Processo per il delitto di Marco D'Antona a rischio di sospensione
Il procuratore generale di Roma mette in dubbio la costituzionalità della legge Pecorella
Fonte: lastampa.it
ROMA. Sospendere l'intero processo d'appello alle Br-Pcc, o, in subordine, sospendere soltanto le posizioni contenute nel ricorso del pubblico ministero. È quanto ha chiesto il sostituto procuratore generale di Roma, Antonio Marini, alla Corte d'Assise d'Appello, presieduta da Antonio Cappiello, nel corso della prima udienza, nelle aule di Rebibbia, del processo di secondo grado per l'omicidio D'Antona. Il pg ha sollevato eccezione in merito alla legittimità costituzionale della legge sull'inappellabilità, la cosiddetta "legge Pecorella" entrata in vigore il 9 marzo scorso. «Una sentenza ingiusta - ha detto Marini in aula - può essere non solo quella che condanna un innocente, ma anche quella che assolve il colpevole». Secondo il pg, la legge Pecorella sarebbe in contrasto anche con gli articoli della Costituzione riguardanti la parità delle parti nel procedimento e la ragionevole durata del processo.
Il collegio dei giudici, dunque, ora potrebbe decidere di sospendere l'intero processo, che vede imputate 14 persone, tra cui Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, condannati in primo grado all'ergastolo per il delitto di via Salaria, oppure potrebbe stralciare le posizioni di quegli imputati che sono stati del tutto o in parte assolti dalla seconda Corte d'Assise di Roma dalle accuse contestatigli. Il pubblico ministero, infatti, aveva presentato appello contro l'assoluzione di Paolo Broccatelli e Federica Saraceni dall'omicidio del prof. Massimo D'Antona, avvenuto il 20 maggio 1999, nonchè di Roberto Badel e di Alessandro Costa per associazione eversiva e banda armata.
Della legge sulla inappellabilità hanno voluto parlare anche gli avvocati Luca Petrucci e Cristina Michetelli, rappresentanti di Olga e Valentina D'Antona, costituitesi parte civile nel processo. Secondo i penalisti, che hanno presentato appello solo riguardo alle posizioni di Broccatelli e Saraceni, la legge Pecorella «è retroattiva esclusivamente per il ricorso del pm», e dunque hanno chiesto che la Corte consideri valido il loro appello di parte civile.