OMNIA SUNT COMMUNIA


Sono in conflitto i cicli di movimento della Valsusa e della Francia? Sono cose diverse la devastazione dell'ambiente e quella della società e la guerra di rapina imperialista?

Varie ipotesi di movimento e i loro strumenti di organizzazione sono affacciate in questo momento, o meglio si stanno affacciando, sulla scena italiana ed europea. Purtroppo le iniziative di reti nazionali si agglutinano attorno a vecchi soggetti del ciclo passato e non riescono ad attrarre l'attenzione dei veri soggetti di lotta territoriali che stanno faticosamente costruendo le loro assemblee.

La corsa, la battaglia politica è come sempre a mettere il cappello ai movimenti, più che ad esserne parte e ad aiutarli a svilupparsi. Si ipotizzano dunque dei Laboratori dove, al solito, i proletari faranno la fine delle cavie. Ma stavolta hanno la voglia di fare quella fine ancor meno del solito.

La devastazione ambientale, il territorio fatto a pezzi dai gruppi affaristici multicolori, arcobaleno e dalle banche armate, storiche od etiche che siano, non differisce dalla devastazione sociale, dall'affondamento dei diritti, dalla precarietà generale. E non differisce dalla guerra di rapina imperialista ai danni dei popoli. Fin qui siamo tutti d'accordo, mi pare. E quindi possono andare benissimo assieme i movimenti della Valsusa e della Francia.

Dove il disaccordo esplode e diventa contrasto è subito dopo. Dove vanno questi movimenti? Dove devono andare? Verso dove? Se per esempio si ipotizzano i movimenti dei moviementi, i socialforum, le compatibilità, le ammucchiate arcobaleno, anzi le si mettono in cima ai piani di scalata del potere da seconde a prime linee di gestione della democrazia europea, allora si sovradetermina tutto il movimento di massa, gli si da come telos, come fine l'Europa, la migliore dei mondi possibili, come dice il professore. In questa ipotesi, in cui sono Diliberto e Pecoraro e Bertinotti (o meglio i loro eredi) gli zii che contano, le reti e i laboratori divengono reti e laboratori di controllo e i proletari fanno la fine delle cavie e dei pesci, diventano il vasto mare in cui questi pescano per proprio tornaconto soggettivo. E' così in Italia da molti troppi anni e decenni oramai. Purtroppo il movimento vero di massa non riesce lui a coalizzarsi e destrutturare questa rete di di controllo. Questa sarà la prima vera battaglia politica da compiere, costi quel che costi. Prima è, meglio è.


TUTTO E' DI TUTTI