".............Tecnocrazia
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La Tecnocrazia, parola la cui etimologia deriva dalle parole greche tecne (arte o tecnica) e cratos (potere), come forma di governo, significa letteralmente governo dei tecnici.
Introduzione
Per differenziare la concezione ed il significato comunemente attribuiti al termine: tecnici, intesi come persone esperte, specializzate o particolarmente preparate e qualificate nelle materie di propria competenza, è stato coniato il termine di tecnocrate per indicare colui che, pur senza essere un tecnico od uno specialista, sostiene la necessità di un primato della scienza e della tecnica sulla politica. Si può dunque avere una tecnocrazia intesa come governo dei tecnocrati, ovvero di persone che condividano o nutrano alcuni dei princìpi o delle convizioni di seguito esposte.
Origini culturali e filosofiche
Da un punto di vista meramente politico la tecnocrazia richiama l'oligarchia e l'aristocrazia ovvero una concentrazione del potere nelle mani dei pochi e dei migliori, individuati qui nei tecnici o tecnocrati. Ciò che caratterizza e contraddisstingue la tecnocrazia da ogni altra forma di governo è il suo retroterra culturale e filosofico che affonda le sue prime timide radici nell'illuminismo settecentesco, germoglia nell'800 attraverso la rivoluzione industriale, gli entusiasmi per i progressi tecnico-scientifici e le teorie evoluzionistiche di Charles Darwin, sbocciando ed identificandosi compiutamente nel '900, anche sotto il profilo terminologico, in quella tecnocrazia che si è candidata verso la fine del secondo millennio ed è tuttora candidata come migliore o più funzionale forma di governo. Alla base di tale candidatura, i tecnocrati pongono le considerazioni sviluppate a partire da quelli che si possono considerare i padri dell'ideologia tecnocratica ovvero Auguste Comte, filosofo e sociologo francese (1798-1857) e Claude-Henri Rouvroy, conte di Saint-Simon (1760-1825). Entrambi partono dal presupposto che ciascun uomo punti all'innalzamento ed al miglioramento del proprio tenore di vita. Questo presupposto, come spiega Henri de Saint-Simon nella sua opera Réorganisation de la société européenne, del 1814, implica una serie di problemi da risolvere, di questioni da esaminare, di soluzioni da ricercare ed applicare secondo criteri e metodi tecnici e scientifici. E' lo stesso conte di Saint-Simon il primo a candidare al potere dirigenti industriali e tecnici al posto dei politici, auspicando che alla politica nata nell'infanzia della scienza (rappresentata da materie come la filosofia, il diritto e le altre scienze meramente umanistiche) subentri la scienza della produzione. Tanto Henri de Saint-Simon che Auguste Comte, indicano come la chiave del progresso non risieda nel dirimere questioni politiche od ideologiche, come la proprietà dei mezzi di produzione o la ridistribuzione delle risorse economiche, bensì nella competenza e nella specializzazione, in definitiva, nel saper fare le cose. In quest'ottica, appare evidente come i tecnici od i tecnocrati sarebbero gli unici in grado di far evolvere la società e, grazie alle loro capacità, gli unici a poter offrire, se al potere, il maggior grado di innalzamento del tenore di vita al maggior numero di uomini possibile....."
In Wikipedia troverete ovviamente anche le Critiche a tale tipo di struttura,se ne parla sempre molto poco in internet troverete anche dei saggi interessanti, non vi sono molti libri in merito, sinceramente credo che con la mentalità e il progresso di oggi sia l'unica via d'uscita ad una Democrazia oramai allo sbando...abbiamo bisogno di un Post-Cristianesimo, Onfray Docet....In qs momento viviamo in un Ateismo Religioso dove Cristianità e Musulmanità tengono l'uomo in pugno...
Una Tecnocrazia Democratica potrebbe farci uscire dalla melma in cui ci troviamo facendo a meno dell'intera classe politica italiana che si basa solo sull'insulto dell'avversario politico e alla completa inadeguatezza esecutiva.