Originariamente Scritto da
Beli Mawyr
ROMA. Nella partita del Quirinale la Lega Nord è pronta a sfilarsi dal resto della maggioranza. Nel segno delle " mani libere" indicate da Umberto Bossi per il dopo elezioni. Niente paura, il Carroccio rimarrà saldamente ancorato alla Casa delle Libertà per mettere in campo una dura opposizione al centrosinistra, sperando di inguaiare seriamente l'Unione al Senato. Ma la partita per il Quirinale è cosa diversa. Ieri, primache venisse resa nota l'indisponibilità di Franco Marini, il Carroccio, con Roberto Maroni, aveva chiuso la porta al neo presidente del Senato. « Dopo il rifiuto di Ciampi, la Cdl non ha un candidato per il Quirinale. Come Lega dovremo decidere chi votare, ma tra i nomi che circolano non voteremo Marini » , ha detto Maroni. Il percorso in via Bellerio verrà deciso oggi in un vertice con Umberto Bossi. Come sempre, sarà lui a dare la linea. La musica suonata dalle sirene leghiste, però, da un paio di giorni è sempre la stessa: agli occhi del Carroccio D'Alema non fa schifo. Anzi, meglio lui degli altri nomi che sono in circolazione. A dirlo chiaramente, però, è solo Francesco Speroni. « Tra un ex democristiano e il vice di Craxi meglio D'Alema. Non mi risulta che con lui premier ci siano stati sfracelli dal punto di vista della tutela della democrazia » , afferma l'eurodeputato padano. Del resto, la simpatia di Bossi per D'Alema ( unico politico di sinistra invitato a parlare a un congresso della Lega, nel 1995) è cosa nota. Almeno quanto la sua antipatia per gli uomini considerati " super partes" o, ancor peggio, tecnici. Ma quale può essere la strategia leghista in questa fase? L'idea, nemmeno troppo nascosta, è quella di andare al muro contro muro, con il Carroccio che nei primi scrutini voterà il candidato della Cdl, se ci sarà. « Tanto la sinistra i voti per eleggere D'Alema ce li ha » , osserva un parlamentare lumbard in Transatlantico. Poi, al quarto scrutinio, se a D'Alema dovesse mancare qualche voto dei suoi per arrivare al quorum, potrebbe scattare il " soccorso verde". « Al quarto scrutinio passa D'Alema » , sentenziava Maroni un paio di giorni fa ai cronisti. Resta da capire se questa operazione abbia l'avallo oppure no del Cavaliere, che ieri continuava a chiudere la porta a qualsiasi intesa, anche sottobanco, sul nome del presidente diessino. Anche se politicamente il Carroccio ha la forza politica per sganciarsi, in questo caso, dal resto della coalizione. E gli altri? Da Forza Italia la chiusura a D'Alema sembra totale, con Elio Vito che vede la sua elezione come « un errore esiziale » . An e Udc plaudono al dialogo tra Prodi e Berlusconi, ma sui candidati la prudenza è d'obbligo. E mentre il partito di Fini aspetta di valutare una rosa di nomi, il segretario centrista Lorenzo Cesa si rammarica per il rifiuto di Marini. « Se avesse accettato, avremmo chiesto la presidenza del Senato » , osserva il segretario dell'Udc. Caustico, invece, Luca Volonté: « D'Alema sta per essere risarcito male, perché nel segreto dell'urna subirà diverse vendette. I nostri voti, però, non li avrà mai... » . Gianluca Roselli
Libero 05/05/06