Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Predefinito Prime dichiarazioni sui risultati elettorali.

    LA NUOVA Sardegna

    Psd’Az. Dopo le polemiche interne ed esterne per la candidatura al Senato con la Lega in Lombardia
    Sanna non è eletto ma difende la scelta
    «Non vogliamo essere schiacciati dalla logica del bipolarismo italiano»

    CAGLIARI. Il segretario le del Partito sardo d’Azione, Giacomo Sanna, candidato per il Senato nelle liste della Lega in Lombardia, non è stato eletto. La scelta di Sanna, definita dall’interessato come «tecnica e non certo ideologica», aveva creato dure polemiche nel partito e un vivace dibattito nel Centrosinistra sardo.
    Il leader sardista ha detto di non essersi pentito per la scelta. «E’ servita - ha dichiarato - a dimostrare che siamo in grado di fare le nostre scelte liberamente. Se è vero che la Lega ha il progetto di convogliare le anime autonomistiche del Paese non vedo perché non si debba guardare a questo progetto con interesse. Poi sarà il partito a fare le scelte definitive».
    Sanna ha detto di essere stato penalizzato da «una legge elettorale infame che polarizza lo scontro e premia le forze politiche che hanno più risorse economiche». E ha spiegato: «Queste elezioni non sono certo diverse da quelle del 2001. Questa è una legge elettorale che non lascia spazio per chi è fuori dai poli e la battaglia mediatica va a chi ha più risorse e strumenti» Sanna, infine, ha puntato il dito contro la stampa: «Il Psd’Az - ha detto - è stato vessato in questi venti giorni dagli organi di informazione. Un diritto negato: a malapena è stata fatta un’intervista al suo capolista ».
    Secondo il consigliere regionale sardista Giuseppe Atzeri si prospetta, dopo le elezioni politiche, un’instabilità preoccupante «dannosissima per gli italiani e per i sardi ancora di più perchè i nostri problemi sono drammaticamente più gravi a causa dell’isolamento». L’esponente sardista ha detto di non condividere la lettura di chi vede dal voto una fiducia confermata alla giunta regionale. «La terapia Soru continua a creare apprensione sociale», ha rilevato l’esponente del Psd’Az. «Quanto al risultato dei 4 Mori - ha proseguito Atzeri - è innegabile che ci fosse la speranza di qualcosa di più gratificante.
    Ma non bisogna dimenticare - ha concluso – che che questa competizione favorisce il bipolarismo e comprime gli spazi per i partiti minoritari, etnici, federalisti».

  2. #2
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    Fatti non foste a viver come bruti, ma a ricercar vertute e INDIPENDENTZIA
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    Citazione Originariamente Scritto da Su Componidori
    LA NUOVA Sardegna

    [CENTER]Psd’Az. Dopo le polemiche interne ed esterne per la candidatura al Senato con la Lega in Lombardia
    Sanna non è eletto

    CAGLIARI. Il segretario le del Partito sardo d’Azione, Giacomo Sanna, candidato per il Senato nelle liste della Lega in Lombardia, non è stato eletto.

    Hoc est bibendum!!!
    Custha keret buffada

  3. #3
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    ect.. ect...
    çau, deu pentzu ca genti di aici at sçusçau su partidu.....
    funti unu dannu!

  4. #4
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    ...ca deo cheria chi lu elegiana!...lastimedda! sos battor moros s'inche ini ya ghiratos a isse est restatu sa ruke!

  5. #5
    Meda sabios paris
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    Citazione Originariamente Scritto da juanna maria
    ...ca deo cheria chi lu elegiana!...lastimedda! sos battor moros s'inche ini ya ghiratos a isse est restatu sa ruke!
    A ti l'immazinas si lu elegiana?

    Il Governo Prodi nelle mani di Giacomo Sanna! Il suo voto decisivo....


  6. #6
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Predefinito Aggiornamento rassegna stampa.

    LA NUOVA Sardegna, 13 aprile 2006

    IL VOTO IN SARDEGNA
    Il bipolarismo cancella l’«anomalia sarda»
    Del tutto ininfluenti i partiti nati nell’isola,
    più votati di loro i candidati imposti da Roma

    di Filippo Peretti

    CAGLIARI. Il bipolarismo vissuto come una religione e la democrazia mediatica affidata al carisma dei leader hanno cancellato, ormai del tutto, l’antica «anomalia sarda».
    Il voto nell’isola, pur conservando le specificità dei rapporti di forza tra i partiti e tra gli schieramenti, ha infatti rispecchiato in modo preciso l’andamento elettorale registrato nel resto del Paese.
    Tanto che il ruolo delle formazioni nate in Sardegna (non solo quelle indipendentiste) è risultato marginale non solo dal punto di vista numerico ma persino dal punto di vista politico.
    Il voto sardo non si è distinto in alcuno degli aspetti principali di queste elezioni politiche, né nel Centrosinistra né nel Centrodestra.

    Nel Centrosinistra, anche in Sardegna Ds e Margherita al Senato hanno avuto meno voti della lista unitaria dell’Ulivo alla Camera, Rifondazione comunista è avanzato soprattutto al Senato, il braccio di ferro tra l’Udeur e Rosa nel Pugno si è risolto pure qui con una duplice delusione.
    Nel Centrodestra, anche in Sardegna Forza Italia ha recuperato sulle elezioni regionali ma perdendo sempre in egual misura sulle precedenti politiche, mentre l’Udc di Casini, pur crescendo di poco, è arrivato ultimo nella corsa a tre punte senza avere il benché minimo apporto dalla specifica alleanza con Riformatori e Fortza Paris.
    Forse interpretando alla lettera lo spirito della riforma elettorale (voto puramente politico sui simboli e sui leader nazionali dei partiti) i sardi hanno di fatto votato senza quasi occuparsi dei candidati locali. Perché non vi è, rispetto ai flussi elettorali nazionali, il benché minimo spostamento (nell’isola lo si era già verificato con l’avvento di tanti piccoli berluscones).
    Alcuni esempi.
    Due dei cinque senatori eletti dal Centrosinistra non sono sardi: uno è Martone (Prc), l’altro è Bulgarelli (Verdi-Pdci).
    Il primo è andato oltre l’8 per cento, un risultato più che doppio dei voti di Psd’Az, Irs e Sardigna Natzione messi assieme.
    Il secondo ha superato il 4 per cento, sempre oltre la quota indipendentista (3,8 per cento in totale).
    Un secondo esempio, sempre nel Centrosinistra: la lista unitaria dell’Ulivo alla Camera ha eletto, con un ottimo 33 per cento, ben sei deputati di Ds e Margherita, mentre il settimo, Pier Sandro Scano (Progetto Sardegna), non ce l’ha fatta: l’apporto aggiuntivo di voti non è stato sufficiente e il balzo in avanti dell’Ulivo rispetto alla media nazionale viene attribuito più alla crescita della Margherita (più 3 per cento al Senato) che alla specificità dell’alleanza sarda.
    Un esempio, peraltro già citato, anche per il Centrodestra.
    Riguarda l’Udc, che nell’isola puntava a diventare il primo partito della Cdl: veniva dal 10 per cento delle elezioni regionali e aveva fatto cartello con Riformatori (5 per cento) e Fortza Paris (3 per cento). Bene, nonostante il peso dei candidati nelle due liste di Camera e Senato, nell’isola Casini è ridisceso all’8 per cento, rispettando perfettamente la distanza nazionale da Berlusconi e Fini.
    Un ultimo esempio, sempre per la Cdl.
    La frontale opposizione fatta dal ministro Beppe Pisanu e dall’ex presidente Mauro Pili a Renato Soru (critiche sostenute poi anche da Berlusconi, Fini e Casini) non hanno inciso minimamente, se non in alcuni casi particolari. Anzi, votando in netta maggioranza per il Centrosinistra come nelle ultime tre elezioni politiche bipolari, i sardi assieme a Prodi hanno premiato anche Soru.
    Il caso dell’Udc ha deluso chi aveva favorito i cartelli, il segretario regionale Giorgio Oppi, neo deputato. Ma non al punto da rinunciare al progetto: «Andiamo avanti, nel Centrodestra serve più centro. Abbiamo pagato l’assenza del voto di preferenza, perché non abbiamo potuto sfruttare la nostra caratteristica del rapporto diretto e ravvicinato con gli elettori».
    «Abbiamo fatto una campagna elettorale capillare – gli fa eco il neo senatore Massimo Fantola, leader dei Riformatori - ma mentre noi parlavamo a cinquanta, cento elettori, nello stesso paese due-tremila persone guardavano in tv i duelli tra i leader nazionali. Ed è pensando a quelli che sono andati a votare, il nostro progetto, anche perché presentato troppo a ridosso delle elezioni, è rimasto in ombra». Vige, insomma, la democrazia mediatica. Fantola ne è convinto e cita l’esempio della Valle d’Aosta: per la prima volta l’Unione valdotaine, che ha sempre avuto circa il 50 e oltre per cento dei voti, non ha eletto né un senatore né un deputato, rimanendo schiacciata dalla lotta bipolare degli schieramenti italiani.

    «Il sistema bipolare – dice Giacomo Sanna, segretario del Psd’Az non eletto con la Lega in Lombardia a causa della crescita tumultuosa di Forza Italia che ha penalizzato la formazione di Bossi – annienta le diversità, mette in evidenza solo chi fa parte della grande battaglia italiana, impedisce persino di sottolineare i problemi specifici di una regione nascosti anche dal populismo e dalla demagogia di chi la governa». E, in sostanza, può partecipare «solo chi accetta di farsi imbrigliare» e può competere «solo chi ha grandi fortune economiche».
    E’ anche l’opinione di Bustianu Cumpostu, coordinatore di Sardigna Natzione: «Chi comanda fa leggi a proprio vantaggio e concede spazio solo a chi accetta di intrupparsi». Ma Cumpostu fa anche autocritica: «Forse la responsabilità è anche nostra, dico nostra degli indipendentisti, che ci presentiamo divisi, che non riusciamo a proporre un credibile progetto economico e sociale». Anche se poi è vero che «quando lanciamo un’idea forte, come quella sulle entrate fiscali, ci viene copiata da altri, da chi la può sfruttare perché è in grado di farsi ascoltare».
    E qui, chiamato in causa da Sanna e Cumpostu, entra in gioco Soru che, mettendosi a capo capo delle grandi e popolari vertenze sarde, unisce in sé i diversi ruoli istituzionali e politici di governo e di opposizione. Una strategia che, almeno a breve termine, toglie soprattutto la visibilità agli indipendentisti.




    Per quanto riguarda la Valle d’Aosta e l’osservazione di Fantola, in realtà sia alla Camera che al Senato la Regione è rappresentata dal Autonomie Liberté Democratie, che assieme al Vallée d'Aoste, costituiscono oltre il 75% dei voti!


  7. #7
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    L’UNIONE SARDA, 13 aprile 2006


    L’analisi del voto (negato) di Giacomo Sanna, Sandro Usai, Sandro Balletto e Giampaolo Nuvoli
    Il dopo-elezioni degli sconfitti eccellenti

    A qualcuno è andata meglio.
    Per loro, califfi del voto, del potere, sulla scena sempre e comunque, è andata male, malissimo, con lo squillo di tromba che li accompagna all’uscita.
    Tutta colpa delle congiunture astrali, degli italiani all’estero, dei sardi di casa nostra, in un caso ci hanno pensato gli emiliani d’Emilia a premiare il progetto del Cavaliere con estrema parsimonia.
    Ecco perché a Palazzo Madama e a Palazzo Chigi non conosceranno il volto di Sandro Usai, di Giacomo Sanna, di Sandro Balletto. E non potrà ricevere la stretta di mano di bentornato Giampaolo
    Nuvoli, stritolato - forse – da quel passaggio-ponte da un polo all’altro che i suoi elettori non hanno gradito.

    GIACOMO SANNA.
    Il segretario del Partito sardo d’azione non sbarca a Roma.
    Aveva scelto la porta di servizio, un posto con la Lega, opzione tecnico-politica che pochi, sotto i Quattro Mori, hanno capito e condiviso.
    Lui, mancato lumbard, è l’immagine della delusione:
    «Ci sono rimasto male, malissimo. Non solo per la mia non riuscita elezione, ma anche per la situazione sarda. Mi lascia perplesso l’atteggiamento di questo popolo, che sembra contento di tutto quello che ha, che crede di vivere in un’isola felice. Altrimenti - dice - i sardi non avrebbero premiato Prodi e Berlusconi, bocciando le forze autonomiste».
    Per Sanna «siamo stati spettatori e vittime di questa battaglia mediatica fra due facce», la crisi in Sardegna «è pesante, ma dal voto nulla è emerso».
    E adesso? «Valuterò a mente fredda che fare, confrontandomi con il mio partito».
    …..
    ENRICO PILIA

  8. #8
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    Predefinito Il voto ad Oristano e provincia.

    L’UNIONE SARDA 13 aprile 2006

    Elezioni. La Casa delle libertà ha vinto le Politiche ma il centrosinistra si aggiudica quarantanove centri su ottantotto
    Al Polo più voti, all’Unione i comuni
    Pareggio tra gli schieramenti a Siamaggiore e Montresta

    Felice Alleanza nazionale, soddisfatti Forza Italia, Ds e Margherita, triste l’Udc che nel terzetto con Riformatori e Forza Paris ha perso voti anziché guadagnarne.
    Ecco quel che risulta dalla scomposizione del voto al Senato (più che alla Camera dove l’Ulivo comprendeva Margherita e Ds e con differenze comunque non straordinarie) fra i due schieramenti
    e paese per paese, oltre alle prospettive per quei comuni che a maggio ritorneranno alle urne per rinnovare i Consigli comunali.
    Uno spaccato di quel che è successo nel resto d’Italia ma anche un campionario di curiosità.

    CENTRODESTRA.
    Tutti i grossi centri, Oristano compreso, sono da questa parte.
    In particolare Forza Italia ma va bene anche Alleanza nazionale.
    L’Udc conferma una certa forza nel capoluogo anche se meno robusta rispetto alla altre elezioni e riscuote un certo successo a Terralba e Bosa.
    Oristano non si sposta dal centro Belusconi-Udc, Alleanza nazionale a voti vale però più del doppio dell’Udc-Riformatori-Fortza Paris: 3.588 contro 1.619 al Senato e 3.758 contro 1.721 alla Camera. Forza Italia in città al Senato con l’Uds schierato per sostenere il suo leader Ignazio Manunza, prende meno voti che alla Camera. Siccome mancano i 2 mila voti che regolarmente sforna in città significa che i giovani non hanno votato Fi e che una parte dell’elettorato si è spostato forse su An.
    Il centro più a destra di tutti è Cabras: alla Camera ha raccolto 4.044 voti contro i 1.549 di Prodi; alla
    Camera Fi 2.204 e An 1.251.
    Affermazione anche a Santa Giusta, governata dal sindaco che è anche segretario provinciale de La Margherita.

    CENTROSINISTRA.
    Vince in 50 paesi, la destra in 34, ma raccoglie meno voti perché quasi tutti piccoli centri. I più grossi sono Mogoro, Samgheo (dove ha funzionato la presenza nell’Ulivo del sindaco Emanuele Sanna), Scano Montiferro, Sedilo e Villaurbana. Funziona di più in Marmilla e nell’Alto oristanese, meno nei centri più vicini al capoluogo. Il risultato più importante lo ottiene proprio a Logoro dove fa cappotto alla destra.
    Mogoro è anche il centro che dà più voti al Psd’Az, 323.
    A Cabras, che egualmente ha un sindaco sardista, si ferma a 153 e a Bosa a 123.
    In città il Psd’Az fa un flop clamoroso, piglia 169 voti ed è superato dall’Irs, 323 e Sardigna Nazione 195.

    CURIOSITÀ.
    Bonarcado, Mogorella e Ollastra alla Camera votano l’Unione mentre al Senato danno la maggioranza Alla Casa della libertà.
    Una chiara scelta giovanile come in buona parte dell’Italia.
    Senis invece va controcorrente, Cdl alla Camera e Unione al Senato con uno scarto di cinque voti. Parità assoluta invece a Siamaggiore, 304 a 304, e Montresta, 152 voti da una parte e altrettanti dall’altra. «Il paese ha parecchi militari e tanti giovani che vorrebbero intraprendere la carriera, probabile abbiano votato a destra perché spaventati dall’antimilitarsimo della sinistra», è la spiegazione del sindaco Antonio Zedda.

    VERSO IL VOTO DI MAGGIO.
    Urne praticamente già aperte in 21 paesi, Bosa il più importante e alle Politiche diviso a metà.
    Nove di questi centri domenica hanno dato più voti alla sinistra, sette alla destra e due, Bonarcado e Senis invece alla Camera vanno da una parte e al Senato da un’altra.

    ANTONIO MASALA

    CURIOSITÀ

    A Bonarcado, Mogorella e Ollastra hanno scelto Prodi alla Camera e Berlusconi al Senato.

    Forza Italia si conferma il primo partito a Oristano e in provincia, mentre l’Udc (che comprendeva anche Fortza Paris e Riformatori) ha perso voti. Restano stabili Ds e La Margherita, in crisi il Psd’Az.


 

 

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