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Discussione: Texas terra cristiana

  1. #11
    Alvise
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    I pagani voglio secolarizzare l'America?
    Chi sarebbero questi "pagani"?

  2. #12
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    Lightbulb In breve chi sono i pagani

    Citazione Originariamente Scritto da Alvise Nutti
    I pagani voglio secolarizzare l'America?
    Chi sarebbero questi "pagani"?
    I pagani sono coloro che vivono e soprattutto vogliono far vivere gli altri con forme di persuasione più o meno occulta Etsi Deus non daretur.
    Vogliono cioè estromettere non solo ogni dimensione religiosa dal vivier sociale, ma anche ogni riferimento a valori etici forti , capaci di generare civiltà.

    In questo la "Santa Alleanza" tra kattolici, cristiano-evangelici e laici veri è ineludibile contro il nemico comune costituito dal reltivismo e nichilismo massificante e spersonalizzante, che conduce alla morte mentale, sociale, culturale, spirituale e a volte anche fisica tramite il suicidio.

    Ecco chi sono in sintesi i pagani.

    Se, però, si vuole approfondire si possono consultare alcune sezioni del mio blog: http://vandeano2005.splinder.com/

  3. #13
    Alvise
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Vandeano05
    I pagani sono coloro che vivono e soprattutto vogliono far vivere gli altri con forme di persuasione più o meno occulta Etsi Deus non daretur.
    Vogliono cioè estromettere non solo ogni dimensione religiosa dal vivier sociale, ma anche ogni riferimento a valori etici forti , capaci di generare civiltà.

    In questo la "Santa Alleanza" tra kattolici, cristiano-evangelici e laici veri è ineludibile contro il nemico comune costituito dal reltivismo e nichilismo massificante e spersonalizzante, che conduce alla morte mentale, sociale, culturale, spirituale e a volte anche fisica tramite il suicidio.

    Ecco chi sono in sintesi i pagani.

    Se, però, si vuole approfondire si possono consultare alcune sezioni del mio blog: http://vandeano2005.splinder.com/
    Ho capito a chi ti riferisci, ma ritengo completamente errato riferirsi ad essi come "pagani". Sarebbe corretto definirli "laicisti" "ateri razionalisti" "relativisti"... non certo pagani.

  4. #14
    Veritas liberabit vos
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    Cool La Cristianità USA e texana grande...in quanto romana e apportatrice di civiltà

    Giganti della Chiesa contemporanea: card. Ottaviani (1)


    Nella libertà
    giganteggia la Chiesa

    Nelle regioni dove i cattolici sono in minoranza, la Chiesa non si aspetta protezione o appoggio dallo Stato, come può averlo da una Nazione cattolica che riconosce i princìpi dettati nella Immortale Dei. Ma le basta la libertà per poter produrre i frutti di bene che essa è destinata a dare alla società; le basta non essere oppressa per poter giganteggiare. Questo effetto è dovuto alla forza travolgente della Grazia e della Verità che essa possiede, come osservava Leone XIII nell’Enciclica Longinqua Oceani. Nel 1959 il Cardinale Ottaviani metteva in evidenza i progressi della Chiesa negli Stati Uniti d’America in un discorso tenuto in una Università di quella Grande Nazione.


    Di Alfredo card. Ottaviani



    L’America, anche ad esservi stati altre volte, pare sempre il «il nuovo mondo». Non la si vede mai abbastanza. Ammirevole la storia del vostro Paese, storia tanto più mirabile quanto più si è svolta in breve nel giro di pochi secoli, con tale forza da portarvi all’avanguardia della potenza, diciamo pure della civiltà; io vorrei soffermarmi soltanto su ciò che è stata ed è la storia del cattolicesimo tra voi.
    Non più in là che all’inizio del secolo corrente, voi eravate ancora e appena una terra di missione; missione non tra gli infedeli, ma tra gli acattolici; comunque, missione; oggi, costituite, invece, la Cattolicità più sviluppata che si conosca, tendete il braccio a sorreggere nel mondo la Sede Apostolica. La più sviluppata, ho detto, e volevo dire che la parrocchia, come voi l’avete concepita e organizzata, resta un’acquisizione secolare per tutta la Chiesa, una vostra creazione immortale. Quanto all’appoggio che dal 1925 voi date alla Santa Sede, vi dirò che esso ricorda la funzione che fu nel Medioevo dell’Impero e, in tempo più recente, della Francia cattolica e vandeana [Bravissimo cardinale!!!!!!! La sua chiarezza spazza via tutte le falsità dell’antiamericanismo militante di qualsivoglia “parrocchia” ideologica N.d.R.]. Siete un poco l’appoggio, l’aiuto, la tutela della Chiesa di Roma e tuttavia non costituite un pericolo né un’usurpazione anche in potenza.

    Mai aiuto è stato dato con pari disinteresse.

    Non avete ancora dato la santità, ma neppure avete dato un’eresia.

    L’americanismo, dottrina che pone l’azione al di sopra e prima della contemplazione e della mortificazione, non tanto è un’eresia quanto un errore ed è un errore non tanto americano quanto del secolo [Grazie!!!!!! Lei, cardinale, è un sommo uomo di Dio e ispirato dallo Spirito Santo nello smontare gli pseudosofismi di chi usa la condanna ecclesiale dell’Americanismo, per colpire gli USA N.d.R.].

    Quell’errore, inoltre, svanì appena accusato. Oh, se tutti gli errori bastasse sottolinearli per togliergli di mezzo! Le vostre chiese, se mi è lecito rivolgermi a voi nei termini di Giovanni e Paolo, sono fiorenti ancora di giovinezza: avranno i santi e, ahimé!, i nemici intestini.
    Penso ora a quanti dei vostri vescovi, dei vostri curati, studiarono a Roma ed una commozione profonda mi vince. Pio IX, aprendo ai figli degli Stati Uniti un proprio seminario in via dell’Umiltà, apriva una strada nuova alla vostra storia religiosa. Facendo studiare i vostri ragazzi accanto a quelli delle missioni, nell’Ateneo di Propaganda, dava loro le stesse ali dell’apostolato e del martirio. Propaganda conosceva allora non pochi né piccoli rischi. Quella storia non è stata ancora narrata; sarà narrata un giorno e sarà tutta di gloria.
    Quel che importa, tuttavia, non è narrarla, ma continuarla. Urge che sia proseguita.

    Voi molto avete fatto, con tutto ciò siete ancora agli inizi: tutta la vostra terra, tutto il vostro popolo, tutta la vostra civiltà, debbono venire a Gesù, debbono entrare nel suo Regno sulla terra, quel Regno che ha Roma per capitale. La formazione romana non è un vezzo né un mito verbale, un discorso nostalgico e vano.. Se un Newman, inglese, quarantenne, già celebre, non esitò un attimo a prendere in Roma, oltre il suo sacerdozio – e mentre nulla e nessuno ve lo costringeva – le consuetudini devote di Roma, entrando nella sequela di S. Filippo Neri (vale a dire di quanto c’era di più tipicamente romano a Roma); questo vuol dire che I vostri predecessori, tanti cardinali, arcivescovi, vescovi, parroci d’America, amando Roma, non erano poi così arretrati. Le pagine del Newman – voi lo sapete – hanno catechizzato il mondo di lingua inglese nell’ultimo secolo; orbene, sono le pagine di un uomo che amò ricordare Roma come si ricorda la mamma, come si ricordano i primi dolcissimi anni della fanciullezza.

    Vengo da voi con la fiducia che non ricevete senza una festosa accoglienza chi viene tra voi da Roma e d’altro canto non può parlarvi se non di Roma.

    Romano di nascita, di sangue, di spirito, persino romanesco perché figlio del popolo, la Roma che io sento di più è quella che anche voi sentite del pari: quella di Patrizio e di Agostino di Canterbury, quella di Tommaso di Canterbury e di Tommaso Moro, quelli dei vostri grandi arcivescovi e cardinali: la Roma da cui si parte, la Roma a cui si torna; la Roma che quando ci si è , non si vorrebbe lasciare, e quando la si è dovuta lasciare, non si vorrebbe che tornarvi; la Roma di Pietro e di Paolo, di Agostino e di Girolamo; la Roma di tanti santi e di tutti gli Ordini, la Roma di tutti i papi; quella Roma che sola tra le città del mondo, come Gerusalemme nel Vecchio Testamento, ha ricevuto nel Nuovo Testamento la dignità e la vocazione di dirsi Città Santa,
    Non sono pellegrini soltanto coloro che vengono a Roma; ci sono anche quelli che da Roma escono, si recano lontano, pellegrini di Roma anche loro, perché in nome di Roma lasciano Roma. A costoro appartengo pur io; tra di voi peraltro non mi sento fuori di quella patria di cui Roma è capitale, fuori di quella famiglia di cui Roma è Madre. Romano sono io, ma tra di voi che siete romani, così come romana è la Chiesa, per quella Roma onde Cristo è romano.
    Proprio da tanta romanità nasce la vocazione e l’impeto all’apostolato più vasto, e più illuminato nelle terre e nel tempo: se sarete cristiani nel pieno senso della parola, sarete missionari instancabili.

    Potrete incontrare la tristezza, il dolore, persino le percosse, persino la morte; ma compirete, così facendo, la Passione del Signore, come diceva San Paolo e farete cristiana la Terra…e gli spazi.


    God Bless America!!!!!

    Christus regnet per Mariam!!!!

    vst il bolg: http://vandeano2005.splinder.com/

  5. #15
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    Vandeano uso questo 3d per renderti partecipe dell'ammirazione che ho nei tuoi confronti...sei un grande!spero di fare conoscenza con te in tempi brevi

  6. #16
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    Altro bersaglio centrato correttamente

    Anche in questo caso, George W. Bush, cristiano e texano, ha ragione:




    USA: il futuro è splanglish


    Di David J. Smith,
    Senior resident fellow al Potomac Institute for Policy Studies di Washington (D.C.)


    Immigrazione: un braccio di ferro che spacca il Paese in due


    Liberal Risk. Quaderni di Cultura geopolitica,
    n°9, giugno 2006, pp.68-69

    Ormai quasi insensibile alle quotidiane storie di carneficina in Iraq, il pubblico americano ha rivolto la sua attenzione politica ad altro. Il tema “caldo” di questo 2006 è l’immigrazione, soprattutto dei latino-americani (messicani in gran parte) entrati attraverso i duemila e passa chilometri di frontiera terrestre. E’ una realtà che pone vicino contro vicino, Senato contro Camera dei Rappresentanti e il presidente George W. Bush contro molti esponenti del Partito Repubblicano . E’ altresì una questione di rilievo internazionale, ma purtroppo in questo momento l’attenzione è così alta da impedire il distinguo fra cattiva retorica e «nocciolo duro» del problema. Certo non è la prima volta che l’immigrazione diventa una questione politica carica di risvolti emotivi. Il cartello esposto a tante fabbriche e negozi di oltre un secolo fa: No irish need apply è tristemente noto nella storia sociale americana. E durante il dibattito attuale Pete Domenici – potente senatore del New Mexico – ha raccontato in Senato la storia dell’arresto di sua madre – immigrata clandestina italiana – all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Il perché è presto detto: i sondaggi indicano che le opinioni sull’immigrazione sono soprattutto basate su storie familiari e non su ideologie politiche e di partito. Tuttavia, l’aumento dell’immigrazione negli anni a cavallo del Duemila – stimata oggi sui 12 milioni – ha fatto alzare la soglia di sopportazione di alcuni ceti sociali.
    E’ su quest’onda che sono nati i Minutemen – dopo i famosi cittadini-soldato della rivoluzione americana – che si offrono non solo di aiutare i guardiafrontiere con pattuglie di jeep, ma costruiscono anche mura in vari settori della frontiera. In risposta, altri gruppi la scandagliano per offrire acqua ai clandestini [Bravi ragazzi!!!! N.d.R.]. Nelle città di confine, tuttavia, la pressione è alta: sono molti a lamentarsi dei buscas – i centinai di giovani latino-americani che ogni mattina si stipano in giardini privati, strade, incroci e parchi in attesa di trovare lavoro. I governi locali lamentano un aggravio di spese (scuole, ospedali, pulizie, solo per citarne alcune) a fronte di migliaia di persone che non pagano le tasse. Di conseguenza, la Camera lo scorso dicembre ha dovuto approvare un disegno di legge molto duro che rende la presenza clandestina negli Stati Uniti un delitto e prevede la costruzione di un doppio muro di frontiera lungo più di mille chilometri.
    La risposta è stata clamorosa: manifestazioni di migliaia di immigrati in ogni città americana hanno dimostrato che la comunità è capace non solo di mobilitarsi “alla grande” ma anche di attrarre una certa solidarietà verso i clandestini. Certo non mancano cartelli radicali tipo: «L’America è nostra siete voi gli stranieri!!!!» in grado di irritare gli animi di molti cittadini statunitensi. E questo nonostante poche settimane prima il Senato avesse approvato un disegno di legge molto simile alla posizione di Bush e assai diverso da quello della Camera, che prevede stanziamenti per uomini e mezzi alla frontiera, crea un programma di lavoratori ospiti e – cosa più importante – stabilisce una via, seppur stretta alla regolarizzazione.

    Con linee tanto diverse ed un clima politico tanto “elettrico” è improbabile che si possa trovare una soluzione prima delle lezioni al Congresso dell’8 novembre. E’ anche possibile che la questione resti in stand by fino alle presidenziali del 2008, influenzando in questo modo non solo la politica nazionale ma anche quella internazionale.
    Innanzitutto le relazioni con il Messico, per il quale la migrazione verso gli USA attraverso il Rio Grande e il deserto di Sonora è una valvola di sicurezza politica. Dopo 150 anni di pace il presidente Fox ha telefonato a Bush preoccupato per la possibile militarizzazione della frontiera e le conseguenza che questa potrebbe avere sulla campagna presidenziale tra il candidato si sinistra Andres Manuel Lopez-Obrador e

    Felipe Calderon, candidato del partito di Fox [Grazie a Dio ha prevalso, per il bene del Messico e di tutto il continente americano, il candidato della Destra. Grazie Morenita;
    patrona delle Americhe!!!!!
    N.d.R.].


    Ma non solo: il tono antilatino di una parte della retorica politica USA – compreso il disegno di legge approvato alla Camera – si trasforma facilmente in una freccia all’arco di tipi come Hugo Chavez, che puntano alla radicalizzazione dell’intera America Latina.
    Ma c’è anche un altro tema/dilemma fondamentale sul quale riflettere, ovvero come sarà e quali incarnerà l’America per le prossime generazioni. Senza immigrati ci trasformeremmo in una socialdemocrazia che invecchi ogni anno che passa, ma un immigrazione incontrollata porterebbe ad una vasta sottocultura senza un futuro americano e senza valori americani. Che fare? Innanzitutto bisogna ragionare sui dati. Non è possibile deportare 12 milioni di persone. Non ci sono 40 mila soldati da mandare sulla frontiera (tutti impegnati in Iraq e Afghanistan) e sarebbe già un lusso trovarne 6.000! Un muro nel deserto, poi, senza lo sviluppo dell’economia messicana non bloccherebbe l’immigrazione clandestina.

    E’ necessario, invece, ricordarsi che i cambiamenti portati dagli immigrati sono – per la nostra storia – le fondamenta dell’America e che i nostri nonni hanno costruito la nazione più grande del mondo!

    Accertato questo dobbiamo, allora, mettere a fuoco i Valori fondamentali che si vogliono proteggere e difendere. Vogliamo che imparino per forza la lingua inglese o preferiamo che facciano propri i nostri valori fondamentali? Alla luce di questa domanda la visione di Bush e il disegno di legge del Senato risultano di buon senso [Diremmo ottimi e azzeccatissimi. Forza George!!!!!! N.d.R.]. Invece di fare i duri con più leggi, polizia, esercito e muro nel deserto, ci tocca essere coraggiosi, chiedendo all’immigrato di condividere i nostri Valori. In questo saremmo anche favoriti dalla storia perché gli immigrati messicani – ma anche quelli del Centro e Sud America – già condividono

    i valori fondamentali dell’etica giudaico-cristiana e le aspirazioni dei nonni per la libertà, il lavoro e una vita migliore per i figli.


    Ma a chi vuole diventare un nostro concittadino è giusto chiedere di più: è giusto chiedere di capire e condividere le idee di Jefferson, Madison, Mason, Lincoln e King. E questo senza affatto pretendere che dimentichino la loro identità. Solo così sarà possibile crescere come americani, forse con la pelle un po’ più scura e un accento splaghish, ma sempre sicuri di appartenere ancora alla Nazione dei nostri nonni.


    Perché queste lodevoli iniziative politiche del presidente Bush sono quasi sconosciute in Italia e in gran parte d’Europa? Perché colui che mirabilmente guida lo Stato più potente del Mondo dal 2000 sottopone ogni azione politica al vaglio etico-religioso in un’ottica da Imperium post-moderno. Tutto ciò urta la sensibilità laicista, nichilista, antireligiosa e dissolutoria oggi prevalente nell’Europa politica e non solo. Ormai è chiaro: gli USA, dopo aver liberato l’Europa dal nazionalsocialismo e dal comunismo di osservanza sovietica nel XX secolo, libereranno “il continente vecchio europeo” da un totalitarismo ancor più pericolo: quello dissolutorio e relativistico di stampo “democratico”.


    God Belss America!!!!!!

  7. #17
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    Cool Grazie e a buon rendere

    Citazione Originariamente Scritto da Luca D.
    Vandeano uso questo 3d per renderti partecipe dell'ammirazione che ho nei tuoi confronti...sei un grande!spero di fare conoscenza con te in tempi brevi
    Approfitto di queste tue parole, carissimo Luca anzitutto per ringraziarti e poi per dirti che il sottoscritto trae forza soprattutto dal vedere quanti giovani come te - siano essi monarchici o repubblicani- che s'ispirano ai valori conservatori e/o tradizionalisti.

    E' un conforto enorme.


    Gli elogi, inoltre - me ne sono arrivati molti da parte di altri forumisti e semplici lettori dei forum di POL alla mia casella e-mail - fanno da pendant alle mails ingiuriose ,se non palesemente offensive che ricevo sia qui in Italia che all'estero.
    Ma si sa a combattere in prima linea c'è il diritto e il rovescio della medaglia.

    A buon rendere!!!!!

  8. #18
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    Thumbs up Non possum

    Digitus Dei est hic:


    Non Possum.
    Non c’è ricerca che valga l’uccisione di una vita.

    Firmato George W. Bush

    Versione italiana pubblicata da:
    Il Foglio 21-07-2006


    Ho deciso di non dare la mia approvazione all’H.R 810, il “Stem Cell Research Enhancement Act of 2005”.

    Come tutti gli americani, ritengo che la nostra nazione deve seguire con determinazione tutte le enormi possibilità che la scienza offre per curare tutte le malattie e migliorare la vita di milioni di persone. Tuttavia, ora che la scienza ci porta sempre più vicini allo svelamento dei segreti della biologia umana, ci induce anche nella tentazione di manipolare la vita umana e di violarne la dignità.

    La nostra coscienza e la nostra storia ci impongono di resistere a questa tentazione.


    Con le giuste politiche e tecniche scientifiche possiamo realizzare il progresso della scienza senza rinunciare alle nostre responsabilità morali.
    Nel 2001 ho avviato una nuova politica per la ricerca sulle cellule staminali che cercava di stabilire un equilibrio tra le necessità della scienza e gli obblighi della coscienza. Quando sono diventato presidente, non esisteva alcun finanziamento federale per la ricerca sulla cellula staminale degli embrioni. Secondo i princìpi della politica annunciata cinque anni fa, la mia amministrazione è stata la prima a destinare i fondi federali per questo tipo di ricerca, ma soltanto dalle cellule staminali tratte da embrioni che erano già stati distrutti. La mia amministrazione ha messo a disposizione più di novanta milioni di dollari. Questa politica ha consentito lo sviluppo di importanti ricerche e ha permesso all’America di stare al primo posto nelle ricerche sulle cellule staminali, ma senza incoraggiare la distruzione di embrioni umani viventi.

    L’H.R.810 ribalterebbe completamente l’equilibrata politica adottata dalla mia amministrazione.


    Se questa proposta dovesse diventare legge, i contribuenti americani, per la prima volta nella loro storia, sarebbero costretti a sovvenzionare la deliberata distruzione di embrioni umani. Oltrepassare questa linea significherebbe compiere un grave errore e scatenerebbe inutilmente un conflitto tra la scienza e la morale, che procurerebbe soltanto danni ad entrambe e indebolirebbe tutta la nostra nazione. I progressi già compiuti dimostrano che la ricerca sulle cellule staminali può procedere nel rispetto dei princìpi etici. Da quando ho annunciato la mia politica nel 2001, la mia amministrazione ha esteso i finanziamenti anche per le cellule staminali che si possono trarre dai bambini, dagli adulti e dal sangue del cordone ombelicale senza procurare alcun danno fisico al donatore: queste cellule staminali sono attualmente utilizzate nelle cure mediche.
    La scienza offre anche la speranza che un giorno potremmo sfruttare i potenziali benefici delle cellule staminali embrionali senza dover per questo distruggere vite umane. I ricercatori stanno sperimentando nuove tecniche che potrebbero permettere ai medici e agli scienziati di produrre cellule staminali altrettanto efficaci di quelle derivate dagli embrioni umani. Dobbiamo continuare a seguire queste possibili alternative, in modo da far progredire la ricerca, rimanendo fedeli agli ideali di una società rispettosa della dignità umana.

    Sono convinto che possiamo sfruttare le promesse della tecnologia senza essere costretti a diventare schiavi e garantire che la scienza rimanga al servizio della causa dell’umanità.

    Se volgiamo trovare i modi giusti per far progredire la scienza medica nel rispetto dell’etica, dobbiamo essere pronti a rifiutare quelli sbagliati.

    Per questo motivo ho posto il veto a questa proposta di legge [e anche per questo tu rimani, George, uno dei più grandi presidenti degli stati Uniti d’America N.d.R]

  9. #19
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    Lightbulb Re: Non possum

    Sul Texas e la Venerabile Suor Maria di Gesù di Agreda (il 24 maggio è l'anniversario della sua morte terrena e salita al Cielo)...




    https://www.agerecontra.it/2017/05/l...maria-dagreda/

    https://www.agerecontra.it/2017/05/l...ria-dagreda-2/
    «CATTOLICESIMO La Mistica Citta’ di Dio di suor Maria d’Agreda 6 MAGGIO 2017 DA STAFF "CHRISTUS REX"
    La “Signora vestita di azzurro” – La Dama Azzurra dei “pellirosse”, suor Maria de Jesus Agreda

    Straordinaria è la vicenda rievocata dallo scrittore Vittorio Messori sul Corriere della Sera nell’aprile 2003.


    "Quando i missionari francescani spagnoli che risalivano la costa occidentale americana giunsero, ai primi del 1600, nei territori degli attuali Stati di Texas, Arizona, New Mexico e California s’imbatterono nei bellicosi Apache, Navajo e Comanche, che li decimarono. Nel 1622 partì allora una seconda spedizione, guidata dal francescano portoghese Afonso de Benavides (1578?-1635). Identico cammino, identico incontro, ma esito stavolta prodigiosamente diverso. I frati che avevano eretto una missione fortificata, furono subito visitati dagli indiani Xumana, anch’essi decisamente aggressivi, ma non vi fu scontro: piuttosto, i pellirosse chiesero d’inviare sacerdoti nei loro villaggi per amministrare i sacramenti. Inaudito. Che ne sapevano quei “selvaggi” di preti cattolici e acqua benedetta? Gli indiani risposero che li aveva inviati una “Signora vestita di azzurro”, la “Dama Azùl” dei resoconti spagnoli. Mistero fitto. D’improvviso gli indiani videro una stampa, colorata a mano, appesa a una parete della missione, e ripeterono: “Dama Azùl!”. Era il ritratto di una suora concezionista francescana, vestita del saio blu del suo ordine.
    Ma il mistero non era affatto risolto. Quando i missionari giunsero ai villaggi indiani furono accolti da una processione gremitissima, con croci ornate di fiori; ma per quanto sbigottiti, ciò che li sbalordì davvero fu scoprire che i nativi, mai incontrati prima da alcun europeo erano già catechizzati. Mancavano loro solo i sacramenti. La “Dama Azùl”… a quel punto qualcuno pensò a Maria de Jesus, suora appunto concezionista, che però stava lontanissima, nel convento spagnolo di Agreda, dove era entrata a 12 anni e da cui non si era mai mossa. Al secolo Maria Fernandéz Coronel y Arana (1602-1665) è oggi famosa per La mistica ciudad de Diòs, una sorta di biografia profetica della Madonna diffusa in milioni di copie in ogni lingua. I missionari pensarono a lei perché l’Arcivescovo di Città del Messico, reduce dalla Spagna, diceva che certi scritti della suora descrivevano l’America Settentrionale come se ella l’avesse visitata. Quando padre de Benavides la incontrò ad Agreda, suor Marìa, oggi venerabile, gli disse che Dio aveva esaudito la sua richiesta: quella di essere missionaria. Gli Xumana furono solo una delle diverse tribù del Sudovest statunitense che i missionari incontrarono già perfettamente istruiti nella fede".

    AL LINK SI TROVA IL LIBRO COMPLETO, DI CUI SI CONSIGLIA L’EDIFICANTE LETTURA»
    http://rosarioonline.altervista.org/...ta%20di%20Dio/

    http://3.bp.blogspot.com/-qgbljNIRP-...de-jesus-1.jpg



    https://www.agerecontra.it/2017/05/m...aria-a-fatima/

    «ARAI DANIELE MARTIRIO DEL PAPA COL SUO SEGUITO: VISIONE DATATA DA MARIA A FATIMA
    12 MAGGIO 2017 DA STAFF "CHRISTUS REX"
    L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele
    (...) Prima di parlare di Fatima, però, si deve ripetere che il pensiero dell’immenso mondo religioso umano di miliardi di anime, dai popoli primitivi ai più progrediti, pende e penderà sempre da ogni segno e parola che possa provenire da Dio attraverso i Suoi messi. Ciò a causa dell’impero universale di Dio sulle coscienze degli uomini e sulle loro società; idea alla base d’ogni credo, pur agnostico o ateo, concetto che è e sarà fino alla fine del mondo vero vaglio per la salvezza. Ma per noi cattolici questo concetto è soavemente completato dalla verità per cui tutti i messi inviati da Dio lo sono attraverso la Mediazione de Maria SS.
    A prova che sia un concetto universale, per ogni tempo e luogo, vale ricordare qui la storia con cui Vittorio Messori descrive l’evangelizzazione del Texas selvaggio con la visita della suora Maria de Agreda, autrice del libro prodigioso nel­la Spagna del XVII secolo, “La Mi­stica Città di Dio”; uno dei testi più stra­ordinari e misteriosi della letteratura religiosa, perché si richiama all’influsso sulle anime esercitato dalla Mediazione universale di Maria attraverso la Sua eletta inviata nel mondo (La signora in blu che convertì i pellerossa, Corriere della Sera, 5.4.03, p.35):


    “C’è, qui, una delle vicende più incredibili e, al contempo, più storicamente attestate – dell’in­tera storia cristiana. Precisia­mo subito che questi eventi hanno superato il più rigoroso e temibile degli esami: quello dell’Inquisizione spagnola che – con i suoi metodi collaudati, che provocavano il crollo psico­logico di qualunque simulato­re – giunse a interrogare la re­ligiosa per dieci ore al giorno durante molte settimane. Alla fine, quegli implaca­bili inquisitori si arresero, conclusero che i fatti stra­ordinari erano veri e che, dunque, suor Maria de Jesús non doveva essere disturbata. Del resto, so­no giunti alla stessa con­clusione anche gli storici americani dei nostri gior­ni, molti dei quali prote­stanti, ebrei, agnostici.” Essi rappresentando un pool di universi­tà texane hanno orga­nizzato un grande convegno sulla venerabile suor Maria de Jesús de Agreda, e, alla fine dei lavo­ri, verrà proposta la firma di una petizione, già più volte rin­novata, perché la francescana sia proclamata protettrice ufficiale dello Stato del Texas. Si noti, il convegno non è organizzato da istituzioni religio­se, ma da laicissime facol­tà universitarie.
    “Successe, dunque, che all’inizio del Seicento, i francescani decisero di avanzare a nord del Messi­co con le loro missioni. Rag­giunsero così il territorio del­l’attuale Texas, ma anche quel­lo dell’Arizona, della Califor­nia, del New Mexico. Subito, dovettero fare i conti con le bel­licose tribù dai nomi leggenda­ri: apaches, navajos, coman­ches. Le prime spedizioni furo­no massacrate. Ma la resa non è nelle tradizioni francescane: così, nel 1622, partiva un nuo­vo gruppo, guidato da padre Alonso de Benavides. Dopo avere impiantato una missione fortificata, i frati cominciarono a ricevere visite inaspettate. Erano i capi degli Xumanas, una delle tribù più grandi e al contempo più aggressive e irri­ducibili. Con sbalordimento dei religiosi, quegli indiani sup­plicavano che venisse inviato tra loro qualche sacerdote che amministrasse il battesimo e gli altri sacramenti. Una simile richiesta, in quei luoghi, non era mai venuta prima. A do­manda, gli indigeni risposero che erano stati convinti a veni­re da una «Signora vestita d’az­zurro» che da qualche tempo appariva tra loro e li esortava – non solo con parole nella lo­ro lingua, ma anche con mira­coli – a chiamare i missionari. Questi avevano alle pareti la stampa, colorata a mano, che rappresentava una santa claris­sa: i capi degli Xumanas disse­ro che la Signora era vestita proprio in quel modo, ma che era molto più giovane e che il colore dell’abito era azzurro. Così era, in effetti, il saio della congregazione cui appartenev­a suor Maria de Jesús (che all­ora aveva solo vent’anni). Se nel remoto Texas, i frati pen­sarono a lei, è perché l’arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una monac­hella di Castiglia che, pur non essendosi mai mossa dal suo convento, descriveva in certe sue lettere l’America come se le fosse familiare.”
    “Sta di fatto che, convinti dal­le suppliche e pur temendo un tranello, alcuni francesca­ni si unirono agli Xuma­nas nel loro viaggio di ri­torno. Abbiamo numero­se relazioni dell’epoca che concordano sul fatto che, ai confini del territorio del­la tribù, i missionari furo­no accolti da una grande folla disposta in processio­ne e con enormi croci adornate con i fiori della prateria. Così, dissero, aveva insegnato loro la Dama Azúl, la Signora Azzur­ra che tante volte era venu­ta a istruirli. In effetti, i sempre più sbalorditi reli­giosi costatarono che, tra quegli indigeni mai avvicinati da alcun europeo, la formazione dottrinale era ormai completata: ciò che volevano erano solo i sacramenti. Ma questa non fu che la prima delle sorprese. In molti altri posti, anche in Arizona e in California, i missionari ebbero la stessa esperienza: contat­i, cioè, con tribù non raggiunt­e sino ad allora e già catechiz­zate da quella che gli storici americani chiameranno The Lady in blue. “Nel 1631, padre Alonso de Benavides, che abbiamo visto a capo della prima missione texana, rientrò in Spagna e rag­giunse Agreda, sui monti della Castiglia, incontrando nel par­latorio suor Maria de Jesús. Con molta semplicità, la mona­ca gli disse che, sì, Dio aveva realizzato il suo desiderio di es­sere missionaria, concedendo­le di raggiungere l’America centinaia di volte. Più tardi, sot­to il torchio implacabile dell’In­quisizione (nemica, più che del­le eresie, di superstizioni e falsi miracoli) confermerà questi misteriosi viaggi, precisando solo di non essere in grado di precisare «se fossero senza o con il corpo». Comunque, al sempre più sbalordito padre Alonso (abbiamo l’originale della relazione), descrisse con precisione tutti i suoi confratel­li, ricordò episodi missionari che egli stesso aveva dimentica­to, confermò di avere catechiz­zato non solo gli Xumanas ma molte altre tribù, convincendo­le a chiedere l’intervento dei sa­cerdoti. “La storia successiva dei terri­tori a nord del Messico è piena di tracce di quelle miste­riose missio­ni. Ad esem­pio: nel 1699, 34 anni dopo la morte del­la suora, una spedizione guidata dal capitano spa­gnolo Juan Mateo Man­ge risalì il Co­lorado, incon­trando molte tribù fino ad allora scono­sciute che pra­ticavano un cristianesimo senza sacer­doti perché, dissero, ne aveva­­no cercati senza trovarli. Alla domanda sul come avessero im­parato il catechismo, gli anzia­ni risposero che, molti anni pri­ma, era venuta tra loro una Si­gnora con un lungo abito azzur­ro. Spaventati, l’avevano bersa­gliata con le loro frecce, senza però riuscire a farle del male. Così, prostratisi, l’avevano ascoltata e ubbidita. E ancor oggi (è prevista, al convegno, un’apposita relazione) i ricer­catori americani trovano spes­so il ricordo, nelle riserva india­ne, della Blue Lady. I discen­denti delle tribù evangelizzate in quel modo misterioso con­servano un loro coriaceo catto­licesimo. Maria di Agreda non lasciò mai il monastero in Spagna. Anche se le tribù del Texas la vedevano apparire e insegnare il catechismo Quelle due sillabe richiama­no molte cose. Molte, ma non certamente una claustrale spa­gnola del Seicento che mai la­sciò il suo monastero di Agre­da, cittadina sperduta sui mon­ti della Vecchia Castiglia.”
    “ Nata nel 1602 e morta nel 1665, chiusasi a 12 anni nel mo­nastero di clausura fondato da sua madre e nella sua stessa ca­sa, Maria de Jesús riempì della sua fama la Chiesa barocca. Fi­lippo IV, capo dell’impero già in declino ma su cui ancora non tramontava il sole, scam­biò con lei centinaia di lettere. Dalle mura della clausura, fil­travano notizie sugli straordi­nari carismi della religiosa, tra i quali visioni e locuzioni che la portarono a scrivere le miglia­ia di pagine – piene, tra l’al­tro, di profezie che la storia ha confermato – della Mistica Ciudad de Diós. È una sorta di biografia della Madonna diffu­sa in milioni di copie, in ogni lingua, ancor oggi continua­mente ristampata e che conta nella Chiesa ammiratori entu­siasti e detrattori accaniti. Pro­prio quell’opera, di insondabi­le profondità, pare essere l’ostacolo che ha sinora impedi­to che Maria de Jesús salga da venerabile a beata: l’istituzio­ne ecclesiale, si sa, diffida dei carismatici. Come conferma­no, non ultimo esempio, le traversie di padre Pio.”
    “In ogni caso, possia­mo risolvere – finalmente – un rompicapo per coloro che hanno doppiato in italiano in­numerevoli film western, sen­za riuscire a capire perché mol­ti indiani, nella versione origi­nale, ogni tanto esclamassero: “Sor Maria de Agreda!». A diffe­renza di loro, gli sceneggiatori americani conoscevano bene le ragioni di una simile intera­zione.” (...)

    Dall’opera di straordinaria mediazione di Maria nelle Americhe, nel Messico con la Madonna di Guadalupe, come in molti paesi sudamericani; in Brasile con Nostra Signora Aparecida, a Quito, a Luján, etc., si può capire questo attaccamento alla Profezia di Fatima, senza escludere tanti centri di giovani – ultimi moicani – che la vedono come avviso sulla dilagante iniquità dell’ apparato conciliare, che richiede un’aperta, anche se tardiva reazione.
    Senza la Fede nella Mediazione di Maria, quella che il Vaticano 2 raggirò, nessuna reazione cattolica e nessun papa è possibile. Fatima è essenzialmente la sua dimostrazione.
    Che la Mediazione di Nostra Signora di Fatima sia sempre presente nelle nostre società affinché ci siano sempre più cattolici a testimoniarla, invocando la Sua promessa: “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.»









    MARIA AUSILIATRICE DEI CRISTIANI PREGA PER NOI!!! AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
    CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
    Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Predefinito Re: Texas terra cristiana

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