Ancora Luxuria
... ma che palle!
L’aggressione a finocchiate ai
danni di Vladimir Luxuria è
grave come tutte le manifestazioni
di intolleranza. Ma è ancora
più insopportabile perché denuncia
la malinconica rinuncia della politica
e dell’informazione. L’episodio di
Guidonia è l'ultimo sintomo di una
politica sequestrata dal folclore. È
come se la sfera del ‘politico’ si
avvertisse talmente esangue e priva
di spunti propri da aver dovuto
accendere un mutuo trentennale con
lo spettacolo per prendere in prestito
forme e contenuti. È accaduto con il
film di Moretti, che ha risucchiato il
dibattito politico per diversi giorni
senza che ce ne fossero le ragioni
obiettive. Lo svecchiamento del
dibattito in Italia è avvenuto attraverso
gli schemi del più becero talk
show, in cui si urlano insulti grossolani
come ‘fascista’, ‘frocio’ e
‘comunista’, segno di un vuoto
agghiacciante. È imbarazzante dover
sottolineare l’ovvio, e cioè che una
campagna elettorale dovrebbe essere
confronto di idee. Ma non è ovvio
dal momento che informazione e
politica sembrano appassionarsi
solo quando si tratta di coloriti fatti
di costume. E più sono piccanti e
pruriginosi meglio è. L’aggressione
di Guidonia, coi ‘fascisti’ che tirano
finocchi a un ‘transgender’ non si
distingue dal più volgare degli avanspettacoli.
Al confronto l’umorismo
britannico del Bagaglino ricorda
Pirandello. In questo senso è esecrabile
anche chi ha candidato il buon
Vladimir obbedendo - con l’alibi
della lotta alle discriminazioni - alla
logica dello ‘strano’ e inconsueto,
giusto per far parlare un poco di sé.
Rimane difficile rassegnarsi all'idea
che la politica sia la prosecuzione
dello spettacolo con gli stessi mezzi.
http://edicola.libero.it/cinqueallec...2006_03_30.pdf