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Discussione: L'oscuramento

  1. #1
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    Predefinito L'oscuramento

    La delegittimazione di un avversario politico e della libertà d'antenna

    Basta diate uno sguardo a cosa scriviamo e a come votiamo, e siamo gli unici a dirlo da dieci anni, e vedrete che il nostro berlusconismo è il contrario della irregimentazione e della propaganda, è una scommessa azzardata del direttore di questo giornale, un’ipotesi editoriale e intellettuale mille volte contraddetta dalla nostra libertà di tono.
    E’ vero che i berluscones del Tg5, oggi più che mai miei fratelli di latte perché ciucciamo alla stessa mammella, che non è il Cav. ma un’idea dell’Italia diversa da quella di Prodi, un’Italia in cui le merendine hanno libero corso, hanno approntato una trappola alla par condicio, cercando di avere un confronto virtuale Prodi-Berlusconi su Canale5, e accarezzando l’idea di protestare contro il vaffanculo del capo del centrosinistra con l’esibizione del Cavaliere di fronte a una muta di giornalisti suoi avversari.
    Ma tutto nasce dalla delegittimazione arrogante che hanno dovuto subire quando Prodi ha dettato il suo verdetto: a Mediaset no.
    Per tempo abbiamo tirato fuori su queste colonne il vero scandalo di queste elezioni: lo spirito di vendetta illiberale e anticapitalistica che anima, sotto la direzione di Prodi e del suo “niet”, un centrosinistra diverso da quello del
    1996, una coalizione in cui ha libero corso l’ipotesi di non concedere la rivincita all’avversario in caso di sconfitta, e di fare letteralmente a pezzi la sua identità sociale e civile di imprenditore che fa politica con il voto dei cittadini da dodici anni. La delegittimazione della tv libera o privata o commerciale ha un’antica storia in questo paese, e siamo sempre stati contrari a questa pratica degradante, degna di una democrazia popolare, dai tempi dei referendum del 1995. La volta che vinse l’Ulivo, dieci anni fa, i comportamenti dei suoi leader, con la visita di D’Alema nello studio di Stranamore, furono ispirati a una ordinaria alternanza democratica e liberale, nella dichiarata volontà di tutelare un avversario che fosse finito in minoranza.
    Oggi non è più così. Oggi l’opposizione incassa la resa faziosa di una Rai in cui trionfano i Floris di Ballarò, i Fazio e le Dandini con la corte degli Eco, dei Benigni e dei Moretti; invece telegiornali e Mediaset sono sotto l’occhiuta vigilanza speciale delle varie Usigrai e l’equal time viene usato sapientemente allo scopo di sterilizzare, sviscerare e spegnere le posizioni in campo, con la beffa di una continua denuncia della inesistente preponderanza mediatica di Berlusconi.
    Oscurare le tv scegliendo quelle dalle quali assentarsi, riconsegnandoci direttamente al vecchio monopolio di stato dell’informazione, con i Vespa e i Mentana costretti a regolare il traffico, è legale.
    Ma è uno sberleffo

    Ferrara su il Foglio di oggi.

  2. #2
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    Predefinito tratto da http://www.pri.it

    Condizione insopportabile
    Il centrosinistra preferisce nascondere il suo candidato

    Il candidato premier dell'opposizione si rifiuta di andare nelle trasmissioni di Mediaset e dunque, di concerto, il presidente del Consiglio non vi può intervenire causa una legge di regolamentazione degli accessi all'emittenza che crea una condizione insopportabile per la vita democratica.

    Tanto che siamo arrivati al punto che il confronto elettorale lo decide il professor Prodi. Egli si è definito una minaccia per la libertà di stampa: scherzava, noi parliamo sul serio. Considerando gli amici che possiede nelle televisioni di Berlusconi, il professor Prodi non dovrebbe avere tanti timori nel presentarcisi, come del resto hanno fatto e continuano a fare i suoi alleati che si sono persino portati le tate in trasmissione, nel caso ne avessero mai avuto bisogno.

    E' vero che si tratta di questione strategica: il professore desidera "centellinare" la sua presenza, come avrebbe detto il suo portavoce ad un invito poi declinato. Ma la domanda è se gli italiani hanno il diritto o meno di assistere ad ogni possibile confronto televisivo che si può offrire ai principali candidati del paese, ovvero se non è opportuno ascoltare chi ha loro delle cose da dire in campagna elettorale. Se poi il professor Prodi non vuole andare in televisione, saranno fatti suoi. Ma che non si possa conseguentemente ascoltare il presidente del Consiglio è qualcosa di inqualificabile.

    Evidentemente non ci si rende nemmeno conto del livello a cui si è decaduti, e questa è una ragione in più di preoccupazione.

    Di fatto la sinistra ha contribuito a limitare gli spazi di dibattito politico nel paese e, invece di invitare Prodi al confronto, lo sostiene nella sua scelta di evitarlo. Il centrosinistra non vuol fare parlare Berlusconi, ma nemmeno vuol far parlare Prodi, per nascondere il vuoto di proposte che lo caratterizza. Si capisce dal chiacchiericcio sommesso dietro le spalle che accompagnava l'intervento del professore a Torino. Di conseguenza hanno iniziato fin da ora, dall'opposizione, a limitarne la libertà di espressione. Vogliamo sperare che coloro che nella maggioranza non hanno saputo valutare adeguatamente questo problema della par condicio, si rendano conto per lo meno oggi dei danni che ne potranno derivare. Non vorremmo finire per avere un Prodi, o chi per lui, a monopolizzare la televisione di stato in maniera castrista.

    Roma, 6 aprile 2006

  3. #3
    Ardito86
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    I sinistri sono sempre piùpatetici

  4. #4
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    Predefinito

    Chi è causa del suo mal...

    bastava rifare la legge sulla par-condicio invece della Cirielli o della Pecorella, no?

 

 

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