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    Predefinito SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    SVENDITA ITALIA: L'ABC - PANFILO BRITANNIA
    Data: Lunedi 22 Settembre 2008 (19:00)

    DI NICOLETTA FORCHERI

    Dalla lettura di un articolo del Corriere di
    qualche giorno fa, la Goldman
    Sachs sarebbe sul punto di prendere il controllo
    della rete Wimax italiana; del resto non c’è
    nessuna sorpresa, visto il ruolo cruciale che la
    Goldman, azionista della Federal Reserve americana,
    ha svolto sin dall’inizio nella svendita
    dell’Italia, di cui si può ragionevolmente
    affermare che sia iniziata con esattezza il 2
    giugno 1992 – nonostante alcuni precedenti
    inutili tentativi - con l’accordo preso sul panfilo
    Britannia, onori di casa fatti dalla Regina d’Inghilterra, al largo di Civitavecchia, tra Draghi, allora
    direttore generale del Tesoro, Azeglio Ciampi, in qualità di governatore della Banca d’Italia, e un
    centinaio tra rappresentanti della finanza anglosassone americana (Barclays, Warburg, azionista della
    Federal Reserve, PricewaterhouseCoopers – ex Coopers & Lybrand – Barings – oltre alla Goldman
    ecc.) e degli ambienti industriali e politici italiani. Era presente anche Costamagna, che diventerà
    dirigente della Goldman quando sua moglie finanzierà l'ultima campagna elettorale di Prodi.
    Lì gli angli dettarono le istruzioni su come privatizzare, per scelta obbligata, le industrie italiane statali.
    Con l’aiuto della stampa iniziò una campagna martellante per incutere il timore nel popolo italiano
    di “non entrare in Europa”, manco ne fossimo stati tra i Sei paesi fondatori…
    E questa è oramai storia, tant’è vero che sull’episodio del “panfilo Britannia” vi furono le interrogazioni
    parlamentari di alcuni onorevoli come Raffaele Tiscar (DC), Pillitteri e Bottini (PSI) Antonio
    Parlato (MSI), autore di tre interrogazioni rimaste senza risposta e della senatrice Edda Fagni (PCI).
    Fu l’inizio dell’era dei governi tecnici, dopo 40 anni di regime DC, con il “tecnico” Ciampi, il tecnico
    Amato, il tecnico Prodi. Il governo doveva, a tutti i costi essere “tecnico”, pur di non fare arrivare
    al potere neanche un’idea, che fosse tale e che lo fosse per il bene del paese, come sarebbe potuto
    esserla quella, ad esempio, di un Aldo Moro…
    Era la stagione dell’attentato a Falcone cosicché – guarda caso - la stampa non diede il dovuto risalto
    all’incontro, e da poco erano iniziate le indagini di Tangentopoli - nome in codice Manipulite –
    cosicché molti esponenti degli ambienti politico-economici si ritrovarono improvvisamente “minacciati”
    dall’insidia latente di potersi ritrovare nell’occhio del ciclone. Un modo per “ammorbidire”
    un ambiente, prima della grande “purga”? Certo è che Manipulite sembra sia avvenuta proprio in un
    momento opportuno per fare “PiazzaPulita” di una classe politica con velleità italiote, e per ottenere
    le “ManiLibere” di fare entrare i governi dei “tecnici”, quelli che con i loro amici della Goldman e
    della Coopers ci avrebbero inculcato la “medicina” amara della svendita dell’IRI.
    Di sicuro un Craxi, per quanto corrotto, non avrebbe mai siglato un patto così scellerato, quello di
    svendere tutto il comparto nazionale produttivo del paese (l’IRI ad oggi sarebbe stata la maggiore
    2
    multinazionale al mondo e noi non saremmo un paese in svendita), lui che tenne testa agli americani
    nella vicenda dell’Achille Lauro, negando loro l’accesso al nostro territorio per attaccare i sequestratori
    della nave, terroristi palestinesi, e portando avanti le trattative con i terroristi nonostante il
    veto del presidente Reagan… Certo è che Craxi, dopo l’inizio di Tangentopoli, dovette rassegnare
    le dimissioni a febbraio del 1993…Guarda caso…
    E, infatti, proprio qualche anno prima Craxi era stato duramente criticato dagli ambienti angloamericani,
    quegli stessi che non si privano mai d’interferire nella nostra politica interna, proprio di “ingerenza
    dello Stato in economia” - per voce dei loro accoliti Andreotti, Spadolini, Cossiga - perché
    aveva decretato la fine del mandato di Enrico Cuccia come presidente di Mediobanca (di cui divenne
    però presidente onorario), e perché si era opposto alla vendita dello SME, il complesso alimentare
    dell’IRI, negoziato direttamente dal suo presidente Romano Prodi ma smentita da una direttiva
    del Governo.
    Mediobanca, secondo il sito e movimento internazionale Movisol
    (http://www.movisol.org/draghi4.htm ) “fu posta sotto il controllo di fatto della Lazard Frères [altra
    azionista della Fed Res] di Londra, una banca che è proprietà di un raggruppamento estremamente
    influente dell’establishment britannico, il Pearson Group PLC (…) che controlla anche la rivista
    “The Economist” e il quotidiano “Financial Times”. Nel piano di spartizione del bottino della seconda
    guerra mondiale "l'Italia, occupata dalle potenze occidentali, sarebbe diventata un'area in cui
    avrebbe predominato l'influenza britannica", influenza che nel frattempo è scesa a patti con la grandeur
    della Francia….
    Ma tornando agli angli, era quindi chiaro che per potere procedere alle privatizzazioni bisognava
    togliere di torno una classe politica che mostrava i muscoli davanti a certe velleità statunitensi di
    comandare a casa nostra, e soprattutto che non voleva mollare l’osso – o il malloppo - per lasciare
    posto a una classe di tecnici, fedeli servitori delle banche e dei circoli finanziari angloamericani, il
    cui motto era “privatizzare per saccheggiare”. Quella della condizione di tecnicità per accedere al
    potere fu un imperativo talmente tassativo, da riuscire nell’intento di dividere il PCI, con una fetta
    che divenne sempre più “tecnica”, sempre più British, sempre più amica delle banche, sempre più
    …PD…
    Il premio di tutta questa svendita, prevista per filo e per segno in tanto di Libri sulle privatizzazioni
    dai governi tecnici, o di sinistra che dir si voglia (a firma di Amato o di Visco) fu la nostra “entrata
    in Europa”, demagogicamente parlando, o la cessione della nostra già minata sovranità monetaria
    dalla Banca d’Italia alla Banca centrale europea SA per una moneta, l’euro che, con il tasso iniziale
    di cambio imposto euro-Lira troppo elevato fu penalizzante per le nostre esportazioni. Senza più la
    possibilità di emettere moneta quando il governo lo reputi giusto, con la possibilità di vendere i titoli
    del debito pubblico in mani istituzionali estere e private (fino al 2006 il nostro debito doveva rimanere
    in mani pubbliche e nazionali), senza neanche un governo economico a livello europeo che
    possa controllare quella banda di imbroglioni, è come se ci avessero improvvisamente messo sulla
    piazza pubblica per venderci al mercato degli schiavi…
    E non c’è l’ombra di un dubbio che nel nostro indebitamento crescente vi sia la mano invisibile di
    qualche regia occulta, occulta ad esempio come i British Invisibles, che organizzarono appunto la
    riunione sul panfilo, occulta come alcuni azionisti che si nascondono nelle partecipazioni incrociate
    e a catena e di cui mai si riescono a scoprire i nomi. O come i mandanti di Soros che speculò sulla
    Lira per svalutarla, facendoci uscire dallo SME (Sistema monetario europeo) proprio per ostentare
    lo spauracchio del rischio di “non entrare in Europa”.
    L’anno 1992 fu davvero un anno cruciale per il destino del nostro paese, tant’è vero che quando
    Amato divenne presidente del Consiglio qualche giorno dopo l’incontro sul panfilo, con il decreto
    333 dell’11 luglio trasformò in SpA le aziende di Stato IRI, ENI, INA ed ENEL e mise in liquidazione
    l’Egam. In quell’anno, quando Amato dovette far fronte alla speculazione contro la Lira di
    Soros, utilizzò 48 milioni di dollari delle riserve della Banca d’Italia, dopo avere operato un prelievo
    forzoso dell’8 per mille dai conti correnti degli italiani. Sempre in quell’anno mise in liquidazione
    l’Efim, le cui controllate passarono all’IRI e trasformò le FS in SpA. Sempre nel 1992 Draghi,
    Direttore del Tesoro preparò la Legge Draghi che entrerà in vigore nel 1998 con il governo Prodi e
    si predispose una legge per permettere la trattativa privata nella cessione dei beni pubblici qualora
    fosse in gioco “l’interesse nazionale”….
    Prodi, che dal 1990 al 1993 fu consulente della Unilever e della Goldman Sachs, quando nel maggio
    del 1993 ritornò a capo dell’IRI riuscì a svendere la Cirio Bertolli alla Unilever al quarto del suo
    prezzo e a collocare le azioni che le tre banche pubbliche, BNL (diventanta della BNP Paribas),
    Credito italiano e Comit detenevano in Banca d’Italia, privatizzando il 95% della stessa. Indovinate
    chi scelse come "Advisor"?
    Uomini della Goldman, nel senso che vi hanno lavorato sono, oltre a Costamagna e Prodi, Monti
    (catapultato alla carica di Commissario), Letta, Tononi e naturalmente Draghi. Sicuramente ce ne
    sono altri; molti nostri uomini politici se non lavorano per la Goldman, lavorano per l'FMI, come
    Padoa Schioppa, presidente della BEI, Banca europea per gli Investimenti.
    Queste sono informazioni che dovrebbero essere spiegate in lungo e in largo dalla stampa, e sicuramente
    superate dagli avvenimenti - tranne articoletto del Corriere sopra - e invece sono state, e lo
    sono tutt'ora, accuratamente occultate al grande pubblico, anche se per quelli che gli altri si divertono
    a chiamare complottisti, per denigrarne le parole, è storia arcinota.

  2. #2
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  3. #3
    Tringeadeuroppa
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    da leggere, rileggere e ricordare....per tutti quelli che...marco travaglio!

  4. #4
    Torre d'Avorio
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    No, l'Avatar non sta bevendo.
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    Predefinito Riferimento: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    Da postare anche negli altri forum..

    Per caso qualcuno di voi ha letto questo? http://www.edizionidiar.com/disastronazione.asp

  5. #5
    Baron Samedi
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    Predefinito Riferimento: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    A loro volta, tali enti statali creati dal genio di Beneduce che riusci a creare il giusto compromesso nel sistema statale misto alle logiche aziendali private (ossia esente dal tipico parassitismo rappresentato dal classico impiegato, ma costituito da veri e propri tecnici consci del proprio ruolo e dei propri meriti), con la nascita della repubblica e del multipartitismo, furono lottizzati in maniera scabrosa dai vari partituncoli, nella classica spartizione delle cariche importanti.Del resto solo la presenza dell'eminenza grigia "Cuccia" la diceva lunga sui poteri forti....Per non parlare dello stato comatoso dell'Iri.
    Il colpo di grazia con tale svendita non ha fatto altro (visti i cambiamenti geopolitici del fatidico 92) che portare ad un ennesimo negativo cambio di rotta.Da notare che il nome di Beneduce sta tornando alla ribalta solo ora, prima rappresentava un tabu, nonostante la figlia abbia sposato l'eminenza grigia in questione......

  6. #6
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    Predefinito Riferimento: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    Credo che sia uno dei migliori thread del forum questo dedicato alle privatizzazioni subite dall'Italia nel 92. Ed è da aggiornare perchè sull'argomento c'è molto materiale. Tra i tanti articoli disponibili posto questo:



    Vi Veri Veniversum Vivus Vici: 1992:Panfilo Britannia e la svendita dell’Italia!
    12 Luglio 2009

    Vi ricordate il 1992?
    Cosa esattamente vi ricordate del 1992?
    Ve lo dico io.

    La classe politica che aveva governato l’Italia per oltre 40 anni crollò per opera della magistratura,un sistema politico basato sulla corruzione e il clientelismo e che niente,nè le proteste popolari,nè la collusione con la mafia che di tanto in tanto veniva documentata su alcuni giornali aveva potuto scalfire.
    Ecco che improvvisamente il sistema crollò.

    Cosa accadde che fece precipitare la situazione?

    Mentre i media riportavano gli eventi di Tangentopoli,sviando così l’attenzione dei cittadini italiani,il Governo decideva il futuro del paese;vediamo come.

    Gli italiani sperarono che grazie a “Tangentopoli” ci si potesse avviare verso un futuro migliore,invece,in segreto,il governo stava attuando politiche che avrebbero portato alla svendita di numerose aziende italiane compresa la Banca d’Italia.A questa svendita fu dato il nome di privatizzazione!
    L’allora ministro degli interni,Vincenzo Scotti,lanciò il 16 marzo del 1992 un allarme a tutti i prefetti temendo una serie di attacchi alla democrazia italiana,si aspettava l’uccisione di politici o la rapina del capo dello stato;quello che avvenne fu molto più nascosto e destabilizzante e purtroppo andò a buon fine.

    Nel maggio del 1992 Giovanni Falcone venne ucciso dalla mafia,egli stava indagando sui flussi di denaro sporco,le indagini stavano portando a collegare la mafia ad importanti circuiti finanziari internazionali.Falcone aveva scoperto addirittura che alcuni personaggi di Palermo,ad esempio Giovanni Lo Cascio,erano affiliati a logge massoniche di rito scozzese.La pista delle logge correva parallela a quella dei circuiti finanziari.

    Le indagini di Falcone passarono a Borsellino che venne assassinato due mesi più tardi.
    Sull’onda di quest’ attentato,la mafia proseguì con la strategia del terrore per spaventare il paese e fargli accettare il nuovo corso degli eventi.

    Per la cronaca:
    il 4 maggio del 1993 esplode un’autobomba in via Fauro a Roma,quartiere Pairoli;
    il 27 maggio 1993 un’autobomba esplode in via Georgofili a Firenze,muoiono 5 persone;
    tra il 27 e il 28 luglio 1993 un’altra autobomba esplode in via Palestro a Milano,muoiono 5 persone.

    In Italia e nemmeno in America la mafia si era spinta a tanto,in genere la mafia non affronta direttamente lo Stato,sa che così perderebbe il bene più prezioso per ogni organizzazione criminale,cioè la complicità attiva o passiva della popolazione entro la quale si muove.

    Allora,cosa c’era di tanto importante nelle indagini di Falcone e Borsellino?

    Forse che i loro metodi erano poco graditi ai personaggi con cui il governo italiano ebbe a che fare quell’anno?

    Forse che avevano toccato gli interessi dei grandi burattinai?

    In quel periodo si cercò persino di far apparire Falcone come un complice della mafia,metodo di calunnia tipico dei servizi inglesi e statunitensi.

    Cosa c’entrano inglesi e americani?

    Quell’anno l’elite anglo-americana non voleva solo impedire una efficace lotta contro la mafia,ma voleva rendere l’Italia un paese completamente soggiogato ad un sistema mafioso e criminale,che avrebbe dominato tramite il potere finanziario.

    Siete un poco confusi?

    Andando avanti capirete meglio e tutti i tasselli andranno al loro posto…..
    Così disse Spadolini:”Il fine della criminalità mafiosa sembra essere identico a quello del terrorismo nella fase più acuta della stagione degli anni di piombo: travolgere lo stato democratico nel nostro paese. L’obiettivo è sempre lo stesso: delegittimare lo Stato, rompere il circuito di fiducia tra cittadini e potere democratico…se poi noi scorgiamo – e ne abbiamo il diritto – qualche collegamento internazionale intorno alla sfida mafia più terrorismo, allora ci domandiamo: ma forse si rinnovano gli scenari di dodici-undici anni fa? Le minacce dei centri di cospirazione affaristico-politica come la P2 sono permanenti nella vita democratica italiana. E c’è un filone piduista che sopravvive, non sappiamo con quanti altri. Mafia e P2 sono congiunte fin dalle origini, fin dalla vicenda Sindona“(Parleremo più avanti dello scandalo Marcinkus-Ior-Vaticano-Sindona-Calvi-Ambrosiano).

    Prosegue cosi Tina Anselmi:”Bisogna stare attenti, molto attenti… Ho parlato del vecchio piano di rinascita democratica di Gelli e confermo che leggerlo oggi fa sobbalzare. E’ in piena attuazione… Chi ha grandi mezzi e tanti soldi fa sempre politica e la fa a livello nazionale ed internazionale. Ho parlato in questi giorni con un importante uomo politico italiano che vive nel mondo delle banche. Sa cosa mi ha detto? Che la mafia è stata più veloce degli industriali e che sta già investendo centinaia di miliardi, frutto dei guadagni fatti con la droga, nei paesi dell’est… Stanno già comprando giornali e televisioni private, industrie e alberghi… Quegli investimenti si trasformeranno anche in precise e specifiche azioni politiche che ci riguardano, ci riguardano tutti. Dopo le stragi di Palermo la polizia americana è venuta ad indagare in Sicilia anche per questo, sanno di questi investimenti colossali, fatti regolarmente attraverso le banche“

    Iniziano a scomparire le nuvole?

    Andiamo oltre e sentite cosa disse l’ex ministro Scotti,anni dopo,a Cirino Pomicino:

    “Tutto nacque da una comunicazione riservata fattami dal capo della polizia Parisi che, sulla base di un lavoro di intelligence svolto dal Sisde e supportato da informazioni confidenziali, parlava di riunioni internazionali nelle quali sarebbero state decise azioni destabilizzanti sia con attentati mafiosi sia con indagini giudiziarie nei confronti dei leaders dei partiti di governo“.

    E qui veniamo al bandolo della matassa!

    Infatti una delle riunioni di cui parlava Scotti si svolse il 2 giugno del 1992 sul Panfilo Britannia in navigazione lungo le coste siciliane.Sul Panfilo c’erano alcuni esponenti di prim‘ordine del potere anglo-americano reali britannici e i grandi banchieri delle banche a cui si rivolgerà il governo italiano durante la fase delle privatizzazioni
    (Merrill Lynch,Goldman Sachs,Salomon Brothers).

    In quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca d’Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni. A quella riunione parteciparono anche diversi italiani, come Mario Draghi(attuale governatore di Banca d’Italia), allora direttore delegato del ministero del Tesoro, il dirigente dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell’Iri Riccardo Galli. Gli intrighi decisi sul Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane, fra le quali c’erano la Buitoni, la Locatelli, la Negroni, la Ferrarelle, la Perugina e la Galbani.

    Nel frattempo la stampa martellava su “Mani pulite”, facendo intendere che da quell’evento sarebbero derivati grandi cambiamenti.

    Nel giugno 1992 si insediò il governo di Giuliano Amato. Si trattava di un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia. Infatti, Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a consultare il centro del potere finanziario internazionale: le tre grandi banche di Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers.

    Appena salito al potere, Amato trasformò gli Enti statali in Società per Azioni, valendosi del decreto Legge 386/1991, in modo tale che l’élite finanziaria li potesse controllare, e in seguito rilevare.

    L’inizio fu concertato dal Fondo Monetario Internazionale, che, come aveva fatto in altri paesi, voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra moneta, per agevolare il dominio economico-finanziario dell’élite. L’incarico di far crollare l’economia italiana venne dato a George Soros, un cittadino americano (Di origine Ebrea)che tramite informazioni ricevute dai Rothschild(Ebrei pure loro), con la complicità di alcune autorità italiane, riuscì a far crollare la nostra moneta e le azioni di molte aziende italiane.

    Soros ebbe l’incarico, da parte dei banchieri anglo-americani, di attuare una serie di speculazioni, efficaci grazie alle informazioni che egli riceveva dall’élite finanziaria. Egli fece attacchi speculativi degli hedge funds per far crollare la lira.
    A causa di questi attacchi, il 5 novembre del 1993 la lira perse il 30% del suo valore, e anche negli anni successivi subì svalutazioni.

    Attraverso il direttore Richard Kats la Banca dei Rothschild mise le mani sull’Eni che venne svenduta,ed ebbe un ruolo di primo piano sulle altre privatizzazioni,compresa quella di Bankitalia.
    C’erano stretti legami tra il Quantum Fund di Soros e i Rothschild.

    La Rothschild Italia Spa,filiale di Milano della Rothschild & sons di Londra,fu creata nel 1989 sotto la direzione di Richard Katz che guarda caso divenne il direttore del Quantum Fund di Soros nel periodo di attacco e svalutazione della Lira.Soros era stato incaricato dai Rothschild di attuare una serie di speculazioni contro la sterlina, il marco e la lira, per destabilizzare il sistema Monetario Europeo.(SMI) Sempre per conto degli stessi committenti, egli fece diverse speculazioni contro le monete di alcuni paesi asiatici, come l’Indonesia e la Malesia. Dopo la distruzione finanziaria dell’Europa e dell’Asia, Soros venne incaricato di creare una rete per la diffusione degli stupefacenti in Europa.

    In seguito i Rothschild cercarono di far cadere la responsabilità per il crollo italiano su qualcun altro,accusando,tramite uno dei loro giornali preferiti,Il Financial Times,la Germania,sostenendo che la Bundesnank aveva attuato operazioni di aggiotaggio contro la lira.
    Questa accusa si rivelò subito falsa in quanto dl crollo della lira e dalla successiva svendita delle aziende italiane se ne avvantaggiarono gli anglo-americani,non i tedeschi!

    Questa “privatizzazione fu un saccheggio e i giorni nostri non fanno presagire nulla di buono,sembra di essere tornati indietro nel tempo,siamo distratti dalla monnezza di Napoli,dalla legge salvaprocessi,dal solito Berlusconi e chissà cosa stanno tramando….Stavolta ce ne accorgeremo prima però!
    Stavolta siamo preparati.

    Nel 1996 Raimondi del Movimento di Solidarietà disse:
    “Abbiamo avuto anni di privatizzazione, saccheggio dell’economia produttiva e l’esplosione della bolla della finanza derivata. Questa stessa strategia di destabilizzazione riparte oggi, quando l’Europa continentale viene nuovamente attratta, anche se non come promotrice e con prospettive ancora da definire, nel grande progetto di infrastrutture di base del Ponte di Sviluppo Eurasiatico.“

    Sembra un discorso attuale o mi sbaglio?

    La magistratura italiana procedette contro Soros ma il tutto si risolse con un nulla di fatto.
    Nell’ottobre del 1995, il presidente del Movimento Internazionale per i Diritti Civili-Solidarietà, Paolo Raimondi, presentò un esposto alla magistratura per aprire un’inchiesta sulle attività speculative di Soros & Co, che avevano colpito la lira. L’attacco speculativo di Soros, gli aveva permesso di impossessarsi di 15.000 miliardi di lire. Per contrastare l’attacco, l’allora governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, bruciò inutilmente 48 miliardi di dollari.
    Su Soros indagarono le Procure della Repubblica di Roma e di Napoli, che fecero luce anche sulle attività della Banca d’Italia nel periodo del crollo della lira. Soros venne accusato di aggiotaggio e insider trading, avendo utilizzato informazioni riservate che gli permettevano di speculare con sicurezza e di anticipare movimenti su titoli, cambi e valori delle monete.
    Spiegano il Presidente e il segretario generale del “Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà”, durante l’esposto contro Soros:

    “È stata… annotata nel 1992 l ‘esistenza… di un contatto molto stretto e particolare del sig. Soros con Gerald Carrigan, presidente della Federal Reserve Bank di New York, che fa parte dell’apparato della Banca centrale americana, luogo di massima circolazione di informazioni economiche riservate, il quale, stranamente, una volta dimessosi da questo posto, venne poi immediatamente assunto a tempo pieno dalla finanziaria “Goldman Sachs & co.” come presidente dei consiglieri internazionali. La Goldman Sachs è uno dei centri della grande speculazione sui derivati e sulle monete a livello mondiale. La Goldman Sachs è anche coinvolta in modo diretto nella politica delle privatizzazioni in Italia. In Italia inoltre, il sig. Soros conta sulla strettissima collaborazione del sig. Isidoro Albertini, ex presidente degli agenti di cambio della Borsa di Milano e attuale presidente della “Albertini e co. SIM” di Milano, una delle ditte guida nel settore speculativo dei derivati. Albertini è membro del consiglio di amministrazione del “Quantum Fund” di Soros“.

    L’attacco speculativo contro la lira del settembre 1992 era stato preceduto e preparato dal famoso incontro del 2 giugno 1992 sullo yacht “Britannia” della regina Elisabetta II d’Inghilterra, dove i massimi rappresentanti della finanza internazionale, soprattutto britannica, impegnati nella grande speculazione dei derivati, come la S. G. Warburg, la Barings e simili, si incontrarono con la controparte italiana guidata da Mario Draghi, direttore generale del ministero del Tesoro, e dal futuro ministro Beniamino Andreatta, per pianificare la privatizzazione dell’industria di stato italiana.
    A seguito dell’attacco speculativo contro la lira e della sua immediata svalutazione del 30%, codesta privatizzazione sarebbe stata fatta a prezzi stracciati, a beneficio della grande finanza internazionale e a discapito degli interessi dello stato italiano e dell’economia nazionale e dell’occupazione.
    ” Stranamente”, gli stessi partecipanti all’incontro del Britannia avevano già ottenuto l’autorizzazione da parte di uomini di governo come Mario Draghi, di studiare e programmare le privatizzazioni stesse. Qui ci si riferisce per esempio alla Warburg, alla Morgan Stanley, solo per fare due tra gli esempi più noti. L’agenzia stampa EIR (Executive Intelligence Review) ha denunciato pubblicamente questa sordida operazione alla fine del 1992 provocando una serie di interpellanze parlamentari e di discussioni politiche che hanno avuto il merito di mettere in discussione l’intero procedimento, alquanto singolare, di privatizzazione.”

    Adesso citiamo i nomi dei complici italiani:

    Barucci Piero:Ministro del Tesoro
    Dini Lambertorettore di Bankitalia
    Ciampi Carlo Azeglio:Governatore Bankitalia
    Amato Giuliano:Capo del Governo
    Draghi Mariorettore Generale del Tesoro
    Prodi Romani:Presidente IRI

    Non a caso Romano Prodi è stato lo sponsor ufficiale della laurea honoris causa (sic) elargita dall’Università di Bologna al “mecenate” Soros (tra l’altro condannato all’ergastolo in Malesia per aver replicato la speculazione monetaria anche in quel Paese).
    Dini fece addirittura il doppio gioco,denunciando i pericoli e allo stesso tempo appoggiando gli speculatori.
    Amato costrinse i Sindaci ad accettare u accordo salariale non conveniente per i lavoratori per la “necessità di rimanere nel Sistema Monetario Europeo”,sapendo benissimo che comunque l’Italia ne sarebbe presto uscita a causa delle imminenti speculazioni.

    Avvenne così che nei primi anni 90 si susseguirono senza tregue privatizzazioni su privatizzazioni.
    Il decreto legislativo 79/99 avrebbe permesso la privatizzazione delle aziende energetiche.
    Nel settore del gas e dell’elettricità apparvero numerose aziende private, oggi circa 300.
    Dal 24 febbraio del 1998, anche le Poste Italiane diventarono una S.p.a. In seguito alla privatizzazione delle Poste, i costi postali sono aumentati a dismisura e i lavoratori postali vengono assunti con contratti precari. Oltre 400 uffici postali sono stati chiusi, e quelli rimasti aperti appaiono come luoghi di vendita più che di servizio.

    A noi giustificarono la svendita delle privatizzazioni dicendo:

    a)Si doveva risanare il debito pubblico,non specificando però l’enorme truffa del debito pubblico,celando che si trattava di pagare altro denaro alle banche in cambio di banconote che valevano come carta straccia.
    In pratica guadagnarono le Banche e imprenditori già ricchi e che divennero poi famosi per le loro “eccellenti qualità”……(Benetton,Tronchetti Provera,Pirelli,Colaninno,Gnutti ecc..)

    B)Si diceva che le privatizzazioni avrebbero migliorato la gestione delle aziende,in realtà si sono poi verificati quei disastri che ben conosciamo…

    Le nostre aziende sono state svendute ad imprenditori che quasi sempre agivano per conto dell’élite finanziaria, da cui ricevevano le somme per l’acquisto. La privatizzazione della Telecom avvenne nell’ottobre del 1997. Fu venduta a 11,82 miliardi di euro, ma alla fine si incassarono soltanto 7,5 miliardi. La società fu rilevata da un gruppo di imprenditori e banche., e al Ministero del Tesoro rimase una quota del 3,5%.

    Il piano per il controllo di Telecom aveva la regia nascosta della Merril Lynch, del Gruppo Bancario americano Donaldson Lufkin & Jenrette e della Chase Manhattan Bank.(Mancava solo Rockefeller,ed eccoci accontentati!).

    Alla fine del 1998, il titolo aveva perso il 20% (4,33 euro). Le banche dell’élite, la Chase Manhattan e la Lehman Brothers, si fecero avanti per attuare un’opa. Attraverso Colaninno, che ricevette finanziamenti dalla Chase Manhattan, l’Olivetti diventò proprietaria di Telecom. L’Olivetti era controllata dalla Bell, una società con sede a Lussemburgo, a sua volta controllata dalla Hopa di Emilio Gnutti e Roberto Colaninno.

    Il titolo, che durante l’opa era stato fatto salire a 20 euro, nel giro un anno si dimezzò. Dopo pochi anni finirà sotto i tre euro.
    Nel 2001 la Telecom si trovava in gravi difficoltà, le azioni continuavano a scendere. La Bell di Gnutti e la Unipol di Consorte decisero di vendere a Tronchetti Provera buona parte loro quota azionaria in Olivetti. Il presidente di Pirelli, finanziato dalla J. P. Morgan, ottenne il controllo su Telecom, attraverso la finanziaria Olimpia, creata con la famiglia Benetton (sostenuta da Banca Intesa e Unicredit).

    Dopo dieci anni dalla privatizzazione della Telecom, il bilancio è disastroso sotto tutti i punti di vista: oltre 20.000 persone sono state licenziate, i titoli azionari hanno fatto perdere molto denaro ai risparmiatori, i costi per gli utenti sono aumentati e la società è in perdita.
    Attualmente ci si prepara per un nuovo maxi-licenziamento di altre 20.000 persone.
    La privatizzazione, oltre che un saccheggio, veniva ad essere anche un modo per truffare i piccoli azionisti.
    La Telecom , come molte altre società, ha posto la sua sede in paesi esteri, per non pagare le tasse allo Stato italiano. Oltre a perdere le aziende, gli italiani sono stati privati anche degli introiti fiscali di quelle aziende. La Bell, società che controllava la Telecom Italia, aveva sede in Lussemburgo, e aveva all’interno società con sede alle isole Cayman, che, com’è noto, sono un paradiso fiscale.
    Gli speculatori finanziari basano la loro attività sull’esistenza di questi paradisi fiscali, dove non è possibile ottenere informazioni nemmeno alle autorità giudiziarie. I paradisi fiscali hanno permesso agli speculatori di distruggere le economie di interi paesi, eppure i media non parlano mai di questo gravissimo problema.

    Mettere un’azienda importante come quella telefonica in mani private significa anche non tutelare la privacy dei cittadini, che infatti è stata più volte calpestata, com’è emerso negli ultimi anni.(Vogliamo davvero credere ,ad esempio, che solo Moggi parlasse con gli arbitri? Il Tronchetto dell’infelicità(Tronchetti-Provera),guarda caso è nel consiglio di amministrazione dell’Inter,una delle società che hanno avuto i maggiori benefici da Calciopoli;pensiamo che una persona “brava”come Moratti non abbia nulla a che fare con Calciopoli?)

    Anche per le altre privatizzazioni, Autostrade, Poste Italiane, Trenitalia ecc., si sono verificate le medesime devastazioni: licenziamenti, truffe a danno dei risparmiatori, degrado del servizio, spreco di denaro pubblico, cattiva amministrazione e problemi di vario genere.

    La famiglia Benetton è diventata azionista di maggioranza delle Autostrade. Il contratto di privatizzazione delle Autostrade dava vantaggi soltanto agli acquirenti, facendo rimanere l’onere della manutenzione sulle spalle dei contribuenti.
    I Benetton hanno incassato un bel po’ di denaro grazie alla fusione di Autostrade con il gruppo spagnolo Abertis. La fusione è avvenuta con la complicità del governo Prodi(Quando si parla di privatizzare lui c’è sempre!), che in seguito ad un vertice con Zapatero, ha deciso di autorizzarla.

    Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture, si era opposto, ma ha alla fine si è piegato alle proteste dell’Unione Europea e alla politica del Presidente del Consiglio.(Di Pietro almeno ci prova!)

    Nonostante i disastri delle privatizzazioni, le nostre autorità governative non hanno alcuna intenzione di rinazionalizzare le imprese allo sfacelo, anzi, sono disposte ad utilizzare denaro pubblico per riparare ai danni causati dai privati.(Sperpereranno ulteriormente i NOSTRI soldi!)

    La società Trenitalia è stata portata sull’orlo del fallimento. In pochi anni il servizio è diventato sempre più scadente, i treni sono sempre più sporchi, il costo dei biglietti continua a salire e risultano numerosi disservizi. A causa dei tagli al personale (ad esempio, non c’è più il secondo conducente), si sono verificati diversi incidenti (anche mortali).
    Nel 2006, l ‘amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, si è presentato ad una audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato, per battere cassa, confessando un buco di un miliardo e settecento milioni di euro, che avrebbe potuto portare la società al fallimento. Nell’ottobre del 2006, il Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, approvò il piano di ricapitalizzazione proposto da Trenitalia. Altro denaro pubblico ad un’azienda privatizzata ridotta allo sfacelo.

    Dietro tutto questo c’era l’élite economico finanziaria (Morgan, Schiff, Harriman, Kahn, Warburg, Rockfeller, Rothschild ecc.) che ha agito preparando un progetto di devastazione dell’economia italiana, e lo ha attuato avvalendosi di politici, di finanzieri e di imprenditori. Nascondersi è facile in un sistema in cui le banche o le società possono assumere il controllo di altre società o banche. Questo significa che è sempre difficile capire veramente chi controlla le società privatizzate. E’ simile al gioco delle scatole cinesi, come spiega Giuseppe Turani:
    “Colaninno & soci controllano al 51% la Hopa, che controlla il 56,6% della Bell, che controlla il 13,9% della Olivetti, che controlla il 70% della Tecnost, che controlla il 52% della Telecom“.
    A questo proposito Beppe Grillo sul suo sito ha fatto un lavoro enorme per collegare tra loro tutte le aziene,svelando la vera natura della Borsa Italiana.Bravo Beppe!.

    Numerose aziende di imprenditori italiani sono state distrutte dal sistema dei mercati finanziari, ad esempio la Cirio e la Parmalat.I giornali riportarono che queste aziende truffarono i risparmiatori vendendo obbligazioni societarie (”Bond”) con un alto margine di rischio. La Parmalat emise Bond per un valore di 7 miliardi di euro, e allo stesso tempo attuò operazioni finanziarie speculative, e si indebitò. Per non far scendere il valore delle azioni (e per venderne altre) truccava i bilanci.Non furono le aziende a truffare i risparmiatori,le aziende ,se mai ,truffarono la banca(il sogno di tutti noi!),furono poi le banche a vendere ai risparmiatori i “Debiti” di tali aziende,ben sapendo che non sarebbero mai stati pagati!!!!
    Le Banche hanno letteralmente “rubato”i risparmi dei cittadini,questi non rivedranno mai i loro soldi,questa è la triste verità.

    Le banche nazionali e internazionali sostenevano la situazione perché per loro vantaggiosa, e l’agenzia di rating, Standard & Poor’s, si è decisa a declassare la Parmalat soltanto quando la truffa era ormai nota a tutti.
    I risparmiatori truffati hanno avviato una procedura giudiziaria contro Calisto Tanzi, Fausto Tonna, Coloniale S.p.a. (società della famiglia Tanzi), Citigroup, Inc. (società finanziaria americana), Buconero LLC (società che faceva capo a Citigroup), Zini & Associates (una compagnia finanziaria americana), Deloitte Touche Tohmatsu (organizzazione che forniva consulenza e servizi professionali), Deloitte & Touche SpA (società di revisione contabile), Grant Thornton International (società di consulenza finanziaria) e Grant Thornton S.p.a. (società incaricata della revisione contabile del sottogruppo Parmalat S.p.a.).

    La Cirio era gestita dalla Cragnotti & Partners. I “Partners” non erano altro che una serie di banche nazionali e internazionali. La Cirio emise Bond per circa 1.125 milioni di Euro. Molte di queste obbligazioni venivano utilizzate dalle banche per spillare denaro ai piccoli risparmiatori. Tutto questo avveniva in perfetta armonia col sistema finanziario, che non offre garanzie di onestà e di trasparenza.

    Grazie alle privatizzazioni, un gruppo ristretto di ricchi italiani ha acquisito somme enormi, e ha permesso all’élite economico-finanziaria anglo-americana di esercitare un pesante controllo, sui cittadini, sulla politica e sul paese intero.

    Agli italiani venne dato il contentino di “Mani Pulite”, che si risolse con numerose assoluzioni e qualche condanna a pochi anni di carcere.
    (Avete visto come funzionano i mezzi di distrazione di massa!)

    A causa delle privatizzazioni e del controllo da parte della Banca Centrale Europea(La BCE,per me,è un vero mostro succhiasangue!), il paese è più povero e deve pagare somme molto alte per il debito.
    Ogni anno viene varata la finanziaria, allo scopo di pagare le banche e di partecipare al finanziamento delle loro guerre.

    Mentre la povertà aumenta, come la disoccupazione, il lavoro precario, il degrado e il potere della mafia.
    Il nostro paese è oggi controllato da un gruppo di persone, che impongono, attraverso istituti propagandati come “autorevoli” (Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea), di tagliare la spesa pubblica, di privatizzare quello che ancora rimane e di attuare politiche non convenienti alla popolazione italiana. I nostri governi operano nell’interesse di questa élite, e non in quello del paese.
    Sentite il discorso di Mario Draghi.

    Parla di “poca istruzione dei giovani”,intende forse dire che i giovani si stanno svegliando e non si bevono più le teorie monetarie insegnate a scuola?
    Ha ragione,bisogna fare un miglior lavaggio del cervello.
    Nel discorso,in questo spezzone non si vede,Draghi ha parlato pure di aumentare la produttività(Lavorate schiavi!),alzare l’età pensionabile,(Se alziamo l’età pensionabile e si muore coi Cancrovalorizzatori,ad esempio, prima,risolviamo il problema delle pensioni!)tagliare la spesa pubblica,(Sempre meno servizi,i soldi li dobbiamo dare escusivamente alle Banche!)e infine un contentino per il popolo,abbassare le tasse(Sa benissimo che non è possibile,però dire questo in TV fa fare bella figura!).
    I servi(i politici) del Re(Draghi) se ne stavano ad ascoltare in sacro silenzio e alla fine nessuno che abbia avuto qualche commento negativo!
    Travaglio parla del complotto del Britannia come di una cosa inventata,sentiamo cosa dice Cossiga di Draghi i diretta TV al povero Luca Giurato,in evidente imbarazzo!

    Allora come la mettiamo!
    Inizio ad avere seri dubbi su Travaglio!
    Continuiamo a sperare nella buona fede!



    Ho visto cose che voi umani…

  7. #7
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    Predefinito Riferimento: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    E questa analisi di Sergio Romano che mi sembra tra i più apprezzati diplomatici e politologi anche in ambito eurasiatista.


    1992: la crociera del Britannia fra affari e sospetti
    di Sergio Romano - 16/06/2009

    Fonte: Corriere della Sera [scheda fonte]


    Che cosa accadde realmente il 2 giugno 1992 a bordo del Britannia, il panfilo della Corona d’Inghilterra, dove manager ed economisti italiani discussero con i banchieri britannici della prospettiva delle privatizzazioni in Italia? Una minicrociera di mezza giornata al largo di Civitavecchia attorno alla quale si è sviluppata la leggenda di un complotto per svendere l’industria pubblica italiana alla finanza anglosassone. Quali esponenti italiani vi parteciparono? Che effetti ebbe quella riunione?


    Giuseppe Zaro

    Caro Zaro,
    Posso dirle anzitutto quello che accadde nei giorni seguenti. Vi furo*no indignate prese di posizio*ne della stampa nazionalista. Vi furono preoccupate inter*rogazioni parlamentari di esponenti del Msi. E vi fu un coro di voci allarmate che de*nunciarono la «regia occulta» dell’incontro, le strategie dei «poteri forti», la «svendita dell’industria italiana». L’uso del panfilo della Regina Elisa*betta sembrò dimostrare che la crociera del Britannia era stata decisa e programmata dal governo di Sua Maestà. E il fatto che l’evento fosse sta*to organizzato da una società chiamata «British Invisibles» provocò una valanga di sorri*si, ammiccamenti e battute ironiche.
    Cominciamo dal nome de*gli organizzatori. «Invisibili», nel linguaggio economico-fi*nanziario, sono le transazioni di beni immateriali, come per l’appunto la vendita di servizi finanziari. Negli anni in cui fu governata dalla signora Thatcher, la Gran Bretagna privatizzò molte imprese, ri*lanciò la City, sviluppò la componente finanziaria della sua economia e acquisì in tal modo uno straordinario capi*tale di competenze nel setto*re delle acquisizioni e delle fu*sioni. Fu deciso che quel capi*tale sarebbe stato utile ad al*tri Paesi e che le imprese fi*nanziarie britanniche avreb*bero potuto svolgere un ruo*lo utile al loro Paese. «British Invisibles» nacque da un co*mitato della Banca Centrale del Regno Unito e divenne una sorta di Confindustria delle imprese finanziarie. Oggi si chiama International Fi*nancial Services e raggruppa circa 150 aziende del settore. Nel 1992 questa organizzazio*ne capì che anche l’Italia avrebbe finalmente aperto il capitolo delle privatizzazioni e decise di illustrare al nostro settore pubblico i servizi che le sue imprese erano in grado di fornire. Come luogo dell’in*contro fu scelto il Britannia per tre ragioni. Sarebbe stato nel Mediterraneo in occasio*ne di un viaggio della regina Elisabetta a Malta. Era invalsa da tempo l’abitudine di affit*tarlo per ridurre i costi del suo mantenimento. E, infine, la promozione degli affari bri*tannici nel mondo è sempre stata una delle maggiori occu*pazioni del governo del Re*gno Unito.
    Fra gli italiani che salirono a bordo del panfilo vi furono banchieri pubblici e privati, manager dell’Iri e dell’Efim, rappresentanti di Confindu*stria. Vi fu anche Mario Dra*ghi, allora direttore generale del Tesoro nel governo di Giu*liano Amato. Ma Draghi si li*mitò a introdurre i lavori del seminario con una relazione sulle intenzioni del governo italiano e scese a terra prima che la nave salpasse per l’Ar*gentario. La crociera fu breve e pittoresca, con una orche*strina della Royal Navy che suonava canzoni nostalgiche degli anni Trenta e un lancio di paracadutisti da aerei bri*tannici che si staccarono in volo da un incrociatore e sce*sero come stelle filanti intor*no al panfilo di Sua Maestà. Fu anche utile? È difficile fare i conti. Ma non c’è privatizza*zione italiana degli anni se*guenti in cui la finanza an*glo- americana non abbia svolto un ruolo importante.


    Tante altre notizie su Arianna Editrice

  8. #8
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    Predefinito Rif: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...


  9. #9
    Ghibellino
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    Predefinito Rif: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    Occorre fare conoscere questa cose, di cui la "stampa ufficiale" proccupata dalla "libertà di stampa" e dalle "zoccole di Berlusconi" non parla mai, a più gente possibile, approffittando di tutte le occasioni che abbiamo: con gli amici al bar, con i colleghi al lavoro, con la moglie in cucina, con l'amante nel motel (chi può), con i preti dopo la messa, con chiunque insomma; la gente, la stragrande maggioranza della gente, non solamente ignora queste cose, ma non arriva nemmeno a pensarle.

    Coraggio, dai!

  10. #10
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    Predefinito Rif: SVENDITA ITALIA: Sul Panfilo Britannia, nel 1992, manipulite ecc...

    Questa storia viene ribadita giustissimamente da un quotidiano soltanto: RINASCITA. Chissà perchè? Il resto dei quotidiani si divide tra giustizialisti improvvisati anti Craxiani, e garantisti liberal senza concezione geopolitica e anti Sistema.

 

 
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