Non e' vero. Nei paesi a maggiore concentrazione mafiosa FI e' andata su.Originariamente Scritto da bianconero
uno su tutti:
Locri FI 40%
Non e' vero. Nei paesi a maggiore concentrazione mafiosa FI e' andata su.Originariamente Scritto da bianconero
uno su tutti:
Locri FI 40%
nemmeno le vogliono...Originariamente Scritto da matrix82ct
Chissà perchè nessuno dice che quelle accuse si basano su testimonianze di "pentiti" che nell'arco degli anni hanno cambiato pesantemente e drasticamente la propria versione.
Pensate che quegli stessi pentiti accusavano Andreotti, che infine poi è stato assolto pienamente dimostrando la falsità delle testimonianze di quei pentiti stessi.
Chissà perchè questo i comunisti non lo notano...
Pienamente? Meno male che tu noti tutto inveceOriginariamente Scritto da Cittadino
assolto pienamente?? ecco cosa produce la cattiva informazione o la malafede... leggi la sentenza andreotti invece di parlare di cose che non conosci... come dicevo prima, loro le sentenze non le leggono...Originariamente Scritto da Cittadino
Per i paesi calabresi è vero eccome.Originariamente Scritto da Stephen
ha ragione moretti...il problema dell'Italia sono gli italiani...chi ha voluto sapere, ha saputo, chi si è voluto informare si è informato...Pensate che quegli stessi pentiti accusavano Andreotti, che infine poi è stato assolto pienamente dimostrando la falsità delle testimonianze di quei pentiti stessi.
ma sì...Andreotti innocente, perseguitato e dell'Utri lo stesso!
Marcello Dell'Utri:"Ma la mafia non esiste!"
Marcello Dell'Utri: "Perchè io, purtroppo, essendo mafioso..."
Andreotti quello che state corteggiando e dal quale dipenderà il governo Prodi?
Ma si, se vota Prodi lo si puo perdonare.... so' ragazzi
Da Il Corriere della sera http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...ndreotti.shtmlOriginariamente Scritto da matrix82ct
Palermo, confermata la sentenza di primo grado
Mafia, Andreotti assolto anche in appello
Va a conclusione il giudizio di secondo grado per l'accusa
di associazione mafiosa. Il senatore a vita: «Giudici obiettivi»
Il senatore a vita Giulio Andreotti (LaPresse)
PALERMO - Il senatore a vita Giulio Andreotti è stato assolto anche in appello a Palermo dall'accusa di associazione mafiosa. I giudici di Palermo si sono dimostrati di una grande «obiettività». È questo il primo commento a caldo di Giulio Andreotti, cui si sono subito aggiunte numerose reazioni degli esponenti politici, alla notizia della sua assoluzione nel processo di Palermo. Andreotti, attorniato dai giornalisti nel suo studio, dice di aver aspettato la sentenza «con serenità», ma anche con qualche preoccupazione: «Io so benissimo che non c'entro niente con la mafia, ma dopo la singolare sentenza di Perugia qualche preoccupazione poteva anche esserci». E poi ha aggiunto, con la consueta ironia: «Il tempo è galantuomo, magari se andasse un po' più veloce sarebbe meglio...». «Non ho mai fatto polemiche sapendo che nelle vicende giudiziarie bisogna avere ragione, saperla esporre e avere chi te la riconosce». Il senatore a vita rifiuta ogni paragone con il caso Previti: «Non dò giudizi sugli altri, io mi occupo dei fatti miei». E aggiunge: «Certo, io ho il mio temperamento, ho la pressione bassa, dunque sono meno emotivo di altri...».
VITA PIU' LUNGA - «Forse questo processo mi ha allungato la vita». È una delle battute di Giulio Andreotti alla notizia della sua assoluzione. «All'inizio ricordo che qualcuno disse: "forse Andreotti toglierà il disturbo prima della conclusione del processo". Avevo 74 anni, ne sono passati 10 e il disturbo non gliel'ho tolto». «Comunque - ha detto ancora il senatore a vita - sono soddisfatto. Si è chiuso un decennio di problemi giudiziari. Spero proprio che il procuratore di Palermo non faccia ricorso in Cassazione. E spero anche che la Cassazione riveda la sentenza di Perugia». Certo, sottolinea, i tempi sono stati lunghi. «Io stesso - ricorda - rinunciai all'immunità parlamentare. Ma il Senato in quell'occasione aveva auspicato tempi rapidi... e sono passati 10 anni».
SENTENZA - La Corte presieduta da Salvatore Scaduti ha emesso la sentenza con cui conferma quella di primo grado, che aveva assolto Andreotti con la formula «perché il fatto non sussiste», dopo poco più di otto ore di camera di consiglio: i giudici si erano ritirati per decidere questa mattina alle 9.45. La Corte ha ritenuto «di non doversi procedere» per il reato associativo a causa della prescrizione e ha dunque confermato l'assoluzione pronunciata dal Tribunale tre anni fa. I pm Daniela Giglio e Annamaria Leone avevano chiesto la condanna dell'ex presidente del Consiglio a 10 anni di reclusione.
IL DISPOSITIVO - I giudici hanno diviso il capo d'imputazione in due parti: per i fatti precedenti al 1982, per il quale il senatore a vita era accusato di associazione per delinquere, e quello per il quale è stato accusato di associazione mafiosa. Per la prima imputazione i giudici hanno dichiarato prescritto il reato, mentre per l'accusa di associazione mafiosa hanno confermato l'assoluzione. Il presidente Salvatore Scaduti, durante la lettura dei dispositivo, non ha mai citato la parola assoluzione. Per questo motivo, l' avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Andreotti, ha subito gridato in aula «assolto, assolto».
RINGRAZIAMENTI - In apertura di udienza, il presidente Scaduti aveva ringraziato tutti per un processo svoltosi in modo civile in un momento particolarmente delicato per la Giustizia ed i suoi rapporti con la politica. Il presidente e aveva poi letto una lettera inviata da Andreotti, in cui il senatore si scusa della propria assenza motivandola con l'intenzione di non suscitare clamore, vista la presenza al processo di numerosi giornalisti.
REQUISITORIA - Il processo di secondo grado era iniziato il 19 aprile del 2001. Dopo la requisitoria dei pubblici ministeri Daniela Giglio ed Anna Maria Leone, che hanno chiesto una condanna a 10 anni, il dibattimento era stato riaperto per ascoltare il collaboratore di giustizia Nino Giuffrè e l'aspirante pentito Pino Lipari, il geometra che per anni ha curato gli affari del boss latitante Bernardo Provenzano, ritenuto inattendibile dalla Procura. Il primo è stato ascoltato il 16 gennaio scorso nell'aula bunker del carcere di Milano. Il secondo invece il 14 marzo a Palermo.
LA STORIA - La vicenda processuale palermitana di Giulio Andreotti era iniziata il 20 ottobre del 1992 quando, per la prima volta, due pentiti (Gaspare Mutolo e Leonardo Messina) avevano fatto il nome del senatore a vita nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio dell'eurodeputato Salvo Lima, avvenuto il 12 marzo dello stesso anno. Nel marzo del '93 la Procura, diretta da Giancarlo Caselli, aveva inviato al Senato la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Giulio Andreotti. Il 2 marzo del '95 infine, il gup di Palermo, Agostino Pristina, aveva deciso il rinvio a giudizio. Il processo era iniziato il 26 settembre dello stesso anno nell'aula bunker del carcere Ucciardone, davanti a centinaia di giornalisti arrivati da tutto il mondo. Dopo sei anni di dibattimento, il 23 ottobre 1999 il processo di primo grado si era chiuso con l'assoluzione dell'imputato perché «il fatto non sussiste».
Letto? Assolto per l'accusa di associazione mafiosa.
E il corriere lo ha pure riportato in grassetto, sapendo già che i comunisti non avrebbero colto la "sottigliezza" della parola
appunto...sai leggere?I giudici hanno diviso il capo d'imputazione in due parti: per i fatti precedenti al 1982, per il quale il senatore a vita era accusato di associazione per delinquere, e quello per il quale è stato accusato di associazione mafiosa. Per la prima imputazione i giudici hanno dichiarato prescritto il reato, mentre per l'accusa di associazione mafiosa hanno confermato l'assoluzione.