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brunik
Roma, 4 mag. (Apcom) - Se anche la Cdl dovesse dire no a Massimo D'Alema, l'Unione dovrebbe comunque candidarlo alla presidenza della Repubblica e un eventuale nuova bocciatura per il presidente Ds, dopo quella per la Camera dei deputati, difficilmente non avrebbe ripercussioni sulla tenuta della maggioranza. Il diessino Vincenzo Visco lo dice conversando con i cronisti a Montecitorio, ricordando che "il metodo-Ciampi significa individuare un nome che abbia una maggioranza autosufficiente e che sia in grado di trovare consensi anche nell'opposizione".
Il colloquio di oggi tra Prodi e Berlusconi, aggiunge, "è servito per definire il metodo. Ora Prodi deve rivedere Berlusconi, credo domani dopo che l'Unione avrà individuato il proprio candidato, per proporgli un nome".
E' da vedere che il centrodestra dica davvero no a D'Alema, aggiunge, perché "mi pare che una parte di loro lo voterebbe comunque nel segreto dell'urna". In ogni caso, ripete, il candidato dell'Unione deve essere "autosufficiente", dunque in grado comunque di avere una sua maggioranza, "e quindi non cambierebbe nulla. Non vedo perché dovremmo cambiare cavallo se la Cdl ci dice no". Del resto, precisa, "nel '99 il nome di Ciampi sarebbe rimasto in campo anche di fronte a un no della Cdl".
Per D'Alema, gli viene fatto notare, è la seconda grossa partita nel giro di pochi giorni, dopo quella per la presidenza della Camera. Ci sarebbero problemi se i Ds dovessero di nuovo uscire sconfitti? "Credo proprio di sì, non penso che sarebbe una cosa indolore".