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    Predefinito Fuori subito dall'IRAK!

    L'attentato in un punto stradale noto Bomba a Nassiriya. Vittime italiane Due italiani e un rumeno morti per un ordigno contro un convoglio del contingente internazionale.

    Gravi altri due carabinieri .
    NASSIRIYA - Almeno tre morti e due feriti gravi nell'esplosione di un ordigno avvenuta questa mattina a Nassiriya verso le 7,30 ora italiana . Il Comando della missione Antica Babilonia comunica che sono morti un capitano dell'Esercito, un sottufficiale dei Carabinieri e un caporale della Polizia Militare rumena. Altri due sottufficiali dei carabinieri sono rimasti gravemente feriti esi trovano ricoverati presso l'ospedale da campo italiano.

    LE VITTIME -Uno dei due morti italiani è il capitano dell'esercito deceduto è Nicola Ciardiello, 34 anni. L' ufficiale era in servizio al 185/mo reggimento acquisizione obiettivi di Livorno. Lascia la moglie Giovanna, un bambino di pochi mesi. I genitori abitano ad Avellino.
    Uno dei carabinieri coinvolti nell'attentato a Nassiriya è un militare del nucleo radiomobile dei carabinieri di Roma. Secondo le prime informazioni il carabiniere sarebbe in condizioni molto gravi.
    L'ordigno, collocato al centro della carreggiata, è esploso al passaggio di un convoglio del contingente internazionale. Uno dei mezzi - una camionetta italiana - è stato colpito. Il convoglio marciava lungo una strada a sud ovest dell'abitato di Nassiriyah, e si stava recando al PJOC (Provincial Joint Operation Centre, la sala operativa integrata delle Forze di sicurezza della Provincia). Era formato da quattro veicoli protetti del Reggimento carabinieri della Msu (Multinational Specilaized Unit) con a bordo un Ufficiale dell'Esercito, 15 militari dell'Arma dei carabinieri e graduato della Polizia Militare rumena. Lo scopo del traferimento era quello di rilevare il personale in servizio presso un comando locale della polizia irachena. Lo Stato maggiore della Difesa fa sapere che «Sono in corso accertamenti, condotti in stretto coordinamento con la polizia locale, intesi ad individuare la natura dell'ordigno, l'origine dell'esplosione e gli eventuali responsabili».
    L'attentato è avvenuto in un punto di «un percorso stradale noto e che i militari italiani percorrevano da quasi tre anni». Lo ha detto il maggiore Marco Mele, portavoce del contingente italiano in Iraq. Il portavoce ha anche sottolineato che benchè l'area di Nassiriya sembri essere più tranquilla rispetto ad altre del Paese iracheno, «in realtà va ricordato che la situazione è sempre potenzialmente a rischio». Quanto infine al clima che ora si respira tra i componenti del contingente italiano, il portavoce ha detto che «la vigilanza resta alta, è questo un colpo da ko e però ci risolleveremo. Ricordiamo che la nostra è una missione di sicurezza, umanitaria di collaborazione con le autorità locali per la convivenza civile e andremo avanti».
    L'ultima «azione ostile» nei confronti dei militari italiani si era avuta solo 5 giorni fa: un ordigno posto ai lati della carreggiata, fatto esplodere, anche in quel caso, al passaggio di un convoglio. Ma si parlò di una bomba a basso potenziale e di un'azione che poteva dunque essere soltanto dimostrativa.
    27 aprile 2006

  2. #2
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    101 Rizzo: "Basta morti, ritiro delle truppe"
    "Altre giovani vite spezzate in nome di una guerra di aggressione ingiusta e nata sulla menzogna. E' un massacro inaccettabile di civili iracheni e di truppe straniere". Lo dice Marco Rizzo dei Comunisti italiani: "Nello stringerci attorno alle famiglie - aggiunge - per il dolore, non possiamo che sottolineare come il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq sia una priorità".

  3. #3
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    10:29 Di Pietro: "Ora il ritiro dall'Iraq"
    "E' una notizia drammatica che mai avremmo voluto apprendere di nuovo", così Antonio Di Pietro, leader di Italia dei Valori, commenta la morte dei soldati italiani a Nassirya.
    "In questo momento di indicibile dolore - aggiunge Di Pietro - vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle forze dell'ordine e alle famiglie delle vittime di questo vile attentato". Tuttavia, aggiunge, "questo è il momento delle decisioni e non delle divisioni" e occorre "predisporre al più presto il ritiro delle truppe dall'Iraq, nei tempi tecnici previsti".

  4. #4
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    Ho appena letto della notizia e sono estremamente addolorato. Esprimo tutto il mio cordoglio alle famiglie dei militari caduti italiani e rumeni.
    Le mie condoglianze sono sia per la morte dei loro cari, sia per lo sciacallaggio mediatico politico pro-guerra a cui le loro salme sono sottoposte in questo momento.
    Concludendo consiglio di andare a rivedere il documentario di rainews all'indirizzo http://www.rainews24.it/ran24/specia...io/default.htm

    in cui si vedono bene almeno due elementi:
    1) le buone intenzioni di molti militari italiani che si sono offerti volontari con la convinzione di portare avanti una missione umanitaria;
    2) l'ipocrisia dei politici italiani che parlano sempre di missione umanitaria poi fanno tutt'altro.

  5. #5
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    Giulio Andreotti, senatore a vita e candidato alla presidenza di Palazzo Madama, riflette sul problema del ritiro delle truppe che, spiega, «esiste e va risolto». «La missione dei nostri soldati è fuori di dubbio che ci sia, però - spiega Andreotti - bisogna lasciare l'Iraq agli iracheni».

 

 

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