ROMA — Secondo Romano Prodi «ci sono state aperture di Hamas che sono molto interessanti». Il candidato presidente del Consiglio dell'Unione lo ha detto ieri in italiano ad Al Jazira,
in un'intervista di cinque minuti che ha avuto traduzioni in arabo, e poi dall'arabo alla nostra lingua, tali da attizzare il fuoco, una volta immessa nel circuito dell'informazione nostrana, intorno a una materia già rovente. Anzi, più che rovente, mentre Israele è uscito da una delicata tornata elettorale, il governo palestinese di una formazione catalogata nell'Unione Europea tra i gruppi terroristi è in un rodaggio e l'Italia attraversa una fase post-elettorale travagliata.
La versione rimbalzata su due agenzie di stampa era stata diversa: indicava che il probabile successore di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi si prefiggeva di far cambiare idea, in favore di Hamas, all'Ue, e questo a due giorni di distanza da quando i ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo hanno sospeso per un mese l'erogazione dei fondi per l'Autorità nazionale palestinese. «Mi impegnerò a livello europeo per definire una nuova posizione nei confronti del nuovo governo palestinese e guardo con molta attenzione ai segnali di apertura espressi da Hamas», era una delle frasi attribuite a Prodi da
Ansa e Apcom. Con tutta la stampa estera, il Professore si era espresso in altri termini: «Il governo intende agire seguendo la posizione europea».
Dal centrodestra Marco Taradash ha accusato il centrosinistra di «corrività» col peggior «estremismo antioccidentale». Nel deplorare la ricerca di nuove linee per l'Ue, la fondazione Magna Carta, vicina a Marcello Pera, ha definito il leader dell'Ulivo «dottor Stranamore».
Più tardi, Prodi ha fornito alle agenzie la trascrizione di quanto aveva dichiarato in italiano, registrandolo, ad Al Jazira. Ecco la parte in questione: «Mi attengo alle decisioni della Commissione europea. A quanto ha detto Solana recentemente, cioè avere un colloquio con Hamas su alcuni problemi fondamentali come la violenza, l'accettazione degli accordi passati che sono estremamente importanti». Poi: «Ora entrerò in gioco in modo attivo in Europa e vedremo la posizione del futuro, d'altra parte ci sono state aperture di Hamas che sono molto interessanti». Su quanto siano interessanti, si potrà discutere.
Berlusconi, in febbraio, su Al Jazira
aveva espresso «molte speranze» nel rifiuto della violenza da parte dei capi di Hamas. Che Israele sia molto attento a quanto il governo italiano farà verso questo gruppo è sicuro. È stato il punto principale dell'incontro a porte chiuse con Prodi, Piero Fassino e Massimo D'Alema che Tzipi Livni, da ministro degli Esteri uscente, ha avuto il 22 marzo a Roma a casa dell'ambasciatore Ehud Gol. All'ambasciata israeliana l'Ulivo parve troppo ottimista su possibili svolte di Hamas.
Avi Pazner, ex consigliere di Ariel Sharon, scriveva ieri su Yedioth Ahronoth che Berlusconi è stato «un amico fedele» e che Israele, se il governo sarà guidato da Prodi, dovrà «lavorare duro» per aver lo stesso tipo di relazioni. E farlo puntando su Francesco Rutelli, Fassino e Walter Veltroni.


Corriere della Sera, 13. Aprile 2006