(1999 Dreamworks Pictures)
di John Kleeves

Premessa

Prima di trattare qualunque film americano bisogna sapere cosa è
Hollywood. Ciò è spiegato, che io sappia per la prima volta, nel mio libro I
Divi di Stato, Edizioni Il Settimo Sigillo, Roma, 1999, (richiedere a
ordini@libreriaeuropa.it) cui devo rimandare. I concetti fondamentali
comunque sono i seguenti. Hollywood è una filmografia di Stato,
controllata copione per copione, inquadratura per inquadratura e battuta per
battuta dal Ministero della Propaganda statunitense, che si chiama USIA (
United States Information Agency ), ente istituito nel 1953. Ciò è
perché gli USA non sono una democrazia come la gente crede ma una dittatura
vera e propria, anche se speciale : sono una dittatura
dell'imprenditoriato. La differenza rispetto alla filmografia di uno Stato totalitario
tradizionale, come era ad esempio quella dell'URSS della dittatura del
proletariato, è che nel contempo Hollywood deve anche ricavare
profitti, e cioè produrre lavori commercialmente validi, da vendere per soldi e
non da distribuire gratis come depliant pubblicitari ; altra differenza
è la preoccupazione di nascondere tale status. Così tutti i film
sfornati da Hollywood dopo il 1953 vanno letti in tale chiave ; tutti cioè,
oltre a mirare a fare cassetta, hanno anche un contenuto ideologico
preciso e approvato dall'USIA, la quale può in aggiunta avere imposto degli
spunti propagandistici ad hoc dove la trama si prestava. Ciò vale anche
per film che a prima vista sembrerebbero innocui, inadatti allo scopo,
e cioè sostanzialmente per i film di ambientazione americana " civile "
e contemporanea, che siano drammatici, comici o delle commedie.
L'obiettivo fisso dell'USIA con questi film è di evitare che, narrando la
storia, non finiscano per rivelare l'esatto " tono " della società
americana, la reale profondità e irrimediabilità dei suoi mali, cosa che invece
è da nascondere, travisare o camuffare ; poi se c'è la possibilità e se
se ne avverte l'esigenza possono essere fatte inserzioni di qualunque
tipo e su qualunque argomento. Sono benvenuti i film che portano
critiche secondarie o superficiali a tale società, perché una critica che
sfiora l'obiettivo poi lo protegge : se di un tizio si dice solo che alla
cerimonia aveva una cravatta di cattivo gusto non si va a pensare che
per il resto poteva anche essere in mutande, come magari era essendo
allora quella l'osservazione da fare. Ancora più benvenuti i film che
trattano apertamente certe topiche negative della società americana, però
travisandole artatamente, facendo cioè in modo di suggerire spiegazioni
che all'ultimo le assolvono. Film del genere permettono poi di dire che
il sistema tollera critiche, che è " democratico ". A tutto ciò a
Hollywood non ci sono eccezioni ; non possono esserci.

American Beauty appartiene alla categoria dei film falsamente critici.
Difatti puntella il sistema americano ma, per esempio, sul Resto del
Carlino del 18 gennaio 2000 ( tre giorni prima dell'uscita del film in
Italia ) un tale Andrea Martini, che suppongo un critico cinematografico
di mestiere, gli attribuisce una " aria pungente da satira sociale ".
La trama è la seguente, tenendo conto come al solito che i film di
Hollywood sono realizzati normalmente in più versioni, che differiscono per
dettagli più o meno significativi allo scopo di renderli adatti -
soprattutto proprio dal punto di vista propagandistico - alle varie aree
culturali del mondo. Parleremo quindi della versione diffusa in Italia,
col doppiaggio relativo.


La trama del film.

La storia è ambientata a Los Angeles, ai tempi nostri, in un quartiere
residenziale periferico tipico della classe media americana : strade
larghe e diritte su cui si affacciano tante ville, unifamiliari ma grandi
e su due piani, di bell'aspetto elaborato e circondate da uno scoperto
erboso con alberelli e formazioni arbustive curate alla perfezione. In
una di queste grosse case di bambola ( la via si chiama anche Robin
Hood Trail ), con in giardino dei cespugli di rose American Beauty, abita
la famiglia Burnham, padre Lester di 42 anni, madre Carolyn e figlia
unica Jane di 17 anni ; accanto si è recentemente trasferita la famiglia
Fitts, padre Frank sui 50 anni, madre Barbara e figlio Ricky di 20
anni. La voce di Lester fuori campo commenta i suoi ultimi giorni di vita,
prima di essere ucciso da Frank Fitts. In quei giorni i conflitti che
ognuno dei protagonisti aveva accumulato con sé stesso, con i familiari
e con la società erano esplosi in una reazione a catena, innescata
dalla perdita del lavoro da parte di Lester. La famiglia comincia a
sgretolarsi. La moglie, mediatrice immobiliare impegnata e yuppy ma di scarso
successo, ha una avventura con l'ammirato concorrente-collega Buddy
Kane, che appunto ha il vento in poppa, e che però in breve la lascia per
il timore di rendere il proprio divorzio in corso ancora più
finanziariamente rovinoso ; la figlia, che covava il solito rancore
adolescenziale con annesso desiderio di evasione, rompe gli indugi e si mette col
tenebroso Ricky, che dalla finestra di fronte la filmava di notte con una
telecamera. Lester in realtà è il meno scosso. Con un cinico ricatto
ottiene una buonuscita di 60.000 dollari, pari a un anno di stipendio, e
cerca e trova subito un lavoro dequalificato, e cioè come inserviente
in un chiosco tipo MacDonald's, pagato con la minimum wage ( salario
minimo ) di 5.25 dollari all'ora. Comincia a pensare di concedersi
finalmente dei piaceri proibiti ; la sua attenzione è sempre più attratta da
Angela, una compagna di scuola della figlia già ammirata come reginetta
delle cheer leaders dell'high school e che ogni tanto capita in visita
; si compra una rossa spider Pontiac Firebird del '70 ; e inizia a
fumare spinelli che gli vende Ricky. La famiglia di Ricky, anch'essa
nonostante le apparenze, non ha meno problemi e di qui verrà la fine di
Lester. Frank Fitts è un colonnello dei Marines in pensione che alla fine
del film scopriamo aver silenziosamente lottato per tutta la vita contro
la propria omosessualità, riversando le proprie angosce sulla moglie,
oramai ridotta ad una larva senza volontà, e su Ricky, avendolo portato
a rifugiarsi nella droga e a diventarne, appunto, spacciatore. Quando
vede in un filmato girato involontariamente da Ricky il bel vicino
Lester che fa ginnastica nudo nel garage le sue difese, che presumibilmente
avevano resistito per tutta la vita, crollano e non riesce a reprimere
una avance inequivocabile. Lester naturalmente rifiuta, anche se con
garbo, da uomo di mondo, ma poco dopo Frank Fitts, umiliato dalla
situazione e inorridito di sé stesso, ritorna e gli spara una revolverata in
testa mentre seduto al tavolo di cucina contempla una foto incorniciata
della sua famiglia, quella dei tempi felici. Al rumore accorrono Jane e
Ricky, i Bonnie e Clyde in pectore che in una stanza superiore stavano
progettando di fuggire insieme a New York, dove lui conosceva
spacciatori che lo avrebbero introdotto nel giro, e Angela, la Lolita cresciuta,
anch'essa al piano superiore dove in altra stanza attendeva il ritorno
di Lester decisa a concedergli la verginità ; nello stesso momento
rincasa Carolyn, reduce dall'ultimo incontro con Buddy, ed è the end.

L'irrilevanza sociale dell'argomento.

La realtà sociale degli USA è evidenziata dalle seguenti poche cifre :
da 40 a 60 milioni di poveri a seconda delle stime ( del governo o di
istituti privati ), persone che non hanno sussidi, non hanno assistenza
medica, non maturano una pensione ; 1 bambino su 4 cresce in povertà ;
disoccupazione ufficialmente del 7.6% ma ufficiosamente del 12%, con
una parte rilevante degli occupati che percepisce la minimim wage ; 4
milioni di homeless senza lavoro, dei quali ogni inverno ne muoiono
regolarmente circa 1.000 per il freddo ; 8 milioni di homeless con lavoro (
sono i migrant workers, lavoranti agricoli stagionali che vivono
praticamente nella vecchia auto, o pick up, con cui si spostano assieme alla
famiglia da una piantagione all'altra ) ; 1 milione di street kids, dei
quali ogni anno ne muoiono circa 5.000 per percosse, stenti o malattie,
essendo frettolosamente fatti seppellire in tombe anonime dalle
autorità municipali ; 3 milioni di famiglie che vivono in roulottes chiamati
trailers ; 27 milioni di alcolizzati, molti dei quali rientrano anche
nei 25 milioni di tossicodipendenti ; 35-40.000 omicidi e 30-35.000
suicidi all'anno ; 2.000.000 di detenuti, pari a un quarto dell'intera
popolazione carceraria mondiale, con 4.000 in death row ( in attesa
dell'esecuzione capitale ). Moralmente la situazione è abbietta, e per fare
pochi esempi : c'è libertà di licenziamento e così tutti i lavoratori
dipendenti americani, che siano operai, impiegati o dirigenti, scodinzolano
da mattina a sera come tanti setter ; c'è una miriade di occupazioni
umilianti, distruttive della personalità ( uomo-bersaglio alle fiere,
latore di messaggi canori, ecc ) ; i ricchi hanno libertà di reato nei
confronti dei poveri, invero anche di omicidio ( i ricchi - de facto -
sono incriminati solo per reati verso i loro pari, o l'Amministrazione ) ;
sono legali pratiche come la vendita di figli e di sangue, sperma e
organi non vitali ; per gli americani ricchi organi vitali sono reperiti
nel Terzo Mondo col beneplacito del governo, che è il governo dei ricchi
; in piantagioni del Sud sta tornando la schiavitù, questa volta nei
confronti di chicanos. E' questa combinazione di miseria e abbiezione che
spiega il fatto che il 20% della popolazione adulta americana presenta
turbe psichiche da gravi ( ossessioni ) a gravissime ( schizofrenia ),
come calcolato dal National Institute of Mental Health ; non per niente
ci sono tanti e così orrendi serial killers negli USA, in effetti da 80
a 100 in attività in ogni dato momento.

American Beauty non offre squarci illuminanti su niente di tutto ciò.
Critica certamente la società americana, ma sceglie un obiettivo
secondario : la classe media e le sue magagne. Dell'uomo in mutande e cravatta
ci dice che ha una brutta cravatta. Il tema del film infatti è
l'intreccio di problemi, angosce e frustrazioni personali che stanno dietro
l'aspetto solare della classe media americana, e che continuano a crescere
all'ombra delle sue villette da fiaba sino a che un innesco qualunque
provoca una reazione a catena esplosiva. Oppure il tema è la vera vita,
la natura umana con i suoi pregi e le sue eterne debolezze, che
inevitabilmente pulsa sotto l'enorme peso delle restrizioni, delle convenzioni
e dei compromessi imposti dalla società americana a chi vuole essere "
in ". Oppure - c'è sempre da discutere su queste cose - il " messaggio
" è che il ceto medio americano, il ceto delle villette coi bei roseti,
è un Truman Show dove nessuno è come sembra, dove tutti ricoprono ruoli
che non sono i loro, come il Lester cui il licenziamento dopo 14 anni
di lavoro alla redazione di un giornale fa emergere la vera anima da
ribelle gaudente, da hippy , come il Frank Fitts cui basta vedere il
sunnominato nudo per arrendersi infine alla propria natura di cocksucker ( "
ciucciacazzi " ) nato, l'accusa preferita che portava al figlio perchè
pensava sempre a sé stesso, e così via come gli altri tutti, da Ricky a
Jane a Carolyn a Angela a Buddy. In ogni caso sono tutte cose vere e si
può certamente farci un film sopra. Rimane il fatto che neanche questa
volta la verità sull'America salta fuori.



La presenza dell'USIA.

Ciò non basta a far palpare la presenza dell'USIA nel film : esso
omette di evidenziare certi mali clamorosi perché il suo soggetto è un
altro, il che è già un risultato si, ma non si può dire che sia voluto,
cercato. Dove invece la presenza dell'USIA è inequivocabile è nel
trattamento del medesimo e innocuo soggetto che è stato scelto. Le vicende degli
esponenti del ceto medio americano del film infatti sono state messe in
modo tale da ottenere precisi risultati di falsificazione, di
travisamento di certe topiche inquietanti della vera realtà americana, il che si
chiama propaganda, propaganda culturale. Le falsificazioni ed i
travisamenti sono stati inseriti nella costruzione dei ritratti dei
protagonisti e sono i seguenti.

1) A Lester capita uno di quegli incerti che negli Stati Uniti portano
quasi immancabilmente alla rovina totale, che equivalgono a sentenze di
morte : è licenziato da un lavoro altamente qualificato quando aveva
una età superiore ai 36 anni ( è circa questo il limite ). Normalmente
queste storie vanno nel seguente modo : per cominciare l'uomo subisce uno
stress che ammazzerebbe un cavallo ( perde l'autostima ; si sente
tradito ; ogni certezza crolla ) ; cerca per mesi, o per anni, un lavoro
analogo, adatto al suo livello ; immancabilmente non lo trova e dopo o non
lavora mai più oppure con uno sforzo supremo si adatta a occupazioni
dequalificate, umilianti ; in ogni caso il reddito crolla, non può più
pagare né l'assicurazione sanitaria né il mortgage ( mutuo bancario )
sulla casa e perde entrambi ; va a vivere in un trailer scassato in
estrema periferia o diventa homeless del tutto, scivolando sempre più
nell'alcolismo, nelle droghe, nei disturbi mentali ; se aveva moglie e figli
li aveva di norma già persi all'inizio dell'incubo o li trascina nel
degrado. Niente di tutto ciò con Lester. Niente stress, niente pianti,
niente recriminazioni, niente ricerca di occupazioni degne. Perché ?
Perché la regia lo ha costruito come un uomo che non aveva mai creduto in
ciò che faceva, che sino allora aveva ricoperto un ruolo che non era il
suo e che accoglie il licenziamento quasi con sollievo perché gli da la
possibilità di vivere come davvero voleva, ai margini della società e
pronto a coglierne le più succose occasioni, che di norma sono gratis.
La regia si affretta anche a puntualizzare che l'insoddisfazione di
Lester come redattore del giornale dipendeva solo da lui e non magari dal
lavoro, in altre parole dalla società : il lavoro pagava bene, 5000
dollari al mese invero, ma comportava troppe responsabilità. Lester
giustifica infatti così la sua richiesta di un posto di garzone da Smiley's :
" Cerco il livello di professionalità e responsabilità più basso
possibile ". E' lo stesso accorgimento - caro all'USIA in effetti - usato nel
film Un giorno di ordinaria follia ( Falling Down, del 1993 ) : " Non
sono io che ho perso il lavoro " dice il neo licenziato Bill-Michael
Douglas che si appresta a fare una strage in città, " è il lavoro che
perso me ". C'è una ulteriore apologia al sistema, questa ancora più
obliqua : il consulente aziendale Brad Dupree aveva deciso il licenziamento
di Lester non perché lui Brad era lo strumento di una società spietata e
iniqua ma proprio perché aveva capito il soggetto, sino allora forse
inappuntabile ma di natura un ribelle, inaffidabile per la ditta ; Lester
dimostra subito quanto avesse ragione estorcendogli 60.000 dollari di
liquidazione con la minaccia di inventare nei suoi confronti una
denuncia per molestie omosessuali. Per inciso l'impressione che in un modo o
nell'altro sia facile ottenere una buona liquidazione negli USA è falsa
: di norma uno se ne va in bolletta perché il contratto di assunzione
che era stato fatto firmare esclude buonuscite e i ricatti non sono così
facili.

Quindi a Lester non capita nessuno dei tipici drammi esposti sopra.
Magari perché muore subito, ma fatto è che non capita. Di perdita
dell'health insurance ( assicurazione sanitaria ) non si parla. C'è un accenno
al mortgage ( mutuo ) che sarà difficile continuare a pagare ma non ci
sono sviluppi e poi la moglie ha pur sempre il suo lavoro di mediatrice
immobiliare : pagherà lei, pensa lo spettatore. C'è un accenno al
disfacimento della famiglia : Carolyn corre subito nel letto di Buddy, che
dovrebbe essere l'inizio del tutto, ma rimane appunto accennato. Jane
addirittura pare confermare l'esattezza della sentenza inflitta al padre
dalla società : lo aveva sempre ritenuto un egoista ed un
irresponsabile, un padre che anziché parlare e riparlare con lei sbarlocchiava le
sue amiche, e il suo licenziamento non fa che fortificarla nella
decisione di lasciare quella famiglia inadeguata.

2) Con la figura di Frank Fitts siamo in piena USIA. Chi sono i Marines
? Sono come tutti i militari americani di qualunque Arma. E' gente che
si arruola per la paga e per la buona pensione che volendo arriva dopo
appena 20 anni di servizio : dei mercenari. Sembrerebbe niente di
troppo disonorevole - sono dei " professionisti " - ma vediamo cosa devono
fare questi uomini per la tale paga. Gli USA non sono la Svizzera, ma
una potenza neo coloniale in piena attività, che tiene sotto il tallone
moltissimi Paesi e che ogni giorno compie azioni sanguinose in una parte
o nell'altra del mondo ; se non è una guerra dichiarata che fa migliaia
di morti come a Panama nel 1989 o in Yugoslavia nel 1999, o che ne fa
addirittura centinaia di migliaia come in Iraq nel 1991, allora è un
bombardamento " preventivo " di una fabbrica di armi chimiche ( in realtà
magari un pastificio ), è una incursione di commandos in un porto "
nemico " per far saltare un mercantile che trasporta cibarie, è un
mitragliamento da elicotteri di contadini guatemaltechi in sciopero contro la
Multinazionale USA che li fa lavorare per niente nelle sue piantagioni,
è una azione di counterinsurgency contro partigiani indipendentisti, è
una assistenza logistica alle grosse formazioni di banditi ( p.es.
Contras, UCK, Ceceni ) create dagli USA per qualche scopo, è una mano da
dare a qualche governo " amico " per reprimere una ennesima rivolta
popolare, e così via. Chi deve fare tutte queste cose, che implicano sempre
dei massacri più o meno grandi di civili incolpevoli, sono i militari
americani, loro in carne e ossa, che lo fanno non per gli " ideali " o
perché coscritti, ma appunto per la paga. I militari americani così sono
giusto dei sicari, degli assassini prezzolati, e della specie peggiore
perché loro su ordine uccidono anche donne e bambini, e in qualunque
numero sia richiesto ( dal 1945 al 1990 gli USA si sono resi responsabili
della morte di circa 30 milioni di civili nel mondo ; di questi circa
12 milioni sono stati uccisi direttamente da militari americani ).

Il pubblico internazionale non deve avere questa percezione. Inoltre
c'è la necessità di offrire una spiegazione che paia verosimile per i
massacri che lo stesso pubblico sa essere compiuti ogni tanto dai militari
americani, qua e la per il mondo ( America Latina, Haiti, Somalia,
Vietnam, dappertutto ). Ecco la soluzione che salva capra e cavoli : molti
giovani americani si arruolano non giusto per la paga, ma perché
purtroppo sono di natura violenta o addirittura nazista, e sono proprio loro
i responsabili delle efferatezze che ogni tanto vengono alla ribalta.
Ed ecco il consolidato stereotipo hollywoodiano del soldato, del
sottufficiale o dell'ufficiale americano violento, fanatico delle armi e quasi
sempre con più o meno aperte simpatie naziste, che è tollerato di fatto
dai buoni e democratici superiori fra le disapprovazioni a parole o
ammiccate perché i nemici là fuori ( i comunisti, i terroristi, i
trafficanti di droga, eccetera ) sono spietati ed elementi del genere fanno
comodo ( magari salvano vite di soldati americani buoni ). Questi
individui comunque, può aggiungere l'USIA in certe circostanze o momenti
politici, anche se tollerati nelle Forze Armate americane rimangono dei
malati, perché il nazismo è una ideologia degenere : ecco che gli si possono
attribuire delle perversioni, una delle migliori essendo quella
dell'omosessualità perché nella memoria collettiva mondiale ci sono ancora le
torbide tendenze di qualche famoso ufficiale delle SS ( non bisogna
dimenticare che molti Autori americani hanno pubblicato biografie su
Hitler dipingendolo - fra le altre cose - come un omosessuale represso ; non
era vero ma la diffamazione è rimasta ).

Frank Fitts è il prodotto di tali ragionamenti della United States
Information Agency. E' un vecchio ufficiale dei Marines il cui ideale era
sempre stato quello di essere un John Wayne o un Clint Eastwood del
Corpo, ma era segretamente un nazista e - naturalmente - un ciucciacazzi.
Le solite balle ideologiche dell'USIA, ma è magistrale, davvero da
segnalare, il modo in cui la regia ha abbinato le due cose, diffamandole in
parallelo. Frank è irresistibilmente attratto da entrambe, ma di
entrambe si vergogna con pari intensità ed è deciso a tenerle nascoste in
modo ugualmente strenuo. Ha combattuto con la sua omosessualità per tutta
la vita e così ha fatto con la sua attrazione per il nazismo : non ne
parla mai e non ne tiene in casa nessuna traccia materiale ; solo, in
una teca di souvenir personali che è tabù per chiunque, un piatto di
ceramica anonimo e bianco ( un normale piatto per secondi in effetti ) che
sul centro del retro porta - sconvolgente rivelazione, estremo abominio
- una piccola croce uncinata nera : quando scoprirà che Ricky lo ha
toccato, che lo ha visto dietro, lo assalirà a pugni ( a pugni, suo figlio
).

3) Barbara è la moglie di Frank. E' una donna distrutta, priva oramai
di qualunque volontà, all'ultimo stadio della depressione e
presumibilmente a un passo dal ricovero. Ad averla ridotta così sono state le
psicosi del marito che suggerisce il film. Ma mettiamoci nei panni della
vera moglie di un vero colonnello dei Marines. Un colonnello operativo dei
Marines, come è lasciato supporre il duro Frank, nella sua carriera ha
certo partecipato a missioni cruente all'estero, diciamo mediamente a
5. Cosa ha fatto tale colonnello nelle sue " missioni " ? Ha ucciso dei
civili ? Ha torturato prigionieri ? Ha seminato mine camuffate da
bamboline ? Ha fatto il tenente Calley, che ha falciato 62 vecchi, donne e
bambini a My Lai, o ha fatto il capitano Ernest Medina, che ha ucciso
per divertimento un ragazzino di 12 anni ? Qualcuna di queste cose
sicuramente l'ha fatta e la moglie lo sa. Magari non credeva che quello fosse
il mestiere quando ha sposato il suo giovane ma ora lo conosce : questa
donna o ha due dita di pelo sullo stomaco o la sua psiche comincia a
rimuovere la realtà sino ad annullare sé stessa. Se la moglie di un
colonnello americano in pensione è nel baratro questo è, direi 9 volte su
10, il motivo. Ma la regia propone le ossessioni omosessuali del marito.

4) Nei personaggi di Carolyn e di Angela non sono inserite delle
artificiosità allo scopo di fare falsi suggerimenti sulla società americana.
Quando aveva sposato Lester Carolyn era una ragazza birichina e poi si
è alienata dal marito e dalla figlia - dalla vita - cadendo nella
trappola della classe media, e cioè dei suoi valori ( il successo ) e del
suo conformismo ( tutte le sere cena familiare al lume di candela e
pallosissima musica da camera ; naturalmente è lei che coltiva le rose
American Beauty in giardino ), ma rimane profondamente insicura ( al primo
infortunio della vita corre da Buddy ). Si, la grande maggioranza delle
donne di mezza età del ceto medio americano è così. Angela è una
adolescente bella e provocante, prima cheer leader dell'high school (
posizione ambitissima e invidiatissima dalle liceali americane : è una
consacrazione di bellezza e una promessa di successo nella vita - e cioè
subito marito bello e ricco ) e oggetto dell'ammirazione maschile dall'età
di 12 anni ( lo dice lei nel film - perché il regista vuole evocare la
figura di Lolita ). A lei piace questa ammirazione, soprattutto se è
torbida, anche bavosa, ma non è sicura di avere una personalità
all'altezza del ruolo di primadonna che si sente ripetere da sempre, tanto è vero
che sino allora aveva evitato lo show down con un uomo. Anche lei un
personaggio reale della società americana, frequente almeno quanto lo
sono le cheer leaders liceali.

L'unica satira eseguita dal film sulla società americana consiste in
questi due personaggi, perché veri. Ma lascio stabilire a voi quale
sconvolgente e ultra graffiante satira, rivelatrice di chissà che, sia mai
questa.

5) Ancora male intenzioni invece nei personaggi di Ricky e Jane. Ecco
come si formano i criminali negli USA lascia supporre il film : Ricky
vista la famiglia non ha necessità economiche ma diventa criminale (
comincia come spacciatore di spinelli poi farà carriera ) perché rovinato
dalle psicosi del padre ; Jane allevata dal padre che ha è priva di
guida morale e accetta tranquillamente un futuro da complice di Ricky,
forse da criminale attiva anch'essa. Invece, la criminalità negli USA non
viene dalle mele marce della classe media ma da quelle buone dei
diseredati.

Riassumendo con il film si è fatto questo : a parte il soggetto della
classe media, si è scelto di costruire dei personaggi che nella realtà
americana esistono certamente ( ci sono dei Lester, dei Frank, eccetera
), che sono quindi verosimili, ma che sono anche estremamente rari e
assolutamente non significativi, allo scopo preciso di poter veicolare
certe falsità concettuali, falsità che sono oramai da considerare dei
classici della propaganda USIA via Hollywood e che appartengono alla
famosa serie di " Tutte le colpe americane a... ", della quale abbiamo
appunto rivisto le puntate : 1) tutte le colpe delle Forze Armate a elementi
come Frank ; 2) tutte le colpe dei licenziamenti a elementi come Lester
; 3) tutte le colpe della criminalità a elementi come Ricky. La
propaganda quindi è nei personaggi stessi, nella trama.

Per quanto riguarda gli inserti propagandistici ne ho rilevato uno solo
: vendendo marijuana a Lester Ricky dice che è un tipo speciale
ottenuto geneticamente dal governo e che ha il pregio di non indurre la
paranoia. La precisazione non è necessaria alla trama ; è gratuita ed ha un
significato politico. E' una denigrazione dei contestatori americani,
degli hippies, più numerosi in passato ma ancora presenti, che trovano
sempre intenzioni nascoste e cattive dietro le azioni del loro governo ;
sono notori consumatori di marijuana ed ecco il motivo della loro
dietrologia : è in realtà paranoia. Perché il governo USA ha compiuto sforzi
per modificare geneticamente la marijuana, può chiedersi lo spettatore
? Appunto per togliergli tale difetto ; a fin di bene ( la marijuana
induce davvero col tempo la paranoia ? Ma no ). E' probabile che ci siano
altri inserti, ma non sono riuscito a rilevarli probabilmente perché
nascosti in dettagli della cui significatività politica non sono al
corrente.

Il ruolo di Steven Spielberg e degli altri ebrei.

Qualcuno potrebbe osservare che il film è stato prodotto dalla
Dreamworks, il cui proprietario è tale signor Steven Spielberg, e quanto sopra
potrebbe essere farina del suo sacco : Spielberg infatti ha curato la
regia di alcuni dei film americani più carichi di propaganda degli
ultimi anni ( p.es. Saving Private Ryan ; Amistad ; Schindler's List ). Si,
Spielberg è uno dei massimi persuasori occulti di Hollywood, uno di
quelli che meglio riescono a conciliare le esigenze di cassetta con quelle
propagandistiche, ma non lo fa né di sua iniziativa né da solo. Perché
dovrebbe ? Sarebbe una fatica in più. Lo fa perché è l'USIA a
chiederglielo, come lo chiede a chiunque voglia lavorare a Hollywood, ad ognuno
a seconda delle sue capacità e raggio di azione ; e lo fa assieme allo
staff di esperti che gli affianca l'Agenzia. Magari Spielberg è anche
personalmente d'accordo con tutto ciò, anzi lo è sicuramente visti i
risultati brillanti, ma rimane il fatto che il contenuto ideologico di un
film hollywoodiano ricade per legge nelle competenze dell'USIA, e ciò
per l'atto costitutivo della medesima del 1° Agosto 1953, ratificato dal
Congresso ( vedi il mio Divi di Stato, Ed. Il Settimo Sigillo, Roma,
1999 ).

Stessa risposta a chi sostiene una decisiva e perniciosa influenza
degli ebrei nella cinematografia americana ed a questa attribuisce esiti
come quelli appena visti. A Hollywood ci sono certamente moltissimi ebrei
- anche Spielberg lo è - ma non comandano loro ; a Hollywood comanda
l'USIA. Ciò che fanno gli ebrei di Hollywood è assecondare con
particolare zelo la medesima allo scopo - al solito - di lucrare vantaggi. In ciò
sono anche favoriti dall'obiettivo parallelismo esistente fra la
mentalità ebraica e quella americana, che è giudaizzante ( gli americani sono
in rilevante parte circoncisi, per esempio ). Nel realizzare questo
film Spielberg, giusto in quanto ebreo, si è probabilmente presa questa
sola libertà : potendo scegliere, ha fatto entrare un altro ebreo a
Hollywood, il regista Sam Mendes. Si sa che gli ebrei si aiutano tra di
loro, anzi solo tra di loro. Fra l'altro è il motivo dei tanti ebrei a
Hollywood : sono stati fra i primi e uno ha tirato l'altro. Mendes è un
regista teatrale inglese di 34 anni, ebreo probabilmente di ascendenza
portoghese, che si è messo in luce con un remake di Cabaret e con The Blue
Moon, buon successo londinese poi replicato a Broadway con Nicole
Kidman : Spielberg lo ha notato, sa che l'USIA sta cercando nuovi Registi di
Stato ( vedi il ripescaggio di Terence Malik con La sottile linea rossa
) e lo ha preso a bordo. En passant Spielberg ha dato una mano anche
all'attore ebreo Scott Pakula ( serie televisiva Quantum Leap ),
probabilmente bisognoso, affidandogli una comparsata all'inizio del film ( ma
forse in versioni distribuite in altri mercati Pakula appare ancora ).

Il film come film.

Per quanto riguarda una valutazione puramente filmica del lavoro, non è
il mio mestiere. Posso dire le mie impressioni se interessano, che sono
queste. Un film di maniera come pochi, un vero prodotto industriale
ottenuto miscelando ingredienti standard in base a una ricetta ; fra poco
anche McDonald's si metterà a fare film del genere. A parte le
necessità della propaganda, una galleria di personaggi che sono puri stereotipi
senza un grammo di originalità, di vera anima ( Carolyn la moglie
perbenista, Lester il criptoribelle, Jane l'adolescente ingrugnita, Angela
la lolita, Ricky il giovane bruciato, eccetera ), descritti attraverso
sintomi ricavabili dal più elementare manuale di psicologia ( cene al
lume di candela per Carolyn, spinelli per Lester, complesso del seno
piccolo per Jane, eccetera ). Si è cercato un elemento subliminale capace
di fare da sottofondo al film, per cucirlo nel subconscio dello
spettatore, e lo si è trovato nelle rose American Beauty, che sono di un rosso
sangue molto carico : le coltiva Carolyn ; nelle fantasie di Lester
Angela nuda è sempre circondata di loro petali ; lo sparo omicida di Frank
fa comparire sullo schermo un turbine dei medesimi al rallentatore ; il
capo di Lester lascia sul tavolo un lago di sangue dello stesso colore,
come un petalo enorme. Idea carina ma non è molto, e chissà se è di
Mendes e non della volpe Spielberg o magari di uno psicanalista dell'USIA.
In complesso un film non brutto, non insopportabile - è appunto un
prodotto industriale - ma neanche che valga la pena di vedere a pagamento.

Nonostante ciò la sala in cui l'ho visto ai primi di febbraio era piena
e mi sono chiesto il perché. Risposta immediata : l'orrenda macchina
pubblicitaria di Hollywood, che in Italia è assecondata dal governo
fantoccio locale. Ogni nuovo film americano qui è altrettanta Buona Novella
: abbiamo tanti articoli di quotidiani, di settimanali, di mensili ;
tanti ricchi servizi su locandine e riviste specializzate ; e soprattutto
tante notizie nei telegiornali di Stato e di Berlusconi, annunciate da
mezzibusti giubilanti. In queste immancabilmente si informa dei
guadagni iperbolici già realizzati dal suddetto film nella sua uscita
americana e magari si mostrano immagini di file ai botteghini ( informazioni e
immagini la cui attendibilità è dubbia dato che provengono da Hollywood
). American Beauty è stato infilato anche nelle parole crociate : il
paginone centrale con la " Caccia ai quattro " della Domenica Quiz del 6
febbraio 2000 era dedicato proprio al medesimo. Il gioco è fatto : come
al cane di Pavlov agli italiani è venuta la bava dal desiderio di
vedere il nuovo film.

Pettegolezzi di viaggiatore.

Termino con dei commenti da turista su alcuni aspetti della vita
americana che capita di vedere nel film. Le villette americane sono
effettivamente così, graziosissime a vedersi, da fiaba addirittura; ma sono
fatte di legno e cartone pressato, ottenute intelaiando pali squadrati da
10X10cm in verticale e in orizzontale e inchiodandoci sopra col martello
pannelli prefabbricati ; i solai sono assiti coperti di moquette e i
tetti sono di bitume pitturato a tegole ; eventuali ornamenti sono in
gesso, stucco, PVC. Si erigono in non più di due settimane, non durano più
di 30 anni e un uragano che in Italia farebbe pochi danni le distrugge
completamente ; inoltre si riempiono di insetti (donde il topos
americano dei roaches, scarafaggi) e sono soggette a incendi. I bagni non
hanno bidet, per quanto pretenzioso sia il villone; l'accessorio è
praticamente sconosciuto negli USA (da cui il pratico consiglio: intimità solo
con americane appena uscite dalla doccia, anche se sono rinomatissime
star). Perché quando Jane si spoglia non chiude le imposte? Perché
queste case hanno imposte finte, inchiodate ai lati dell'apertura (sono
lamiere di alluminio preverniciate e stampate alla pressa). Le cenette di
Carolyn al lume di candela sembrano il massimo del lusso, ma pensate a
quello che c'è nei piatti, pannocchie abbrustolite, purè, uova fritte,
wurstel bolliti, eccetera. Carolyn e Buddy sono dei real estate dealers
(mediatori immobiliari) ; sembra un lavoro decente, ma sono tutti dei
truffatori, come i used car dealers (commercianti di auto usate). In
America il fuori è bello e il dentro è brutto.