Dopo la rottura tra direttore e vice durante la campagna elettorale
«Finché c’è Rossella, Sposini non torna»
Il cdr del Tg5 porta il caso in assemblea Si erano trovati in disaccordo sulla «copertura» della lite tra Romano Prodi e Giulio Tremonti
ROMA — Che succede al Tg5? Nell’incrudelirsi della campagna elettorale, la testata della rete ammiraglia della famiglia Berlusconi ha perso un volto: quello di Lamberto Sposini. Vicedirettore storico del tg creato da Enrico Mentana, Sposini è in ferie dal giorno di uno scontro con il direttore Carlo Rossella già rimbalzato sulle cronache. Durante un servizio sull’accusa lanciata da Romano Prodi a Giulio Tremonti («delinquente politico ») e sulla protesta di Berlusconi per l’aggressione subita, Sposini arrivò con un lancio di agenzia che riportava la controreplica del portavoce di Piero Fassino, Roberto Cuillo. E insistette perché il conduttore ne riferisse agli spettatori. Rossella lo bloccò. E lui se la prese.
Secondo voci, riportate giovedì da La Stampa, se ne andò dicendo di non voler lavorare con lo «scribacchino di Bonaiuti». Una frase che ieri l’anchorman ha precisato di non aver mai pronunciato. Smentendo di aver ricevuto una chiamata dalla Rai. E negando «con disgusto» il «pettegolezzo» di un suo viaggio a Parigi per raggiungere Cristina Parodi subito dopo il diverbio: «Il viaggio è avvenuto quasi un mese prima dello scontro ». Di vero però c’è l’intenzione dichiarata da Rossella di non vederlo più in redazione. Cosa accadrà?
Carlo Rossella non vuole dirlo. «No comment », risponde al telefonino. Una frase che lascia poco spazio alle speranze del cdr del tg di veder ricomposta la frattura. E genera polemiche interne. La Stampa ha riferito di una raccolta di firme promossa da Gaetano Savatteri per «spingere Rossella a fare un passo di riconciliazione». Ma in redazione precisano che non si è trattato di una raccolta di firme bensì di una lettera aperta nella bacheca elettronica e che l’iniziativa è stata sospesa «per evitare che fosse letta come un referendum pro o contro il conduttore».
«La questione Sposini è superata — aveva detto due giorni fa Marcello Villari del cdr —, con tutto l’affetto che io e altri possiamo avere per lui, se il direttore ha detto che si è rotto il rapporto di fiducia e non c’è più margine. Finché c’è Rossella, lui qui non ci metterà più piede». Parole che Marina Ricci, del cdr, chiede di non equivocare: «Non era un comunicato — precisa —, era una conversazione informale con un collega. E nelle intenzioni di Villari non c’erano toni così duri e di rottura. Abbiamo indetto un’assemblea perché abbiamo una preoccupazione complessiva sul Tg e vogliamo sapere che fisionomia avrà la futura vicedirezione del Tg5. Né da parte del direttore, né da parte dell’azienda ci è giunta alcuna comunicazione ufficiale. Non siamo però stupidi e quindi pensiamo che se l’interruzione del rapporto di fiducia tra direttore e Sposini non si è ricomposta fino a oggi è difficile che si possa ricomporre in futuro».
Ma il vicedirettore andrà a condurre «Serie A»? «Come sempre accade in questi casi—risponde la Ricci—si è parlato di molte cose. E si sono dette molte stupidaggini».
Virginia Piccolillo
22 aprile 2006