«Bertinotti non dia lezioni al Papa» 18/5/2006
Giacomo Galeazzi
CITTA’ DEL VATICANO. Bufera Pacs: la Chiesa fa quadrato contro l’attacco della terza carica dello Stato al Pontefice. A suscitare la reazione del mondo cattolico è il «j’accuse» di Fausto Bertinotti che ha definito Benedetto XVI un reazionario perché non vuole i patti civili, mentre le coppie gay sono un modello di solidarietà e quindi le loro unioni devono trovare immediato riconoscimento. «Il presidente della Camera pretende di dare lezioni al Papa e, vittima di ideologie radicali, attacca la famiglia, valore sentito anche a sinistra. Non è davvero un buon inizio», ribattono dalla «stanza dei bottoni» della Curia, esprimendo sorpresa per i toni insolitamente duri della polemica.
Il quotidiano dei vescovi «Avvenire» e l’agenzia di informazione dell’episcopato Sir bocciano Bertinotti per le sue critiche all’insegnamento del Papa sulla famiglia. Secondo Avvenire «non è un bell’inizio» quello del neopresidente della Camera Bertinotti, che martedì ha «corretto il Papa». Il quotidiano dei vescovi ribadisce che la Chiesa è «libera di insegnare, senza le bacchettate e le correzioni di linea di autorevoli ma improvvisati maestri». Avvenire precisa di intervenire contro Bertinotti «non per scelta dello scontro, né per alzare nuove barricate», ma rimarca che «vale forse la pena di ricordare che la famiglia e il matrimonio, nell’accezione in cui li difende la Chiesa, sono qualcosa di molto più grande di un condividere spese, affitto e pensione, come si propongono i Pacs, molto di più di un mutuo soccorso fra amanti o amici di sesso diverso oppure uguale».
Per il giornale della Cei è un vezzo da parte di «certi autorevoli laici lontani dalla Chiesa», spiegare alla Chiesa che cosa dovrebbe opportunamente pensare per adattarsi ai tempi. «Senza capire che la Chiesa non ha alcuna intenzione di adeguarsi», afferma esplicitamente il giornale della Chiesa italiana. Da parte sua il Servizio informazione religiosa (Sir) rincara la dose osservando che Bertinotti parla «all’indomani dell’equilibrato messaggio di insediamento del Presidente della Repubblica». E denuncia che «colpisce, in un esponente di punta della sinistra, approdato ad un alto incarico istituzionale, il fatto che piuttosto che usare la tribuna televisiva per dire “qualcosa di sinistra”, come forse si attendono i suoi elettori, nel Parlamento e nel Paese, finisca con l’oscurare proprio la famiglia». Eppure il nucleo familiare Italia, come ha sottolineato con forza lo stesso Napolitano, «è una delle istituzioni più care, anche al popolo di sinistra».
È la famiglia, puntualizza il Sir, «che si occupa infatti di quei temi (giustizia, eguaglianza, educazione, assistenza, futuro, cura dei deboli, lavoro, casa) che tradizionalmente da sempre sono nelle corde della sinistra». Per l’agenzia di stampa della Cei il «punto» è che «anche la sinistra più pura sacrifica la famiglia alla modernizzazione, alle ideologie radicali dei secoli scorsi, pretendendo di dare lezioni al Papa». La gerarchia ecclesiastica, comunque, tiene volutamente bassi i toni dello scontro. Il duro intervento di Bertinotti, infatti, sembra non aver interessato o turbato più di tanto i vescovi riuniti in Vaticano per la 56ª assemblea generale della Cei. «Non ho sentito niente, e apprendo ora di questo fatto», si limita a dire il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, reduce da una mattinata di lavori con i confratelli vescovi, durante la quale «non si è parlato della questione».
fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cms...5396girata.asp