NASSIRIYA: IL PENOSO SPETTACOLO DELLA SINISTRA
di Peppe Malara
L’ipocrisia non si arresta neanche di fronte ai cadaveri di tre connazionali. In Iraq succede che due Carabinieri ed un ufficiale dell’Esercito, rimangono vittime di un’imboscata da parte del terrorismo islamico. In Italia succede che i ben pensanti usciti vincitori monchi dal confronto elettorale, dopo le prime frasi di rito, dimenticano quanto accaduto a Nassiryia e si concentrano in una ignobile recita inscenata a palazzo Madama. Volevano eleggere a presidente del Senato Franco, Francesco, Marino, Marini o qualcos’altro. Sono riusciti a rendersi ridicoli agli occhi degli italiani, sin da subito. Incredibile ma, per due giorni, nel nostro Paese non si è pensato ad altro. Il rientro delle salme passa in secondo piano, i perché di questa vigliaccata sono in pochi a chiederseli, il cordoglio cosa sarà mai? Siamo alle solite: i politici dell’Unione, hanno pensato bene di archiviare in un attimo quella che, per loro, si stava trasformando in una patata bollente. Non erano passate due ore da quel drammatico attentato che già, le divisioni del centro sinistra venivano, inesorabilmente, a galla. Pecoraro Scanio, in comunisti italiani e PRC a chiedere il ritiro immediato delle truppe. Rutelli e Prodi a tranquillizzare tutti: “l’agenda del nuovo Governo non cambierà. Neanche di fronte ad una tragedia del genere”. Ma prima della contro replica, via alla sceneggiata napoletana del Senato. Franco, Francesco Marino, Marini o altro. Il presidente Scalfaro a gestire il caos e le divisioni sull’Iraq dimenticate. Questa è l’Italia del centro sinistra, questo è il Paese di Romano Prodi e dei suoi compagnucci. La totale indifferenza con la quale a “l’Incudine”, la bella trasmissione di Claudio Martelli, Marco Rizzo e il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, hanno ascoltato il commento di un Carabiniere vittima del primo attentato di Nassiryia e amico di uno dei nuovi caduti, crea in molti di noi ribrezzo. All’obiettivo delle telecamere non è sfuggito quell’atteggiamento e le successive parole pronunciate dai due contro la presenza in Iraq delle nostre forze, da loro definite “di occupazione”. La commozione di Maurizio Gasparri e delle altre personalità presenti in studio, fanno da contro altare a quell’atteggiamento ignobile e la dicono lunga su come i comunisti considerino l’impegno dei nostri connazionali che, quotidianamente, si battono in favore del popolo iracheno. Hanno l’orticaria per il coraggio e la fierezza di quei ragazzi, hanno una paura matta che se la missione ‘Antica Babilonia’ finisse con un successo determinato dal suo perdurare ancora per un anno e con il riconoscimento e la gratitudine del primo governo libero dell’Iraq, costituito anche grazie all’opera dei nostri uomini, le loro infamie contro quell’operazione urlate nelle strade di tutta Italia, verranno bollate come le ennesime fesserie pronunciate di lor signori.