www.unionesarda.it
Casson: indagate sui veleni
«Ritengo ci sia da lavorare un bel po' per la magistratura». A chi vedeva in questa presentazione solo il bis di risultati già divulgati a dicembre Felice Casson, neosenatore Ds ma soprattutto pm d'assalto nel processo al petrolchimico di Marghera, ha fatto capire la portata vera dell'indagine sullo stato di salute della popolazione sarda, proiettando un'ombra sul sistema industriale sardo. «Compito della magistratura- aggiunge Casson- non è quello di risolvere il problema delle malattie o della mortalità ma di accertarne le cause, verificare se ci sono responsabilità penali e presupposti per risarcire cittadini e istituzioni». Le aree più a rischio sono Portoscuso, Portotorres, Sarroch e La Maddalena, i luoghi sui quali insistono i poli chimico e metallurgico e una delle zone militari più bersagliate dalle polemiche. Anche la stesura definitiva dell'assessorato alla Sanità conferma l'incidenza, più elevata in Sardegna che nel resto d'Italia, di malattie infettive (+ 23% negli uomini, +12% nelle donne), respiratorie (+22%; +15%) e dell'apparato digerente (+26%; +9%). I maschi sono più colpiti da tumori al polmone, al fegato e al sangue. E i maschi, molto più delle donne, sono impegnati negli stabilimenti industriali. Ma fa effetto la differenza abissale tra i dati delle zone «a rischio» e quelli delle altre parti dell'Isola, che sono invece particolarmente salubri anche a confronto con le medie nazionali. A Portoscuso, la mortalità per malattie respiratorie è oltre la media per il 64%. Nella stessa area anche «un marcato eccesso di mortalità» (117 casi osservati su appena 30 attesi) per pneumoconiosi (come la silicosi e le patologie provocate dall'inalazione di amianto). Portotorres è l'area industriale dove si registrano gli eccessi più consistenti per tumori del sistema linfoemopoietico. Si ha poi un + 34% di decessi dovuti a tumori alla prostata e un più 21% per cancro alle ovaie. Tante, anche a Sarroch, le anomalie al rialzo nella mortalità per tumori al fegato (+48%), al polmone (+24%), alla pleura per gli uomini (+ 244%), per melanomi nelle donne (+198%), per malattie dell'apparato digerente (+46%). A La Maddalena si osservano 17 casi di morte per linfoma contro i 6 attesi. Non si parla solo di stretta attualità. Il rapporto- basato su dati preesistenti, dal '81 al 2003, che mai erano stati messi a confronto fra loro, con metodologia scientifica- consente di leggere un quarto di secolo di storia industriale e sanitaria della Sardegna. Eppure la Sardegna, unico caso in Italia, attende ancora il varo della legge sull'Arpa, l'agenzia che in tutte le Regioni preposta a verifiche e controlli dell'ambiente. L'agenzia è stata istituita con ordinanza commissariale ma così com'è, senza risorse né personale, può fare ben poco. Lo conferma l'audizione la scorsa primavera dal direttore generale Carla Testa davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti: a fronte di tanti impegni- si legge nelle carte- «lavoro con una dotazione di risorse molto modesta. Attualmente non dispongo di risorse finanziarie, dunque non ho potuto far approvare il bilancio che avevo predisposto. Dispongo di uno staff di nove persone, giovani assunti dal Ministero dell'ambiente?Non ho a disposizione una struttura che preveda il direttore tecnico-scientifico, il direttore amministrativo e vari servizi». Roberta Mocco
www.unionesarda.it