Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Per la Russia maggio avrebbe potuto essere un mese di sangue

    Una nota ufficiale da parte del Comitato antiterroristico nazionale, confermata successivamente dal direttore dell'FSB Nikolaj Patrushev, rende noto che i servizi segreti russi hanno sono riusciti ad impedire che nel Paese avesse luogo tutta una serie di atti terroristici programmati per le festivita' di maggio.

    "Gia' a partire da marzo di quest'anno sono iniziate a filtrare informazioni relative alla preparazione di una serie di atti terroristici da parte di svariate organizzazioni criminali previste per le festivita' della Pasqua ortodossa, del 1 maggio e del Giorno della Vittoria", ha dichiarato Patrushev.
    Di conseguenza, e' stata presa la decisione di rafforzare l'attivita' antiterroristica in tutte le direzioni, fornendo le necessarie indicazioni ai direttori dei comandi di tutte le regioni della Federazione Russa, con particolare attenzione al Distretto federale meridionale.
    Grazie alla tempestivita' da parte delle forze dell'ordine, si e' riusciti a catturare e liquidare 86 terroristi, scoprire 27 nascondigli di armi ed esposivi, sequestrare 10 ordigni esplosivi ad orologeria, nonche' piu' di un quintale di esplosivo e 12 lanciagranate.
    "Le azioni coordinate da parte delle forze dell'ordine hanno impedito la realizzazione dei piani sanguinari da parte dei terroristi, dando in questo modo l'opportunita' ai cittadini russi e agli ospiti del nostro Paese di trascorrre le festivita' in un'atmosfera completamente tranquilla", ha dichiarato Patrushev.


    pravda.

    -------

    Quando la smetteranno d idestabilizzare il Caucaso gli atlantisti?
    E sopratutto cosa aspetta Putin per fare tacere la Georgia?

  2. #2
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da .SOVIET.
    Una nota ufficiale da parte del Comitato antiterroristico nazionale, confermata successivamente dal direttore dell'FSB Nikolaj Patrushev, rende noto che i servizi segreti russi hanno sono riusciti ad impedire che nel Paese avesse luogo tutta una serie di atti terroristici programmati per le festivita' di maggio.

    "Gia' a partire da marzo di quest'anno sono iniziate a filtrare informazioni relative alla preparazione di una serie di atti terroristici da parte di svariate organizzazioni criminali previste per le festivita' della Pasqua ortodossa, del 1 maggio e del Giorno della Vittoria", ha dichiarato Patrushev.
    Di conseguenza, e' stata presa la decisione di rafforzare l'attivita' antiterroristica in tutte le direzioni, fornendo le necessarie indicazioni ai direttori dei comandi di tutte le regioni della Federazione Russa, con particolare attenzione al Distretto federale meridionale.
    Grazie alla tempestivita' da parte delle forze dell'ordine, si e' riusciti a catturare e liquidare 86 terroristi, scoprire 27 nascondigli di armi ed esposivi, sequestrare 10 ordigni esplosivi ad orologeria, nonche' piu' di un quintale di esplosivo e 12 lanciagranate.
    "Le azioni coordinate da parte delle forze dell'ordine hanno impedito la realizzazione dei piani sanguinari da parte dei terroristi, dando in questo modo l'opportunita' ai cittadini russi e agli ospiti del nostro Paese di trascorrre le festivita' in un'atmosfera completamente tranquilla", ha dichiarato Patrushev.


    pravda.

    -------

    Quando la smetteranno d idestabilizzare il Caucaso gli atlantisti?
    E sopratutto cosa aspetta Putin per fare tacere la Georgia?
    Agghiacciante.

    Smetteranno forse quando l'unione tra Bielorussia, Ucraina e Federazione Russa sarà una realtà. Una realtà protesa a coinvolgere anche il Kazakistan, per cominciare.

    C'è un fatto: le cosiddette "rivoluzioni arancioni" non reggono.
    Le masse popolari scoprono ben presto l'inganno dorato propugnato dagli occidentalisti.
    Scoprono che il capitalismo occidentale è un padrone duro, che non divide il suo bottino con nessuno; il "compagno lupo" cui ha, efficacemente, fatto riferimento il Presidente Putin in un suo discorso pubblicato anche su questo forum.
    L'economia russa è in crescita, le risorse primarie del paese si rivelano come una ricchezza strategica e risolutiva.
    L'industria della difesa sta riprendendo vigore, ed in politica estera emergono i collegamenti sempre più consistenti tra la Russia, la Cina ed i "paesi non allineati".

    I prodromi ci sono tutti. Ora serve un collante politico potente. E quel collante non può che essere un nuovo socialismo.
    Sono sempre più convinto del fatto che l'Europa, se vuole esistere, deve guardare a Mosca.

    derzava




    «Il compagno lupo mangia e non ascolta nessuno.
    Quando ci sono in gioco i suoi interessi, finisce l'entusiasmo sulla necessità di difendere i diritti umani e la democrazia, e tutto diventa possibile. Il compagno lupo non ha freni».

    - Il Presidente Putin sul capitalismo occidentale americanista -

  3. #3
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    Kazakistan: 40% di kazachi 38% di russi, che problema cìè ad allargare la Rus?

  4. #4
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    analizziamo:

    Aphsny/Apkhazeti/Abkhazia


    Lingue Ufficiali abkhazo, russo Stato Politico Indipendente de facto Capitale Sukhumi Coordinate della Capitale 43°01′ N 41°02′ E Presidente¹ Sergei Bagapsh Primo Ministro¹ Alexander Ankvab ¹ Governo Separatista
    - Densità Popolazione
    250,000
    29/km²
    Valuta
    rublo

    Storia antica

    Le testimonianze più antiche di insediamenti umani sono state trovate nel Caucaso occidentale e risalgono ad un periodo compreso tra il 4000 e il 3000 a. C.
    Nel primo millennio a. C. (nono-sesto secolo a. C.), il territorio della moderna Abkhazia faceva parte dell'antico regno della Colchide (Kolkha), che fu successivamente assorbito dal regno di Egrisi, intorno all'anno 63 della nostra era. I commercianti greci costruirono porti lungo le coste del Mar Nero. Uno di questi porti fu Dioscurias, che nel corso dei secoli si trasformò nella moderna Sukhumi, capitale dell'Abkhazia.
    L'impero romano conquistò il regno di Egrisi nel I secolo e lo governò fino al quarto secolo, ma in seguito riconquistò una certa indipendenza pur rimanendo nella sfera d'influenza dell'Impero Bizantino. Gli abkhazi furono convertiti al cristianesimo durante il governo dell'imperatore bizantino Giustiniano I, a metà del VI secolo. L'Abkhazia divenne un principato autonomo dell'Impero Bizantino nel VII secolo, uno status che mantenne fino al IX secolo, quando fu unita con la provincia georgiana di Imereti e divenne nota come regno di Abkhazia. Nel IX-X secolo, i re di Abkhazia cercarono di unificare tutte le province georgiane e nel 1001 re Bagrat III Bagrationi di Abkhazia divenne re di tutta la Georgia unificata.
    Nel XVI secolo l'area fu conquistata dall'Impero Ottomano e gli abkhaziani furono parzialmente convertiti all'Islam. In seguito ,gli Ottomani furono cacciati dai georgiani, che stabilirono un principato autonomo dell'Abkhazia (Abkhazetis Samtavro in georgiano) governato dalla dinastia Shervashidze (detti anche Sharvashidze o Chachba).
    [modifica]

    L'Abkhazia nell'Impero russo e nell'Unione Sovietica

    L'espansione dell'Impero russo nella regione caucasica causò piccole guerre tra i russi e le tribù caucasiche indigene. Vari principati georgiani furono annessi all'impero tra il 1801 e il 1864. I russi entrarono in possesso dell'Abkhazia in modo frammentario tra il 1829 e 1842, ma il loro dominio non divenne stabile prima del 1864, quando abolirono il principato locale. In conseguenza di questi avvenimenti, numerosi abkhazi musulmani - che al'epoca costituivano, pare, circa il 60% della popolazione, sebbene i censimenti dell'epoca non fossero pienamente affidabili – emigrarono nell'Impero Ottomano tra il 1864 e il 1878.
    Gli storici moderni abkhazi sostengono che ampie zone della regione rimasero disabitate e che molti armeni, georgiani e russi (tutti cristiani) successivamente migrarono in Abkhazia, ripopolando la gran parte del territorio abbandonato. Questa versione è fortemente contestata dagli storici georgiani (vedi Lortkipanidze M., The Abkhazians and Abkhazia, Tbilisi 1990) che ritengono che le tribù georgiane (Mingreli e Svani) avevano popolato l'Abkhazia fin dai tempi antichi del regno di Colchide. Secondo gli studiosi georgiani, i moderni abkhazi sono i discendenti delle tribù nord caucasiche (Adygey, Apsua) che migrarono in Abkhazia dal nord del Caucaso e si unirono alla già esistente popolazione georgiana. Ad ogni modo, gli abkhazia all'inizio del XX secolo costituivano una minoranza nella regione. Secondo l'Enciclopedia Britannica, nel 1911 la principale città, Sukhum-kaleh (la moderna Sukhumi) aveva una popolazione di 43.000 abitanti, dei quali i due terzi erano migreliani-georgiani e un terzo abkhazi.
    La presa del potere da parte dei bolscevichi in seguito alla rivoluzione russa nel 1917 garantì all'Abkhazia un certo grado di autonomia culturale e politica, fino al 1931 quando Stalin ne fece una repubblica autonoma all'interno della Georgia sovietica. Malgrado la sua autonomia nominale, era in realtà soggetta al pesante controllo centrale di Tbilisi e ad una politica di assimilazione forzata. Il georgiano divenne la lingua ufficiale, la lingua abkhaza fu bandita ed i diritti culturali furono repressi, mentre migliaia di abkhazi vennero uccisi durante le repressioni staliniane. Lavrenty Beria (che era mingreliano) incoraggiò la migrazione georgiana in Abkhazia e molti accettarono l'offerta e si stabilirono là. Più tardi, negli anni '50 e '60, Vazgen I, patriarca della chiesa armena, incoraggiò e finanziò la migrazione armena in Abkhazia. Attualmente, gli armeni costituiscono la minoranza numericamente maggiore in Abkhazia.
    La repressione della lingua abkhaza terminò con la morte di Stalin e di Beria, e l'abkhazo acquistò un ruolo maggiore nel governo della repubblica. Come in molte piccole repubbliche autonome, il governo sovietico incoraggiò lo sviluppo della cultura, e particolarmente della letteratura. Furono stabilite delle quote etniche per certe posizioni burocratiche, dando agli abkazi un grado di potere politico che era sproporzionato al loro status minoritario nella repubblica. Questo fu interpretato da qualcuno come una politica del divide et impera, tramite la quale le elites locali acquisivano potere in cambio di lealtà verso il regime sovietico. In Abkhazia come altrove, ciò portò al risentimento di altri gruppi etnici - in questo caso i georgiani - che si ritenevano vittime di discriminazioni, originando la discordia etnica che avrebbe poi afflitto la piccola repubblica caucasica.
    [modifica]

    La guerra in Abkhazia

    Quando l'Unione Sovietica cominciò a disintegrarsi alla fine degli anni Ottanta, le tensioni etniche tra abkhazi e georgiani crebbero all'avvicinarsi dell'indipendenza georgiana. Molti abkhazi si opposero a questo, temendo che l'indipendenza della Georgia avrebbe portato alla "georgianizzazione", ritenendo invece che fosse il caso di avere il diritto di istituire una repubblica indipendente. La disputa divenne violenta a Sukhumi il 16 luglio 1989. 16 georgiani furono uccisi ed altri 137 feriti quando tentarono di iscriversi all'università georgiana invece che in quella abkhaza. Dopo diversi giorni di violenza, le truppe sovietiche riportarono ordine in città, ma i paramilitari nazionalisti rivali furono accusati di provocare gli scontri.
    La Georgia dichiarò l'indipendenza il 9 aprile 1991, sotto il governo dell'ex dissidente sovietico Zviad Gamsakhurdia. Il governo di Zviad Gamsakhurdia divenne impopolare e nel dicembre dello stesso anno, la guardia nazionale georgiana, al comando di Tengiz Kitovani, assediò gli uffici del governo a Tbilisi. Dopo mesi di empasse, fu costretto a dimettersi nel gennaio 1992. Fu sostituito alla carica di presidente da Eduard Shevardnadze, l'ex ministro degli esteri sovietico. Eduard Shevardnadze ereditò un governo dominato dalla linea dura dei nazionalisti georgiani, e sebbene non fosse un nazionalista, egli fece poco per evitare di essere considerato un sostenitore dei personaggi al governo, che erano considerati dei golpisti.
    Il 21 febbraio 1992,il consiglio militare della Georgia annunciò che era abolita la costituzione dell'era sovietica e la restaurazione della costituzione del 1921 della Repubblica Democratica della Georgia. Molti abkhazi interpretarono questo come un abolizione del loro status autonomo. In risposta, il 23 luglio 1992, il governo dell'Abkhazia dichiarò a tutti gli effetti l'indipendenza, ma questo gesto non fu riconosciutò da nessun altro paese. Il governo georgiano accusò i sostenitori di Zviad Gamsakhurdia di aver rapito il ministro dell'interno georgiano e di tenerlo prigioniero in Abkhazia. Il governo georgiano dispiegò 3.000 soldati nella regione, ristabilendo apparentemente l'ordine. Un pesante fuoco tra le forze georgiane e la milizia abkhaza scoppiò dentro e fuori Sukhumi. Le autorità abkhaze rifiutarono le pretese del governo, sostenendo che fosse semplicemente un pretesto per una invasione. Dopo circa una settimana di combattimenti e molte perdite da entrambe le parti, le forze del governo georgiano riuscirono a prendere il controllo di gran parte dell'Abkhazia e chiusero il parlamento regionale.
    Centinaia di volontari paramilitari provenienti dalla Russia, incluso l'allora sconosciuto Shamil Basayev si unirono ai separatisti abkhazi per combattere le forze del governo georgiano. A settembre, le forze abkhaze e i paramilitari russi, dopo l'interruzione del cessate-il-fuoco, iniziarono una forte offensiva che cacciò le forze georgiane fuori dalla repubblica. Il governo di Eduard Shevardnadze accusò la Russia di dare copertura militare ai ribelli con lo scopo di staccare dalla Georgia il suo territorio nativo e la terra di frontiera tra Georgia e Russia. L'anno 1992 terminò con i ribelli che controllavano la maggior parte del territorio ad ovest di Sukhumi. Episodi di "pulizia etnica" ci furono da entrambe le parti, con gli abkhazi espulsi dal territorio controllato dalla Georgia e viceversa; circa 3.000 persone furono uccise in questa prima fase di guerra.

  5. #5
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