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  1. #21
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    tratto da www.nuovopartitodazione.it


    Documento della Direzione Nazionale del Nuovo Partito d’Azione



    La Direzione Nazionale del Nuovo Partito d’Azione riunitasi per la prima volta a Bernalda il 21 maggio 2006

    ESPRIME

    la propria soddisfazione per il lavoro compiuto dal Partito nel suo primo anno di vita ed in particolare per il contributo dato dai nuovi azionisti alla coalizione vittoriosa di centrosinistra,

    APPROVA

    all’unanimità la Relazione del Segretario Nazionale del Partito, Pino A. Quartana dal titolo “Problemi e Prospettive del Nuovo Partito d’Azione” nonché il documento dal titolo “Rafforzare la coalizione di Prodi; allargare l’Unione” con il quale invita il leader dell’Unione Prodi ad integrare nell’Unione tutti i soggetti politici comunemente denominati come “altri di centrosinistra”, tra cui il Nuovo Partito d’Azione, che hanno in modo determinante contribuito alla vittoria dell’Unione.
    La Direzione Nazionale del Nuovo Partito d’Azione infine

    DA’ MANDATO

    alla Segreteria Nazionale di avviare i primi contatti con i partiti che possano essere, almeno potenzialmente, interessati alla costruzione di un network federativo di sigle politiche dell’area della Nuova Sinistra Democratica e

    DECIDE

    di riconvocarsi in autunno a Fiuggi, dopo la pausa estiva, per una verifica degli obiettivi di crescita del Partito e dei suoi obiettivi strategici tesi alla costruzione di un nuovo soggetto politico collettivo di sinistra laico-progressista e democratico-radicale, che, senza minare l’autonomia e l’identità dei singoli partiti costituenti, possa essere in grado di occupare l’intera area politica che si andrà a creare tra il nascituro Partito Democratico, da un lato, e l’area della sinistra rosso-verde, dall’altro, determinando una grande novità nella politica italiana e salvaguardando preziose tradizioni ed identità politico-culturali altrimenti destinate alla totale irrilevanza politica o, peggio, all’estinzione.

    NUOVO PARTITO D’AZIONE -
    DIREZIONE NAZIONALE

    Bernalda (Mt) 21-5-2006

  2. #22
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    azionismo il partito d'azione liberalsocialistaessite da un pezzo quanto al nuvo parttito sò che hanno fatto un accordo con il Psdi

  3. #23
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    a parte che sono stati + determianti i trasformisti...
    comunque chene dici di scrivere in Wikipediua la voce del vostro partito

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da lele15
    ...chene dici di scrivere in Wikipediua la voce del vostro partito
    Esiste già

  5. #25
    neoazionista
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    A me sembra un fatto positivo che si cerchi di rifondare un partito glorioso che ha partecipato alla nascita della democrazia nel nostro Paese.
    Che importa se il simbolo è bello o brutto? E' fondamentale?
    Speriamo che il processo rifondativo vada avanti e che possa richiamare nel suo alveo tutti i repubblicani di sinistra e i vari socialisti parcellizzati.
    E' un processo lungo ma, a mio avviso, necessario!

  6. #26
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    dal mio punto di vista sono ben felice del ritorno degli azionisti ma vorrei capire qule è il discendente dal partito d'azione visot che prima di voi è nato il partito d'azione liberal socialista di Terraciano

  7. #27
    neoazionista
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    Sul partito liberalsocialista di Terraciano non si capisce bene dove voglia andare a parare.
    Riporto letteralmente il loro pensiero:"Né con la destra, né con “questa” sinistra, né con “questo” centro-sinistra, per la costruzione di un’ “altra”, “diversa” sinistra, di un “altro”, “diverso” centrosinistra".
    Alle ultime politiche hanno usato parole di fuoco sulla coalizione di Prodi.....

  8. #28
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    tratto da http://www.liberalsocialisti.org
    SOCIALISTI LIBERALDEMOCRATICI INDIPENDENTI

    20 giugno 2006.
    Né con la destra, né con “questa” sinistra, né con “questo” centro-sinistra,
    per la costruzione di un’ “altra”, “diversa” sinistra, di un “altro”, “diverso” centrosinistra,
    per avviare una vera discontinuità, iniziare una fase radicalmente nuova,
    nell’eredità delle pagine più nobili del socialismo liberaldemocratico italiano ed europeo
    nell’autocritica doverosa, lucida, anche impietosa, delle pagine negative della storia socialista

    La sola espressione ’socialista’ (o ’socialisti’), senza aggettivazioni, è insufficiente ed equivoca (mentre poteva bastare, forse, prima delle tante degenerazioni storiche al termine collegate), sia perché si sono definiti (es. l’URSS e lo stesso regime di Saddam Hussein, finalmente caduto) ed ancora oggi si definiscono (es. Cina e Cuba) ’socialisti’ regimi dittatoriali, sia perché l’istanza liberale e quella democratica sono connaturate con quella socialista e vanno pertanto solennemente richiamate e abbinate, svelando e rendendo il socialismo intimo e nel solco del moto di emancipazione e di liberazione della modernità e della contemporaneità, dall’Umanesimo rinascimentale alle rivoluzioni culturali, religiose, scientifiche, economiche, politiche dal Cinquecento ad oggi.

    Altrimenti il socialismo si ridurrebbe e si confonderebbe con una pre-moderna, utopistica, grossolana, pericolosa, tragica istanza egualitaria.

    Per noi, coraggiosi socialisti liberaldemocratici indipendenti, in Italia, per le complesse, drammatiche vicende della sinistra italiana, e per incominciare a incardinare questo nostro arduo (al limite dell’impossibile, per la possente, secolare tradizione opportunista e trasformista) nuovo progetto, la collocazione unica, obbligata, è ‘sinistra indipendente’, contrapposta politicamente al centro-destra, ma distinta da ‘questo’ centro-sinistra, limitato e confuso storicamente, da superare per la costruzione di un’ “altra”, “diversa” sinistra, di un “altro”, “diverso” centro-sinistra (come si auspica un’ “altra”, “diversa”, destra, per un più elevato funzionamento della democrazia in Italia) con un comportamento semplice, difficilissimo, che richiede forza di carattere e sacrifici, anche economici, a livello pratico: al governo locale da soli, o eventualmente alleati con nuove veramente (non trasformiste), coraggiose forze indipendenti di centro-sinistra, specialmente giovanili, o all’opposizione democratica contro la destra naturalmente, ma anche contro ‘questo’ centro-sinistra.

    Per la nobiltà e l’importanza storica della nostra tradizione socialista liberaldemocratica, solo questa strada è degna, è degna di essere percorsa. Altre scelte non ne abbiamo, altre scelte (come le tante funamboliche e sconcertanti e a volte miserevoli, tentate specialmente in questi ultimi anni, ad opera di personaggi e gruppi, ossessionati spesso solo di stare a galla) sono equivoche, dissipano le energie, aumentano la confusione.

    Chi vuole stare a destra, e in ‘questa’ destra, senza equivoci e senza aumentare confusioni e ulteriori tradimenti, si iscrivi ad es. a Forza Italia, come Cicchitto, Boniver, Stefania Craxi; chi vuole stare in ‘questa’ sinistra si iscrivi ai DS come Spini, Benvenuto, Ruffolo, il compianto Aniasi, anche perché esso si definisce anche ’Partito del Socialismo Europeo’.

    Non si riduca la nobile tradizione socialista liberaldemocratica, vincitrice storica (non ancora politica) a sinistra, a indegna serva, ascara, lottizzatrice di pagnotte o di qualche briciola di potere, sotto il tavolo di DS e Margherita o peggio di Forza Italia.

    Chi è disposto a percorrere la dura, ardua, difficilissima, si ripete, sola, dignitosa strada della ‘sinistra indipendente’, nel tempo lungo e nella pazienza della storia, a partire dagli 8.101 Comuni italiani (sulla scia dell’esperienza storica del migliore municipalismo socialista, che fu incarnato ad es. da Giacomo Matteotti, consigliere comunale in diversi comuni del Polesine, prima oppositore e poi presidente alla Provincia di Rovigo, nel 1920, segretario della Lega dei Comuni Socialisti, da ricordare sempre come martire e guida etico-politica insieme ai Fratelli Rosselli), per i prossimi cinque anni, con la chiara, solenne, formale, letterale indicazione ‘liberaldemocratica’ collegata all’insufficiente termine ’socialista’, se posto da solo, e su limpide e intransigenti posizioni di ‘sinistra indipendente’, ci troverà compagni di lotta.

    Altrimenti ognuno con la propria storia, ognuno per la propria strada.

    Alcune finali considerazioni.

    Definirsi “Socialisti Liberaldemocratici Indipendenti” (fase storicamente necessaria in Italia, come si è detto, per la confusione che si è creata a sinistra, e nella prospettiva anche della costruzione in un futuro, che si spera non lontano, se lo si riterrà necessario, di un sempre federativo “Partito Socialista Liberaldemocratico”), è denominazione molto più pregnante dal punto di vista del suo significato letterale, storicamente fedele poi ai nostri valori ed alle nostre speranze per l’oggi e per il domani, del generico ’Partito Democratico’, di cui tanto di parla nell’area di ‘questo’ limitato centrosinistra, nella cui espressione sono pericolosamente assenti sia l’istanza liberale sia quella socialista.
    Esso è un trapianto innaturale e provinciale dagli Stati Uniti, che hanno altra storia, non ha riferimenti nel panorama politico europeo, che conosce fondamentalmente le grandi famiglie del Socialismo a sinistra, del Popolarismo al centro-destra, della Liberaldemocrazia collocata tra centro e sinistra; sembra essere il luogo delle oscillazioni e degli sbandamenti delle tradizioni postcomunista e postdemocristiana, incapaci di trarre le doverose conseguenze sul piano europeo dei loro limiti e delle loro crisi, dei loro tragici fallimenti storici, ossessionate solo di mantenere, consolidare, perpetuare la loro ancora possente forza di insediamento sociale e politico, stando insieme, stringendosi insieme, con effetti sempre più negativi nei confronti dei complessi problemi italiani.

    L’idea e l’espressione di ‘Terzo Polo’ sono state proposte e sperimentate, senza un minimo di rilievo, di risonanza politici, alle ultime elezioni, dall’ex ministro democristiano Enzo Scotti e suscitano l’idea equivoca e sbagliata (letale già agli inizi per una possibile, seria alternativa) di una equidistanza tra destra e sinistra e dell’opportunismo dei due forni. L’immaginario politico italiano ed europeo è storicamente, totalmente, massicciamente incardinato nella triade destra-centro-sinistra e non può essere scalfito. I ‘Socialisti Liberaldemocratici Indipendenti’ non sono equidistanti, sono a ‘sinistra’.

    Se nasce un coordinamento, per andare oltre la dispersione attuale, lo spirito associativo dei ‘Socialisti Liberaldemocratici Indipendenti’ deve essere quello della “federazione” (spirito di servizio, di rispetto, di non strumentalizzazione, non burocratico, non autoritario), senza illusorie ambizioni, strettamente e confusamente, “unitarie”.
    Esso è l’unico orizzonte rispettoso delle varie esperienze associative e le esalta nelle loro autenticità, all’interno di poche, serie regole comuni.

    Infine non potremmo essere in un coordinamento-federativo, che non ponesse formalmente, solennemente nelle sue indicazioni programmatiche la sua ufficiale vicinanza ad Israele, al suo diritto all’esistenza (accanto ad un auspicabile Stato palestinese, che poteva nascere già nel 1947, secondo la deliberazione dell’ONU del 29 novembre di quell’anno). E’ una pregiudiziale di uomini, di veri socialisti liberaldemocratici dopo Auschwitz.

    Queste riflessioni e queste proposte sono nate sulla base di lunga riflessione storico-politica, di varie esperienze personali con importanti protagonisti della storia socialista liberaldemocratica italiana, sotto il martello duro, e a volte doloroso, di vicende politico-amministrative a livello nazionale e locale, piene, colme di sconcertanti, inaccettabili egemoni fenomeni di opportunismi, tradimenti, strumentalizzazioni, presunzioni, corruzioni.

    Firenze, 17 giugno 2006
    prof. Nicola Terracciano, segretario-servitore dell’attuale, piccolissimo (un centinaio di cittadini e di cittadine che gravitano più strettamente intorno ad esso) Partito d’Azione Liberalsocialista, di cui è stato fondatore a Roma il 28 dicembre 1998 con il compianto, indimenticabile Bruno Zevi, scomparso agli inizi del 2000, Giorgio Parri, Aldo Rosselli, ed altri.
    Sito:www.liberalsocialisti.org

    P.S. Testo predisposto per l'assemblea promossa dal gruppo dei Centouno e dal sito www.pensalibero.it e non letto per l'orientamento non schierato, al di sopra della distinzione destra-sinistra, emerso dal dibattito e fissato nel documento conclusivo.

 

 
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