6 aprile 2006
I conti 2006: Pil +1,3%, deficit al 3,8% e debito in rialzo verso il 108%
di Michele De Gaspari





Il Governo aggiorna gli obiettivi di crescita e di finanza pubblica con la Relazione sull'andamento dell'economia e la Relazione trimestrale di cassa.
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Il Pil è rivisto al ribasso (da +1,5% a +1,3%), il deficit e il debito al rialzo (da 3,5% a 3,8% e da 106% a 108% circa) rispetto alle precedenti stime del Programma di stabilità nell'aggiornamento di fine 2005, trasmesso nello scorso dicembre all'Unione europea.

La crescita zero del Pil italiano nel 2005 si è accompagnata a un nuovo sensibile rallentamento congiunturale nell'ultimo trimestre dell'anno, che ha chiuso con un bilancio ancora una volta deludente, così come era accaduto nei tre anni precedenti (+1,1% nel 2004, zero nel 2003 e +0,3% nel 2002). I consumi delle famiglie sono rimasti pressoché fermi, gli investimenti fissi lordi sono diminuiti e il commercio estero è tornato a fornire un contributo negativo alla dinamica del Pil; le esportazioni nette sono in peggioramento, perché l'import aumenta più dell'export. Solo grazie alla spesa pubblica e all'accumulo delle scorte la variazione del Pil non ha mostrato un segno meno, mentre le costruzioni, pur in frenata, hanno evitato una caduta degli investimenti complessivi. Nonostante il cattivo risultato del 2005, ci sono attese di miglioramento nel corso del 2006, in cui la crescita del Pil è prevista portarsi poco sopra l'1%; e la tendenza più favorevole sembra confermata dall'andamento degli indici anticipatori e dal recupero del clima di fiducia di imprese e famiglie nel primo trimestre dell'anno.

Sul fronte della finanza pubblica il quadro non può non essere preoccupante, con un deficit di bilancio che in assenza di significative correzioni punta verso il 5% del Pil, mentre l'avanzo primario (calcolato escludendo la spesa per interessi) è ormai azzerato e il debito, di conseguenza, ricomincia a salire in rapporto al Pil, dopo dieci anni consecutivi di riduzioni. L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è arrivato al 4,1% del Pil nel 2005 e le misure varate con la Finanziaria 2006 dovrebbero riportarlo al 3,8% quest'anno e intorn o a l 3% nel 2007. Ma è difficile impedire un nuovo aumento del disavanzo, senza la determinazione a tagliare le spese correnti e far così risalire di alcuni punti sul Pil (almeno tre-quattro) il saldo primario di bilancio. Il problema più urgente da affrontare è quello del debito pubblico, il cui rapporto sul Pil è risalito lo scorso anno al 106,4% - pari a 1.508 miliardi di euro nei valori assoluti - con un aumento di 2,6 punti percentuali rispetto al 2004, a causa del fabbisogno di cassa del settore statale e delle amministrazioni decentrate in forte espansione (oltre 72 miliardi). Il rientro del debito può essere, innanzitutto, conseguito attraverso sia operazioni di dismissione del patrimonio pubblico, sia contenendo la spesa corrente.