L’IRAQ NEL CAOS. UCCISI QUATTRO MILITARI BRITANNICI E CINQUE IRACHENI TRA CUI DUE BAMBINI. A LONDRA CRESCONO I DUBBI: CHE CI STIAMO A FARE?
Bassora, la folla spara sugli inglesi
I ribelli abbattono un elicottero, i civili accolgono i soccorsi con lancio di molotov e spari
7/5/2006
Maria Chiara Bonazzi
Un'immagine drammatica degli scontri di ieri
a Bassora. I militari britannici disorientati di
fronte alla folla inferocita
LONDRA. Il ronzìo basso di un elicottero britannico su un quartiere residenziale del centro di Bassora. D’un tratto, un’esplosione squarcia il cielo. Il velivolo precipita su una casa a due piani, apparentemente colpito da un razzo. Mentre le fiamme arancioni divampano e una colonna di fumo si leva fra le strade e le palme, i soldati britannici accorrono. Ma li accoglie una folla ostile. Centinaia di miliziani sciiti e civili esultano minacciosamente intorno a quel fumo, agitando le braccia. Dai dimostranti partono molotov, pietre e spari contro i carri armati delle truppe. Seguono due ore di scontri che lasciano sul terreno cinque morti, fra cui due bambini.
È il terribile bilancio del pomeriggio di ieri a Bassora, ex zona relativamente sicura, ex territorio dove l’esercito britannico ambiva a conquistare «i cuori e le menti» della popolazione civile. È la prima volta che un elicottero inglese viene abbattuto, per giunta su un quartiere residenziale della città. È stata la polizia irachena a dire che il velivolo militare è stato colpito da un razzo, anche se a Londra il ministero della Difesa non ha confermato nemmeno il numero delle vittime fra i soldati, che sarebbero quattro.
Un portavoce dell’esercito britannico ha detto che i soldati hanno sparato proiettili di gomma dopo che la folla ha aperto il fuoco su di loro. Secondo alcune testimonianze c’era chi gridava: «Siamo tutti soldati di al-Sayed», un chiaro riferimento a Moqtada al-Sadr. Le riprese dal luogo degli scontri mostrano un carro armato Warrior colpito da pietre e da rudimentali bombe incendiarie. Altri due blindati hanno preso fuoco. La polizia di Bassora ha detto che oltre ai cinque morti ci sono anche diciannove feriti.
La violenza nella zona è peggiorata al punto tale che, secondo un documento americano rivelato dalla BBC, Bassora è adesso considerata tanto pericolosa quanto le città del nord. Per evitare le bombe lungo le strade i britannici si servono sempre più degli elicotteri, secondo una tattica usata a suo tempo in Irlanda del Nord. Però secondo l’esperto di Difesa Paul Beaver, i dispositivi di sicurezza proteggono gli elicotteri dai missili terra-aria ma non dalle granate con propulsione a razzo. E i miliziani di al-Sadr dispongono di queste armi.
Il nuovo ministro della Difesa Des Browne si è detto «profondamente rattristato» dalla morte dei soldati a bordo dell’elicottero, ma non ha confermato l’attacco che sta già provocando un’ondata di reazioni fra gli oppositori alla guerra, che accusano il governo di Blair di non avere nessuna «strategia di uscita» dall’Iraq.
I liberaldemocratici, da sempre contrari al conflitto, sono stati tra i primi a intervenire. Il loro responsabile della Difesa, il deputato Nick Harvey, nel commentare le scene degli scontri di ieri, dice a «La Stampa» che la cosiddetta «battaglia per conquistare i cuori e le menti» della popolazione irachena «è diventata sempre più difficile negli scorsi mesi. Certamente dopo le elezioni all’inizio dell’anno è diventato perfettamente chiaro che tutti i partiti vogliono che le truppe della coalizione se ne vadano e questo è un segno che quella battaglia non è stata vinta».
Alla domanda se la folla di ieri fosse una ribellione spontanea partita dai civili o piuttosto pilotata dai miliziani sciiti, Harvey risponde che «è ancora troppo presto per dirlo. Lo capiremo meglio nei prossimi giorni. La popolazione civile certamente ci vede come occupanti e come parte del problema, ma d’altronde questo non vuol dire che ce ne dobbiamo andare subito, perché questo potrebbe produrre una situazione ancora peggiore». Quanto alla strategia di uscita del governo di Blair, Harvey dice: «Non sono convinto che ce ne sia una. Credo che sia stata un pasticcio, fin dall’inizio. Credo che il nostro Paese debba definire a questo punto che cosa speri ancora di ottenere restando in Iraq». L’episodio di ieri a Bassora ricorda quanto accadde a Mogadiscio, in Somalia, nel 1993, vicenda portata poi sullo schermo da Ridley Scott nel film «Black Hawk Down»: la mattina del 3 ottobre diciassette elicotteri con a bordo le truppe speciali dell'esercito americano volano verso un quartiere ostile della città per catturare alcuni dei capi-clan, che si sarebbero dovuti incontrare in un edificio del centro. L'idea è di portare a termine la missione in meno di un'ora, ma le cose non vanno come previsto: due elicotteri Black Hawk vengono abbattuti e nel giro di pochi minuti tutta la città sembra ribellarsi contro le forze dell'Onu. L’incursione si trasforma in una missione di salvataggio che dura più di 15 ore e che costerà ai militari 18 morti e 73 feriti.
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Articolo apparso su "La Stampa" di oggi