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Da l'unità
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Politica Versione stampabile
Diliberto:«No Bonino alla Difesa: è filoamericana e proguerra»
Simone Collini
Onorevole Diliberto, è durato poco il suo colloquio con Prodi.
«Non sono andato a chiedere nulla, quindi potevo andarmene rapidamente».
E cos´è che è andato a dire?
«Che non vogliamo alla difesa una persona che è a favore della guerra».
Parla di Emma Bonino?
«Esattamente».
Praticamente un veto.
«Niente sulla persona, come è ovvio. Ma sono interessato a vedere l´assetto complessivo del governo sulla base delle opzioni politiche di ciascuno dei suoi membri».
Ed Emma Bonino...
«Si è manifestamente schierata nel corso degli anni a favore della guerra in Iraq ed è esplicitamente filo-amministrazione Bush. Se va alla Difesa l´impegno che abbiamo assunto per il ritiro immediato delle truppe non sono davvero dove va a finire».
La Rosa nel pugno, esclusa la parte riguardante i Pacs, ha sottoscritto il programma dell´Unione, ritiro delle truppe compreso.
«L´hanno firmato, sì, ma con mille riserve. E i Radicali un po´ li conosciamo, non sono il massimo dell´affidabilità politica».
Non è tenero con i suoi alleati.
«Voglio solo chiarezza sull´assetto di governo, sui contenuti apportati da ciascun ministro. E credo di avere titolo per chiederlo, proprio perché non ho chiesto niente per me. Questo nuovo modo di fare politica implica che stia attentissimo ai contenuti».
Vuole un comunista alla Difesa?
«Per carità, ho il senso della misura. Però vorrei che fosse data a una persona che è a favore della pace».
L´altro nome in lista è quello di Clemente Mastella.
«No, quello è l´altro nome che si è candidato, perché ce n´è più d´uno di nome. Amato, Parisi...».
Potesse scegliere?
«Io non avanzo candidature. Né del mio partito, come è ovvio, né di altri partiti. Ho detto a Prodi decida lui. Purché ci sia la garanzia che a quel ministero ci vada una persona convinta del ritiro delle truppe dall´Iraq e di una politica di pace in Medio Oriente».
La richiesta secondo lei sarà accolta?
«Mi sono affidato a Prodi. Continuo a ritenere che oggi sia il garante migliore delle sensibilità di tutta la coalizione. Sono convinto che terrà conto anche della nostra indicazione».
In caso contrario?
«Protesteremo. Ma certamente non compiremo nessun gesto contro il centrosinistra. Anzi, noi saremo le sentinelle dell´unità della coalizione, come abbiamo sempre fatto da tempi non sospetti».
Sicuri che sia stata giusta la decisione di non candidare personalità del vostro partito?
«In un momento nel quale la politica sembra soltanto occupazione di poltrone, il fatto che qualcuno in controtendenza non chieda posti a me pare una scelta di igiene politica».
Qualcuno l´ha letta come una scelta dettata dalla volontà di tenersi le mani libere.
«Io nel ‘98 ho fatto la scissione per salvare il governo Prodi. Nel 2001 siamo stati con Prodi. Alle primarie sono stato l´unico segretario che non si è candidato contro Prodi. Francamente, non ho bisogno di dimostrare niente sul piano unitario».
Prodi però voleva un governo politicamente forte, con tutti i leader di partito dentro.
«Noi abbiamo indicato personalità come Asor Rosa, Scotti, personalità di altissimo livello. Questo non significa che non mi consideri dentro il governo. Soltanto, vogliamo dare un segnale di diversità, nel senso berlingueriano del termine. E cioè, o noi riscopriamo che politica e morale vanno di pari passo, o davvero questo paese va a catafascio. Prima c´è stata la politica coinvolta nel malaffare con tangentopoli. Poi abbiamo avuto le banche, e ora il mondo dello sport. È davvero una crisi complessiva del paese. Bisogna che qualcuno cominci, tra coloro che si candidano a governare, a dare segnali nuovi. Io non è che sono felice di non entrare nel governo. Ma se non do l´esempio partendo dalla mia persona, come posso essere credibile quando dico queste cose agli altri?».
Il governo avrà due vicepremier. Che ne pensa?
«Mi sembra una decisione squilibrata. C´è un premier che rappresenta tutti ma che viene dalla Margherita. Mi sembrava naturale che ci fosse un solo vicepremier. Ma siccome sono dinamiche che riguardano i Ds e la Margherita, per rispetto accetto quello che viene proposto».
Casini dice che tra breve tornerà a governare.
«Aderisce all´Udeur, forse».
È ottimista sulla tenuta del governo?
«Abbiamo il dovere di esserlo».
Voi avevate chiesto di cancellare la legge Biagi, nel centrosinistra c´è chi ne vede i pregi.
«Resto a quello che c´è scritto nel programma, con il quale abbiamo vinto le elezioni. Chi si sposta dal programma è responsabile della rottura dell´unità».