardi lasciavano l'Italia per riparare nei forzieri delle banche offshore. E risulta che, nonostante l'operazione del cosidetto scudo fiscale sui capitali che rientrano dall'estero, i flussi verso l'offshore non si siano prosciugati.
    Del resto tutto è ormai facilitato dall'elettronica. Il trasferimento elettronico di fondi tra più paesi è ormai divenuto un sistema estremamente diffuso e non può più considerarsi appannaggio di pochi operatori. E' significativo a questo proposito che ormai i messaggi pubblicitari delle società che forniscono questo particolare servizio comprendono le offerte più disparate, come ad esempio addirittura l'omaggio di un panettone a tutti coloro che effettuano un trasferimento elettronico di fondi nel periodo natalizio (offerta lanciata nell'ambito di una recente campagna pubblicitaria realizzata da un importante operatore del settore).
    Sino a pochi anni fa si diceva che in sole 24 ore il denaro poteva essere movimentato per ben 72 volte in giro per il mondo. Al giorno d'oggi bastano 10 minuti.

    http://www.ares2000.net/ricerche/paradisifiscali.htm

  2. #2
    Senzapadrone
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    Credo che tutto questo know-how Berlusconi ce l'abbia già. E l'ha dimostrato.

    Se è questo il senso dell'intervento ...

  3. #3
    liber
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    Citazione Originariamente Scritto da Ezechiele
    Credo che tutto questo know-how Berlusconi ce l'abbia già. E l'ha dimostrato.

    Se è questo il senso dell'intervento ...
    Il senso dell'intervento è che a pagare saranno *SOLO* i piccoli risparmiatori, che vedranno sottrarsi oltre il 20% degli interessi per poter finanziare le decine e decine di commissioni e para-commissioni in programma da parte dell'Unione e per alimentare lo stato parassita.

    Ma da un burocrate alla vecchia maniera sovietica come Prodi / Breshnev, cosà ci si può aspettare?


  4. #4
    Super Troll
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    i paradisi fiscali uccidono........ più delle bombe intelligenti e delle mitragliatrici
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  5. #5
    liber
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    Citazione Originariamente Scritto da cciappas
    i paradisi fiscali uccidono........ più delle bombe intelligenti e delle mitragliatrici
    Dal momento che i paradisi fiscali sono sempre esistiti, grazie a Prodi faranno di certo affari d'oro mai visti...

  6. #6
    Assatanata, cogliona & indegna
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    Già cogliona ed oggi anche "indegna di essere italiana"!!!
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    Citazione Originariamente Scritto da liber
    Dal momento che i paradisi fiscali sono sempre esistiti, grazie a Prodi faranno di certo affari d'oro mai visti...
    Senza dubbio Silvio ci darà qualche lezione su Esporto Capitali... specialmente sui capitali che si auto-esportano nei conti bancari di giudici compiacenti!!!

  7. #7
    liber
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    Citazione Originariamente Scritto da Elettra_R.
    Senza dubbio Silvio ci darà qualche lezione su Esporto Capitali... specialmente sui capitali che si auto-esportano nei conti bancari di giudici compiacenti!!!
    Questa mi è nuova. Giudici compiacenti a Berlusconi

    Ti ricordo che i tribunali del popolo erano il mezzo attraverso il quale Stalin eliminava gli avversari politici.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da liber
    Ma da un burocrate alla vecchia maniera sovietica come Prodi / Breshnev, cosà ci si può aspettare?


  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da liber
    Questa mi è nuova. Giudici compiacenti a Berlusconi

    Ti ricordo che i tribunali del popolo erano il mezzo attraverso il quale Stalin eliminava gli avversari politici.
    Ma non dire fregnacce...

  10. #10
    liber
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    Citazione Originariamente Scritto da beppe2
    Ma non dire fregnacce...
    Quelle indagini a orologeria contro il Cavaliere
    - di Gianluigi Nuzzi - IlGiornale.it

    da Milano

    Dal secondo semestre del 1993 a oggi le procure italiane tra Milano, Firenze, Caltanissetta e Palermo hanno avviato qualcosa come 77 procedimenti penali contro il gruppo Fininvest e un centinaio di manager coinvolti. Questo significa 477 perquisizioni (131 solo a Publitalia con una media di una alla settimana per otto anni), almeno 789 magistrati per migliaia di udienze, e un fuoco mediatico senza precedenti. Con strumentalizzazioni infinite. Per capire la genesi di questa vicenda bisogna risalire quindi alla radice, ovvero a quando Berlusconi prima sostenne Gianfranco Fini per l'elezione di sindaco di Roma e poi annunciò (26 gennaio 1994) la famosa «discesa in campo». Da allora la ripercussione delle scelte giudiziarie sull'attività politica del leader del centrodestra è stata costante. È non solo con il famoso avviso di garanzia pubblicato/recapitato via Corriere della Sera al simposio mondiale dell'Onu a Napoli sulla criminalità. Era il 21 novembre del 1994. Già prima le indagini si erano intrecciate.

    Basta pensare a pochi mesi prima quando il 22 marzo la procura di Palmi ordinò di acquisire le generalità dei candidati di Forza Italia. Perchéí Stava conducendo un'indagine sulla massoneria e riteneva indispensabile portar via gli elenchi. Con una postilla fondamentale: eravamo a cinque giorni dalle elezioni politiche di un Paese che cercava di ricostruire dopo le retate del '92-93.
    In fondo al Paese, nelle stanze dei colloqui investigativi, un altro personaggio iniziava intanto a parlare di Silvio Berlusconi con coppola e lupara.

    Si tratta di Salvatore Cancemi, pentito, pentitissimo che con una coincidenza temporale quantomeno suggestiva inizia a scrivere le prime pagine delle indagini palermitane sull'imprenditore sceso in politica. Sono giorni di scontri sotterranei senza precedenti. Un altro esempio? Appena una settimana prima che Berlusconi annunciasse la nascita di Forza Italia “trapela” la notizia che la procura di Firenze intende verificare i rapporti del Cavaliere con mafiosi. L'ipotesi è da brivido: si indaga nel contesto delle stragi.

    E l'idea del Cavaliere con la casacca dello stragista, di giorno alla guida di un gruppo imprenditoriale di indubbio successo e di sera o notte lì a tramare la morte di magistrati, gli attentati, le bombe, alimenta non solo le indagini. Ma anche la stampa o almeno quella che ci crede e soprattutto quella che fa finta di crederci. Di quell'indagine come di mille altre il risultato è una cifra da roulette, colore bianco su sfondo verde: zero. A un mese dal «caso Napoli», il 22 dicembre del 1994 Berlusconi lascia la presidenza del Consiglio.

    L'onda giudiziaria è solo all'inizio.

    Vediamo le date, mettendo a prova la resistenza dei lettori. Ma vale la pena per farsi un'idea: dopo il primo avviso del 22 novembre, viene iscritto nel registro degli indagati il 19 gennaio per l'acquisto del bomber Gianluigi Lentini dal Torino calcio, il 27 gennaio per presunti falsi nel bilancio Fininvest, il 7 marzo per la questione Verzellesi, il 28 maggio la procura chiede il commissariamento di Publitalia, il 17 luglio Berlusconi è coinvolto nell'indagine su Reteitalia, l 1° settembre arriva Palermo con l'apertura dell'indagine per associazione mafiosa, un mese dopo avviso di garanzia per Medusa film. In pochissimo tempo, i procedimenti che vedono direttamente Berlusconi coinvolto sono ben 14. Il meccanismo si olia, diventa perfetto. Sarebbe interessate sapere l'effettiva durate dei tempi di indagine, in relazione ai termini previsti dal codice, e, soprattutto, comprendere fatti che i legali leggono come espedienti procedurali. Loro si lamentano, denunciano che queste scorciatoie hanno il «fine di aggirare i termini di legge:
    ritardare l'iscrizione della persona indagata, procedendo inizialmente contro ignoti, oppure contestare gli addebiti poco per volta, compiendo più iscrizioni diluite nel tempo, con conseguente elusione dei termini per le indagini preliminari». Ma la situazione non cambia. Per non dimenticare la cornice di indiscrezioni, perquisizioni, e passaggi giudiziari che finiscono puntualmente ai media.

    Così il 21 aprile del 1996 il Polo, sorpresa, perde le elezioni. Un mese prima, esattamente il 12 marzo, per pura coincidenza deflagra l'indagine sulla corruzione dei giudici romani. Viene arrestato il giudice romano Renato Squillante. Berlusconi è accusato di averlo corrotto tramite l'avvocato Cesare Previti, già ministro della Difesa del primo governo del Polo. Era infatti da un anno che la Procura di Milano raccoglieva prima le confidenze e poi i verbali di Stefania Ariosto, compagna del capogruppo di Forza Italia alla Camera Vittorio Dotti. L'Ariosto aveva rapporti stretti con chi raccoglieva le sue confidenze. E lì tutti attenti ad accuse, ricordi, nomi. A iniziare, caso vuole, da quelli di Previti e Berlusconi. Da lì lo scontro, le fasi preliminari diventarono sempre più incalzanti con richieste d'arresto (a iniziare da quelle per Previti e Dell'Utri), perquisizioni a tappeto, per finire poi azzerate, per Berlusconi, nei vari gradi del processo.

 

 
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