Due notizie, per diversi motive amarissime al mio palato di credente e vescovo ortodosse son giunte a turbare la gioia di questa luminosa Pasqua!
La quale però è così luminosa che credo non esiste amarezza che possa disturbarla.
Ma le notizie sono tali da farci riflettere che credo doverle portare a conoscenza del forumisti, specie di quelli ortodossi.
*Prima notizia amara. In quel di casa nostra.
Inuna città imprecisata (per amor di patria, si suol dire!) la locale curia cattolica ha concesso ad una diocesi ortodossa una chiesa in uso col patto che un prete ortodosso, appartenente ad una altra giurisdizione, pienamente comunicante e concelebrante con la prima, non fosse mai ammesso a celebrare o concelebrare in quella chiesa. Il suo grande peccato è di essere italiano tornato all'ortodossia. Che la chiesa romanocattolica abbia posto quella condizione è del tutto normale, molto meno che un vescovo ortodosso la abbia accettata. Piuttosto meglio celebrare nel mezzo di una strada!
Ci faccia questo riflettere sulle magnamine cioncessioni cattoliche (per tenetci sotto controllo) e sui mirabilanti effetti dell'ecumenismo (accettare di rinunciare alla missione cfr. s.Serafim (Sebaliov) il taumaturgo di Sofia ), sotto
ricatto).
* Seconda notizia: in una Metropolia (lontana) le parrocchie si concedono sotto pagamento. Una famiglia ha 7 fratelli sacerdoti. Uno sta morendo e per un po' di tempo un fratello, prete disoccupato, fa servizio nella parrocchia. Alla morte del fratello gli si comunica che può restare nella Parrocchia dietro pagamento di una (assai cospicua, specie dato il valore del denaro in quella terra lontana) cifra al Decanato ed alla Curia diocesana. Con buona pace dei santi canoni che proibiscono la simonia.
Ma in ambedue dei casi si trattava di chiese "canoniche") anzi canonicissime!
Forse sulla base di un neologismo semantico per cui "canonicol" significa: "dicesi di una realtà che possiede un tale sigillo ecclesiastico di denominazione controllata che le consente di trasgredire tutti i canoni."