Regole più rigide per i permessi. Abolite le regolarizzazioni
Passa la «legge Sarkozy»
PARIGI — Sarà più complicato arrivare in Francia, sarà più difficile rimanerci, sarà più sbrigativo venirne allontanati. L'Assemblea nazionale ha approvato ieri il progetto di legge sull'immigrazione voluto dal ministro degli Interni Nicolas Sarkozy e concepito sulla sostanziale differenza fra immigrazione «subìta» e «scelta». Opposizione di sinistra, movimenti per i diritti umani e comunità religiose, fra cui le chiese cristiane, traducono questa differenza in «immigrazione usa e getta» che rischia di allargare l'area della marginalità. «Se non si affrontano problemi di sviluppo e cooperazione, i clandestini continueranno ad arrivare in Francia e nei Paesi ricchi» dice Bernard Kouchner, socialista, da anni impegnato sul fronte dei diritti umani.
Sarkozy sostiene che il controllo dei flussi, l'accoglienza in base alle esigenze e alle reali possibilità economiche del Paese e l'introduzione di regole di comportamento (il rispetto delle leggi francesi e la padronanza della lingua) sono una strada obbligata e il rimedio più efficace contro razzismo e xenofobia. L'immigrazione scelta è messa in pratica in tutti i Paesi dell'Occidente, dice il ministro: l'arrivo di lavoratori qualificati è una ricchezza, mentre l'ingresso di masse disperate non fa altro che incentivare crisi di rigetto, razzismo, competizione fra poveri.
La maggioranza di destra, dopo le proteste sociali e lo scandalo Clearstream, ha ritrovato compattezza su una legge approvata con procedura d'urgenza che passerà nelle prossime settimane al vaglio del Senato. La principale novità è il permesso di soggiorno valido tre anni (rinnovabile) per attirare immigrati diplomati e il permesso di quattro anni destinato agli studenti stranieri. Per tutti gli altri immigrati sono previsti vari titoli di soggiorno, sempre a durata limitata. Per gli oppositori della legge, un permesso in base al diploma o alle qualità (tecniche e persino sportive) del candidato equivale al «saccheggio» di energie e cervelli dei Paesi più deboli. Sarkozy, alla vigilia di una contestata visita in Africa per illustrare la legge, immagina invece un rapporto di reciprocità con i Paesi d'origine.
Nello stesso tempo, entrano in vigore A sinistra, il ministro dell'Interno francese Nicolas Sarkozy. A destra, manifestazione contro la nuova legge sull'immigrazione misure restrittive per le regolarizzazioni degli immigrati già presenti sul territorio francese, sui matrimoni misti e sui ricongiungimenti familiari. L'obiettivo è escludere aspettative di sanatoria, stroncare il fenomeno diffuso di matrimoni finti e ridurre situazioni di coabitazione, poligamia e sovraffollamento provocate da ricongiungimenti familiari incontrollati. La demografa Michèle Tribalat nota che gli ingressi regolarizzati si sono triplicati negli ultimi anni: 220 mila nel 2004, il 47% per motivi familiari.
Il capitolo che sancisce la svolta culturale della Francia — storicamente terra d'accoglienza e d'asilo — riguarda le condizioni per soggiorni prolungati o per ottenere la residenza: rispetto dei principi della Republique laica, conoscenza della lingua e pratica d'integrazione al vaglio di sindaci e prefetti. L'immigrato deve in sostanza dar prova di essere un buon cittadino francese.
«Chi non ama la Francia se ne può andare» è una battuta che ha attirato sul ministro l'accusa di voler introdurre concetti e linguaggio del Fronte Nazionale di Le Pen al solo scopo di saccheggiarne l'elettorato. Su immigrazione e lotta alla criminalità si giocano le presidenziali e i sondaggi danno il Fronte in netta ascesa. Ma Sarkozy ribatte: «La nostra politica vuole essere ferma e umana. Credo che si debbano espellere gli stranieri in situazione irregolare, ma che sia necessario rafforzare i diritti di chi è in situazione legale. Lo straniero dovrà essere protetto da ogni forma di discriminazione e in cambio assumerà impegni verso la società francese».
Sarkozy ricorda anche di essere stato uno dei pochi della destra ad aver proposto il diritto di voto alle amministrative per gli immigrati regolari. Figlio di ungheresi, Sarkozy contrappone alle improponibili barriere dell'estrema destra un modello di società che preferisce «mescolanza e apertura». Ma con questa legge, nota un giornale satirico, suo padre non avrebbe messo piede in Francia.
Massimo Nava
18 maggio 2006