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Discussione: Texas terra cristiana

  1. #1
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    Cool Texas terra cristiana

    W. Il Texas! Texani for ever: Grandi onori alla nobile terra texana e ai suoi figli! Lo spirito di Vandea si è trasferito in questi luoghi, pronto a nuovi fecondi innesti. Per chi non la conosce, ecco una pagina di storia di questa terra magnifica. Vandeano2005


    La Signora in Blù che Convertì i Pellerossa

    di Vittorio Messori


    Corriere della Sera - 5 aprile 2003

    Giunge una lettera dal Texas. Quel luogo nell’indirizzo del mittente suscita immediate, e ovvie, associazioni: i film western, naturalmente; i fumetti di colui che non a caso si chiama Tex; il centro spaziale di Houston; Dallas , la soap opera per antonomasia. Magari, in questi tempi di guerra, lo Stato americano che ha la più alta percentuale di arruolati tra i marines. Quelle due sillabe richiamano molte cose. Molte, ma non certamente una claustrale spagnola del Seicento che mai lasciò il suo monastero di Ágreda, cittadina sperduta sui monti della Vecchia Castiglia. Eppure, è proprio così: dentro la busta, trovo l’invito a partecipare a un grande convegno organizzato da un pool di università texane sulla venerabile suor Maria de Jesús de Ágreda. Mi si avverte che, alla fine dei lavori, verrà proposta la firma di una petizione, già più volte rinnovata, perché la francescana sia proclamata protettrice ufficiale dello Stato del Texas. Se si chiede anche a me una relazione è perché, avendo indagato per un libro su un prodigio nella Spagna del XVII secolo, non potevo non avere approfondito la figura dell’autrice de La mistica città di Dio , uno dei testi più straordinari e misteriosi della letteratura religiosa.
    Nata nel 1602 e morta nel 1665, chiusasi a 12 anni nel monastero di clausura fondato da sua madre e nella sua stessa casa, Maria de Jesús riempì della sua fama la Chiesa barocca. Filippo IV, capo dell’impero già in declino ma su cui ancora non tramontava il sole, scambiò con lei centinaia di lettere. Dalle mura della clausura, filtravano notizie sugli straordinari carismi della religiosa, tra i quali visioni e locuzioni che la portarono a scrivere le migliaia di pagine - piene, tra l’altro, di profezie che la storia ha confermato - de La mistica ciudad de Diós . È una sorta di biografia della Madonna diffusa in milioni di copie, in ogni lingua, ancor oggi continuamente ristampata e che conta nella Chiesa ammiratori entusiasti e detrattori accaniti. Proprio quell’opera, di insondabile profondità, pare essere l’ostacolo che ha sinora impedito che Maria de Jesús salga da venerabile a beata: l’istituzione ecclesiale, si sa, diffida dei carismatici. Come confermano, non ultimo esempio, le traversie di padre Pio.
    Ma veniamo al Texas. C’è, qui, una delle vicende più incredibili - e, al contempo, più storicamente attestate - dell’intera storia cristiana. Precisiamo subito che questi eventi hanno superato il più rigoroso e temibile degli esami: quello dell’Inquisizione spagnola che - con i suoi metodi collaudati, che provocavano il crollo psicologico di qualunque simulatore - giunse a interrogare la religiosa per dieci ore al giorno durante molte settimane. Alla fine, quegli implacabili inquisitori si arresero, conclusero che i fatti straordinari erano veri e che, dunque, suor Maria de Jesús non doveva essere disturbata. Del resto, sono giunti alla stessa conclusione anche gli storici americani dei nostri giorni, molti dei quali protestanti, ebrei, agnostici: non a caso il convegno di cui parlavo è organizzato non da istituzioni religiose, ma da laicissime facoltà universitarie.
    Successe, dunque, che all’inizio del Seicento, i francescani decisero di avanzare a nord del Messico con le loro missioni. Raggiunsero così il territorio dell’attuale Texas, ma anche quello dell’Arizona, della California, del New Mexico. Subito, dovettero fare i conti con le bellicose tribù dai nomi leggendari: apaches, navajos, comanches. Le prime spedizioni furono massacrate. Ma la resa non è nelle tradizioni francescane: così, nel 1622, partiva un nuovo gruppo, guidato da padre Alonso de Benavides. Dopo avere impiantato una missione fortificata, i frati cominciarono a ricevere visite inaspettate. Erano i capi degli Xumanas, una delle tribù più grandi e al contempo più aggressive e irriducibili. Con sbalordimento dei religiosi, quegli indiani supplicavano che venisse inviato tra loro qualche sacerdote che amministrasse il battesimo e gli altri sacramenti. Una simile richiesta, in quei luoghi, non era mai venuta prima. A domanda, gli indigeni risposero che erano stati convinti a venire da una «Signora vestita d’azzurro» che da qualche tempo appariva tra loro e li esortava - non solo con parole nella loro lingua, ma anche con miracoli - a chiamare i missionari. Questi avevano alle pareti la stampa, colorata a mano, che rappresentava una santa clarissa: i capi degli Xumanas dissero che la Signora era vestita proprio in quel modo, ma che era molto più giovane e che il colore dell’abito era azzurro. Così era, in effetti, il saio della congregazione cui apparteneva suor Maria de Jesús (che allora aveva solo vent’anni). Se lì, nel remoto Texas, i frati pensarono a lei, è perché l’arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una monachella di Castiglia che, pur non essendosi mai mossa dal suo convento, descriveva in certe sue lettere l’America come se le fosse familiare.
    Sta di fatto che, convinti dalle suppliche e pur temendo un tranello, alcuni francescani si unirono agli Xumanas nel loro viaggio di ritorno. Abbiamo numerose relazioni dell’epoca che concordano sul fatto che, ai confini del territorio della tribù, i missionari furono accolti da una grande folla disposta in processione e con enormi croci adornate con i fiori della prateria. Così , dissero, aveva insegnato loro la Dama Azúl , la Signora Azzurra che tante volte era venuta a istruirli. In effetti, i sempre più sbalorditi religiosi constatarono che, tra quegli indigeni mai avvicinati da alcun europeo, la formazione dottrinale era ormai completata: ciò che volevano erano solo i sacramenti. Ma questa non fu che la prima delle sorprese. In molti altri posti, anche in Arizona e in California, i missionari ebbero la stessa esperienza: contatti, cioè, con tribù non raggiunte sino ad allora e già catechizzate da quella che gli storici americani chiameranno The Lady in blue .
    Nel 1631, padre Alonso de Benavides, che abbiamo visto a capo della prima missione texana, rientrò in Spagna e raggiunse Ágreda, sui monti della Castiglia, incontrando nel parlatorio suor Maria de Jesús. Con molta semplicità, la monaca gli disse che, sì, Dio aveva realizzato il suo desiderio di essere missionaria, concedendole di raggiungere l’America centinaia di volte. Più tardi, sotto il torchio implacabile dell’Inquisizione (nemica, più che delle eresie, di superstizioni e falsi miracoli) confermerà questi misteriosi viaggi, precisando solo di non essere in grado di precisare «se fossero senza o con il corpo». Comunque, al sempre più sbalordito padre Alonso (abbiamo l’originale della relazione), descrisse con precisione tutti i suoi confratelli, ricordò episodi missionari che egli stesso aveva dimenticato, confermò di avere catechizzato non solo gli Xumanas ma molte altre tribù, convincendole a chiedere l’intervento dei sacerdoti.
    La storia successiva dei territori a nord del Messico è piena di tracce di quelle misteriose missioni. Ad esempio: nel 1699, 34 anni dopo la morte della suora, una spedizione guidata dal capitano spagnolo Juan Mateo Mange risalì il Colorado, incontrando molte tribù fino ad allora sconosciute che praticavano un cristianesimo senza sacerdoti perché, dissero, ne avevano cercati senza trovarli. Alla domanda sul come avessero imparato il catechismo, gli anziani risposero che, molti anni prima, era venuta tra loro una Signora con un lungo abito azzurro. Spaventati, l’avevano bersagliata con le loro frecce, senza però riuscire a farle del male. Così, prostratisi, l’avevano ascoltata e ubbidita. E ancor oggi (è prevista, al convegno, un’apposita relazione) i ricercatori americani trovano spesso il ricordo, nelle riserva indiane, della Blue Lady . I discendenti delle tribù evangelizzate in quel modo misterioso conservano un loro coriaceo cattolicesimo. In ogni caso, possiamo risolvere - finalmente - un rompicapo per coloro che hanno doppiato in italiano innumerevoli film western, senza riuscire a capire perché molti indiani, nella versione originale, ogni tanto esclamassero: « Sor Maria de Ágreda! ». A differenza di loro, gli sceneggiatori americani conoscevano bene le ragioni di una simile interiezione.

    Fonte:
    http://www.acquaviva2000.com/STORIA/...20in%20blu.htm


    La Vergine apparve più volte, durante la sua vita, alla venerabile suor Maria di Gesù (1602-1665), badessa del convento di Agreda delle Francescane scalze concezioniste. Maria Coronel era nata il 2 aprile 1602 ad Agreda da una nobile famiglia decaduta; i suoi genitori erano Francisco Coronel e Catalina Arana. A otto anni fece voto di verginità; a dodici sua madre Caterina trasformò la sua casa in un convento, nel quale entrarono le sue due figlie e poi altre ragazze di Agreda.
    Nel 1627 la Madonna stessa disse a suor Maria che sarebbe diventata badessa del convento fondato dalla madre. Oltre alle visioni della Madonna col Bambino Gesù, suor Maria godette di altri straordinari favori divini: sentiva un soavissimo gusto nel ricevere l'Ostia santa; vedeva il Santissimo circondato da vivo splendore; ebbe visioni di gesù tutto coperto di piaghe che la incitava a soffrire per amore suo ed ebbe il dono della bilocazione grazie alla quale apparve numerose volte in America agli indiani (Xumanas e di altre tribù) per catechizzarli.
    Nel 1654 fu elevata alla visione della Santissima trinità, davanti al cui trono professò imitatrice e figlia della santa Vergine. I favori celesti di cui godette la Venerabile badessa non furono mai disgiunti da sofferenze fisiche e morali e da crudi attacchi del demonio. Nel 1627, lo stesso anno in cui fu nominata badessa, si sentì spinta da Dio a scrivere la vita della Madonna.
    Dopo aver atteso per dieci anni, nel 1637 scrisse "Mistica Città di Dio" ("Mística Ciudad de Dios"), ovvero la vita della Madonna. Nel 1654 tale opera fu data alle fiamme per ordine di un sacerdote, suo confessore temporaneo.
    Nel 1650 il suo nuovo confessore le comandò di scrivere una seconda volta la vita della Madonna, facendole mettere per iscritto pure la propria vita e le sue esperienze mistiche. L'opera fu terminata nel 1660 e divulgata sotto il titolo "Mistica Città di Dio". Approvata dall'Inquisizione spagnola nel 1686, proprio grazie al suo rigore teologico ed ai suoi edificanti contenuti, ebbe una grandissima diffusione, nonostante i tentativi più volte compiuti di messa all'indice da parte di avversari prevenuti.
    Madre Maria morì il giorno di Pentecoste del 24 maggio 1665 nel suo monastero di Agreda. Lo straordinario fenomeno della conservazione del suo corpo, rimasto inalterato dopo la morte della religiosa, è stato oggetto di quattordici riconoscimenti ufficiali. Con l’ultimo avvenuto il 20 maggio 1989, venne collocato nella Chiesa della Concezione ed esposto al pubblico.
    Madre Maria di Agreda è una figura femminile di eccezionale levatura, non solo per il suo tempo, che con i suoi insegnamenti, con le sue influenze spirituali e le sue straordinarie virtù ha saputo conquistare il mondo.


    Fonte:
    http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20agreda.htm




    Il testo della " Mistica città di Dio " tratto da:

    http://www.preghiereagesuemaria.it/libri.htm

    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_1.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_2.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_3.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_4.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_5.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_6.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_7.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_8.htm


  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Vandeano05
    W. Il Texas! Texani for ever: Grandi onori alla nobile terra texana e ai suoi figli! Lo spirito di Vandea si è trasferito in questi luoghi, pronto a nuovi fecondi innesti. Per chi non la conosce, ecco una pagina di storia di questa terra magnifica. Vandeano2005


    La Signora in Blù che Convertì i Pellerossa

    di Vittorio Messori


    Corriere della Sera - 5 aprile 2003

    Giunge una lettera dal Texas. Quel luogo nell’indirizzo del mittente suscita immediate, e ovvie, associazioni: i film western, naturalmente; i fumetti di colui che non a caso si chiama Tex; il centro spaziale di Houston; Dallas , la soap opera per antonomasia. Magari, in questi tempi di guerra, lo Stato americano che ha la più alta percentuale di arruolati tra i marines. Quelle due sillabe richiamano molte cose. Molte, ma non certamente una claustrale spagnola del Seicento che mai lasciò il suo monastero di Ágreda, cittadina sperduta sui monti della Vecchia Castiglia. Eppure, è proprio così: dentro la busta, trovo l’invito a partecipare a un grande convegno organizzato da un pool di università texane sulla venerabile suor Maria de Jesús de Ágreda. Mi si avverte che, alla fine dei lavori, verrà proposta la firma di una petizione, già più volte rinnovata, perché la francescana sia proclamata protettrice ufficiale dello Stato del Texas. Se si chiede anche a me una relazione è perché, avendo indagato per un libro su un prodigio nella Spagna del XVII secolo, non potevo non avere approfondito la figura dell’autrice de La mistica città di Dio , uno dei testi più straordinari e misteriosi della letteratura religiosa.
    Nata nel 1602 e morta nel 1665, chiusasi a 12 anni nel monastero di clausura fondato da sua madre e nella sua stessa casa, Maria de Jesús riempì della sua fama la Chiesa barocca. Filippo IV, capo dell’impero già in declino ma su cui ancora non tramontava il sole, scambiò con lei centinaia di lettere. Dalle mura della clausura, filtravano notizie sugli straordinari carismi della religiosa, tra i quali visioni e locuzioni che la portarono a scrivere le migliaia di pagine - piene, tra l’altro, di profezie che la storia ha confermato - de La mistica ciudad de Diós . È una sorta di biografia della Madonna diffusa in milioni di copie, in ogni lingua, ancor oggi continuamente ristampata e che conta nella Chiesa ammiratori entusiasti e detrattori accaniti. Proprio quell’opera, di insondabile profondità, pare essere l’ostacolo che ha sinora impedito che Maria de Jesús salga da venerabile a beata: l’istituzione ecclesiale, si sa, diffida dei carismatici. Come confermano, non ultimo esempio, le traversie di padre Pio.
    Ma veniamo al Texas. C’è, qui, una delle vicende più incredibili - e, al contempo, più storicamente attestate - dell’intera storia cristiana. Precisiamo subito che questi eventi hanno superato il più rigoroso e temibile degli esami: quello dell’Inquisizione spagnola che - con i suoi metodi collaudati, che provocavano il crollo psicologico di qualunque simulatore - giunse a interrogare la religiosa per dieci ore al giorno durante molte settimane. Alla fine, quegli implacabili inquisitori si arresero, conclusero che i fatti straordinari erano veri e che, dunque, suor Maria de Jesús non doveva essere disturbata. Del resto, sono giunti alla stessa conclusione anche gli storici americani dei nostri giorni, molti dei quali protestanti, ebrei, agnostici: non a caso il convegno di cui parlavo è organizzato non da istituzioni religiose, ma da laicissime facoltà universitarie.
    Successe, dunque, che all’inizio del Seicento, i francescani decisero di avanzare a nord del Messico con le loro missioni. Raggiunsero così il territorio dell’attuale Texas, ma anche quello dell’Arizona, della California, del New Mexico. Subito, dovettero fare i conti con le bellicose tribù dai nomi leggendari: apaches, navajos, comanches. Le prime spedizioni furono massacrate. Ma la resa non è nelle tradizioni francescane: così, nel 1622, partiva un nuovo gruppo, guidato da padre Alonso de Benavides. Dopo avere impiantato una missione fortificata, i frati cominciarono a ricevere visite inaspettate. Erano i capi degli Xumanas, una delle tribù più grandi e al contempo più aggressive e irriducibili. Con sbalordimento dei religiosi, quegli indiani supplicavano che venisse inviato tra loro qualche sacerdote che amministrasse il battesimo e gli altri sacramenti. Una simile richiesta, in quei luoghi, non era mai venuta prima. A domanda, gli indigeni risposero che erano stati convinti a venire da una «Signora vestita d’azzurro» che da qualche tempo appariva tra loro e li esortava - non solo con parole nella loro lingua, ma anche con miracoli - a chiamare i missionari. Questi avevano alle pareti la stampa, colorata a mano, che rappresentava una santa clarissa: i capi degli Xumanas dissero che la Signora era vestita proprio in quel modo, ma che era molto più giovane e che il colore dell’abito era azzurro. Così era, in effetti, il saio della congregazione cui apparteneva suor Maria de Jesús (che allora aveva solo vent’anni). Se lì, nel remoto Texas, i frati pensarono a lei, è perché l’arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una monachella di Castiglia che, pur non essendosi mai mossa dal suo convento, descriveva in certe sue lettere l’America come se le fosse familiare.
    Sta di fatto che, convinti dalle suppliche e pur temendo un tranello, alcuni francescani si unirono agli Xumanas nel loro viaggio di ritorno. Abbiamo numerose relazioni dell’epoca che concordano sul fatto che, ai confini del territorio della tribù, i missionari furono accolti da una grande folla disposta in processione e con enormi croci adornate con i fiori della prateria. Così , dissero, aveva insegnato loro la Dama Azúl , la Signora Azzurra che tante volte era venuta a istruirli. In effetti, i sempre più sbalorditi religiosi constatarono che, tra quegli indigeni mai avvicinati da alcun europeo, la formazione dottrinale era ormai completata: ciò che volevano erano solo i sacramenti. Ma questa non fu che la prima delle sorprese. In molti altri posti, anche in Arizona e in California, i missionari ebbero la stessa esperienza: contatti, cioè, con tribù non raggiunte sino ad allora e già catechizzate da quella che gli storici americani chiameranno The Lady in blue .
    Nel 1631, padre Alonso de Benavides, che abbiamo visto a capo della prima missione texana, rientrò in Spagna e raggiunse Ágreda, sui monti della Castiglia, incontrando nel parlatorio suor Maria de Jesús. Con molta semplicità, la monaca gli disse che, sì, Dio aveva realizzato il suo desiderio di essere missionaria, concedendole di raggiungere l’America centinaia di volte. Più tardi, sotto il torchio implacabile dell’Inquisizione (nemica, più che delle eresie, di superstizioni e falsi miracoli) confermerà questi misteriosi viaggi, precisando solo di non essere in grado di precisare «se fossero senza o con il corpo». Comunque, al sempre più sbalordito padre Alonso (abbiamo l’originale della relazione), descrisse con precisione tutti i suoi confratelli, ricordò episodi missionari che egli stesso aveva dimenticato, confermò di avere catechizzato non solo gli Xumanas ma molte altre tribù, convincendole a chiedere l’intervento dei sacerdoti.
    La storia successiva dei territori a nord del Messico è piena di tracce di quelle misteriose missioni. Ad esempio: nel 1699, 34 anni dopo la morte della suora, una spedizione guidata dal capitano spagnolo Juan Mateo Mange risalì il Colorado, incontrando molte tribù fino ad allora sconosciute che praticavano un cristianesimo senza sacerdoti perché, dissero, ne avevano cercati senza trovarli. Alla domanda sul come avessero imparato il catechismo, gli anziani risposero che, molti anni prima, era venuta tra loro una Signora con un lungo abito azzurro. Spaventati, l’avevano bersagliata con le loro frecce, senza però riuscire a farle del male. Così, prostratisi, l’avevano ascoltata e ubbidita. E ancor oggi (è prevista, al convegno, un’apposita relazione) i ricercatori americani trovano spesso il ricordo, nelle riserva indiane, della Blue Lady . I discendenti delle tribù evangelizzate in quel modo misterioso conservano un loro coriaceo cattolicesimo. In ogni caso, possiamo risolvere - finalmente - un rompicapo per coloro che hanno doppiato in italiano innumerevoli film western, senza riuscire a capire perché molti indiani, nella versione originale, ogni tanto esclamassero: « Sor Maria de Ágreda! ». A differenza di loro, gli sceneggiatori americani conoscevano bene le ragioni di una simile interiezione.

    Fonte:
    http://www.acquaviva2000.com/STORIA/...20in%20blu.htm


    La Vergine apparve più volte, durante la sua vita, alla venerabile suor Maria di Gesù (1602-1665), badessa del convento di Agreda delle Francescane scalze concezioniste. Maria Coronel era nata il 2 aprile 1602 ad Agreda da una nobile famiglia decaduta; i suoi genitori erano Francisco Coronel e Catalina Arana. A otto anni fece voto di verginità; a dodici sua madre Caterina trasformò la sua casa in un convento, nel quale entrarono le sue due figlie e poi altre ragazze di Agreda.
    Nel 1627 la Madonna stessa disse a suor Maria che sarebbe diventata badessa del convento fondato dalla madre. Oltre alle visioni della Madonna col Bambino Gesù, suor Maria godette di altri straordinari favori divini: sentiva un soavissimo gusto nel ricevere l'Ostia santa; vedeva il Santissimo circondato da vivo splendore; ebbe visioni di gesù tutto coperto di piaghe che la incitava a soffrire per amore suo ed ebbe il dono della bilocazione grazie alla quale apparve numerose volte in America agli indiani (Xumanas e di altre tribù) per catechizzarli.
    Nel 1654 fu elevata alla visione della Santissima trinità, davanti al cui trono professò imitatrice e figlia della santa Vergine. I favori celesti di cui godette la Venerabile badessa non furono mai disgiunti da sofferenze fisiche e morali e da crudi attacchi del demonio. Nel 1627, lo stesso anno in cui fu nominata badessa, si sentì spinta da Dio a scrivere la vita della Madonna.
    Dopo aver atteso per dieci anni, nel 1637 scrisse "Mistica Città di Dio" ("Mística Ciudad de Dios"), ovvero la vita della Madonna. Nel 1654 tale opera fu data alle fiamme per ordine di un sacerdote, suo confessore temporaneo.
    Nel 1650 il suo nuovo confessore le comandò di scrivere una seconda volta la vita della Madonna, facendole mettere per iscritto pure la propria vita e le sue esperienze mistiche. L'opera fu terminata nel 1660 e divulgata sotto il titolo "Mistica Città di Dio". Approvata dall'Inquisizione spagnola nel 1686, proprio grazie al suo rigore teologico ed ai suoi edificanti contenuti, ebbe una grandissima diffusione, nonostante i tentativi più volte compiuti di messa all'indice da parte di avversari prevenuti.
    Madre Maria morì il giorno di Pentecoste del 24 maggio 1665 nel suo monastero di Agreda. Lo straordinario fenomeno della conservazione del suo corpo, rimasto inalterato dopo la morte della religiosa, è stato oggetto di quattordici riconoscimenti ufficiali. Con l’ultimo avvenuto il 20 maggio 1989, venne collocato nella Chiesa della Concezione ed esposto al pubblico.
    Madre Maria di Agreda è una figura femminile di eccezionale levatura, non solo per il suo tempo, che con i suoi insegnamenti, con le sue influenze spirituali e le sue straordinarie virtù ha saputo conquistare il mondo.


    Fonte:
    http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20agreda.htm




    Il testo della " Mistica città di Dio " tratto da:

    http://www.preghiereagesuemaria.it/libri.htm

    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_1.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_2.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_3.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_4.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_5.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_6.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_7.htm
    http://www.preghiereagesuemaria.it/l...di%20dio_8.htm


    Si avverte il forumista Antagonista che al prossimo post offensivo verrà segnalato all'amministrazione.
    Si possono esprimere le proprie opinioni sui vari temi ma non offendere o fare commenti volgari peraltro non attinenti alla discussione.

  3. #3
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    Thumbs up Bush chiede di vietare le nozze gay

    Bush chiede di vietare il matrimonio gay

    Scritto da Stranocristiano
    sabato, 03 giugno 2006

    Il Presidente degli Stati Uniti in un discorso alla radio fa un appello per un emendamento costituzionale che sancisca il matrimonio come l'unione di un uomo e una donna.

    George W. Bush, nel suo discorso radiofonico settimanale, ha chiesto che il Senato definisca formalmente il matrimonio come l'unione dell'uomo e della donna.
    Egli ha detto che la misura è necessaria per l'attivismo di alcuni tribunali che non lascia alternative.
    L'emendamento, secondo la BBC, non ha molte chance di passare, ma i Repubblicani interpretano questa misura anche come vincente nelle elezioni di medio termine di novembre.
    Bush ha detto che "anni di esperienza insegnano che l'impegno del marito e della moglie di amare e servirsi l'un l'altro promuove il benessere dei bambini e la stabilità della società".
    I giudici hanno recentemente rigettato leggi sul matrimonio tradizionale in Washington, California e New York.
    "Un emendamento costituzionale è necessario perchè l'attivismo di alcuni tribunali ha lasciato la nostra nazione senza altra scelta" ha detto Bush.
    Tale correzione, comunque, richiederebbe due terzi dei voti alla Camera e al Senato. Misura fallita nel 2004.
    Un sondaggio della Gallup ha rivelato che il 59% degli Americani si dicono contrari al matrimonio gay. Tale sondaggio conforta i Repubblicani, che criticano aspramente il ruolo che alcuni tribunali svolgono non applicando la Costituzione ma attribuendosi un potere legislativo interpretandola ideologicamente.

  4. #4
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    Predefinito

    Vandeano so che è bello trovare una causa limpida a cui aderire, ma leggendo anche altri tuoi post ti consiglierei di non confondere la storia della prima colonizzazione di certi territori degli Stati Uniti con quello che sono oggi quegli stessi territori, e di non vedere Bush come il difensore della Cristianità, perchè tale non è solo in quanto contrario ad aborto e matrimoni gay. Sarà anche credente nella sua confessione ma da ciò non mi sembra che derivi qualcosa che abbia a che fare con una visione cattolica.

  5. #5
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    Thumbs up Laura Bush: Lady "christianissima"

    La guerra, gli evangelical
    e Laura Bush:
    "Nostra Signora della Casa Bianca"


    intervista a Massimo Introvigne


    di Aldo Cazzullo

    La Stampa, 20.4.2003

    NOSTRA Signora della Casa Bianca. I protestanti americani hanno la loro Madonna. Laura Bush. E non c'è niente da ridere. «Il movimento evangelicale americano non è questione di pochi estremisti, né di menti semplici plagiate dalle profezie» spiega Massimo Introvigne, direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), uno dei più grandi esperti mondiali di sette e chiese. Tra i due termini, per indicare il movimento religioso conservatore che influenza profondamente il presidente Bush e la politica della Casa Bianca, Introvigne preferisce decisamente il secondo. Non è più valida la distinzione cara a Max Weber tra la chiesa, dove si entra per nascita, e la setta, cui si aderisce per scelta. «Per gli Stati Uniti, meglio parlare di chiese. E riconoscere che si tratta di un movimento imponente. Che coinvolge decine di milioni di persone, conta su menti raffinatissime, stampa e diffonde libri e riviste, elabora e diffonde il proprio pensiero in una trentina di università, tra cui alcune di grande prestigio, come la Baylor, in Texas, e il Fuller Theological Seminary». Come ogni movimento, ha bisogno di un simbolo, di un eroe, di un personaggio eponimo. E l'ha trovato nella first lady. Laura Bush appartiene alla chiesa metodista, che di per sé non ha un'impronta conservatrice, anzi; non a caso ne fa parte anche Hillary Clinton. Una consistente minoranza di metodisti si riconosce però in posizioni di destra, comuni alla maggioranza dei battisti e ad altre chiese minori, come le assemblee di Dio, cui aderisce il segretario alla Giustizia John Ashcroft. Tutti insieme compongono il movimento «evangelical», che Introvigne (che sta lavorando alla voce «fondamentalismo» della Treccani e pubblicherà a settembre in Italia e in America «Il ritorno di Dio», scritto con il sociologo Rodney Stark) propone di tradurre con «evangelicale», per distinguerlo da evangelico, che nel lessico religioso italiano è sinonimo di protestante. E guardano a Laura Bush con una reverenza ai limiti della venerazione. «La considerano una donna santa - spiega Introvigne -. E le attribuiscono due miracoli». Il primo è la conversione del marito. Tappa essenziale della sua carriera, e punto determinante anche dell'elaborazione della sua dottrina e della realizzazione della sua politica. La famiglia Bush viene dalla chiesa episcopaliana, branca americana della chiesa anglicana, in comunione con l'arcivescovo di Canterbury: la chiesa della vecchia classe dominante, dei wasp (bianchi, anglosassoni, protestanti) dell'East Coast, di antico prestigio e tradizione ma di aura progressista, la chiesa delle unioni gay e delle donne sacerdote. Una chiesa che Bush figlio ha abbandonato per il baseball, il sesso e l'alcol. Prima di ritrovare la sua fiamma del liceo, il suo dover essere; la devota metodista, la donna pia che doveva rifondare la sua vita e la sua famiglia: Laura, appunto. Cui riesce a questo punto il secondo miracolo. I Bush non riescono ad avere figli. Lei vorrebbe adottare due gemelli, lui esita, poi si convince. Ma quando la pratica è già avviata, la futura first lady scopre di essere incinta. Di due gemelle. «I suoi correligionari attribuiscono carattere miracoloso a quel concepimento - spiega Introvigne -. Un segno del cielo, un premio divino per la conversione del peccatore Bush. La fist lady è oggetto di una venerazione che suscita qualche ironia a sinistra, ma ha anche una spiegazione politica. E' una sorta di crisi di rigetto dopo l'era di Hillary Clinton, che pur essendo religiosa (come lo è il marito Bill, battista del Sud, sempre attento a farsi fotografare in chiesa ogni domenica) era vista come un demonio dagli ambienti conservatori, come il simbolo del femminismo e dell'aborto». Proprio il rigore in campo etico-sociale, oltre alla decennale battaglia contro il comunismo, sono i due aspetti per cui il movimento evangelicale ha apprezzato Papa Wojtyla. Per il resto, il movimento religioso conservatore americano ha un marcato tratto anticattolico, in quanto rivendica un legame diretto con la predicazione di Lutero - per cui si è salvati per la fede e non per le opere -, e guarda con diffidenza alle venature sociali del cattolicesimo. Molto più duro è l'atteggiamento verso i musulmani, considerati infedeli da convertire. Mentre benevolo è quello verso gli ebrei. «Lo Stato di Israele - spiega Introvigne - è considerato provvidenziale, in quanto previsto dalle Scritture. Anche se, come ha notato Barbara Spinelli sulla Stampa, nella visione del movimento evangelicale gli ebrei saranno convertiti negli ultimi giorni, con il ritorno di Dio sulla terra». L'apprezzamento per Giovanni Paolo II, però, sta vacillando. Per colpa della guerra. Se i vescovi americani hanno espresso una condanna dell'attacco all'Iraq molto più prudente rispetto a quella vaticana, anche per evitare di entrare in urto con una base che in buona parte ha votato per Bush, il movimento evangelicale ha sostenuto apertamente la scelta della Casa Bianca. «Il vescovo di Washington, un nero, ha espresso un garbato dissenso dal Presidente - racconta Introvigne -. Ma gli evangelicali hanno dato un sostegno convinto e talora entusiasta alla guerra. Cercandole anche una giustificazione teologica e profetica. Che è stata trovata ovviamente nella Bibbia, dove Babilonia è contrapposta a Gerusalemme come simbolo del male e quindi da distruggere. Ma non solo nella Bibbia». Suggestioni, presagi, profezie sono state diffuse in America in questi anni dallo straordinario successo (decine di milioni di copie vendute) della serie Left Behind, undici romanzi (ne manca ancora uno a completare la saga) in cui l'Apocalisse e il racconto biblico degli ultimi giorni vengono rielaborati alla luce della cronaca e della politica contemporanee, con l'Anticristo, un politico romeno, che diventa segretario generale delle Nazioni Unite. I «left behind», letteralmente «lasciati indietro», sono gli sventurati che non vengono chiamati in cielo prima dell'inizio delle tribolazioni che sconvolgono l'umanità. Nella saga, sono uomini devoti all'Anticristo a riedificare Babilonia; ed è Dio in persona a distruggerla.



  6. #6
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    A Laura Bush preferisco HIllary Clinton. Non c'è neanche paragone.....

  7. #7
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    Cattomodernista da manuale...

    Citazione Originariamente Scritto da Elettra_R.
    A Laura Bush preferisco HIllary Clinton. Non c'è neanche paragone.....
    Non so come mai, ma le tue risposte si qualsivolgia argomento sembrano uscir fuori dal manuale del perfeto cattomodernista....
    Senza offesa ma anch'io ammiro, seppur da avversario Hilary Clinton, nonché qualche esponente del suo entourage.

    Puoi dirmi tu cosa sai su Laura Bush, che te la fa scartare a vantaggio della Clinton?

    Vedi, carissima fanciulla, prima di emetter giudizi, occorrerebbe una minima conoscenza della materia in questione.
    Se poi mi dici che è una simpatia a pelle per la Clinton, allora giochiamo sulle sensazioni, e non sul ragionamento politico...e posso capire....

    La politica, però, è una cosa seria: anche a me Clinton rimaneva simpatico, ma se non avesse fatto il presidente U.S.A. avrebbe risparmiato al mondo, e soprattuto al suo paese, non pochi problemi...

  8. #8
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    George W. Bush
    e la Fede



    di Massimo Franco


    Il Dio di George W. Bush

    L’oratore parlava con voce grave, «adattando in alcuni punti la cadenza rapida di un predicatore battista». E l’uditorio, milleseicento leaders religiosi ed assistenti sociali provenienti da tutti gli Stati Uniti, rispondeva con degli accorati “Amen!”, alternati a più laici “sì”. Il salone dell’Hilton di Washington rimbombava delle parole profetiche dell’uomo che li stava entusiasmando, e delle loro repliche corali, espresse con forza, ben coordinate: proprio come se si trovasse in una chiesa della «cintura della Bibbia». Era martedì 1° giugno 2004, e la cosa singolare di quella manifestazione veniva dal fatto che sul palco, ad arringare la platea non era un capo religioso, ma il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. A un estraneo, soprattutto a un non americano, quella scena poteva apparire surreale; ma anche il giornalista del Wall Street Journal che la seguiva, appariva interdetto. Eppure rivelava uno degli aspetti più misteriosi e potenti di un Paese difficile da comprendere con gli occhi e con la testa del Vecchio Continente. Davanti ad un pannello preparato dai suoi consiglieri della casa Bianca, con la scritta «Compassion in Action», Compassione in azione, Bush raccontava la storia edificante di un carcerato preso in cura e salvato dai «ministri evangelici». «E’ un grande fattore di cambiamento il fatto di cominciare a leggere la Bibbia in prigione – spiega il presidente Bush – Quell’uomo si sentiva perduto e adesso si è ritrovato». Aggiunse che si rivolgeva «a tutti i fedeli, siano essi ebrei, cristiani o musulmani o induisti».

    Ma il suo vero auditorio erano i seguaci del Vecchio Testamennto: la sua base elettorale dura e pura texana, e tutti i protestanti e cattolici sparsi nell’America profonda e conservatrice.



    Bush era in campagna elettorale. E confermava con quell’iniziativa l’intenzione di creare nei ministeri americani «centri di fede»; e di promuovere una «rete di congregazioni» che potesse ricevere assistenza finanziaria e consulenze di lavoro dall’Amministrazione federale; insomma, dal governo degli Stati Uniti.
    Poteva apparire soltanto una furbizia per rastrellare voti; e, probabilmente, si trattava anche di quello. Ma il reticolo della Fede promosso dal vertice politico di un Paese nel quale il Primo Emendamento è la separazione fra Stato e Chiesa sono sempre stati un virtuoso tabù, stava a testimoniare la [contro]-rivoluzione in atto; la conferma di una crescita e del bisogno e del ruolo della religione nella vita pubblica; e il retroterra culturale di Bush. In fondo, parlando di quel carcerato che aveva conosciuto la Bibbia in prigione, il presidente alludeva inconsciamente anche un po’ a sé. Ricordava la prigione simbolica, mentale in cui l’aveva rinchiuso l’alcolismo; e quel giorno benedetto del 1986 [non fu solo un anno funesto e satanico l’86 N.d.R.] in cui, spinto dalla moglie Laura, aveva smesso di bere e cominciato a frequentare dei corsi di studio della Bibbia, fino a “rinascere”, a convertirsi alla fede dei “born again christians”, i “cristiani rinati”, protestanti metodisti. Da allora, la sua vita pubblica e la sua interiorità religiosa sono state tutt’uno. Gli hanno dato una sicurezza che all’apparenza [solo all’apparenza e ad una lettura superficiale N.d.R.] sfiora il fanatismo: al punto che quando nel 2000 correva per la Casa Bianca sull’orlo di una manciata di voti fianco a fianco con l’avversario Al Gore, Bush confidò ai suoi collaboratori di stare tranquilli: presidente sarebbe diventato lui. E non per la manovre compiute dal fratello Jebb, governatore della Florida, su alcune migliaia di schede decisive, ma perché aveva parlato con Dio. [grande George!!! N.d.R.]. Ci parlava da tempo: fra il 1985 e il 1986 aveva frequentato corsi nei quali veniva letto per intero il Nuovo Testamento. Quell’esperienza, definita «The Walk» Il Cammino, lo avrebbe liberato dall’alcool, tenuto vicino alla consorte e consegnato ad una lettura religiosa del proprio ruolo.



    L’alcolismo sconfitto dalla Fede.

    «Avevo un problema con la bottiglia, e adesso avrei potuto trovarmi in un bar del Texas e non nello Studio Ovale. L’unica ragione per la quale non sono lì ma qui è che ho incontrato la Fede, ho trovato Dio: sono qui grazie al potere della preghiera»


    ha confessato lui stesso nel 2002. E’ lo stesso concetto ripetuto in altre occasioni, compresa quella in cui si trovò a discutere con il card. Pio Laghi, ex nunzio a Washington e inviato in missione speciale dal papa, sulle prospettive che avrebbe aperto la guerra in Iraq. Gli estranei che incontravano Bush in quei mesi uscivano dai colloqui stupefatti: dicevano che parlava citando versetti della Bibbia; che sentiva di avere una missione non soltanto militare, ma religiosa. In fondo, il presidente incarnava e sublimava il trauma provocato dalle stragi dell’11 settembre 2001 [lettura semplicistica: Bush usava da anni tale linguaggio. Qui hai deragliato Massimo!!! N.d.R.]. E’ stata quella tragedia, non compresa fino in fondo in Europa, a dare una forza inarrestabile a tendenze latenti nella società statunitense. I movimenti apocalittici che da anni influenza la politica USA, hanno visto in quegli attentati «segni del compimento delle profezie bibliche…Dopo l’11 settembre gli scenari dell’Apocalisse si sono spostati sul suolo americano…alcuni integristi hanno nell’11 settembre i segni del Giudizio di Dio». Pochi giorni dopo quelle stragi, ci fu un dibattito istruttivo in TV. Due telepredicatori delle destra protestante, Jerry Falwell e Pat Robertson, sostennero a proposito degli attacchi terroristici: «Ciò che abbiamo visto, per quanto terribile, potrebbe essere niente se Dio continuasse ad alzare la tenda e a permettere che i nemici dell’America ci diano ciò che probabilmente ci meritiamo».

    Se la prendevano con «I pagani e gli abortisti, le femministe, i gay e le lesbiche…tutti coloro che vogliono secolarizzare l’America».


    Di questo mondo puro e duro in misura notevole, Bush è l’interprete e insieme il vindice dopo gli «anni immorali» della presidenza di Bill Clinton.

    La sua bussola è la Bibbia.

    E sua fede si basa su «un rapporto diretto fra credente e Dio, non prevede preti o altre figure di intermediari né libri al di fuori della Bibbia, considerata dai gruppi dei cristiani rinati onnicomprensiva», ha spiegato Bill Keller, direttore del “New York Times”. E Richard Cizik, numero due dell’associazione americana degli evangelici, arriva a dire che «la domanda che si pone Bush è la stessa che si pose Abraham Lincoln durante la guerra civile: non se Dio è dalla nostra parte, ma se noi siamo dalla parte di Dio». Questo magma teologico, impregnato di moralità in sempiterna attesa della fine del mondo [l’afflato millenaristico, se ben regolato, non è di per sé negativo N.d.R.] e ossessionato dalla lettura dei “segni divini” nelle vicende del mondo [direi meglio dell’azione della Divina Provvidenza nella storia umana N.d.R.], è dunque riuscito a saldarsi con i vertici della nazione più potente della Terra. E ha prodotto una miscela che va osservata anche per i contraccolpi che sta provocando dentro e fuori dei confini americani. Non sono le tesi apocalittiche in sé, ma l’uso politico che ne è stato fatto, a dare alla politica statunitense una dimensione religiosa, quasi teologica [oseremmo dire in nuce da Sacrum Imperium N.d.R.] che può portare a legittimare qualsiasi intervento militare.

    […]


    Dopo l’11 settembre 2001 si è formato il Presidential Prayer Team, un’associazione [più che meritoria!!!! N.d.R.] che ha come scopo unico quello di dire le preghiere affinché Dio protegga il Capo della Casa Bianca.

    E «nell’amministrazione Bush lavorano più cristiani rinati [e criptocattolici N.d.R.] di tutta la storia moderna», ha notato con un pizzico di orgoglio Richard Land, un dirigente della Southern Baptist Convention, la maggiore chiesa protestante d’America.
    I personaggi più in vista sono stati per quattro anni il Consigliere per la Sicurezza Nazioanle Condoleezza Rice, dal 2005 Segretario di Stato, e il ministro della Giustizia Jhon Ashcroft. Perfino quando ha cercato di negare una “guerra di religione” fra Cristianità e islamismo, Ashcroft ha citato Dio «Questo – ha detto il 19 febbraio 2002 – non è un conflitto basato sulla religione. E’ un conflitto fra quanti ritengono che Dio ci garantisce una scelta e quanto cercano di imporci le loro scelte…E’ un conflitto fra il Bene e il Male. E come il presidente Bush ci ha ricordato, sappiamo che Dio non è neutrale…». «Per l’Ammistrazione sembra essenziale» ha scritto Jack Miles su “Survival”, la rivista dell’International Institute for Strategic Studies di Londra «…prendere atto che il nemico definisce la guerra, e per citare Bin Laden…”è una battaglia contro la nuova crociata Cristiano-ebraica, guidata dal grande crociato Bush sotto la bandiera della Croce”…». Per questo segmento influente ormai non solo nella società, ma nella politica USA, Valori come quelli Religiosi, politici ed economici non sono solo norme dell’America, ma di Dio.


    Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!!!!!

    God Bless America!!!!!


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  9. #9
    Ashmael
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    Gesù non approva la mentalità neocon, arrogante ed esclusivistaDovunque si adori gesù e si segua il suo messaggio d'Amore, quella è tewrra cristiana. I peccatori che "ringraziano" Dio degli uragani e odiano chi non condivide il loro razziosmo e omofobia hanno nei fatti rinnegato Gesù

  10. #10
    Veritas liberabit vos
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    Citazione Originariamente Scritto da Ashmael
    Gesù non approva la mentalità neocon, arrogante ed esclusivistaDovunque si adori gesù e si segua il suo messaggio d'Amore, quella è tewrra cristiana. I peccatori che "ringraziano" Dio degli uragani e odiano chi non condivide il loro razziosmo e omofobia hanno nei fatti rinnegato Gesù
    Hai espresso la tua rispettabilissima opinione, che in quanto tale può non esser condivisibile. Ed io non la condivido affatto

    Saluti!!!

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