Nicola Molteni: «Il concetto di secessione potrebbe tornare d'attualità»




«Se non avremo la Devolution e il federalismo fiscale, la questione della secessione del Nord tornerà inevitabilmente d'attualità». Nonostante l'ottavo posto in lista per la Camera dei deputati nella Circoscrizione Lombardia 2, con una pressoché certa elezione, il segretario provinciale della Lega Nord, Nicola Molteni, non si rassegna al Carroccio solo di governo. Le sue parole, al contrario, contengono ancora chiari i segni della Lega di lotta e di popolo.
Molteni, ma allora l'idea della secessione non è andata in soffitta'
«No, perché l'anima indipendentista della Lega è viva e pulsante. Per noi l'indipendenza del Nord è un fine ultimo, che per ora Umberto Bossi ha voluto guadagnare con la via istituzionale. Ma se vedremo le nostre battaglie in pericolo, il concetto di secessione potrebbe tornare d'attualità».
L'esito del prossimo referendum popolare sulla Devolution, però, è tutt'altro che scontato. Anche per qualche mal di pancia tra i vostri alleati. Se dovesse andare male'
«Ripartiremmo da capo, con la forza e la convinzione di sempre. Bossi spiegherà come raggiungere l'obiettivo. Io dico solo che se l'Italia dirà no alla Devolution perderà un'occasione storica di cambiamento. Ma sono certo che ce la faremo».
Ma Roma e il Sud sono ancora i grandi nemici della Lega Nord'
«L'unico nostro grande nemico è Roma - dice - non tanto come città ma come centro di potere e di intrighi. Bossi ha ritenuto che il cambiamento federale dell'Italia dovesse passare dal Parlamento, ma se andrà male torneremo alle vie popolari. Per il Sud, la nostra alleanza con il movimento di Raffaele Lombardo dimostra la volontà di aiutare lo sviluppo di una terra ricca di potenzialità male o mai sfruttate».
A Roma, però, lei 'rischia' di approdare il 10 aprile'
«Se verrò eletto, non cambierò e lotterò per Como e per il Nord. La mia candidatura, del resto, va vista come un premio al lavoro svolto da tutta la Lega comasca, che vede altri nomi importanti in lista frutto dell'appoggio di tutti i nostri militanti».
Ci sono anche due assenti illustri: Cesare Rizzi e Celestino Pedrazzini.
«Non entro nel merito di scelte che competono soltanto alla segreteria nazionale e federale - aggiunge - Di sicuro, però, non c'è alcuno scontro generazionale in atto a Como, sono stati seguiti princìpi territoriali e di premio al lavoro e alla passione».
Sullo scenario politico, intanto, ricompaiono sigle come Dc e Psi che voi contribuiste ad annientare 15 anni fa. Che ne pensa'
«Il sistema elettorale porta a grandi e vaste alleanza politiche, ma ciò non sempre è sinonimo di maggiore consenso. Noi continuiamo a difendere il Nord, e se qualcuno volesse portare indietro le lancette del tempo o avesse tentazioni neocentriste ci troverebbe contro».
Se il centrodestra dovesse perdere, c'è davvero il rischio di una Lega da sola alle amministrative 2007'
«Deciderà unicamente Bossi su questo, ora è prematuro dirlo. Noi non siamo né di destra né di sinistra, e facciamo alleanze per il bene del Nord. So che alla base piacerebbe la Lega da sola e che alcune frange scalpitano, ma ogni scelta di Bossi sarà appoggiata in pieno».
Qual è il messaggio del Carroccio per queste elezioni politiche'
«Al nostro elettorato, che è trasversale e rispecchia la nostra società operosa e onesta, vogliamo dare il federalismo fiscale dopo il federalismo istituzionale».
Chiudiamo con due flash su altrettanti vostri cavalli di battaglia: famiglia e immigrazione.
«Contro una sinistra impresentabile, che candida i no global e vuole i matrimoni gay, diciamo che la famiglia è esclusivamente quella formata da uomo e donna che vivono in comunione per crescere i figli. Sull'immigrazione, sottolineo la nostra battaglia di legalità per la chiusura della moschea abusiva di Como e riaffermo il no al dialogo con l'Islam arrogante e prevaricatore».


Emanuele Caso