Dagli Usa a Londra il movimento Childfree. Primi segnali anche in Italia
Ma in GB le nascite sono sempre di gran lunga superiore alle nostre
"L'orgoglio di non aver bimbi"
la nuova scelta delle donne
Gli esperti ammoniscono: non c'è una volontà deliberata
nella maggior parte dei casi si è frenati dalle difficoltà
di MARIA NOVELLA DE LUCA



ROMA - La provocazione arriva dall'Inghilterra, va contro tutte le statistiche e contraddice studi, ricerche e testimonianze sulla crescita zero e sulle culle vuote del mondo occidentale. Sarà vero, si è chiesta Catherine Hakim, famosa sociologa della London School of Economics, che dietro le tante donne (e coppie) senza figli ci siano soltanto drammatici problemi di infertilità, di scelte troppo rinviate e di società assai poco ospitali in termini di welfare verso i bambini? La risposta è stata "no", tutto questo è reale, rappresenta la parte del leone del problema, ma non basta a giustificare un calo così radicale della natalità. La spiegazione, dice Catherine Hakim in un'inchiesta della Bbc sulla caduta demografica in diversi paesi europei, "è il numero crescente di donne che ha scelto e sceglie di non fare figli, e non sono donne che si sentono senza figli, ma libere da figli", e bisogna usare i termini inglesi per capire il salto che c'è da childless a childfree. Un decisione cioè e non una rinuncia.

Infatti si chiama proprio childfree il movimento che nei paesi anglosassoni, Inghilterra e Stati Uniti in testa, inizia ad uscire allo scoperto, rivendica "l'orgoglio dei senza figli" mettendo in luce una realtà, dice la Hakim intervistata dalla Bbc, "finora considerata un tabù", soprattutto in un mondo dove i bambini sembrano essere un bene prezioso ma irraggiungibile per un numero sempre più folto di coppie. Ma è possibile che ci siano donne, anche felicemente sposate o conviventi, che scelgono di essere "libere" da figli, tanto da dichiarare "non me la sono mai sentita di diventare madre", oppure "non volevo turbare la mia stabilità di coppia", o ancora "volevo dedicarmi alla carriera", o parlando in termini planetari, "il mondo sta scoppiando sotto il peso degli esseri umani, le risorse non bastano più, non faccio alcun danno alla società se non metto al mondo bambini". Sembra di sì, anche se i numeri sono scarsi, o come spiega Letizia Mencarini, demografa dell'università di Firenze, "sono numeri sottostimati e sepolti, ma la tendenza è presente anche nel nostro paese".


"Proprio seguendo le tesi della Hakim - aggiunge Mencarini - due anni fa insieme ad altre università abbiamo intervistato 850 donne tra i 40 e i 45 anni, sia single che in coppia, in 5 città italiane: è emerso che il 34% delle donne che avevano un compagno o un marito, non aveva mai provato a fare un figlio, sia per scelta personale, sia perché a forza di rimandare il momento giusto questo era passato definitivamente". Un appuntamento "saltato" quindi, ma senza drammi apparenti. Senza ricorrere a tardivi tentativi di fecondazione assistita. Magari con un rimpianto a cui non si dà né spazio né forma. Ma in queste testimonianze ce n'è abbastanza da far sussultare demografi e sociologi, per non parlare dei movimenti per la vita, e senza contare l'amarezza di chi i figli li avrebbe voluti ma non è riuscito ad averli. Eppure, in questa inchiesta dove vengono analizzati diversi paesi europei, e dove il record della natalità zero spetta all'Italia, seguita da una nazione neo-comunitaria e povera come la Polonia, il dato del childfree inizia ad essere calcolato insieme agli altri indicatori utilizzati per spiegare la denatalità globale dei paesi europei.

Con profonde differenze naturalmente. Mentre in Inghilterra, patria del childfree, i bambini continuano a nascere, da noi, nonostante il bonus di mille euro a bebè e la parola "famiglia" ripetuta fino allo sfinimento, il livello è di 1,33 figli per donna, contro quel 2,1 che secondo la comunità europea sarebbe necessario a scongiurare la crescita zero. Un dato drammatico, anche se nel nostro paese, secondo le ultime ricerche, qualche segnale di ripresa c'è, a sorpresa arriva dal Nord invece che dal Sud, e quello che è evidente è che i bambini tornano a nascere nelle regioni più ricche e più dotate di servizi. E molte, moltissime donne affermano che il loro sogno sarebbe avere non soltanto un figlio, ma due. Spiega infatti la sociologa Marina Piazza: "Mi sembra azzardato parlare di "volontà" di non fare figli per quanto riguarda le donne italiane. Piuttosto parlerei di posticipazione, della difficoltà di trovare un compagno, della voglia di affermare se stesse prima di diventare madri, ma anche di condizioni lavorative e abitative diventate così precarie che è ben difficile pensare ad un futuro di famiglia. Però una cosa è certa: oggi, vista la difficoltà globale di avere figli, dire "non ne voglio" suona quasi sgradevole, offensivo. Invece, anche questo fa parte della libertà di scelta".

(8 aprile 2006)