Poli, lo scontro sul fisco non modifica la «forbice»
di RENATO MANNHEIMER
dal Corriere - 2 aprile 2006
Negli ultimi giorni, il dibattito pre-elettorale si è - finalmente - concentrato su di alcune tematiche concrete, in particolare la politica fiscale. Nello specifico, ciascun contendente continua a chiedere all’altro dove troverà le risorse per attuare ciò che promette. Le risposte date hanno inevitabilmente suscitato preoccupazione in vari strati sociali, timorosi di vedere aumentare la pressione fiscale (o, in certi casi, di dover iniziare a pagare le tasse). In particolare, due idee lanciate da Prodi - la più elevata tassazione delle future emissioni dei titoli di stato e la parziale reintroduzione della imposta di successione - hanno provocato qualche apprensione. Specie nel ceto medio, ove la quota di possessori di Bot e Cct è relativamente più elevata. Il leader dell’Unione ha successivamente precisato le sue intenzioni, in modo da tranquillizzare le diverse componenti dell’elettorato.
Quale effetto può avere avuto sulle intenzioni di voto questa discussione?
Come si sa, gran parte degli italiani ha già deciso cosa votare. Rimane una quota, relativamente modesta ma importante per il risultato, di indecisi se recarsi o meno alle urne. E’ su costoro che va misurato l’effetto del dibattito sulla politica fiscale. Il divieto di pubblicare sondaggi rende impossibile quantificare le eventuali variazioni nelle preferenze e nell’intenzione di votare o meno. Secondo molti osservatori, tuttavia, il timore di un inasprimento delle imposte ha fatto sorgere un po’ di sconcerto, provocando qualche lieve danno per il centrosinistra. Sembra improbabile, però, che ciò possa portare a modificazioni sostanziali dell’attuale situazione. Specie perché se è vero che il timore per nuove tasse è uno dei temi che maggiormente spaventa certi segmenti di elettorato (a suo tempo, in Inghilterra, sovvertì di colpo l’esito che era già dato per scontato), è vero anche che il senso di delusione e di non credibilità creato, a torto o a ragione, dal passato governo in questi stessi segmenti, rende difficile un afflusso di consensi verso quest’ultimo. Insomma, a parere degli analisti sociali, la questione delle tasse potrebbe forse aver creato qualche astensione in più, ma difficilmente ha provocato sin qui spostamenti
significativi da una coalizione all’altra.
Ci potrebbero essere stati, invece, degli effetti sul risultato in contesti territoriali più limitati, come qualche grande regione.
Ma nulla è ancora deciso. Il dibattito di lunedì sera potrebbe ancora spostare da o verso l’astensione fasce significative di elettorato. Specie tra coloro che solo in questi giorni hanno iniziato a prendere in considerazione la questione del voto - essendosene disinteressati sin qui - e vorrebbero formarsi un orientamento proprio in occasione del faccia a faccia. Potrebbero essere consensi decisivi. Sempre che i due leader espongano in modo chiaro e convincente le loro proposte (e, beninteso, che i giornalisti che li interrogheranno pongano i loro quesiti in maniera altrettanto chiara).