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  1. #31
    Hanno assassinato Calipari
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    Citazione Originariamente Scritto da blasco
    Comunicato del circolo di Bussoleno

    Il programma della coalizione Chiamparino per il comune di Torino ribadisce senza mezzi termini, quale opera strategica, l’Alta Velocità, la linea Lyon -Torino e il corridoio 5, e nel contempo, butta a chi dissente la polpetta avvelenata dell’Osservatorio nazionale, un feticcio tecnico che dovrebbe garantire “ scelte oggettive e condivise”; insomma la stessa solfa dei sondaggi, dei tavoli di concertazione, delle innumerevoli furbizie attraverso cui la lobby del TAV riesce a spillare denaro pubblico e a far procedere la macchina infernale.
    Noi non accetteremo mai e contrasteremo concretamente la partenza di tale “ Osservatorio”, sia esso ubicato a Roma o in Valle di Susa: lo riteniamo infatti un costoso e pericoloso marchingegno che segna concretamente la continuità tra i governi di centro-destra e di centro-sinistra; una trasversalità rappresentata anche dal suo presidente, l’architetto Virano: ex amministratore delegato Sitaf, uomo DS, nominato da governo Berlusconi Garante per le grandi opere a 750 mila euro annui di denaro pubblico, nonché -dicono fonti ben informate- collaboratore della Rocksoil alias famiglia Lunardi: la sintesi perfetta del partito del cemento, del tondino e del Mercato, dall’Alta Velocità autostradale all’Alta Velocità
    Ferroviaria, dalla Sitaf al SI TAV. A questo osservatorio noi ci avvicineremo solo per mettergli catena e lucchetto; e invitiamo chiunque abbia a cuore un presente decente e un futuro migliore a fare altrettanto.

    per il Circolo PRC di Bussoleno – Valle Susa, la segretaria Nicoletta Dosio

    È questo che voglio sentire

  2. #32
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    È questo che voglio sentire
    ma non dicevi che chiamparino si era piegato a noi?! questo comunicato dice l'esatto contrario.

  3. #33
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    Rifondazione sulla tav ha la stessa posizione di prima, è Chiamparino che l'ha cambiata.
    No, Rifondazione a Torino partiva da un no "senza se e senza ma", così come il Chiampa da un si netto. Ora RC ha accettato che a decidere sia l'osservatorio proposto dal governo (del quale i sindaci della Val di Susa non si fidano per niente).

  4. #34
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    Prima si afferma che Torino non decide nulla sulla Tav, poi lo si mette in relazione con la val di susa... mah!
    Chiedilo al federale del PRC di Torino perchè hanno firmato l'accordo con Chiamparino con la clausola di non fare casino se l'osservatorio dice si. L'unica cosa su cui il Chiampa ha "potere" (visto che la linea AV non passa da Torino città, ma a Venaria) era di non fare la bretella di raccordo tra l'interporto di Orbassano e la linea (bretella che passerebbe in un corso nella parte nord-ovest della città, corso Marche appunto).

  5. #35
    email non funzionante
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    Citazione Originariamente Scritto da Mat Kava
    Si, Chiamparino non ha alcuna possibilità di intervenire sulla TAV. Non capisco quindi un accordo del genere, è solo una pugnalata ai valsusini per una cadrega inutile e per la presidenza di una circoscrizione in più...
    La circoscrizione 8?

  6. #36
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    Citazione Originariamente Scritto da Lollo87Lp
    La circoscrizione 8?
    Non ci crederai, ma quel che mi ha detto il Naso danno a RC la 8 ..

  7. #37
    Hanno assassinato Calipari
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    Citazione Originariamente Scritto da assata
    ma non dicevi che chiamparino si era piegato a noi?! questo comunicato dice l'esatto contrario.
    assolutamente. LEggi tutto attentamente.

  8. #38
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    assolutamente. LEggi tutto attentamente.
    Guarda che quelli del circolo di Bussoleno sono contro l'accordo, il loro comunicato serviva apposta per chiedere a quelli di Torino di non accettarlo..

  9. #39
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    Guarda che è chiamparino a cambiare posizione, non Rifondazione. E non è rifo ad aver chiesto di entrare, semmai il contrario.
    uè, mò anghio chiedo la tessera di rifondazione
    quanto costa cumpà?
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  10. #40
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    1. In questi ultimi anni il nostro partito ha svolto un opposizione coerente contro le politiche economiche, sociali e culturali della giunta Chiamparino.
    Esse si sono mostrate da subito in linea con le scelte fatte dal centro sinistra a partire dalla vittoria di Castellani su Novelli nel 1993.
    Queste politiche perseguono la concertazione con le forze industriali, i grandi potentati finanziari come San Paolo e Unicredit, ossia “gli azionisti di maggioranza” di Torino Internazionale, ma anche i grandi potentati edili. La loro ambizione è quella di orientare l’assetto socio-ecomico di Torino verso un futuro sganciato dall’industria e dalla grande manifattura. Non è un caso, dunque, che i Ds e la Margherita abbiano avallato e gestito attraverso il comune il processo di dismissione della Fiat, della chiusura di altre fabbriche, guardando con sospetto alle lotte di resistenza dei lavoratori giocando il futuro della Città sulla Tav, sulle grandi Opere, sulle Olimpiadi, sulla speculazione fondiaria delle varie spine, contribuendo così attivamente a favorire il declino economico della città.

    Si è così consolidato un meccanismo che, a fronte di spaventosi costi ambientali, sociali e economici, consente l’appropriazione privata da parte di forti lobby di potere di ingenti risorse collettive attraverso la costruzione di grandi opere, che rappresentano un’oasi nel deserto, un deserto che quelle stesse opere provocano prosciugando tutte le risorse economiche; opere, tra l’altro, che, per la forte concentrazione lavorativa in breve tempo, risultano inutili anche per dare lavoro buono e prospettive di lungo periodo e che si basano in gran parte sullo sfruttamento della forza–lavoro migrante con tutte le conseguenza in termini di strutture per l’accoglienza e la sicurezza sul lavoro.


    2. Risulta, da questo punto di vista, insostenibile un accordo con l’attuale giunta di centro-sinistra guidata dal sindaco Sergio Chiamparino, che non a caso rappresenta uno dei più strenui sostenitori del partito democratico, teso a rafforzare il rapporto con i “poteri forti” della città. Questo progetto esce rafforzato dalla sconfitta subita dai DS e dalla Margherita al Senato e punta a consolidare l’asse moderato dell’Unione. La pressione sul nostro partito si rafforzerà nel tentativo di farci piegare alle richieste dei potentati economici dominanti in città, da qui l’ insistenza del sindaco a porre al centro degli accordi di programma l’attuazione della TAV considerata un “volano” per lo sviluppo della città.


    3. Senza dubbio l’ipotesi di accordo sottoposta oggi al voto è anche fortemente attivata dalquadro difficile, a ridosso delle elezioni politiche, in cui forte è la pressione a mantenere l’unità della coalizione del centro sinistra di fronte al rischio di vittoria delle destre dal volto sempre più populista, razzista e clericale. D’altro canto, la linea politica del Partito di internità all’Unione ha condizionato le scelte politiche intraprese dalla Federazione di Torino, frenando il progetto di costituzione di una seria e credibile alternativa alla giunta Chiamparino, nonostante si siano posti positivamente le basi per un confronto positivo con i movimenti sociali e ambientalisti contrari alle politiche neoliberiste del centro sinistra.


    4. In questa vicenda si sono evidenziati, anche, i limiti della cosiddetta “società civile” torinese che si è dimostrata debole nella costruzione un’alternativa all’attuale giunta di centro sinistra. Permane inoltre una forte paura in molte realtà dell’associazionismo a recidere definitivamente i legami con l’attuale giunta e di superare una impostazione politica di lobby di pressione. Certo però ha pesato fortemente anche la difficoltà del partito a presentare una posizione univoca e attrattiva, e il fatto che larghi settori della Federazione non condividessero o non credessero possibile la realizzazione di una scelta alternativa. Solo una forte esposizione del PRC poteva vincere le diffidenze reciproche accumulate e le comprensibili esitazioni.


    5. In questo quadro è dunque comprensibile e legittimo che le/i compagne /i che hanno condiviso la linea politica nazionale, o che più recentemente hanno avuto un processo di rivalutazione della stessa o che comunque pensano che sia praticabile questa alleanza, si assumano coerentemente l’onere di sostenerla e di portarla avanti.

    Per parte dei sostenitori di questa mozione resta invece fermo un giudizio negativo sia sul significato politico dell’accordo, sia sui contenuti sui quali si è alla fine configurato. Così come resta confermata la necessità, nel quadro politico che si è delineato, di un/a ripensamento/rivisitazione complessiva della linea politica e delle prospettive di fondo del partito, obbiettivo per cui continueranno a lavorare.

    Va da se che, come è loro metodo, queste/i compagne/i saranno impegnati nella direzione e gestione del partito in tutti i suoi aspetti, a partire dalla campagna elettorale.

    6. L’accordo costituisce, infatti, un forte rischio per il nostro partito. Il Partito può, rimanere ingabbiato in una logica tutta politico – istituzionale dalla quale è necessario svincolarsi. Il Partito della Rifondazione Comunista di Torino deve, al contrario, mantenere e rafforzare la propria autonomia d’iniziativa e lavorare per la costruzione di un’alternativa alle attuali politiche del centro sinistra in città, a partire dal lavoro positivo svolto dal coordinamento dei circoli cittadini con la costruzione del nostro programma e dal consolidamento del rapporto con i movimenti sociali e le associazioni ambientaliste, instaurato negli ultimi mesi.

    Per raggiungere questo obiettivo occorre riorganizzare il partito, orientando la propria iniziativa politica e sociale nella costruzione dei movimenti e nella promozione della loro autorganizzazione, ponendosi come principale obiettivo la costruzione di quell’ “altra città possibile” che deve essere il centro della sua attività politica.

    SINISTRA CRITICA

    AREA PROGRAMMATICA PRC-TORINO

 

 
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