Caro Manifesto,
lo spettacolo del tiro alla fune tra Bertinotti e D'Alema per la Presidenza della Camera ha fatto sorgere in me considerazioni relative alla oligarchia italiana che sarebbe opportuno cominciare a contestare e non coprire di veli pietosi in nome di una malintesa difesa della democrazia.
Penso che le liste elettorali abbiano schiacciato con la candidatura moltipla in tutte o quasi le circoscrizioni qualunque possibilità di espressione di una volontà presente nel territorio dello elettorato che è stato obbligato a votare per certi candidati e, cosa peggiore, a non votare per altri attraverso lo squallido gioco delle precedenze.
Credo che i leaders dei Partiti non dovrebbero concorrere alle cariche istituzionali e governative per distinguere gli ideali dei movimenti che rappresentano, le speranze dell'elettorato, dalla loro narcisistica soddisfazione di poltrone sempre più istoriate e dorate.
Certo tutte le lotte civili e sociali che si identificano nella opinione pubblica in Bertinotti vengono alquanto svilite da una lotta al coltello per una poltrona che è sicuramente soltanto un orpello.
Da Presidente della Camera non si otterranno le tante cose della piattaforma programmatica di Rifondazione. Si regolerà il traffico degli interventi e si adempiranno precisi doveri istituzionali.
Insomma è bene tenere i segretari ed i Presidenti del Partiti lontani dalle cariche di governo o istituzionali.
Pietro Ancona da Palermo