L'ermeneutica del papa

[Informatore]

Mi ricordo, a tal proposito, la celebrazione papale del Giovedì santo, osservata nel canale televisivo trasmesso per internet. Da lì ebbi l' impressione di imbalsamazione e di un palpabile artificio che caratterizzava tutti coloro che celebravano quella liturgia. Il contesto è e continua ad essere teatrale, nonostante molti uomini e donne pii che partecipano a queste liturgie. E' come un gran evento mondano in gala.
Ricordo a tal proposito quando celebrava Giovanni Paolo II. Lo so bene perché ero seduto a fianco della tribuna degli ambasciatori (molti anziani) con le loro gentili consorti (molte giovani e assai agghindate).
L'atmosfera era molto simile a quella di una prima teatrale, più che un evento liturgico...

[Leonardo (POL)]

Se per te una celebrazione ove scende lo spirito a santificare il pane e vino è simile ad un'opera teatrale..... penso che stai offendendo non solo i cattolici ( e qui essendo sul tuo forum puoi fare quello che voi), ma anche quei Santi da te citati.
E poi chi dice a che altare andranno i santi?

[DanielGi.]

Per gli ortodossi, la sola Chiesa e non solo questo o quello dei suoi organi è infallibile - la Chiesa in quanto Corpo divino-umano del Signore Gesù Cristo che ne è la testa. Tale è il senso del dogma delle due nature definito dal quarto concilio Ecumenico di Calcedonia nel 451. I Padri hanno definito la chiesa ed il nostro rapporto con lei dicendo che il Cristo era una Persona unica in due natue, contemporneamente vero Dio e vero Uomo, "perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità", simile a noi in tutto, salvo che nel peccato. Nessun uomo ha ricevuto la missione ed il potere di legiferare al di sopra e al di fuori del Corpo della Chiesa.

Pertanto quanto viene affermato dal Concilio Vaticano I, quarta sessione, Costituzione sulla Chiesa, capitolo IV
[Il Pontefice Romano, quando parla ex catedra, cioè quando, adempiendo la sua funzione di pastore e di dottore di tutti ciristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica, definisce una dottrina in materia di fede e di costumi come obbligatoria per la Chiesa universale, gode, in virtù dell'assistenza divina che gli è stata promessa nel beato Pietro, dell'infallibilità stessa che il divino redentore ha voluto conferire alla Sua Chiesa nella definizione delle dottrine riguardanti la fede o i costumi ; ne consegue che le definizioni di questo genere fatte dal pontefice Romano sono irreformabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa]
pone il papa in una posizione particolarissima, al di sopra del consenso della Chiesa. Ma questa affermazione del Concilio vaticano I è palesemente assurda : come può esserci qualcosa al di sopra del consenso della Chiesa, quando la Chiesa è il Corpo di Cristo ?

[DanielGi.]

Quanto scritto sopra, ovviamente non è mio, ma è preso dalla solita opera dei vescovi Fozio e Filarete.

Per quanto mi riguarda ho già scritto nei forum che se credo alla patristica e non allo sviluppo del dogma è per altri motivi. Ovvero all'università non ho studiato teologia, ma teoria dell' informazione. Ho appreso che il messaggio è tanto più autentico, quanto maggiore è la sua vicinanza alla sorgente.

Quanto studiato in teoria dell'informazione coincide con quanto affermato dai miei due vescovi che la pienezza del messaggio cristiano c'era tutta il giorno della Pentecoste. Il giorno della nascita della Chiesa.

Ergo, sviluppando il dogma, non approfondendolo ( che è, secondo me, una cosa diversa) aggiungendo o togliendo qualcosa dal messaggio originario, si deforma il messaggio stesso, introducendo il rumore...

Sia l'introduzione della devozione al Sacro Cuore di Gesù (e perchè no, di Maria ?), sia l'introduzione dell'infallibilità papale, al disopra del "Consensus Ecclesiae" deformano il messaggio.
L'introduzione della devozione al sacro cuore di Gesù porta, come ha dimostrato bene luce da luce, al nestorianesimo, condannato dai concilii ecumenici, ma "ripescato" per esigenze ecumeniche, ovvero "diplomatiche" dalla Chiesa di Roma.

Ora, in televisione, nella trasmissione sulla Chiesa in Russia, su canale 5 la domenica mattina, in "frontiere dello spirito" è stata inserita al termine di una trasmissione un'immagine di repertorio, di un'udienza concessa da Benedetto XVI ai prelati ortodossi. [Che fossero ortodossi era evidente per la presenza tra essi del Vescovo Costantinopolitano di Venezia]. Nella sala delle udienze, i nostri rappresentanti erano tutti ordinatamente seduti sulle loro sedie tutt'intorno alla sala. Benedetto XVI era invece sul suo piccolo trono, sopraelevato di due gradini rispetto ai prelati ortodossi. Mi domando se nessuno tra loro si sia reso conto dell'importanza teologica di quei due scalini...

[Informatore]

" Mi domando se nessuno tra loro si sia reso conto dell'importanza teologica di quei due scalini...".

Sì ma non importa loro nulla. Forse per qualcuno di loro il papa è come il Sultano turco ai tempi della turcocrazia. Molto venerato e amato per davanti, assolutamente indifferente per di dietro. Ciò che molti ortodossi hanno imparato sotto i turchi è una specie di selvaggio individualismo, salvare se stessi battendo la politica delle apparenze.
"Io non combatterò per lo Stato romano" è un detto che gira in Grecia e spiega bene questa mentalità concentrata solo su se stessi. Allo stesso modo nel cuore di alcuni si dice "Io non combatterò per la Chiesa romeo-ortodossa". Questo spiega tutto.

[DanielGi.]

Cosa s'intende dicendo "io non combatterò per lo stato romano " ?

Quale stato romano ? S'intende il defunto impero romano d'oriente ?

[Informatore]

Cosa s'intende dicendo "io non combatterò per lo stato romano " ?

Quale stato romano ? S'intende il defunto impero romano d'oriente ?

SI'.