Sul Texas e la Venerabile Suor Maria di Gesù di Agreda (il 24 maggio è l'anniversario della sua morte terrena e salita al Cielo)...
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«CATTOLICESIMO La Mistica Citta’ di Dio di suor Maria d’Agreda 6 MAGGIO 2017 DA STAFF "CHRISTUS REX"
La “Signora vestita di azzurro” – La Dama Azzurra dei “pellirosse”, suor Maria de Jesus Agreda
Straordinaria è la vicenda rievocata dallo scrittore Vittorio Messori sul Corriere della Sera nell’aprile 2003.
"Quando i missionari francescani spagnoli che risalivano la costa occidentale americana giunsero, ai primi del 1600, nei territori degli attuali Stati di Texas, Arizona, New Mexico e California s’imbatterono nei bellicosi Apache, Navajo e Comanche, che li decimarono. Nel 1622 partì allora una seconda spedizione, guidata dal francescano portoghese Afonso de Benavides (1578?-1635). Identico cammino, identico incontro, ma esito stavolta prodigiosamente diverso. I frati che avevano eretto una missione fortificata, furono subito visitati dagli indiani Xumana, anch’essi decisamente aggressivi, ma non vi fu scontro: piuttosto, i pellirosse chiesero d’inviare sacerdoti nei loro villaggi per amministrare i sacramenti. Inaudito. Che ne sapevano quei “selvaggi” di preti cattolici e acqua benedetta? Gli indiani risposero che li aveva inviati una “Signora vestita di azzurro”, la “Dama Azùl” dei resoconti spagnoli. Mistero fitto. D’improvviso gli indiani videro una stampa, colorata a mano, appesa a una parete della missione, e ripeterono: “Dama Azùl!”. Era il ritratto di una suora concezionista francescana, vestita del saio blu del suo ordine.
Ma il mistero non era affatto risolto. Quando i missionari giunsero ai villaggi indiani furono accolti da una processione gremitissima, con croci ornate di fiori; ma per quanto sbigottiti, ciò che li sbalordì davvero fu scoprire che i nativi, mai incontrati prima da alcun europeo erano già catechizzati. Mancavano loro solo i sacramenti. La “Dama Azùl”… a quel punto qualcuno pensò a Maria de Jesus, suora appunto concezionista, che però stava lontanissima, nel convento spagnolo di Agreda, dove era entrata a 12 anni e da cui non si era mai mossa. Al secolo Maria Fernandéz Coronel y Arana (1602-1665) è oggi famosa per La mistica ciudad de Diòs, una sorta di biografia profetica della Madonna diffusa in milioni di copie in ogni lingua. I missionari pensarono a lei perché l’Arcivescovo di Città del Messico, reduce dalla Spagna, diceva che certi scritti della suora descrivevano l’America Settentrionale come se ella l’avesse visitata. Quando padre de Benavides la incontrò ad Agreda, suor Marìa, oggi venerabile, gli disse che Dio aveva esaudito la sua richiesta: quella di essere missionaria. Gli Xumana furono solo una delle diverse tribù del Sudovest statunitense che i missionari incontrarono già perfettamente istruiti nella fede".
AL LINK SI TROVA IL LIBRO COMPLETO, DI CUI SI CONSIGLIA L’EDIFICANTE LETTURA»
La Mistica Citta' di Dio di suor Maria d'Agreda
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«ARAI DANIELE MARTIRIO DEL PAPA COL SUO SEGUITO: VISIONE DATATA DA MARIA A FATIMA
12 MAGGIO 2017 DA STAFF "CHRISTUS REX"
L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele
(...) Prima di parlare di Fatima, però, si deve ripetere che il pensiero dell’immenso mondo religioso umano di miliardi di anime, dai popoli primitivi ai più progrediti, pende e penderà sempre da ogni segno e parola che possa provenire da Dio attraverso i Suoi messi. Ciò a causa dell’impero universale di Dio sulle coscienze degli uomini e sulle loro società; idea alla base d’ogni credo, pur agnostico o ateo, concetto che è e sarà fino alla fine del mondo vero vaglio per la salvezza. Ma per noi cattolici questo concetto è soavemente completato dalla verità per cui tutti i messi inviati da Dio lo sono attraverso la Mediazione de Maria SS.
A prova che sia un concetto universale, per ogni tempo e luogo, vale ricordare qui la storia con cui Vittorio Messori descrive l’evangelizzazione del Texas selvaggio con la visita della suora Maria de Agreda, autrice del libro prodigioso nella Spagna del XVII secolo, “La Mistica Città di Dio”; uno dei testi più straordinari e misteriosi della letteratura religiosa, perché si richiama all’influsso sulle anime esercitato dalla Mediazione universale di Maria attraverso la Sua eletta inviata nel mondo (La signora in blu che convertì i pellerossa, Corriere della Sera, 5.4.03, p.35):
“C’è, qui, una delle vicende più incredibili e, al contempo, più storicamente attestate – dell’intera storia cristiana. Precisiamo subito che questi eventi hanno superato il più rigoroso e temibile degli esami: quello dell’Inquisizione spagnola che – con i suoi metodi collaudati, che provocavano il crollo psicologico di qualunque simulatore – giunse a interrogare la religiosa per dieci ore al giorno durante molte settimane. Alla fine, quegli implacabili inquisitori si arresero, conclusero che i fatti straordinari erano veri e che, dunque, suor Maria de Jesús non doveva essere disturbata. Del resto, sono giunti alla stessa conclusione anche gli storici americani dei nostri giorni, molti dei quali protestanti, ebrei, agnostici.” Essi rappresentando un pool di università texane hanno organizzato un grande convegno sulla venerabile suor Maria de Jesús de Agreda, e, alla fine dei lavori, verrà proposta la firma di una petizione, già più volte rinnovata, perché la francescana sia proclamata protettrice ufficiale dello Stato del Texas. Si noti, il convegno non è organizzato da istituzioni religiose, ma da laicissime facoltà universitarie.
“Successe, dunque, che all’inizio del Seicento, i francescani decisero di avanzare a nord del Messico con le loro missioni. Raggiunsero così il territorio dell’attuale Texas, ma anche quello dell’Arizona, della California, del New Mexico. Subito, dovettero fare i conti con le bellicose tribù dai nomi leggendari: apaches, navajos, comanches. Le prime spedizioni furono massacrate. Ma la resa non è nelle tradizioni francescane: così, nel 1622, partiva un nuovo gruppo, guidato da padre Alonso de Benavides. Dopo avere impiantato una missione fortificata, i frati cominciarono a ricevere visite inaspettate. Erano i capi degli Xumanas, una delle tribù più grandi e al contempo più aggressive e irriducibili. Con sbalordimento dei religiosi, quegli indiani supplicavano che venisse inviato tra loro qualche sacerdote che amministrasse il battesimo e gli altri sacramenti. Una simile richiesta, in quei luoghi, non era mai venuta prima. A domanda, gli indigeni risposero che erano stati convinti a venire da una «Signora vestita d’azzurro» che da qualche tempo appariva tra loro e li esortava – non solo con parole nella loro lingua, ma anche con miracoli – a chiamare i missionari. Questi avevano alle pareti la stampa, colorata a mano, che rappresentava una santa clarissa: i capi degli Xumanas dissero che la Signora era vestita proprio in quel modo, ma che era molto più giovane e che il colore dell’abito era azzurro. Così era, in effetti, il saio della congregazione cui apparteneva suor Maria de Jesús (che allora aveva solo vent’anni). Se nel remoto Texas, i frati pensarono a lei, è perché l’arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una monachella di Castiglia che, pur non essendosi mai mossa dal suo convento, descriveva in certe sue lettere l’America come se le fosse familiare.”
“Sta di fatto che, convinti dalle suppliche e pur temendo un tranello, alcuni francescani si unirono agli Xumanas nel loro viaggio di ritorno. Abbiamo numerose relazioni dell’epoca che concordano sul fatto che, ai confini del territorio della tribù, i missionari furono accolti da una grande folla disposta in processione e con enormi croci adornate con i fiori della prateria. Così, dissero, aveva insegnato loro la Dama Azúl, la Signora Azzurra che tante volte era venuta a istruirli. In effetti, i sempre più sbalorditi religiosi costatarono che, tra quegli indigeni mai avvicinati da alcun europeo, la formazione dottrinale era ormai completata: ciò che volevano erano solo i sacramenti. Ma questa non fu che la prima delle sorprese. In molti altri posti, anche in Arizona e in California, i missionari ebbero la stessa esperienza: contati, cioè, con tribù non raggiunte sino ad allora e già catechizzate da quella che gli storici americani chiameranno The Lady in blue. “Nel 1631, padre Alonso de Benavides, che abbiamo visto a capo della prima missione texana, rientrò in Spagna e raggiunse Agreda, sui monti della Castiglia, incontrando nel parlatorio suor Maria de Jesús. Con molta semplicità, la monaca gli disse che, sì, Dio aveva realizzato il suo desiderio di essere missionaria, concedendole di raggiungere l’America centinaia di volte. Più tardi, sotto il torchio implacabile dell’Inquisizione (nemica, più che delle eresie, di superstizioni e falsi miracoli) confermerà questi misteriosi viaggi, precisando solo di non essere in grado di precisare «se fossero senza o con il corpo». Comunque, al sempre più sbalordito padre Alonso (abbiamo l’originale della relazione), descrisse con precisione tutti i suoi confratelli, ricordò episodi missionari che egli stesso aveva dimenticato, confermò di avere catechizzato non solo gli Xumanas ma molte altre tribù, convincendole a chiedere l’intervento dei sacerdoti. “La storia successiva dei territori a nord del Messico è piena di tracce di quelle misteriose missioni. Ad esempio: nel 1699, 34 anni dopo la morte della suora, una spedizione guidata dal capitano spagnolo Juan Mateo Mange risalì il Colorado, incontrando molte tribù fino ad allora sconosciute che praticavano un cristianesimo senza sacerdoti perché, dissero, ne avevano cercati senza trovarli. Alla domanda sul come avessero imparato il catechismo, gli anziani risposero che, molti anni prima, era venuta tra loro una Signora con un lungo abito azzurro. Spaventati, l’avevano bersagliata con le loro frecce, senza però riuscire a farle del male. Così, prostratisi, l’avevano ascoltata e ubbidita. E ancor oggi (è prevista, al convegno, un’apposita relazione) i ricercatori americani trovano spesso il ricordo, nelle riserva indiane, della Blue Lady. I discendenti delle tribù evangelizzate in quel modo misterioso conservano un loro coriaceo cattolicesimo. Maria di Agreda non lasciò mai il monastero in Spagna. Anche se le tribù del Texas la vedevano apparire e insegnare il catechismo Quelle due sillabe richiamano molte cose. Molte, ma non certamente una claustrale spagnola del Seicento che mai lasciò il suo monastero di Agreda, cittadina sperduta sui monti della Vecchia Castiglia.”
“ Nata nel 1602 e morta nel 1665, chiusasi a 12 anni nel monastero di clausura fondato da sua madre e nella sua stessa casa, Maria de Jesús riempì della sua fama la Chiesa barocca. Filippo IV, capo dell’impero già in declino ma su cui ancora non tramontava il sole, scambiò con lei centinaia di lettere. Dalle mura della clausura, filtravano notizie sugli straordinari carismi della religiosa, tra i quali visioni e locuzioni che la portarono a scrivere le migliaia di pagine – piene, tra l’altro, di profezie che la storia ha confermato – della Mistica Ciudad de Diós. È una sorta di biografia della Madonna diffusa in milioni di copie, in ogni lingua, ancor oggi continuamente ristampata e che conta nella Chiesa ammiratori entusiasti e detrattori accaniti. Proprio quell’opera, di insondabile profondità, pare essere l’ostacolo che ha sinora impedito che Maria de Jesús salga da venerabile a beata: l’istituzione ecclesiale, si sa, diffida dei carismatici. Come confermano, non ultimo esempio, le traversie di padre Pio.”
“In ogni caso, possiamo risolvere – finalmente – un rompicapo per coloro che hanno doppiato in italiano innumerevoli film western, senza riuscire a capire perché molti indiani, nella versione originale, ogni tanto esclamassero: “Sor Maria de Agreda!». A differenza di loro, gli sceneggiatori americani conoscevano bene le ragioni di una simile interazione.” (...)
Dall’opera di straordinaria mediazione di Maria nelle Americhe, nel Messico con la Madonna di Guadalupe, come in molti paesi sudamericani; in Brasile con Nostra Signora Aparecida, a Quito, a Luján, etc., si può capire questo attaccamento alla Profezia di Fatima, senza escludere tanti centri di giovani – ultimi moicani – che la vedono come avviso sulla dilagante iniquità dell’ apparato conciliare, che richiede un’aperta, anche se tardiva reazione.
Senza la Fede nella Mediazione di Maria, quella che il Vaticano 2 raggirò, nessuna reazione cattolica e nessun papa è possibile. Fatima è essenzialmente la sua dimostrazione.
Che la Mediazione di Nostra Signora di Fatima sia sempre presente nelle nostre società affinché ci siano sempre più cattolici a testimoniarla, invocando la Sua promessa: “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.»
MARIA AUSILIATRICE DEI CRISTIANI PREGA PER NOI!!! AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!