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  1. #1
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    Predefinito Debutto del film Il Codice Da Vinci il 19 maggio.

    Un suggerimento di Barbara Nicolisi, membro della “Catholic Academy for Comunication Arts Professionals”, di fronte al prossimo debutto del film Il Codice Da Vinci il 19 maggio.





    Cosa farai il 19 maggio?



    Il 19 maggio è la data dell’uscita del film Il Codice Da Vinci, un film tratto da un libro pieno di eresie e blasfemità che attentano all’onore e che profana la cultura cristiana.



    Che possiamo fare noi cristiani in risposta all’uscita del film?



    Esporrò le prime risposte che mi sono venute in mente ed un’ultima nuova. Queste sono le risposte tipiche:



    A) Ignorare il film…

    Il problema di quest’opzione: le biglietterie del cinema sono come dei seggi elettorali. Le uniche persone che “voteranno” saranno quelle che acquisteranno I biglietti. I risultati si sapranno domenica 21 maggio quando si chiuderanno le biglietterie. Se ti chiudi in casa perderai l’opportunità che il tuo voto sia tenuto in conto. Dall’ottica di Hollywood tu non conti. Rimanendo in casa non contribuisci in nulla al processo di decisione su come arrivano le pellicole sul grande schermo.



    B) Possiamo protestare…

    Il problema di quest’opzione: non funziona. Qualsiasi pubblicità è una buona pubblicità. La protesta farà lievitare I risultati e farà che I cristiani facciano la figura dell’idiota. Le proteste ed il boicottaggio non aiutano a che Hollywood prenda le decisioni corrette riguardo a come girare film nel futuro. Può persino fare sì che Hollywood produca più film che provochino le proteste dei cristiani se questo suppone aumentare l’audience.



    C) Discutere sul film…

    Essere ragionevoli ed essere pronti per rifiutare punto per punto le menzogne che appariranno nel film. Il problema di quest’opzione: nessuno sarà ascoltato. Credono di sapere già ciò che diremo. Anche se siamo preparati abbiamo molto più da perdere, perché il potere di convinzione della fiction vince sulla realtà dei fatti veri. Inoltre, la discussione razionale riguardo I racconti non danneggia il modo in cui Hollywood lavora.



    Ma c’è una quarta opzione:

    Il 19 di maggio puoi andare al cinema. Andare a vedere un altro film. Annota la data: 19 maggio o 20 maggio… Mai dopo il 21 maggio, giorno in cui si chiude il conteggio dell’affluenza. Voterai con l’unico sistema che Hollywood riconosce: il potere del denaro incassato in uno sportello del cinema che sarà aperto durante il fine settimana. Usa il tuo voto!! Non lo disperdere!! Vota per qualsiasi altro film diverso dal Codice Da Vinci. Se così fanno abbastanza persone, la risposta sarà forte e se ne terrà conto: non avranno un’altra scelta. Il film di maggior impatto programmato per quella stessa data è un cartone animato della Dream Works intitolato “La Gang del bosco”.



    Il trailer sembra divertente e possono andare a vederlo I bambini ed I tuoi amici. Sovvertiamo le previsioni dei risultati di incasso che tutti si aspettano. Senza proteste, senza boicottaggi. Senza argomentazioni. Senza rancori. Andiamo al cinema e “votiamo”.



    19 di maggio: segnalo nel tuo calendario: esce “La Gang del bosco”. Comprare I biglietti. E passa parola. Inoltra questo messaggio a tutti i tuoi amici cristiani, pubblicalo nel tuo blog, commentalo nella tua parrocchia, andiamo tutti a vedere film diversi da quelli che vogliono addossarci

  2. #2
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    In merito a questo discorso una considerazione interessante è emersa dalla trasmissione –Matrix- andata in onda l’altra sera. La considerazione che hanno fatto alcuni ospiti (a mio parere giusta) è questa: se un libro come questo è stato preso in così grande considerazione dalla massa ed ha avuto così tanto successo, non sarebbe giusto chiedersi come mai in un paese come L’Italia, dove quasi tutti sono giuridicamente battezzati, cresimati, ecc., c’è così tanta ignoranza e superficialità riguardo le tematiche religiose/cristiane in genere, fino al punto che un libro del genere ha prodotto così grande effetto? Non sarebbe meglio che chi di dovere si interrogasse e si facesse un attento e obiettivo esame di coscienza anziché attaccare inutilmente e in modo spesso controproducente tale libro? E se permettete aggiungo io: non sarebbe cosa buona e giusta se i preti (ed i credenti convinti in genere) anziché continuare a fare discorsi da preti, filtrare il moscerino e ingoiare il cammello, cercare di salvare capra e cavoli, fare moralismi senza fine, ecc. ecc; cominciassero in prima persona a mettersi seriamente in discussione e a riflettere suoi propri errori e peccati, anziché attaccare inutilmente un libro che deve il proprio successo, in buona parte, proprio al suddetto tipo di atteggiamento?

  3. #3
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    Scusa ma che c'azzecca il libro e il film con i probblemi della Chiesa.
    Vuoi forse dire che il successo del libro (o del film se sarà) dipendono dal comportamento della Chiesa e di chi ne fa parte?

    O forse non sarà che sono quelli che ragionano come te fanno si, che quelli che vengo dichiarati romanzi (quindi non reali), cambiano connotazione e diventano realtà per via del rancore che si ha nei confronti della Chiesa e delle sue istituzioni. Come il detto: buttare il catino con l'acqua sporca insieme al bambino.

    LA SANTA SEDE SCOMUNICA L’OPERA CHE STA PER ESSERE PRESENTATA AL FESTIVAL DI CANNES

    Vaticano contro il film sul «Codice da Vinci»

    29/4/2006
    Marco Tosatti</SPAN>





    Cartellone pubblicitario del film
    tratto dal libro di Dan Brown
    in uscita nelle sale italiane
    il prossimo 19 maggio

    CITTA’ DEL VATICANO. La saga del Codice da Vinci si arricchisce di un altro capitolo: una «scomunica» di altissimo livello, che naturalmente non potrà non riempire di gioia autori, produttori e tutti quanti militano sotto le bandiere di Dan Brown. L'ha pronunciato, l'anatema, addirittura il Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, monsignor Angelo Amato; e per giudicare il peso di questa uscita basterà ricordare che una volta la Congregazione, già Sant'Uffizio, era chiamata «La Suprema», proprio per sottolineare il ruolo eccezionale nel firmamento vaticano.

    Un intervento dunque di peso ben diverso rispetto alle pur roventi polemiche che deflagrarono nel 1988 contro L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Monsignor Amato, teologo raffinatissimo e grande esperto di spiritualità bizantina, intervenendo a un convegno all'università della Santa Croce, ha incoraggiato sic et simpliciter a «boicottare il film». Una breve digressione dal testo scritto che aveva preparato, ma sufficiente per capire che Il Codice da Vinci proprio non gli va giù. Il tema del convegno era il rapporto che fra i media e il magistero della Chiesa e le sfide culturali che ne derivano. In questo contesto ha inserito il riferimento al romanzo dei record (quarantatré milioni di copie vendute) secondo cui Gesù non è morto ma si è sposato con Maria Maddalena, mettendo al mondo dei figli.

    In questo modo Dan Brown ha portato all'onor del mondo una leggenda ancora viva in una setta islamica del Kashmir. Il giudizio di monsignor Amato, peraltro condiviso dagli studiosi cristiani, non solo cattolici, è che libro e film son solo un coacervo di «offese, calunnie, errori storici e teologici nei confronti di Gesù, dei Vangeli, della Chiesa». E qui il prelato ha messo a segno un punto, nei confronti del «politically correct» imperante in Occidente: «calunnie, offese ed errori che se fossero stati indirizzati al Corano o alla Shoah avrebbero provocato giustamente una sollevazione mondiale», ma che se «rivolti alla Chiesa e ai cristiani rimangono impuniti». L'episodio dovrebbe dunque far riflettere: «Penso - ha aggiunto Amato - che in questi casi i cristiani dovrebbero essere più sensibili al rifiuto della menzogna e della diffamazione gratuita».

    Parole che riguardano la proposta provocatoria di uno scrittore cattolico italiano, Vittorio Messori, tesa alla creazione di una «Anti defamation League» a difesa dei cristiani, come ne esiste una per i figli di Israele. Certo, tutto sembra concordare in un disegno ben delineato per aiutare il lancio della pellicola. Anche le polemiche - questa volta romanissime - legate - a un mega-manifesto del Codice da Vinci appeso a coprire la facciata di una chiesa, San Pantaleo, e per di più nel cuore di Roma, sulla centralissima arteria di Corso Vittorio, a dieci metri da piazza Navona. La chiesa è in restauro, i lavori sono a cura del ministero dell'Interno (che ha anche la proprietà dell'edificio); e come succede in questi casi la superficie dei ponteggi era coperta da un'affissione pubblicitaria. Fare pubblicità, sulla facciata di una chiesa, a quello che il predicatore della Casa Pontificia, Cantalamessa, il venerdì santo, ha bollato in maniera durissima, è sembrato proprio una provocazione al rettore della parrocchia, che ne ha ottenuto la rimozione.

    Tuonava il francescano Cantalamessa: «Si fa un gran parlare del tradimento di Giuda e non ci si accorge che lo si sta rinnovando; Cristo viene ancora venduto, non più ai capi del sinedrio per trenta denari, ma a editori e librai per miliardi di denari... Nessuno riuscirà a frenare questa ondata speculativa, che anzi registrerà un'impennata con l'uscita imminente di un certo film». Detto fatto. Era un episodio secondario, se si vuole, questo della facciata di San Pantaleo; ma indicativo del malumore della Chiesa in generale, e in particolare di quello dell'Opus Dei, che viene dipinta come una specie di setta dedita al crimine.

    Ma la strategia portata avanti dalla Prelatura fondata da Escrivà de Balaguer non è stata quella della censura, ma del dialogo. Nelle settimane scorse aveva inviato una lettera-appello alla Sony chiedendo di inserire all'inizio del film un avviso per gli spettatori, precisando che la storia è frutto di fantasia. Con rammarico, però, dicono i responsabili, «la Sony non ha mai risposto». In parallelo, si è deciso di approfittare dell'occasione «per far conoscere meglio al pubblico mondiale che cosa sia veramente la Chiesa, chi sia Gesù e cosa faccia l'Opus Dei». «Il primo effetto positivo - hanno detto Marc Carroggio e Brian Finnerty - è stato il rafforzamento della collaborazione inter-ecclesiale: molte realtà della Chiesa in diverse parti del mondo stanno collaborando per fornire informazioni sulla verità dei Vangeli e sulla fede cattolica. Molte persone in questi tre anni hanno ammesso che il libro è stato occasione di riavvicinamento alla Chiesa e alla fede».

    Ma da Firenze viene un'ipotesi inquietante: e la propone Franco Cardini, ordinario di storia medievale all'Università di Firenze. Il Codice da Vinci potrebbe essere frutto delle frizioni tra Casa Bianca e Vaticano per la guerra in Iraq: «Il successo di Dan Brown appartiene obiettivamente ai messaggi mafiosi che la classe dirigente Usa ha inviato al Vaticano ed è un brandello della grande lotta per la conquista del potere universale».

    Fonte: La Stampa

  4. #4
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    «Codice Da Vinci», diritto all’obiezione


    6/5/2006
    ci riporta un'utile intervista tratta da del 4.5.2006
    Una campagna globale per un prodotto di cassetta che ne cavalca un altro, cercando di lucrare nella zona grigia tra realtà e fiction, rudimenti di catechismo e incultura religiosa, credulità di alcuni e superficialità di altri. Il risultato è «Il Codice Da Vinci» che da best seller si sta per trasformare (il 19 maggio) in film-fenomeno. Con il dettaglio che protagonista involontaria dell’uno e dell’altro è la Chiesa, oggetto di autentica diffamazione e vittima di un formidabile oscuramento della realtà. Come fa notare un’osservatrice laica quale Lucetta Scaraffia, docente di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma.
    Professoressa, vale la pena prendere sul serio il «Codice Da Vinci», che in fondo è solo "fiction"?
    «Direi di sì, perché la maggiorparte della gente oggi non legge i Vangeli, se non nell’età del catechismo e dimenticandoseli poco dopo. Legge per lo più romanzi e guarda film. E "Il Codice Da Vinci" è insidioso proprio perché è un romanzo e – ancora peggio – un film».
    Qual è l’insidia?
    «Quella di deligittimare la Chiesa come depositaria dell’autentica tradizione cristiana. In sostanza il libro dice che la Chiesa mente, inganna i credenti, sferrando così un durissimo attacco alla sua credibilità. E questo, anche se in forma narrativa, ha un forte impatto sul pubblico. Se non altro instilla dubbi. Anche se uno non crede completamente a quello che dice Dan Brown, è preso dal sospetto che qualcosa di vero in fondo ci sia».
    Le potrebbero rispondere: ci sono anche lettori non credenti...
    «Certo, ma l’insidia vale anche per loro. I non credenti che hanno pregiudizi nei confronti della Chiesa vengono riconfermati, su basi fasulle, nella loro sospettosità o indifferenza. Vengono dissuasi da un confronto serio con la fede cattolica».
    Il «Codice Da Vinci» sembra un fiammifero acceso caduto su un lago di benzina. Qual è la benzina?
    «"Angeli e Demoni", il romanzo precedente di Dan Brown, mi sembrava migliore dal punto di vista giallistico. Ma è "Il Codice Da Vinci" che ha avuto un successo clamoroso. Perché? Penso che il motivo fondamentale sia il sesso. Il libro pretende di denigrare una Chiesa che ribadisce fermezza sul sesso fuori dal matrimonio e che conferma il celibato dei sacerdoti, rivelando che Gesù era sposato e aveva avuti dei figli. Oggi la battaglia più dura contro la Chiesa riguarda le sue posizioni sull’etica sessuale. Una battaglia che ha tantissimi aspetti, dai contraccettivi al matrimonio fra omosessuali, alla fecondazione assistita. Il libro cavalca questo tipo di attacco».
    Non c’è dell’altro?
    «Sì, ma anche parlandone in giro è facile accorgersi che il concetto più assimilato è questo: Gesù era sposato e ha avuto figli. È la cosa che resta più impressa. Anche il riferimento all’identità femminile di Dio è una strizzatina d’occhio a quel femminismo che, assieme al movimento New Age, ha ripreso il tema della Grande Dea, della Grande Madre. Dove la sessualità gioca un ruolo fondamentale».
    Dal Vangelo di Giuda al «Codice Da Vinci». È come se si fosse tornati al clima che respirarono Tertulliano o Sant’Ireneo. Come mai?
    «Il cristianesimo nei Paesi occidentali si trova in una situazione abbastanza simile a quella dei suoi inizi. In un mondo globalizzato e secolarizzato i cristiani sono una minoranza che si distingue anche per proporre un’etica diversa – proprio come accadeva duemila anni fa – e per difendere una trasmissione della tradizione attraverso l’autorità. Cosa, quest’ultima, inconcepibile per la nostra società, dove obbedire a un’autorità viene considerata un’umiliazione dell’individuo e della sua libertà».
    Tenere la Chiesa sotto schiaffo sembra ormai una cosa ovvia. Perché?
    «Perché la Chiesa cattolica è l’unica che ha mantenuto intatto il deposito della tradizione apostolica, quindi è il nemico maggiore: nemico cioè di una società, come la nostra, che con la secolarizzazione vuole negare la sua identità cristiana. La Chiesa cattolica è poi l’unica istituzione di peso mondiale che avanza critiche forti a certe derive individualistiche della modernità. Ma la Chiesa non è un avversario della modernità: è una voce critica dei suoi aspetti devianti».
    Condivide la proposta di non andare a vedere il film, avanzata pochi giorni fa dal segretario della Congregazione per la dottrina della fede monsignor Angelo Amato?
    «La Chiesa non impedisce la pubblicazione del libro, né l’uscita del film, perché rispetta le libertà altrui. Rivendica giustamente il diritto di combattere una mistificazione a suo danno in tutti i modi possibili, che vanno dal disertare le sale dove il film è proiettato allo spiegare alla gente la verità. Non reagire, aspettare immobili che si diffondano calunnie e insulti mi sembrerebbe eccessivo. La libertà si può giocare non andando a vedere il film e invitando la gente a fare altrettanto, dal momento che diffonde calunnie e cose storicamente inattendibili facendole passare per vere».
    Anche lei per il boicottaggio quindi.
    «Sì, un boicottaggio in grado di coinvolgere tutti i cattolici, riportando responsabilità culturale nella "base". Ovviamente deve essere un’iniziativa accompagnata da un’opera di informazione, da dibattiti e incontri divulgativi, altrimenti resta fine a se stessa».

    Andrea A. Galli

    Sabato 06 Maggio - Gottardo di Hildesheim -

  5. #5
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    Ma cosa ha fatto di così male a voi il Codice da Vinci???
    E' un libro, ognuno può crederci o no, ora non dovete star quì a fare tutta questa inutile polemica, ognuno con il proprio spirito critico (e religioso se ce l'ha) la interpreta...
    STOP!!!

  6. #6
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    Ma non si accorgono questi cardinali che la Chiesa cattolica in questo modo si trasforma nella più grande agenzia di marketing del mondo?
    Per me più i porporati e il clero parleranno del Codice da Vinci, più lagente lo andrà a vedere garantendo il successo al kolossal di Ron Howard.

  7. #7
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    Scusa ma che c'azzecca il libro e il film con i probblemi della Chiesa.
    Vuoi forse dire che il successo del libro (o del film se sarà) dipendono dal comportamento della Chiesa e di chi ne fa parte?
    Stavolta hai capito bene: il successo del libro, in buona parte è dovuto ( anche se in modo indiretto ) proprio al comportamento della chiesa e di chi ne fa parte. Per essere ancora più preciso: è proprio una certa logica giuridica e una certa ipocrisia del clero che fa si che la gente si accosti o resti affascinata da questo tipo di romanzi fantasiosi. Quando mai la chiesa ha avuto il coraggio di ammettere che di tutte le persone che giuridicamente risultino essere Cristiani e Cattolici, in realtà solo una piccolissima minoranza lo sono? Ovviamente non possono farlo perché devono difendere i propri interessi sia economici che sociali ( vedi vendita dei sacramenti e privilegi e primi posti nella società ). E poi hanno pure la sfacciataggine di prendere posizione nei confronti di un libro che in realtà, al di là delle stronzate che dice, in modo indiretto ha dimostrato fino a che punto è vero che la gente crede nella Chiesa e nella dottrina Cristiana in genere. Si arriva addirittura all’esortazione di un Cardinale ( come riportato da Antonio ) a ricorrere ai tribunali. Azz, viene da chiedersi: se questo vuole denunciare uno che ha sparato quattro stronzate, cosa farebbe mai ad un vero nemico? Alla faccia della coerenza eh. Ipocriti ( direbbe qualcuno ) fate prima pulizia all’interno, e dopo vedrete che sarà facilissimo pulire l’esterno.


    P.S.
    Non vi rendete conto che questo tipo di atteggiamento da bigotti non fa altro che fare pubblicità al film?

  8. #8
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    E sottolineo ulteriormente alla vostra attenzione quanto riportato da Antonio:

    "I cristiani - spiega il porporato - non possono restare con le braccia incrociate e dire: 'dobbiamo perdonare e dimenticare'. Non saro' io a dire a tutti i Cristiani quello che devono fare, ma ci sono i mezzi legali per reagire".
    E poi predicano bene dal pulpito l’amore e il perdono.
    Ecco perché esistono libri come il codice da vinci che fanno successo: perché la controparte si adopera sempre e senza sosta per dimostrare quanto sia ipocrita.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da otorino
    Stavolta hai capito bene: il successo del libro, in buona parte è dovuto ( anche se in modo indiretto ) proprio al comportamento della chiesa e di chi ne fa parte. Per essere ancora più preciso: è proprio una certa logica giuridica e una certa ipocrisia del clero che fa si che la gente si accosti o resti affascinata da questo tipo di romanzi fantasiosi. Quando mai la chiesa ha avuto il coraggio di ammettere che di tutte le persone che giuridicamente risultino essere Cristiani e Cattolici, in realtà solo una piccolissima minoranza lo sono? Ovviamente non possono farlo perché devono difendere i propri interessi sia economici che sociali ( vedi vendita dei sacramenti e privilegi e primi posti nella società ). E poi hanno pure la sfacciataggine di prendere posizione nei confronti di un libro che in realtà, al di là delle stronzate che dice, in modo indiretto ha dimostrato fino a che punto è vero che la gente crede nella Chiesa e nella dottrina Cristiana in genere. Si arriva addirittura all’esortazione di un Cardinale ( come riportato da Antonio ) a ricorrere ai tribunali. Azz, viene da chiedersi: se questo vuole denunciare uno che ha sparato quattro stronzate, cosa farebbe mai ad un vero nemico? Alla faccia della coerenza eh. Ipocriti ( direbbe qualcuno ) fate prima pulizia all’interno, e dopo vedrete che sarà facilissimo pulire l’esterno.


    P.S.
    Non vi rendete conto che questo tipo di atteggiamento da bigotti non fa altro che fare pubblicità al film?
    Forse avrai pure ragione sul fatto che più se ne parla più gli si fa pubblicità.
    Pero si deve sempre tacere? In nome della carità cristiana, anche se minoranza come dici tu, tutti devono essere formati ed informati. Vedi quanti cristani cattolici si fanno abindolare dai TdG. per ignoranza o per disinformazione.
    Io ho postato solo il boicottaggio del film, come esortai ed esorto ancora a vedere "The Passion"

    E poi predicano bene dal pulpito l’amore e il perdono.
    Ecco perché esistono libri come il codice da vinci che fanno successo: perché la controparte si adopera sempre e senza sosta per dimostrare quanto sia ipocrita
    Non è questione di "Amore e perdono" o di prediche dal pulpito, ma di mettere alla luce le falsità. Quel libro è frutto di un attacco, non è una conseguenza, mi spiego

  10. #10
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    Ma cacchio, va bene che la Chiesa dica la sua, mi sembra il minimo, ma che si fermi al dire la sua...
    Un'altra cosa che mi ha fatto molto indispettire è il fatto che la Chiesa voglia intervenire nella vita politica italiana???HAI IL TUO STATO, CONTROLLA LA POLITICA DEL TUO STATO, NON DI QUELLO DEGLI ALTRI!!!

 

 
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