MILANO - Una vittoria di Romano Prodi alle elezioni italiane piacerebbe ai mercati e all'Unione europea. Lo scrive il quotidiano francese Le Monde, in un editoriale intitolato ''La scelta italiana''.

''Un ritorno del Professore - scrive Le Monde - sarebbe ben accolto dai mercati, che avevano apprezzato la sua efficacia nel preparare il suo Paese all'euro'', mentre Silvio Berlusconi ''ha moltiplicato le critiche alla moneta unica''. ''L'Unione europea - prosegue l'editoriale - sarebbe soddisfatta di lavorare con l'ex presidente della Commissione, europeista convinto, dopo aver avuto a che fare con un euroscettico filoamericano''. Secondo Le Monde, il voto del 9-10 aprile dirà se gli italiani si sono definitivamente ''vaccinati'' contro Berlusconi o se hanno ancora bisogno di un ''richiamo''. Sicuramente, si affrontano ''due concezioni opposte della politica e dello Stato''. ''Passare dall'uno all'altro - indica il quotidiano - significherebbe per l'Italia un ritorno ad una certa etica politica dopo una lunga parentesi nella quale l'esempio della trasgressione è venuto dal vertice''.

Le Monde individua nella politica economica e in quella estera i due campi principali dello scontro. Da una parte, Berlusconi dice ''meno tasse'', dall'altra Prodi risponde ''tasse migliori, vale a dire più giustizia e trasparenza fiscale per rendere sopportabile una politica di rigore''. Ma, si chiede il quotidiano, ''gli italiani, vittime di un elevato costo della vita e della precarietà del lavoro, lo capiranno?''.

Una vittoria del centro-sinistra, secondo Le Monde, ''significherebbe anche un cambiamento di rotta sul piano internazionale. Fondata sulle amicizie personali, la politica estera di Berlusconi ha allontanato l'Italia dall'Europa per avvicinarla agli Stati Uniti''. Inoltre, ''Berlusconi ha isolato il suo Paese in Europa, dove ormai e' distanziata economicamente e diplomaticamente dalla Spagna''.

''Tradizionalmente atlantista, l'Italia non taglierà comunque i ponti con gli Usa se Prodi fosse eletto - sottolinea l'editoriale - ma ritroverebbe una linea piu' sfumata soprattutto nei confronti del mondo arabo e del conflitto israelo-palestinese''. ''I pessimisti - conclude il quotidiano - rimproverano alla coalizione eterogenea guidata da Prodi di non riuscire sempre a parlare con una sola voce. In cinque anni, quella di Berlusconi non l'ha mai fatto''.