IL MANIFESTO DEL PIRATPARTIET

BACKGROUND

Si dice spesso che il copyright promuove creazione e produzione di cultura, e nessuno sembra mettere in discussione questa affermazione. Lo facciamo noi! Affermiamo la falsità di questa credo così diffuso: i copyrights soffocano il nostro comune patrimonio culturale.

Oltre ciò, vogliamo sottolineare l’orrenda decisione del 1 luglio 2005 con la quale il nostro governo ha deciso di criminalizzare milioni di cittadini. In materia di copyright è stata scelta una strada che va nella direzione opposta rispetto al sentire dell’opinione pubblica.

Affermiamo inoltre che i brevetti, creando monopoli sul sapere, soffocano l’innovazione, reprimono la concorrenza e impediscono lo sviluppo (senza parlare del modo in cui i detentori di brevetti abusano della loro posizione).

Ultima questione di assoluta importanza: la privacy. La Svezia si appresta a diventare una società nella quale ogni singolo cittadino viene costantemente sorvegliato dal governo. Noi intendiamo invertire questa tendenza folle.

I DIRITTI DEI CITTADINI

La Costituzione Svedese assicura ad ogni cittadino tutti i basilari diritti umani quali sono libertà di espressione, la protezione da ogni forma di oppressione ed il rispetto dell’individuo nella sua interezza. La Direttiva Europa sulla conservazione dei dati (Data Retention Act che rende obbligatoria per i provider e per gli operatori delle telecomunicazioni la conservazione dei dati) viola uno di questi diritti obbligando compagnie telefoniche e Internet Provider a registrare e conservare informazioni riguardanti ogni nostra singola telefonata, ogni mail inviata o ricevuta, ogni sito web visitato e persino la posizione in qualsiasi momento di ogni telefono cellulare. Tutto ciò mortifica la libertà di espressione, riduce il diritto alla libera associazione e viola l’articolo 12 della Dichiarazione dei Diritti Umani dell’Onu (e sono riusciti a fare tutto ciò in un giorno solo).

Ogni governo esiste per perseguire lo sviluppo della società e per proteggere i suoi cittadini, e sono i cittadini stessi ad accordare legittimità a qualsiasi governo. Un governo che usa il proprio potere contro i propri cittadini risulta di fatto illegittimo. Ogni norma di legge deve infatti rimanere saldamente ancorata alla volontà del popolo che questa governa: in caso contrario il rischio che si corre è quello di una oppressione totale da parte dello stato.

E’ nostro obbiettivo abolire il “Data Retention Act” e rafforzare tutte le garanzie costituzionali e tutti i diritti dei cittadini.

LA DOPPIEZZA DELLE LEGGE IMMATERIALE

Il copyright ed i brevetti vennero creati come strumenti di avanzamento della società e come strumento di garanzia per autori e artisti. Oggi, lo sviluppo economico e tecnologico ne ha completamente smontato il senso originario trasformandoli, di fatto, in un vero e proprio cappio al collo per il nostro comune patrimonio culturale. La lobby dei principali operatori sul mercato, utilizza i propri monopoli – sanciti dallo stato – per imporre a tutti regole e prezzi che seguono valutazioni del tutto avulse da ciò che è l’interesse pubblico. Oggi il copyright non ha più senso. Le enormi barriere tecnologiche e culturali che nei secoli scorsi impedivano quasi a tutti accesso alla cultura ed all’innovazione tecnologica, sono oggi definitivamente crollate e ciascuno di noi può ormai può dire la sua in quanto ideatore di contenuti tecnologici o artistici – l’esplosione di Internet è il massimo esempio di questa nuova forza. Circolano oggi più libri, più contenuti, più cultura, più musica, più articoli, più innovazione e più film di quanto mai sia successo nella storia dell’umanità. Nonostante ciò, la maggior parte del patrimonio culturale ereditato dai secoli passati, è rinchiuso a doppia mandata, lasciato marcire in sotterranei ammuffiti, non più pubblicato o fuori stampa. Quest’enorme ostacolo all’innovazione, il lento soffocamento delle nostre menti e la repressione delle nostre idee non sono più tollerabili. Idee, musica e saperi non possono in nessun modo, per loro stessa natura, essere proprietà esclusiva di qualcuno, quando vengono condivisi si moltiplicano. Quando vengono condivisi arricchiscono chi li dona e chi li riceve.

Gli accordi anticoncorrenza messi in atto da grandi soggetti per controllare il singolo autore sono immorali.

I limiti posti dalla grande distribuzione sui diritti dei consumatori sono illegali.

Intendiamo promuovere una discussione costruttiva sulla doppiezza della legislazione sulla proprietà intellettuale (IP law), descrivendone quelle che sono le pessime conseguenze sul cittadino comune. Proponiamo regole eque, regole che possano andare incontro all’esigenze di produttori ed ideatori di contenuti e che nel contempo possano rafforzare il potere dei consumatori. Ciò è possibile rivedendo la legislazione sulla proprietà intellettuale, aggiornandola al nuovo scenario tecnologico e ad un modello di business attento alle problematiche ambientali.

LA QUESTIONE DEI BREVETTI

Molti pensano che i brevetti incrementino la diffusione di saperi ed informazioni e che tutelino (per un periodo di tempo limitato) gli interessi di chi, con il proprio lavoro, ha dato vita a nuove scoperte o invenzioni, o di chi, invece, investe economicamente in nuove scoperte e in nuovi procedimenti tecnologici. Noi riteniamo del tutto giusto e naturale che autori e imprenditori possano guadagnare e per il loro lavoro e per le loro intuizioni. I brevetti, però, servono oggi come arma contro i concorrenti, impedendo così l’innovazione. Quando vennero creati, la durata di un brevetto (vent’anni) corrispondeva ad un terzo della vita del ideatore, e quindi ad un arco di tempo abbastanza breve se rapportato al generale ritmo di sviluppo. Oggi vent’anni sono nulla per una grande corporation, ma è un’infinità per una società assetata d’innovazione. Quell’equilibrio, oggi, non regge più.

I brevetti oggi servono a reprimere la concorrenza, le grande aziende produttrici di farmaci negano alle nazioni in via di sviluppo la possibilità di copiare medicinali anti-AIDS sottoposti a brevetto. Piccoli agricoltori che seminano accidentalmente mais brevettato vengono citati in giudizio, i brevetti informatici cementano i monopoli delle grandi aziende produttrici di software. Mentre piccoli autori subiscono processi di anni per difendere i loro brevetti, la grossa industria sta cercando i brevettare il tuo patrimonio genetico. Noi riteniamo che sia giunta l’ora di fermare questa pazzia.

Vogliamo abolire i brevetti

Vogliamo una società dove i soggetti del mercato sia grandi che piccoli possono competere seguendo regole eque ed uguali per tutti, possano competere tra loro con le armi della qualità, del risparmio e del vantaggio per il consumatore, piuttosto che con le sentenze delle procure. Tutto ciò potrebbe liberare risorse dando così vita ad un’innovazione realmente a vantaggio di tutti.

L’IMPORTANZA DEI MARCHI

Perché ci sia una concorrenza equa, i consumatori devono poter sapere cosa acquistano, e le aziende devono poter proteggere i propri marchi. Vogliamo sottolineare questa questione in quanto riguarda fortemente l’interesse pubblico. Pensiamo che la protezione dei rispettivi marchi tra aziende vada perseguita dando maggiori opportunità ai consumatori di esprimere critiche e riserve. Tutto ciò rappresenterà un incentivo per le grosse aziende che dovranno prendersi cura dei proprio marchi e dei propri clienti – clienti ai quali verrà di molto rafforzato di molto il potere.

E’ nostro obiettivo rafforzare sia la protezione dei marchi che il diritto dei consumatori a criticarli.

LIBERIAMO LA NOSTRA CULTURA

Vanno rafforzati i diritti degli autori ad attribuirsi le proprie creazioni. Questo diritto non avrà limiti temporali. I copyrights esclusivi vanno aboliti, ciò libererà la nostra eredità culturale e porterà ad un arricchimento generale della società. È facile dimostrare che il copyright esclusivo riduce il valore intrinseco di beni quali sono idee, soluzioni, saperi e musica. Una libera disseminazione di informazioni ed espressioni culturali arricchisce tutti, e questo ancora di più oggi, che grazie alla rivoluzione tecnologica in corso, possiamo avere distribuzione libera ed alla velocità della luce. Intendiamo promuovere la nascita di un nuovo solido modello di business che garantisce un rapporto equo tra consumatori e autori, e questo con l’arricchimento di entrambi.

Idee, saperi ed informazioni sono non-esclusive per loro stessa natura: il lavoro valore risiede nella possibilità di essere diffuse e condivise.

Ogni copia di qualsiasi espressione culturale – purché propriamente attribuita all’autore- andrà espressamente incoraggiata, in particolare attraverso il file sharing. Qualsiasi accordo – così come qualsiasi mezzo e metodo tecnico- di natura restrittiva, utilizzato per impedire la copia di qualsiasi espressione culturale, andrà dichiarato illegale per manifesto intralcio al naturale diritto della nostra società a beneficiare della condivisione di cultura e di saperi. Nessuna diffusione di espressioni culturali, informazioni e saperi, potrà essere limitata, o scoraggiata, in qualunque maniera. Tutte le future revisioni della legislazione sulla proprietà intellettuale andranno fatte in base alla volontà espressa dagli individui e non più intese come strumenti di lobbying per gruppi ed interessi particolari.

Ci poniamo come obiettivo la liberazione della nostra comune eredità culturale, e la de-criminalizzazione dei nostro concittadini.

IL PARTITO DEI PIRATI

L’attuale legislazione sulla proprietà intellettuale porta inevitabilmente a monopoli, mercati inefficienti, soppressione dei valori democratici ed è impedimento alla diffusione di espressioni culturali ed all’innovazione. Il Data Rentention Act riduce la libertà e svilisce il ruolo della legge.

Chiedere che queste errori vengano corretti, vuol dire chiedere giustizia, libertà e democrazia per ogni cittadino. Chiediamo una legislazione sulla proprietà intellettuale che sia realmente moderna, e che si basi sul principio dell’arricchimento generale della società. Chiediamo un clima sano e salutare per gli imprenditori. Chiediamo uno “spazio comune creativo” (creative commons) per il sapere e la cultura in grado di arricchire tutti. Chiediamo una protezione migliore del diritto dei cittadini alla riservatezza delle informazioni che li riguardano.

Perseguiamo un chiaro mandato del popolo per occuparci di ciò. E di nient’altro.