un colpo alla nuca,il minimo che merita il selvaggio
ora voglio la castrazione chimica", dice Fausto Cusano, il trentottenne romano allenatore di una piccola squadra di calcio giovanile, finito in carcere con altri 17 presunti complici con l'accusa di pedofilia. Una richiesta giunta all'improvviso, al termine dell'interrogatorio di garanzia al quale ieri è stato sottoposto. "Non sono un mostro", avrebbe detto, poi le prime velate ammissioni, che confermerebbero l'impianto accusatorio. Una figura controversa, quella di Cusano. Un insospettabile, una vita irreprensibile, alle spalle, persino una richiesta d'adozione. solo apparenza: in cambio di prestazioni avrebbe fatto regali e promesso carriere sfolgoranti nel mondo del pallone. A incastrarlo una poliziotta della Squadra mobile romana: "Un'indagine durata oltre un anno... Attualmente siamo in una fase molto controversa. I bambini stanno collaborando? Sì e la fascia è una fascia preadolescenziale". A consolidare l'attività degli investigatori le fotografie sequestrate nella casa di Cusano. Scatti che testimonierebbero inequivocabilmente l'inferno nel quale i piccoli cadevano. Bambini di 7, 8, 9 anni. Il suo avvocato ha presentato istanza di scarcerazione, sollecitando per lui gli arresti domiciliari.