ma infatti quella è una critica all'avventurismo scientifico degli ultimi secoli...
ma infatti quella è una critica all'avventurismo scientifico degli ultimi secoli...
Ah! Allora se è una critica concordo e prendo atto d'essere in preda ad un totale obnubilamento delle mie capacità di comprendonio...Che con l'età io mi stia rimbecillendo più del normale? (). O, forse, la causa è da imputarsi nelle mie scarse frequentazioni delle liriche del suddetto cantautore? Mah! (ai posteri l'ardua sentenza...
lui critica molte e diverse idee false di libertà affermando che la libertà è partecipazione.
in un altra strofa ce l'ha pure coi centri sociali e addirittura dice "libertà non è avere un'opinione"
studia!
Giammai! Vogghio murì somara...
Ma Evola non parlava del suddetto soggetto in uno dei suoi testi? Mi pare ne "Il genio di Israele"...
la tua mancata conoscenza di gaber non va proprio bene. no e no.Originariamente Scritto da Yggdrasill
tutto il testo è critico nei confronti dei 'tipi' di libertà.
passa dalla libertà dello stato di natura (andando oltre la novella del buon selvaggio per cogliere l'edonismo che si può celare nel ritorno a tal tipo di 'libertà': quella di essere un animale di bassi istinti a cui dar sfogo, "incosciente"), a quella post-patti di società (e qui fustiga la democrazia -e avresti potuto cogliere l'intera natura del testo- e l'uomo-elettore-delegante "che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà"), per infine colpire la libertà illuministica e razionalista di chi pensa che la libertà sia il sopraffare (anche la natura) avendone la possibilità. la solita immagine della spada nel o fuori il fodero se vogliamo.
nel ritornello ci dice che la libertà non è il mero contatto con la natura, o la torre d'avorio, o il volo 'inferiore' di un moscone (metafora che può stare anche per l'edonista di prima).
libertà è partecipazione, soprattutto in quel che uno fa, nel presente. essere presenti a sè stessi, in ogni azione. prendere l'impegno della partecipazione e le responsabilità.
questa è una mia libera interpretazione che magari calza solo in parte (almeno sul dato più strettamente letterale penso di sì).
comunque, per aiutarti nel tuo 'recupero didattico' su gaber, ti dò un altro spunto.
Mi ricordo la mia meraviglia e forse l'allegria
di guardare a quei pochi che rifiutavano tutto
mi ricordo certi atteggiamenti e certe facce giuste
che si univano come un'ondata che rifiuta e che resiste.
Ora il mondo è pieno di queste facce, è veramente troppo pieno
e questo scambio di emozioni, di barbe, di baffi e di kimoni
non fa più male a nessuno.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Non so che cosa è successo a queste facce, a questa gente
se sia solo un fatto estetico o qualche cosa di più importante
se sia mio ripensamento o la mia mancanza di entusiasmo
ma mi sembrano già facce da rotocalchi o da ente del turismo.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
E visti alla distanza non siete poi tanto diversi
dai piccolo borghesi che offrono champagne e fanno i generosi
che sanno divertirsi e fanno la fortuna e la vergogna
dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge della Sardegna.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
E anche se è diverso il vostro grado di coscienza
quando è moda è moda, non c'è nessuna differenza
tra quella del playboy più sorpassato e più reazionario
a quella sublimata di fare "la comune" o un consultorio.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Io per me, se c’avessi la forza e l’arroganza
direi che sono diverso e quasi certamente solo
direi che non riesco a sopportare le vecchie assurde istituzioni
e le vostre manie creative, le vostre innovazioni.
Io sono diverso, io cambio poco, cambio molto lentamente
non riesco a digerire i “corsi accelerati” da Lenin a l’Oriente
e anche nell’amore non riesco a conquistare la vostra leggerezza
non riesco neanche a improvvisare o fare un po’ l’omosessuale tanto per cambiare.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
E siete anche originali, basta ascoltare qualche vostra frase
piena di nuove parole, sempre più acculturate, sempre più disgustose
che per uno normale, per uno di onesti sentimenti
quando ve le sente in bocca avrebbe una gran voglia che vi saltassero i denti.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Io per me, se c’avessi la forza e l’arroganza
direi che non è più tempo di fare mischiamenti
che è il momento di prender le distanze, che non voglio inventarmi più amori
che non voglio più avervi come amici, come interlocutori.
Sono diverso e certamente solo.
Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
ma neanche la retorica del pazzo
non ho nessuna voglia di assurde compressioni
ma nemmeno di liberarmi a cazzo
non voglio velleitarie mescolanze con nessuno
nemmeno più con voi
ma non sopporto neanche la legge dilagante del "fatti i cazzi tuoi!"
Sono diverso, sono polemico e violento
non ho nessun rispetto per la democrazia
e parlo molto male di prostitute e detenuti
da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti
di quelli che mi diranno che sono qualunquista, non me ne frega niente
non sono più compagno, né femministaiolo militante
mi fanno schifo le vostre animazioni, le ricerche popolari e le altre cazzate
e, finalmente, non sopporto le vostre donne liberate
con cui voi discutete democraticamente
sono diverso perché quando è merda è merda
non ha importanza la specificazione...
autisti di piazza, studenti, barbieri, santoni, artisti, operai, gramsciani
cattolici, nani, datori di luci, baristi, troie, ruffiani, paracadutisti, ufologi...
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
La Libertà è bella, la Democrazia è una cazzata.
LIBERTA' = si è liberi quando si è in grado (volendo) di poter realizzare la propria personalità ;
con il limite del rispetto del precetto cristiano "non fare agli altri ciò che non vorresti essere fatto a te"
La libertà è, a mio avviso, un concetto etico legato ad aspetti oggettivi come la realizzazione di un dato benessere. Non è interdipendente con il concetto di democrazia, che è una presa per il culo per i popoli-pecora che si illudono di essere liberi perchè possono guardare la tv, leggere i giornali e ascoltare le radio, che poi tanto passano i messaggi che vogliono loro e che sono indottrinativi.Originariamente Scritto da uqbar
La libertà è la possibilità di realizzare sè stessi, e questo non avviene di sicuro in questo sistema.
Originariamente Scritto da uqbar
Ma la personalità è creatura fallace destinata a morire. Tragico destino quello dell'uomo, ancor più tragico se si risolve in così poca cosa.
E poi quale sarebbe questa Libertà? Quella di poter danzare con la propria maschera, per la propria maschera, nella propria maschera?
Hummmm, non mi convinci per nulla...
[...]
- Mais non! ce n'est qu'un masque, un décor suborneur,
Ce visage éclairé d'une exquise grimace,
Et, regarde, voici, crispée atrocement,
La véritable téte, et la sincère face
Renversée à l'abri de la face qui ment.
Pauvre grande beauté! le magnifique fleuve
De tes pleurs aboutit dans mon cceur soucieux;
Ton mensonge m'enivre, et mon àme s'abreuve
Aux flots que la Douleur fait jaillir de tes yeux!
- Mais pourquoi pleure-t-elle? Elle, beauté parfaite
Qui mettrait à ses pieds le geme humain vaincu,
Quel mal mystérieux ronge son flano d'athlète?
- Elle pleure, insensé, parce quelle a vécu!
Et parce quelle vit! Mais ce quelle déplore
Surtout, ce qui la fait frémir jusqu'aux genoux,
C'est que demain, hélas! il faudra vivre encore!
Demain, après-demain et toujours! - Comme nous!
Le Masque, C. Baudelaire
Traduzione:
[...]
- No, è solo una maschera, un seducente orpello,
questo viso che illumina una smorfia squisita;
guarda il secondo, il vero, come terribilmente
si raggrinza e s'appiatta, quasi immonda ferita, s
ul rovescio e al riparo del sembiante che mente.
0 derelitta, grande bellezza! Nell'inquieto
mio cuor delle tue lacrime l'onda splendida muore:
ebbro della menzogna che m'offri, mi disseto
al fiume che rapisce ai tuoi occhi il Dolore.
Ma, insomma, perché piange? Lei così bella, ai cui
piedi si prostrerebbe il mondo vinto e muto?
suoi fianchi d'atleta, che male rode, buio?
O pazzo, non capisci? Piange perché ha vissuto!
é vive! Ma questo, soprattutto, l'accora,
un brivido le suscita nei ginocchi: che poi,
domani, dovrà vivere, ahimè, vivere ancora,
e doman l'altro e sempre! - Come noi!
Ah, ecco...Originariamente Scritto da unodeitanti
Bei versi, mi ci riconosco, come ovviamente immagino molti qui .comunque, per aiutarti nel tuo 'recupero didattico' su gaber, ti dò un altro spunto.
Sono diverso e certamente solo.
Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
ma neanche la retorica del pazzo
non ho nessuna voglia di assurde compressioni
ma nemmeno di liberarmi a cazzo
non voglio velleitarie mescolanze con nessuno
nemmeno più con voi
ma non sopporto neanche la legge dilagante del "fatti i cazzi tuoi!"
Sono diverso, sono polemico e violento
non ho nessun rispetto per la democrazia
e parlo molto male di prostitute e detenuti
da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti
di quelli che mi diranno che sono qualunquista, non me ne frega niente
non sono più compagno, né femministaiolo militante
mi fanno schifo le vostre animazioni, le ricerche popolari e le altre cazzate
e, finalmente, non sopporto le vostre donne liberate
con cui voi discutete democraticamente
sono diverso perché quando è merda è merda
non ha importanza la specificazione...
Ma questa non è la Libertà, al massimo sono i prodromi imprescindibili per intraprendere certi percorsi di liberazione...