Lista Arcobaleno, primo passo per unire la sinistra
di Oliviero Diliberto
27 luglio 2005
Credo che sia politicamente giusto, alla vigilia del periodo festivo e dopo un anno per tutti noi piuttosto movimentato, fare il punto della situazione nella quale ci troviamo e ci troveremo alla ripresa autunnale. Qualche giorno fa si è svolto un seminario nazionale dell’Unione. In quell’occasione sono state confermate per il 15 e 16 di ottobre le cosiddette elezioni primarie, con una settimana di ritardo rispetto alla data prevista. L’impianto è stato sostanzialmente confermato e quindi, si direbbe, nulla di nuovo.
La novità è arrivata il 25 mattina, lo scorso lunedì, con un’intervista che Prodi a rilasciato a Repubblica in cui afferma che “il vincitore delle primarie determinerà anche il programma e le priorità di governo”. Si tratta di un elemento nuovo che crea ovviamente serie difficoltà agli altri candidati. Vedremo. Allo stato, oltre a Prodi, si presentano Mastella, che ha sicuramente un profilo più moderato, e Pecoraro e Bertinotti, più avanzati sul terreno sociale e sulle questioni internazionali. Il tema posto da Prodi crea problemi assai delicati. Se fosse vero quello che afferma nell’intervista, avremmo candidati alle primarie che sceglierebbero il programma per tutte le forze politiche che fanno parte della coalizione di centrosinistra. Il programma complessivo dell’Unione ne risulterebbe di conseguenza falsato. E’ un altro elemento che conferma il nostro giudizio negativo sulle primarie: una bizzarra carnevalata, fuori dalle regole scritte e non scritte della nostra democrazia, un’ulteriore personalizzazione della politica e un’ulteriore concessione – profondamente negativa – al plebiscitarismo e al presidenzialismo a tutti i livelli. Noi le abbiamo contrastate, abbiamo motivato in ogni sede la nostra contrarietà e il nostro dissenso. Ma siamo rimasti soli. Prodi le ha volute e le vuole. E la sinistra, che più dovrebbe avere a cuore il rispetto della Costituzione – penso ai Ds, penso a Rifondazione –, non solo non le ha contrastate, ma addirittura le ha agevolate. Bertinotti è arrivato a dirsene entusiasta, confondendo evidentemente la spettacolarità con la partecipazione democratica. Noi abbiamo scelto di votare Prodi, e lo abbiamo fatto sulla base del realismo politico. Prodi è infatti l’unico candidato in grado di battere il centrodestra alle elezioni politiche, così da fermare i guasti profondi che Berlusconi sta arrecando ai lavoratori e al Paese. E questa per noi è la prima, assoluta priorità. In questo scenario, e malgrado la nostra forte contrarietà, ci accingiamo a guardare a questa “bizzarria” anche sulla base di quello che Prodi dichiarerà sul piano programmatico. Ma ovviamente cercheremo – stiamo già lavorando – di portarlo su posizioni le più avanzate possibili, perché la sua piattaforma di programma, se sarà quella di tutti, dovrà ovviamente tenere conto anche delle nostre opinioni. Le elezioni politiche, quale che sia la data che verrà scelta, sono ormai molto vicine: alla ripresa di settembre ci sarà la sessione di bilancio e quindi le Camere si scioglieranno. Tutto il nostro impegno, a tutti i livelli, deve essere indirizzato a lavorare all’opzione approvata praticamente all’unanimità dal Comitato Centrale del nostro partito, relativamente alla lista Arcobaleno. Come le compagne e i compagni sanno, essa è stata avanzata dal leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, e viene incontro alla nostra proposta politica complessiva, quella di una aggregazione di tutte le forze della sinistra, mantenendo ognuna la propria autonomia e identità, in grado di realizzare un passo avanti importante sul piano unitario. E’ una proposta che viene da lontano, l’abbiamo fatta circa quattro anni fa, chiamandola allora Confederazione della Sinistra. Ma – come dicemmo dall’inizio - l’importante non è il nome, l’importante è che si avvii quel processo unitario in grado di rendere la sinistra più forte in Italia. E’ questa infatti l’ispirazione che ci guida. Ci siamo quindi dichiarati favorevoli alla lista Arcobaleno. Naturalmente con due sottolineature: la prima è la riconoscibilità dei due partiti fondamentali che la compongono, cioè i Verdi e i Comunisti italiani, attraverso una simbologia che per i nostri elettori sia chiara. La seconda è che non sia un’alleanza solo elettorale, perché in tal caso avrebbe un respiro asfittico, ma rappresenti la nascita, l’avvio di un progetto politico che deve guardare in avanti. Non a caso essa viene rivolta, come strumento di iniziativa politica, anche a Rifondazione ed al maggior partito della sinistra, i Ds. Ed è anche rivolta al mondo dell’associazionismo, del volontariato, dei movimenti, di pezzi di sindacato – penso al lavoro importante fatto dal “Forum per l’alternativa programmatica di governo” guidato da Giampaolo Patta –, del pacifismo, a molte esperienze di liste civiche – penso all’esperienza fiorentina dei “professori” –. La lista Arcobaleno è dunque solo il primo nucleo di una ipotesi più larga ed ambiziosa. D’accordo con i Verdi, s’è deciso di tenere in autunno una iniziativa nazionale programmatica delle forze politiche e di tutti quei segmenti di esperienze e movimenti che fanno già riferimento alla lista Arcobaleno. In quella sede vogliamo elaborare un programma condiviso, vogliamo stabilire contenuti e priorità che caratterizzino la nascita ed il cammino di questa prima aggregazione unitaria di sinistra. E con quei contenuti e quelle priorità parteciperemo alla Conferenza programmatica dell’Unione che si terrà a novembre. E’ l’avvio di un processo importante, inedito, che speriamo venga premiato dagli elettori. Le premesse ci sono tutte, perché questo processo è l’unico in grado di intercettare la grande speranza di unità che il popolo della sinistra ha sempre manifestato.