Un ulivo, un’eruzione vulcanica e una serie di indagini al radiocarbonio: così la tarda età del bronzo nell’Egeo, viene anticipata di almeno un centinaio di anni.
La civiltà dei nuovi palazzi di Creta (compreso quello di Cnosso, famoso per la leggenda del Minotauro), non è contemporanea al Nuovo Regno, il momento di massimo splendore della civiltà egizia, ma è più antica. La datazione di questo periodo storico nel Mediterraneo è sempre stata oggetto di controversie fra gli archeologi: ora due nuove ricerche pubblicate sulla rivista scientifica Science sembrano confermare una cronologia più antica.
LA POMPEI DELL’EGEO - Il merito è di una pianta di ulivo, vissuto circa 1600 anni fa. Un ramo dell’albero, completo dei resti di foglie e di stecchi, è rimasto sepolto vivo sotto le ceneri dell’eruzione dell’isola di Tera. L’eruzione, che provocò la cosiddetta “Pompei dell’antico Egeo”, si verificò nella zona dove oggi si trova l’isola di Santorini e diffuse ceneri e pomice nell’intero Mediterraneo, fornendo ai ricercatori un secondo elemento di indagine scientifica: le ceneri appunto.
Un team di geologi guidati da Walter Friedrich dell’Università di Aarhus in Danimarca ha fissato, con la datazione del radiocarbonio (o carbonio 14) la morte dell’anello più esterno dell’ulivo, e quindi l’eruzione di Tera, fra il 1627 e il 1600 avanti Cristo. Il fatto che si sia studiata una pianta di ulivo è una novità: di solito si cercano conifere e querce che sono più grosse e quindi più facili da analizzare.
CENERI E POMICE - A conferma di questi dati, c’è un’altra ricerca, condotta dall’archeologo Sturt Manning della Cornell University di New York, che ha datato 127 campioni provenienti da Akrotiri, una città dell’isola di Tera e da altre aree dell’Egeo che esistevano nel periodo compreso fra il 1700 e il 1400 avanti Cristo, utilizzando una nuova curva di calibrazione del radiocarbonio, sofisticati modelli statistici e verificando i risultati in tre differenti laboratori. Risultato: le ceneri (e l’eruzione) risalirebbero al periodo compreso fra il 1660 e il 1613 avanti Cristo. All’incirca 100-150 anni prima rispetto alla datazione degli archeologi basata sull’analisi dello stile delle ceramiche e delle iscrizioni egizie.
L’apice della civiltà minoica, dunque, non corrisponderebbe più, secondo quanto ritenuto finora dalla cronologia convenzionale, con il Nuovo Regno dell’Egitto, che raggiunge il suo massimo splendore con il faraone Ahmose. Sarebbe, invece, precedente e contemporaneo al primo periodo della dinastia degli Hyksos, i re pastori dell’Egitto.