Originariamente Scritto da
partenopeo
CON LA PRESUNZIONE CHE POSSA INTERESSARE UN DISCUSSIONE SU TALE ARGOMENTO:
ECCO PERCHE’ NON MI RECO DA UN PEZZO ALLE URNE E MENO CHE MAI HO INTENZIONE DI FARLO IL PROSSIMO 9 APRILE.
Giunto ad oltre cinquantanni d’età, davvero è difficile oggi per me farmi illusioni sugli uomini e sulla speranza di un futuro migliore. Questo nostro paese, così bello quanto crudele, è purtroppo abitato da un incredibile numero di ruffiani, meschini, ignoranti, egoisti impenitenti: è infatti una grandissima illusione quella di credere che, tolto di mezzo (politicamente) berlusconi, finalmente ci saranno al governo uomini che lotteranno e si daranno da fare affinchè ci sia più giustizia e migliorino le condizioni di quanti vivono in stato di disagio sociale. il rito delle elezioni serve unicamente ad alimentare le illusioni. la lotta politica DA TEMPO in italia (ma in genere nell’occidente progredito ed opulento e capitaliberista) propone contendenti che appartengono tutti alla stessa categoria: uomini che calcano il palcoscenico del teatrino politico unicamente perché mossi dall’identica ambizione: ottenere potere e servirsene per migliorare la propria personale condizione di vita innanzitutto, dei propri familiari e parenti in secondo luogo, di eventuali amici e fedelissimi in terzo luogo; della gente, della nazione, dell’ambiente e del mondo non importa un fico secco.
Perché dovremmo pensare che chi ha già governato e dimostrato nei fatti che il compromesso era alla base di ogni sua scelta (prodi) sia migliore di un ladrone dichiarato arricchitosi grazie ad una società permissiva e ingiusta (berlusconi) ? nell’uno e nell’altro caso non sono loro che davvero “contano” o decidono la politica in questo paese.
L’economia e la logica perversa del profitto, lo sfruttamento e la spasmodica ricerca del benessere, il consumismo e il vivere per produrre consumi: questi sono gli dei della politica contemporanea, una nuova religione i cui adepti più in gamba diventano professionisti della politica e questi si trovano in tutte la fazioni che ci chiedono, a noi cittadini elettori e illusi, il consenso.
Si tratta di un’analisi pessimistica, d’accordo. qualcuno potrà rispondere che se si accetta di vivere in questa società occorre anche adeguarsi alle regole politiche esistenti e non abbandonarsi ad uno sterile qualunquismo.
Infatti non votare non significa rinunciare alla lotta politica, una lotta politica molto più incisiva: (ancora possibile e mirata a perseguire anche nel proprio piccolo obiettivi di giustizia sociale), quella innanzitutto di restare onesti (soprattutto con se stessi e là dove onestà si fonde con sincerità ) e provare a vivere sforzandosi costantemente di danneggiare il meno possibile gli altri (impresa sicuramente titanica).
Non partecipare al voto è una posizione politica di chiara protesta verso questo sistema. Non importa chi vincerà queste elezioni, più importante sarebbe che anche in italia l’astensionismo raggiungesse le cifre che già da tempo sono “normali” in altri stati, con cittadini di livello culturale superiore al nostro.
Con questa sintetica riflessione e dichiarazione mi auguro di scambiare opinioni al riguardo con forumisti che non intendano scadere nella polemica sterile o nell’offesa gratutita.
Saluti attendistici.