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Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
    The darkness inside...
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    Predefinito Il Papa: "Gli interventi della Chiesa non sono ingerenza"

    Gli interventi della Chiesa non rappresentano un'ingerenza, specialmente in un'Europa che ha bisogno di una propria identità anche religiosa. Soprattutto, è necessario difendere la famiglia dai Pacs e tutti i tentativi di parificazione "a qualcosa che la danneggia". Benedetto XVI ha le idee chiare su questo tema, e ne parla ai rappresentanti del Partito Popolare Europeo riuniti a convegno in questi giorni a Roma.

    "Al momento, l'Europa deve confrontarsi con problemi di ampia importanza, come lo sviluppo e la crescita dell'integrazione europea, la definizione della politica comunitaria, e il dibattito sul suo modello comunitario", dice papa Ratzinger. E aggiunge: "per raggiungere queste mete, sarà importante trarre ispirazione dalle radici cristiane", in modo da indirizzare meglio le scelte dei cittadini e delle istituzioni europee. Con soddisfazione, il potefice apprezza "il riconoscimento del PPE dell'eredità cristiana, che offre delle linee guida importanti per la ricerca di un modello sociale rispondente alle richieste di un'economia globalizzata e dei cambiamenti economici". Questo per garantire "protezione della famiglia, pari opportunità per l'istruzione dei giovani e attenzione per i poveri", oltre che crescita economica e lavoro.

    A questo punto il Papa preme su un tema a lui particolarmente caro: "Il vostro supporto alle radici cristiane può contribuire alla sconfitta di una cultura, ora molto diffusa in Europa, che relega la manifestazione delle proprie idee religiose alla sfera privata e soggettiva". Perciò Ratzinger mette in guardia: "Le politiche costruite su queste basi non solo permettono il ripudio del ruolo pubblico della cristianità; ma, più generalmente, impediscono l'avvicinamento alla tradizione religiosa europea" e quindi "attentando alla democrazia stessa, la cui forza si appoggia ai valori che promuove".

    Perché sia chiaro: "sarebbe un segno di immaturità, se non di pochezza, scegliere di opporsi o ignorare tutto questo, piuttosto che dialogarvi". E quindi bisogna anche riconoscere che "una certa intransigenza secolare dimostra essa stessa di essere il nemico della tolleranza". Quindi, parlando della Costituzione Europea, Benedetto XVI spera che "si avvii ora l'effettiva e corretta applicazione della relazione" tra l'Unione e le comunità religiose. Questo perché "Quando le Chiese intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o ricordando vari principi, questo non è una forma di intolleranza o un'interferenza. poiché tali interventi tendono solo a illuminare le coscienze, permettendo loro di agire liberamente e responsabilmente, secondo le richieste di giustizia", anche e soprattutto "se questo dovesse confliggere con situazioni di potere e interesse personale".

    Per questo motivo, conclude il Papa, la Chiesa parla "nell'arena pubblica" per "proteggere la vita in tutti i suoi stadi, dalla nascita alla morte naturale, riconoscere e promuovere la struttura naturale della famiglia - come unione tra un uomo e una donna basata sul matrimonio - e la sua difesa da attacchi tesi a renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurandone il carattere particolare e il suo ruolo sociale insostituibile" e, in conclusione, "la protezione del diritto dei genitori ad educare i propri bambini".

    Questi principi "non sono verità di fede, anche se da essa vi ricevono luce e conferma", ma anzi "sono iscritti nella natura stessa e perciò comuni a tutta l'umanità". L'azione della Chiesa dunque "non è di carattere confessionale, ma diretta a tutti gli uomini indipendentemente dalle proprie idee religiose. Al contrario, tale azione è sempre più necessaria nella misura in cui tali principi vengano negati o dimenticati, perché è un'offesa alla dignità della persona, un pesante insulto alla giustizia stessa".

    Antonino D'Anna
    Andrea I Nemesis
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  2. #2
    Ashmael
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    Quello che Ratzinger chiama "illuminare" io lo chiamo "oscurare". In ogni caso dovrebbe essere chiaro che:
    A) chiunque ha il diritto di dire come la pensa, e così anche il Papa, che fa benissimo se esorta coloro che si dicono cattolici ad essere coerenti
    B) Per contro, la Chiesa non ha nessun diritto di interferire con la legislaziona di altri paesi e di pretendere di imporre il proprio punto di vista anche a chi non lo condivide, ed è INAMMISSIBILE che possa pretendere che i governi conformino le loro legislazioni al suo punto di vista inponendolo anche ai non cattolici.
    A da venì Zapatero!
    Io voterò Rosa nel Pugno, perchè sono favorevole ai PACS, che non "distruggono la famiglia" e simili idiozie da paranoici.

  3. #3
    Reazionari dal 1789.
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    Citazione Originariamente Scritto da Ashmael
    Quello che Ratzinger chiama "illuminare" io lo chiamo "oscurare". In ogni caso dovrebbe essere chiaro che:
    A) chiunque ha il diritto di dire come la pensa, e così anche il Papa, che fa benissimo se esorta coloro che si dicono cattolici ad essere coerenti
    B) Per contro, la Chiesa non ha nessun diritto di interferire con la legislaziona di altri paesi e di pretendere di imporre il proprio punto di vista anche a chi non lo condivide, ed è INAMMISSIBILE che possa pretendere che i governi conformino le loro legislazioni al suo punto di vista inponendolo anche ai non cattolici.
    I punti A e B sono in contraddizione.
    Perchè un cattolico coerente rispetta la decisione del Santo Padre quindi voterà CdL e, magari, la CdL andrà al governo.
    ovviamente la CdL non vincerà solo per questo, ma ci saranno persone che la voteranno per altri motivi.
    A da venì Zapatero!
    Io voterò Rosa nel Pugno, perchè sono favorevole ai PACS, che non "distruggono la famiglia" e simili idiozie da paranoici.

  4. #4
    The darkness inside...
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    A da venì Zapatero!
    Speriamo di no.... a momenti quello tira giù l'Escorial con la scusa che è il simbolo di un passato assolutista che la sinistra spagnola non può assolutamente accettare... (Ehi, bella idea, aspetta che gliela passo )
    Io voterò Rosa nel Pugno, perchè sono favorevole ai PACS, che non "distruggono la famiglia" e simili idiozie da paranoici.
    Dipende da che idea hai di famiglia. Se per famiglia intendi un qualsiasi legame di qualsiasi tipo (meglio non usare la parola "sentimentale", in fondo il sentimento è relativo, no?) tra un gruppo di qualsiasi persone (dove li mettiamo se no i poligami?), senza nulla che possa ben definire il termine (ovviamente per lasciare tutta la libertà a tutti gli individui di fare tutto quello che vogliono), allora hai ragione. Ma chi ha un'idea di "famiglia" tradizionale: il focolare domestico, il sentimento di amore ed affetto che unisce un marito ad una moglie, e i genitori ai propri figli: bene, costui non potrà accettare MAI i PACS.
    Andrea I Nemesis
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  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Ashmael
    A) chiunque ha il diritto di dire come la pensa, e così anche il Papa, che fa benissimo se esorta coloro che si dicono cattolici ad essere coerenti
    B) Per contro, la Chiesa non ha nessun diritto di interferire con la legislaziona di altri paesi e di pretendere di imporre il proprio punto di vista anche a chi non lo condivide, ed è INAMMISSIBILE che possa pretendere che i governi conformino le loro legislazioni al suo punto di vista inponendolo anche ai non cattolici.
    Non mi pare che la Chiesa abbia mai recentemente imposto il proprio volere alla politica italiana, altrimenti vivremmo tutti in uno Stato ben diverso. Anche il concetto di "interferire" è piuttosto sibillino: ma non ritengo che, quando il Cardinale Ruini esprime l'opinione della Chiesa Cattolica Italiana su una data tematica di interesse attuale, egli commetta un'interferenza.
    Andrea I Nemesis
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  6. #6
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Mi sembra che Ashmael sia andat un pò nel pallone.......pertanto visto che non c'è, propongo IL TESTO INTEGRALE DEL PAPA...

    Ricevendo i partecipanti al Convegno promosso dal Partito Popolare Europeo

    CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 30 marzo 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato questo giovedì mattina da Benedetto XVI ricevendo, nell’Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti al Convegno promosso dal Partito Popolare Europeo.



    * * *



    Onorevoli parlamentari,

    signore e signori,

    sono lieto di ricevervi in occasione delle Giornate di Studio sull’Europa, organizzate dal vostro Gruppo Parlamentare. I Romani Pontefici hanno sempre dedicato un’attenzione particolare a questo continente; l’udienza di oggi è un esempio eloquente e si inserisce nella lunga serie di riunioni tra i miei precursori e i movimenti politici di ispirazione cristiana. Ringrazio l’onorevole signor Pöttering per le parole che mi ha rivolto a vostro nome, e faccio giungere a lui e a tutti voi il mio più cordiale saluto.

    In questo momento, l’Europa deve affrontare complesse questioni di grande importanza, come l’ampliamento e lo sviluppo del processo di integrazione europea, la definizione sempre più esatta di politica di vicinanza all’interno dell’Unione e il dibattito su un modello sociale. Per raggiungere questi obiettivi, sarà molto importante ispirarsi con fedeltà creativa all’eredità cristiana che ha dato un apporto decisivo al momento di forgiare l’identità di questo continente.

    Se valorizza le sue radici cristiane, l’Europa sarà capace di dare una direzione sicura alle opzioni dei suoi cittadini e dei suoi popoli, rafforzerà la sua consapevolezza di appartenere ad una civiltà comune e alimenterà l’impegno di affrontare le sfide del presente per ottenere un futuro migliore. Per questo, apprezzo il fatto che il vostro gruppo abbia riconosciuto l’eredità cristiana dell’Europa, che offre validi orientamenti etici per la ricerca di un modello sociale che risponda adeguatamente alle esigenze di un’economia globalizzata e dei cambiamenti demografici , assicurando la crescita e l’impiego, la protezione della famiglia, l’uguaglianza delle opportunità per l’istruzione dei giovani e l’assistenza ai poveri.

    Il vostro sostegno al patrimonio cristiano può inoltre contribuire in modo decisivo alla sconfitta di una cultura che ora si è diffusa chiaramente in Europa e che relega alla sfera privata e soggettiva la manifestazione delle proprie convinzioni religiose. Le politiche fondate su questa base non implicano solo il ripudio del ruolo pubblico del cristianesimo, ma più in generale escludono l’impegno nella tradizione religiosa dell’Europa, estremamente chiara nonostante le sue varietà confessionali, diventando una minaccia per la democrazia stessa, la cui forza dipende dai valori che promuove (cfr. “Evangelium vitae”, 70).

    Visto che questa tradizione, proprio nella sua cosiddetta unità polifonica, trasmette valori che sono fondamentali per il bene della società, l’Unione Europea potrà vedersi solo arricchita dal suo impegno con essa. Sarebbe un segno di immaturità, o anche di debolezza, opporvisi o ignorarla, anziché dialogarci. In questo contesto, bisogna riconoscere l’esistenza di una certa intransigenza laicista che è nemica della tolleranza e di una sana concezione laica dello Stato e della società.

    Per questo, mi compiaccio del fatto che il Trattato Costituzionale dell’Unione Europea preveda un rapporto strutturato e continuo con le comunità religiose, riconoscendo la loro identità e il loro contributo specifico. Confido nel fatto che l’effettiva e corretta applicazione di questo rapporto inizi ora con la cooperazione di tutti i movimenti politici indipendentemente dalle posizioni di partito.

    Non bisogna dimenticare che, quando le Chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o ricordando principi, non stanno manifestando forme di intolleranza o interferenza, perché questi interventi cercano unicamente di illuminare le coscienze, affinché le persone possano agire liberamente e con responsabilità, in base alle autentiche esigenze della giustizia, anche se questo può entrare in conflitto con situazioni di potere e di interesse personale.

    Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che non sono negoziabili.

    Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti:

    - protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del suo concepimento fino alla morte naturale;

    - riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, e la sua difesa di fronte ai tentativi di far sì che sia giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo ruolo sociale insostituibile;

    - la protezione del diritto dei genitori ad educare i loro figli.

    Questi principi non sono verità di fede, anche se sono illuminati e confermati dalla fede; sono insiti nella natura umana, e pertanto sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nella loro promozione non è quindi di carattere professionale, ma si dirige a tutte le persone, indipendentemente dalla loro affiliazione religiosa.

    Questa azione è anzi ancor più necessaria nella misura in cui questi principi sono negati o fraintesi, perché in questo modo si compie un’offesa alla verità della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia stessa.

    Cari amici, esortandovi ad essere testimoni credibili e coerenti di queste verità fondamentali con la vostra attività politica, e in modo ancor più fondamentale con il vostro impegno a vivere in modo autentico e coerente, invoco su di voi e sul vostro lavoro la continua assistenza di Dio, in pegno del quale imparto a voi e a quanti vi accompagnano la mia benedizione.

    [Traduzione dall’originale inglese realizzata da ZENIT
    © Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana]

    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

 

 

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