Visualizza Risultati Sondaggio: Perchè gli immigrati a Rosarno sono ribellati?

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  • A causa dello sfruttamento disumano dalla parte dei datori di lavoro in nero

    6 42.86%
  • A causa delle insostenibili condizioni di vita

    9 64.29%
  • A causa di una provocazione della 'ndrangheta

    5 35.71%
  • Solamente perchè c'erano tanti clandestini non espulsi prima

    4 28.57%
  • Non mi interessa

    2 14.29%
Sondaggio a Scelta Multipla.
Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
    Forumista junior
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    Predefinito Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti. Descriminazione degli immigrati

    Dalla parte mia sto facendo anche tutto il possibile anche per sollevare il mio caso personale anche presso i media di ogni livello (locali, regionali e nazionali) in quanto è un caso tipico della discriminazione e di maltrattamento degli immigrati in Italia. Dopo i fatti di Rosarno una parte della società può essere interessata di capire perché sono successi questi fatti e che davvero gli immigrati subiscono in Italia i maltrattamenti di ogni genere. Voglio arrivare alla verità sulla mia vicenda per poter dimostrare agli immigrati sfruttati che è possibile di far pagare i propri sfruttatori denunciando loro alle autorità. Voglio far arrivare ai politici che per combattere la riduzione in schiavitù, il lavoro in nero e la clandestinità, per prevenire i problemi successi a Rosarno è necessario di consentire rilascio dei permessi di soggiorno per motivi di protezione umanitaria agli immigrati che denunciano i propri sfruttatori.
    Vi sto mandando un’articolo uscito oggi (10 gennaio 2010) sul quotidiano LIBERAZIONE (www.lberazione.it).

    Storia di Sergiy Sakharov e dei suoi datori di lavoro

    «Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti»

    «Quando ho sentito dei fatti di Rosarno ho pensato che quella è una storia che mi riguarda, lo sfruttamento di quei lavoratori, le discriminazioni che subiscono, le ho conosciute anche io». A parlare è Sergiy Sakharov, cittadino ucraino residente in Italia, costretto suo malgrado a ricordare i tempi in cui era un "irregolare". Sergiy vive in Italia dal dicembre 1998, trafila comune ad oltre il 70% dei tanti migranti oggi regolarmente soggiornanti: ingresso con visto turistico valido 3 mesi e poi la ricerca di una difficile regolarizzazione lavorativa. «Sapevo già dove andare - racconta - e i primi 90 giorni li ho passati facendo il tuttofare (cameriere, lavapiatti, giardiniere, pulitore ecc…) in una azienda di agriturismo in provincia di Lecce. Lo stipendio era allora di 10.000 lire al giorno, con giornate lavorative che andavano dalle 10 alle 12 ore. Un piatto rotto, un lavoro non eseguito in tempo e la paga veniva decurtata». Ha accettato queste condizioni in cambio della promessa di una regolarizzazione - allora era possibile- e i datori di lavoro avevano in effetti inoltrato le pratiche, tanto che Sergiy è tornato a casa e ad aprile del 1999 è rientrato presentando in tempo i documenti necessari per un permesso di soggiorno temporaneo, valido tre mesi. Ma a questi padroni, l'idea di un contratto regolare non piaceva affatto, quindi rinviavano continuamente l'adempimento alla promessa fatta, nel frattempo arriva la bella stagione, l'azienda si riempie di turisti, le ore di lavoro giornaliere diventano 14- 16, la paga resta uguale. Anzi, dato che la stanchezza faceva compiere a Sergiy altri errori nel lavoro, le decurtazioni crescevano. Gli hanno fatto pagare anche la cena di un funzionario della questura, per facilitare la sua regolarizzazione. Passati 4 mesi, permesso scaduto, l'azienda fa ottenere a Sergiy un altro permesso temporaneo di 3 mesi, ma il contratto non arriva e lui, ottenuti i documenti, se ne va denunciando i gestori dell'azienda all'ispettorato del lavoro. La denuncia viene accolta e il lavoratore viene assunto (post factum) da aprile ad agosto 1999, per quel periodo però non ottiene neanche una lira. Da allora un periodo da ospite - con possibilità di uscire nell'allora Cpt gestito dal famigerato don Cesare Lo Deserto, poi una sistemazione in una casa e la ricerca di una vita migliore. «Ho provato anche a parlare con i miei datori di lavoro - racconta - Li ho avvisati prima di andare da loro, li ho incontrati, padre madre e figlio di 22 anni, più alto e forte di me, e mi hanno proposto di chiudere la questione dandomi 250. mila lire, a condizione di firmare una carta in cui dicevo di non avanzare più pretese nei loro confronti. Mi sono rifiutato dicendo che la somma era ridicola, per tutta risposta hanno chiamato i carabinieri dicendo che mi avrebbero fatto espellere». Ai carabinieri i tre, dichiararono che Sergiy avava proferito minacce dicendo alla proprietaria "ti faccio fuori". «All'epoca il mio italiano non era un gran che - dice oggi Sergiy - ma una frase del genere, da linguaggio malavitoso non l'ho mai detta. Avrò detto "ti faccio pagare", nel senso che volevo i miei soldi, non di più». Anzi pare che la frase in questione "ti faccio fuori" sia stata pronunciata dalla datrice di lavoro e Sergiy l'aveva all'epoca interpretata come un "ti faccio buttare fuori". Il lavoratore, portato in caserma ha denunciato i suoi aguzzini sia per sfruttamento di lavoro irregolare che per le condizioni di schiavitù subite. Sergiy Sakharov dopo pochi mesi ha lasciato la Puglia cercando di dimenticare:«Quello che ho vissuto mi fa ancora male». E se ne è andato in Emilia Romagna. Si è iscritto all'università, lavora decentemente e oggi risiede nei pressi di Ravenna, ma alla fine dell'anno il passato gli è tornato addosso. Una lettera, proveniente dal Tribunale di Lecce in cui gli si ingiungeva di pagare le spese per un processo a suo carico di cui nessuno lo aveva informato. Accusato e condannato per lesioni e minacce di morte - pena prescritta e passata sotto indulto - era stato condannato nell'aprile del 2006. A Lecce aveva lasciato tutti i suoi recapiti alle autorità ma nessuno lo aveva chiamato mai. Ora ha pochi giorni per presentare ricorso, per oltre 3 anni quella sentenza è rimasta fra le scartoffie di un tribunale e oggi ripiomba come una spada di Damocle. Non è la spesa che spaventa Sergiy, è l'indignazione per una ingiustizia subita e sono le preoccupazioni per il futuro. Sta per inoltrare la domanda per ottenere la cittadinanza italiana. Questa sentenza potrebbe risultare ostativa all'ottenimento di un suo diritto. Una persecuzione lunga 10 anni a cui Sergiy Sakharov continua a volersi ribellare.«Continuerò a procedere legalmente contro chi mi accusa - dichiara - avrei dimenticato ma ora non posso più».
    Per la libertà e diritti degli immigrati, contro i razzismi e le discriminazioni! Viva la Libertà!

  2. #2
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    Predefinito Rif: Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti. Descriminazione degli immigrati

    Quando vivi di merda se poi ti sparano pure addosso per niente...
    Hanno sbagliato modo e bersaglio, non è così che si risolve la cosa, ma posso capire perchè lo abbiano fatto.
    Auguro loro di andare voia da questa nazione e mi auguro di non cacciare più soldi per gentaglia come quella che vive a quelle latitudini e che sulla carta di identità porta scritto repubblica italiana.
    Figliolo, lei è un asino...
    (D.Pastorelli, cit.)


  3. #3
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    Predefinito Rif: Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti. Descriminazione degli immigrati

    Per me hanno fatto bene, e basta.. a volte non hai scelta e non hai niente da perdere.
    La sua mamma è preoccupata perché dice parolacce e manda tutti a fanc..

  4. #4
    email non funzionante
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    Predefinito Rif: Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti. Descriminazione degli immigrati

    I clandestini, in quanto tali, non devono stare nel nostro paese... quindi non vedo come si possano calpestare i diritti di qualcosa che non esiste.

    I clandestini hanno un solo diritto: quello di essere umanamente rimandati al loro paese a calci nel sottocoda...

    Chi vuole milioni di clandestini tollerati in nome del poverinismo comunista, è il primo responsabile se poi essi vengono schiavizzati!
    Ultima modifica di ioleggosolofeltri; 11-01-10 alle 02:13

  5. #5
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    Predefinito Rif: Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti. Descriminazione degli immigrati

    Citazione Originariamente Scritto da ioleggosolofeltri Visualizza Messaggio
    I clandestini, in quanto tali, non devono stare nel nostro paese... quindi non vedo come si possano calpestare i diritti di qualcosa che non esiste.

    I clandestini hanno un solo diritto: quello di essere umanamente rimandati al loro paese a calci nel sottocoda...

    Chi vuole milioni di clandestini tollerati in nome del poverinismo comunista, è il primo responsabile se poi essi vengono schiavizzati!
    E il governo che responsabilità ha?
    La sua mamma è preoccupata perché dice parolacce e manda tutti a fanc..

  6. #6
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    Exclamation Rif: Così ci sfruttano e calpestano i nostri diritti. Descriminazione degli immigrati

    Citazione Originariamente Scritto da ioleggosolofeltri Visualizza Messaggio
    I clandestini, in quanto tali, non devono stare nel nostro paese... quindi non vedo come si possano calpestare i diritti di qualcosa che non esiste.

    I clandestini hanno un solo diritto: quello di essere umanamente rimandati al loro paese a calci nel sottocoda...

    Chi vuole milioni di clandestini tollerati in nome del poverinismo comunista, è il primo responsabile se poi essi vengono schiavizzati!
    Tu che leggi solo Feltri, hai un diritto e il dovere di andare dal psichiatra. Hai una parannoia schizzofrenica. Dappertutto vedi clandestini che ti circondano. Sei un razzista mallato.
    Se leggi l'articolo potrai capire che non sono un clandestino nel senso di assenza di un permesso di soggiorno. Ed anche non sono mai stato uno in questo senso, perché sempre avevo qualche documento. Pero sono stato schiavitizzato per 7 mesi senza nessuna paga solo per avere la possibilità di tenere in tasca questo documento. E dopo anche il mio caso ha fatto quelle statistiche che tanto piaciano a te dei criminali-immigrati - sono stato condannato dopo la denuncia dei miei aguzzini contro di me senza mai essere chiamato in tribunale e senza conoscere il fatto della denuncia e del processo. Gli inviti il tribunale mandava all'indirizzo dell'azienda dei miei aguzzini!!! Se questo fatto sarebbe successo con un padano in una vacanza nel Sud Italia (o in un'altro paese), se lui sarebbe stato condannato senza essere realmente invitato in tribunale e senza conoscere la denuncia e il procedimento penale, tu scriveresti della ingiustizia e dei giudici comunisti o della descriminazione degli italiani all'estero.
    Per la libertà e diritti degli immigrati, contro i razzismi e le discriminazioni! Viva la Libertà!

 

 

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