Maldestramente il Grande Gufo sollevò il coperchio, ficcò il viso nella breve fessura, ma dovette staccarsene subito inorridito. Un fumo denso, nero e acre usciva a folate enormi dal vaso e mille fantasmi orribili si delineavano in quelle tenebre paurose che invadevano il mondo e oscuravano il sole.

C'erano tutte le euro-tasse, i balzelli, le rottamazioni e le imposte rapina, le lacrime e il sangue e tutte le brutture e tutti i vizi.

E, tutti rapidi, inafferrabili, violenti, uscivano dal vaso irrompendo nelle case tranquille degli uomini.

Invano il Grande Gufo cercava affannosamente di chiudere il vaso, di ricacciare i Dubbi e le Ansie e di rimediare al disastro.
Il Fato inesorabile si compiva e da quel giorno la vita degli uomini fu segnata dalla Diffidenza instillata nelle loro menti dal satiro Silvio.

Quando tutto il fumo denso fu svaporato nell'aria e il vaso parve vuoto, il Grande Gufo guardò nell'interno: c'era ancora un grazioso uccellino azzurro; era la Speranza, l'unico bene rimasto ai mortali a conforto delle loro sventure.