Nucleare, La Verita' Dell'iran

[Basiji]

Visto che in tv fanno un gran parlare di Iran senza mai interpellare un esponente iraniano (invece intervistano di regola esponenti israeliani: l'ambasciatore in Italia, l'esperto di "antiterrorismo" di Herzliya ecc.; memorabile una recente puntata dell'approfondimento serale di Clemente J. Mimun...), questa mi sembra una buona opportunità per sentire anche i diretti interessati... strano questo "giornalismo": si mette al centro dell'attenzione uno Stato e lo si fa diventare "la questione", poi, però, nessun esponente di quello Stato può prendere la parola, ma altri - chi lo vuole in rovina - parlano in suo nome...
EG

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NUCLEARE, LA VERITÀ DELL’IRAN

La Repubblica islamica risponderà a ogni aggressione militare che dovesse essere lanciata contro il Paese. Il business della realizzazione delle centrali di arricchimento dell’uranio è aperto alle imprese europee che vorranno concorrere. 1700 persone hanno ispezionato i siti nucleari a nome dell’Agenzia Atomica Internazionale, e lo stesso el Baradei non ha riscontrato violazioni. E l’Iran è pronto ad aiutare, sul piano finanziario oltre che diplomatico, il nuovo governo palestinese. Sono alcuni dei passi più interessanti dell’intervista ad Alaeddin Boroujerdi, presidente della Commissione esteri e della sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, pubblicata per gentile concessione di arabmonitor.info.

Vede dei rischi per un’operazione militare straniera contro l’Iran?
«Sono 27 anni che la comunità internazionale ci conosce bene. C’è stato due decenni fa il conflitto che tutti chiamavano guerra Iran-Iraq. In realtà, c’erano gli aerei americani che fornivano informazioni a Saddam Hussein sulle posizioni delle forze iraniane. L’Unione Sovietica vendeva gli Scud all’Iraq. La Francia forniva missili a Baghdad con cui venivano colpite le nostre navi cisterna nel Golfo Persico. La Germania contribuiva alla macchina militare irachena con sostanze utilizzate per la fabbricazione di armi chimiche e batteriologiche. L’Iran ha resistito e oggi siamo qui. Lo dico francamente, ogni minaccia contro la Repubblica islamica unirà il popolo iraniano. Se dovesse succedere, l’Iran non rimarrà silenzioso. Risponderà. Gli interessi dell’Occidente ne soffriranno. Abbiamo previsto l’ipotesi che ciò avvenga».

Significa che l’Iran risponderà militarmente a un’azione militare?
«Non l’abbiamo mai negato. Risponderemo a un conflitto che ci dovesse essere imposto».

Perchè l’Iran, ricco di petrolio e di gas, ha bisogno del nucleare?
«Perchè il petrolio un giorno finirà. La prossima generazione potrebbe rimanere senza. Abbiamo la necessità di trovare una fonte di energia alternativa. La soluzione migliore appare l’energia nucleare. Produrremo energia con venti impianti nucleari per un totale di ventimila megawatt. Gli europei hanno l’opportunità di partecipare e non lasciare che sia la Russia a prendersi la torta. Abbiamo l’assoluta necessità che gli impianti siano nel Paese».

Perchè non è accettabile per l’Iran che la Russia arricchisca uranio per conto iraniano sul territorio russo?
«E chi ci può garantire che la prossima amministrazione russa sarà compatibile con la Repubblica islamica? Noi produrremo combustibile nucleare in Iran sotto gli occhi vigili dell’Agenzia atomica internazionale. Se qualcuno ha dei dubbi, può venire, investire e partecipare al progetto. È il benvenuto».

Perchè i Paesi occidentali ripetono di non fidarsi di quanto dice l’Iran?
«La questione della fiducia, è una scusa. Il pensiero è che l’Iran, esaurito il petrolio, divenga un Paese povero. Ma sulla base del Trattato di non proliferazione nucleare, e noi siamo tra i firmatari, abbiamo determinati diritti e intendiamo esercitarli sempre sotto il controllo dell’Agenzia atomica internazionale. Cosa dovremmo dire noi a proposito della fiducia. L’Iran era azionista dell’impianto di arricchimento di uranio Eurodif, in Francia (l’Iran aveva investito nell’impianto prima della Rivoluzione islamica un miliardo di dollari e successivamente la partecipazione è stata congelata), e dopo la Rivoluzione è stato estromesso da Eurodif. I nostri fondi sono bloccati da anni negli Stati Uniti. Abbiamo cooperato per due anni e mezzo con i Paesi europei, 1700 persone hanno ispezionato i nostri siti nucleari e militari a nome dell’Agenzia atomica internazionale, controllando tutto. Lo stesso el Baradei (il direttore generale dell’Agenzia) ha dichiarato che nessuna violazione è stata riscontrata da parte dell’Iran. Ma nulla è successo. Siamo noi che abbiamo scarsa fiducia, sulla base dell’esperienza maturata, di Stati Uniti ed Europa. L’Iran rimane sotto il controllo degli ispettori e delle telecamere dell’Agenzia. Le future venti centrali sono un’occasione d’oro per l’Europa. Se l’Europa vuol farsi scappare l’opportunità, faremo il business da soli. Gli europei sfortunatamente non sono particolarmente indipendenti».

È vero che l’Iran ha offerto all’Europa di realizzare in società un impianto di arricchimento nella Repubblica islamica, ma nessuna risposta vi è stata data?
«Abbiamo avuto colloqui con una compagnia francese, ma poi tutto si è bloccato, perché se non hanno luce verde da chi comanda, non possono procedere. Comunque, l’offerta è sempre sul tavolo».

Ritiene che il primo reattore nucleare iraniano, l’impianto costruito dalla Russia a Bushehr, possa essere ultimato entro la fine dell’anno?
«Possono finirlo. La Russia si è impegnata in tal senso. Non siamo pessimisti».

Ma i ritardi nella costruzione di Bushehr fanno sorgere il sospetto che la Russia la usi come carta da spendere nelle sue relazioni internazionali?
«Noi speriamo che la Russia mostri la propria autonomia nella questione. Personalmente non sono pessimista».

Shimon Peres ha dichiarato che al presidente Ahmadi Nejad toccherà la stessa sorte che a Saddam Hussein.
«Il regime sionista è responsabile dell’uccisione di un numero impressionante di palestinesi, delle torture inflitte a donne e bambini, dell’Olocausto di un popolo che va avanti da sessant’anni, di Sabra-Chatila».

Diversi attentati terroristici hanno devastato negli ultimi mesi le province iraniane del Khuzestan (ai confini con l’Iraq) e del Beluchistan (ai confini con Pakistan e Afghanistan). Chi sono i responsabili?
«I nostri nuovi vicini. Sulla base di documenti in nostro possesso siamo dell’idea che si tratti di organizzazioni con sede a Londra, che hanno le stazioni tv satellitari, istruiscono i loro agenti interni a compiere gli attentati. Istigano al terrorismo. L’Iran, invece, in questi ultimi anni, ha arrestato centinaia di appartenenti ad al Qaeda entrati nella Repubblica islamica clandestinamente, consegnandoli ai loro Paesi di origine».

L’Iran è pronto a sostenere anche finanziariamente il nuovo governo palestinese.
«Le belle parole non bastano a placare la fame. Le chiedo, se la democrazia non è solo una parola come un’altra, bensì un valore, come possono gli Stati occidentali decidere di tagliare gli aiuti ai palestinesi. L’atmosfera che prevale tra gli arabi e nei Paesi islamici è un clima molto favorevole al sostegno ai palestinesi. D’altronde, se non verranno aiutati, ci sarà un’esplosione, e i problemi investiranno anche gli altri Paesi. Tutti ne sono consapevoli».


www.arabmonitor.info
(3 maggio 2006)

[audace12]

Solita fonte imparziale----

[Basiji]

Cosa vuol dire 'fonte imparziale' riferita a questo articolo? si tratta di un'intervista: il giornalista pone delle domande, il diretto interessato (a differenza delle 'fonti imparziali' che lei gradisce) risponde. Se ha qualche critica o argomentazione su quanto viene affermato, le esponga.

[audace12]

Nel senso che il sito-fonte e' famoso per dare notizie di parte,come quelle che lei disprezza tanto(fonti israeliane e americane)

[Basiji]

E quali sarebbero secondo Lei le fonti imparziali? Puo' indicarne qualcuna?

[audace12]

E' inutile lamentarsi dei media filo americani se poi si crede a questi altri!

[Basiji]

Le ho fatto educatamente una domanda, puo' rispondere?